Sindrome di peter pan, o solo immaturità cronica?

Gentili dottori, il testo della mia domanda già si capisce.
Temo di essere un adolescente nel corpo di un 27enne.
Non capisco perchè, ma sempre nella mia vita non ho mai avuto voglia di studiare, sono stato iscritto all'università fino all'anno scorso e ho dato pochissimi esami,e i miei si sono stancati giustamente e non mi hanno più mantenuto gli studi.
Purtroppo ora me ne sto pentendo di non aver studiato prima, ma mi dico: tanto visti i miei ritmi mi sarei laueato a 30 anni e passa e poi purtroppo oggi la laurea in psicologia non da molti sbocchi.
Ma non è solo pe rlo studio, sono stato sempre apatico, non ho mai lavorato e quando ho lavorato sono stato massimo una settimana, non ho particolari hobby ne interessi, ultimamente non mi va di uscire e socializzare. Ho pochi amici ma mi annoio con loro, e non riesco a fare nuove conoscenze. Non ho iniziativa per niente, neanche vado a conoscere ragazze mi capita qualche avventura con loro solo se mi vengono a cercare in modo più o meno esplicito. Di recente ho avuto un mezzo legame sentimentale con una ragazza ma per vari motivi tra cui la distanza(50 km dal mio paese) non è andata, ma temo sia anche una mio problema a legarmi. Sono molto pessimista riguardo al mio futuro, anche se vorrei movimentarmi per cambiare le cose, ad esempio, conoscere nuova gente, fare dei corsi di formazione per acquisire punteggi e fare un lavoro decente, prepararmi per concorsi, e un giorno sistemarmi sentimentalmente(dopo prima essermi divertito un pò).Invece niente, frequento persone che non mi stimolano, sono apatiche, non faccio viaggi, e non mi sto preparando peril futuro.
Come fare per sbloccarmi? Sono consapevole che a quasi 30 anni non riusciro' ad avere ormai un futuro radioso dal punto di vista lavorativo ed economico, e non potrò accumulare i viaggi e le esperienze perse(anche se per fortuna un pò di vita giovanile l'ho fatta).
Almeno avessi una aspirazione lavorativa mi concentrerei su quella, ma non ne ho.
Mio padre mi ha detto che mi da la possibilità di andare da uno psicologo che conosce in uno studio privato, però vorrei evitare questa ulteriore spesa. Ce la passiamo bene economicamente per fortuna, ma ormai sono stanco di chiedere sempre soldi, e al tempo stesso non mi muovo per cercarmi dei lavoretti sia perchè nel mio paese c'è poca offerta, e poi perchè so che verrei sfruttato e pagato una miseria. Ma so che prima o poi mi dovrò decidere a trovarmi un lavoro.
Voi che ne pensate della mia situazione? Grazie
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Come fare per sbloccarmi?>

Gentile Utente,
purtroppo non ci sono formule magiche né consigli da dispensare adatti allo scopo.

Anche se le pesa accettare l'offerta di suo padre, le suggerirei di consultare comunque uno psicologo/psicoterapeuta, come del resto le era stato già consigliato da qui non molto tempo fa, per una valutazione diretta e un eventuale trattamento terapeutico atto a restituirle migliore benessere e qualità di vita.

Dato ciò che ha espresso in precedenza rispetto alla scelta di un tipo approccio terapeutico diverso da quello affrontato in passato, le segnalo un articolo di approfondimento in merito

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordialmente
.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

è possibile che lei si sia trascinato per anni studiando poco e malvolentieri semplicemente perchè ha scelto un corso di laurea che non faceva per lei e che non la stimolava a sufficienza ad impegnarsi.
Come mai ha scelto Psicologia e continuato a studiare per tutti quegli anni se non le andava di farlo?
Ha cercato di andare incontro alle aspettative dei suoi genitori, ponendosi come obiettivo la laurea, o c'è dell'altro?

E' anche possibile che l'apatia fosse preesistente, e qiundi le chiedo delucidazioni su questo punto.

Il fatto che non le sia mai piaciuto studiare non è ovviamente sintomo di nulla, perchè molti ragazzi non amano lo studio e si dedicano ad altro, puntando sulla ricerca di un lavoro dopo le superiori (o anche prima) senza alcun problema.

Come mai lei non l'ha fatto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Se suo padre e' disponibile a farle sostenere la spesa della psicpoterapia le consigloerei di accettare.
Da quanto dice ci sono dei problemi a livello dell'affettivita' e non e' semplice sistemare le cose senza un aiuto competente.
La sua demotivazione sembra vasta ed e' suo interesse capire da dove origini.
ci rifletta su prima di rifiutare.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
Dr.ssa Roberta De Bellis Psicologo, Psicoterapeuta 48 4
"vorrei movimentarmi per cambiare le cose, ad esempio, conoscere nuova gente, fare dei corsi di formazione per acquisire punteggi e fare un lavoro decente, prepararmi per concorsi, e un giorno sistemarmi sentimentalmente(dopo prima essermi divertito un pò)." riporto le sue parole, indicativo che vuole cambiare la situazione che vive. Sa che solo può decidere e fare qualcosa? Può essere utile valutare le convinzioni che le impediscono di muoversi, per esempio: "Sono consapevole che a quasi 30 anni non riusciro' ad avere ormai un futuro radioso dal punto di vista lavorativo ed economico, e non potrò accumulare i viaggi e le esperienze perse...." ne è una dimostrazione che alle volte alcune convinzioni posso limitarci. Un percorso che l'aiuti a pianificare e ad utilizzare le risorse che ha, può essere un'idea molto intelligente.

In bocca al lupo

Dott.ssa Roberta De Bellis

[#5]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Grazie alla Dottoressa Rinella per la miniguida, l'ho letta con interesse.
Per quanto riguarda gli studi interrotti, sono stato del parere che il lavoro dello psicologo facesse per me, in quanto ritengo di essere abbastanza bravo a capire le persone e ho una certa sensibilità, certo poi un pò con gli anni mi sono reso conto che ancora come categoria non è molto apprezzata, e i pochi sbocchi mi hanno fatto perdere la motivazione. Però è sempre un lavoro per cui mi vedrei, mi piacerebbe fare, anche se non penso di avere proprio una grande passione per essa.
In ogni caso ciò che mi ha impedito di studiare in quegli anni e di attivarmi anche per altre esperienze è stata sempre una apatia di fondo, un partire sconfitto già in partenza, senza rendermi conto che gli anni passassero.
Ha ragione la dottoressa De Bellis, a dire che mi faccio influenzare dalle mie convinzioni a volte un pò assurde, anche se devo interagire con l'altro sesso.
Mi dico tanto lei vorrà uno più bello, più simpatico intraprendente, e magari non uno spiantato e uno sfigato come me, e di conseguenza neanche mi viene la voglia di "provarci".
Ma al tempo stesso mi dico: se son piaciuto a qualche ragazza(come la mia ultima esperienza) vuol dire che forse con alcune persone riesco a fare uscire la parte migliore di me, il problema è farla uscire.
Si ho bisogno di trovare come far uscire fuori le mie capacità, la mia grinta, le mie risorse, ma non so come fare, mi manca una spinta un incentivo, non lo so.
[#6]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
il percorso università-laurea- concorso-lavoro a tempo indeterminato che si è sforzato di seguire finora non corrisponde né alle sue aspettative ne allo scenario della realtà attuale, tuttavia è difficile individuare le proprie aspirazioni partendo dal senso di inadeguatezza e di fallimento che avverte in questo momento.
Nei precedenti consulti ci ha riferito di un percorso psicologico precedente, quali obiettivi sente di aver raggiunto a riguardo?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Temo di essere un adolescente nel corpo di un 27enne
>>>

Forse la conforterà (si fa per dire) sapere che alcuni autori collocano oggi l'uscita dell'adolescenza a 25 anni. Quindi, secondo gli standard attuali, lei sarebbe appena un post-adolescente, quindi avrà tempo per trovarsi.

>>> e poi purtroppo oggi la laurea in psicologia non da molti sbocchi
>>>

Come no! Guardi quanti psicologi ci sono su questo sito! ;)

>>> Ma so che prima o poi mi dovrò decidere a trovarmi un lavoro
>>>

Ma non è obbligato. Può sempre decidere di fare l'eterno figlio nullafacente a carico dei genitori. Del resto oggi sarebbe in buona compagnia. Cerchi su Google: "generazione né-né".

Perdoni il sarcasmo, ora torniamo seri.

Il fatto è che la situazione di tanti giovani d'oggi non è per nulla invidiabile. Mancano punti di riferimento, quindi manca la visione di una progettualità futura. Si finisce per adeguarsi ai modelli che si vedono in Tv, magari al Grande Fratello. L'apparire - che pure è importante - finisce per diventare più importante del resto. Non è colpa dei ragazzi, delle famiglie o delle scuole, è semplicemente il modo in cui è. I tempi cambiano.

>>> sono stato del parere che il lavoro dello psicologo facesse per me, in quanto ritengo di essere abbastanza bravo a capire le persone e ho una certa sensibilità, certo poi un pò con gli anni mi sono reso conto che ancora come categoria non è molto apprezzata
>>>

Qualunque lavoro sceglierà di fare (se lo sceglierà) avrà successo solo se lo farà con passione. Ma partendo con l'idea che un lavoro "deve dare prospettive" o "dev'essere apprezzato", finirebbe per fare ciò che vogliono gli altri, non ciò che vuole LEI.

Secondo lei, qual è il lavoro che si riesce a fare più a lungo e con profitto, quello che abbiamo scelto noi o quello che ALTRI hanno scelto per noi?

Accetti la proposta di fare dei colloqui con uno psicologo, ma eviti di andare da uno già conosciuto in famiglia.

Esistono anche psicologi del lavoro, in grado non solo di fornire consulenza psicologica, ma di orientare e dare indicazioni su attitudini e abilità della persona, per meglio scegliere una direzione professionale.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Ma semplicemente che pensavo di essere solo sfortunato, che le avessi tutte addosso, e mi ha fatto realizzare che non voglio crescere e che dipende tutto da me. Poi lei però fini' di esercitare al DSM e si apri' lo studio in un altra città. Però mi ripeteva sempre che non mi aprivo del tutto, però non capivo il perchè, perchè mi dava fiducia questa dottoressa.
[#9]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
In ogni caso grazie a tutti per i consigli, valuterò per bene le proposte.
Saluti
[#10]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75

Gent.le ragazzo,
è fondamentale che la conoscenza tra suo padre e lo Psicologo possa interferire con l'instaurarsi di un rapporto di fiducia con lo specialista.
Inoltre il solo fatto di sentirsi in debito con i suoi familiari rappresenta un condizionamento notevole che potrebbe alimentare ulteriori sensi di colpa e condizionare il percorso terapeutico.
In alternativa potrebbe rivolgersi al Consultorio Familiare della sua ASL per un primo colloquio con uno Psicologo.
Le allego il link ad un articolo che può offrirle alcuni criteri per una scelta più consapevole:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

[#11]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Non so in che rapporti sono con il terapeuta, fors elo conosce perchè in quanto Medico mio padre lo avrà consigliato, o perchè alcuni suoi pazienti gli avranno parlato di lui.
Il problema sta anche nel fatto che ora ad Agosto il Dsm chiude, e se devo iniziare una terapia lì sarebbe un pò problematico
[#12]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Il Consultorio familiare non fa parte del DSM qui trova i riferimenti per un primo contatto

http://www.asp.rg.it/index.php?option=com_content&view=category&id=102&Itemid=160
[#13]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Grazie mille dottoressa
[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La psicologa che si è occupata di lei in passato ha posto una diagnosi?


Alcuni dettagli che ci fornisce permettono di ipotizzare che lei soffra di un disturbo dell'umore:

"sono stato sempre apatico"

"non ho particolari hobby ne interessi, ultimamente non mi va di uscire e socializzare. Ho pochi amici ma mi annoio con loro, e non riesco a fare nuove conoscenze. Non ho iniziativa per niente"

"Sono molto pessimista riguardo al mio futuro"

"ciò che mi ha impedito di studiare in quegli anni e di attivarmi anche per altre esperienze è stata sempre una apatia di fondo, un partire sconfitto già in partenza"

"Mi dico tanto lei vorrà uno più bello, più simpatico intraprendente, e magari non uno spiantato e uno sfigato come me"

Dalle sue affermazioni emergono un'immagine negativa di sè, degli altri, del futuro, apatia e abulia, che possono essere tutti sintomi depressivi.

E' però anche possibile che lei sia cresciuto senza ricevere particolari sollecitazioni a raggiungere degli obiettivi e, contemporaneamente, senza quell'incoraggiamento che sarebbe servito a consentirle di costruire una solida fiducia in sè stesso.
Si ritrova infatti ad avere un atteggiamento "perdente" a priori, che può scaturire sia da un disturbo dell'umore sia da ciò che ha imparato su di sè negli anni.

E' in ogni caso importante che in lei ci sia la volontà di cambiare, ma il cambiamento richiede sempre sforzo e fatica e quindi la motivazione necessaria per sostenerli.
Pensa di averla?
[#15]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Se devo essere sincero, vorrei cambiare, ma non sento di avere la forza al momento.
[#16]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non mi ha risposto su un punto importante: ha ricevuto una diagnosi?

Perchè se soffre di una qualche forma depressiva è improbabile che trovi improvvisamente l'entusiasmo per lavorare ad un cambiamento delle sue condizioni di vita.

Se è abulico e apatico perchè depresso, insomma, occorre curare la sua depressione perchè ci siano dei miglioramenti anche per quanto riguarda il resto della sua vita.

A mio avviso dovrebbe per prima cosa sincerarsi di quale sia il suo reale stato psico(pato)logico, e poi decidere come muoversi.
[#17]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Si scusi, la Dottoressa non mi forni' una diagnosi precisa, solo di questa mia immaturità legata al fatto che sono stato il primogenito e genitori molto ansiosi, ma niente di più.Io volevo parlare con uno psichiatra per una valutazione del tono dell'umore e se necessario farmi prescrivere un antidepressivo, ma lui mi ha detto di fare la psicoterapia.
Io sono d'accordissimo col fare psicoterapia e mettermi in gioco, ma ora come ora sono del parere che abbia bisogno di una spinta per "riattivarmi" che penso che mi possa dare un farmaco. Ma ripeto non voglio escludere assolutamente la psicoterapia.
[#18]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"ora sono del parere che abbia bisogno di una spinta per "riattivarmi" che penso che mi possa dare un farmaco."

Gent.le utente,
se a terapia farmacologica non è stata prescritta dallo Psichiatra vuol dire che non è necessaria, in ogni caso il farmaco non può instillare dentro di lei motivazione e progettualità che derivano dalla consapevolezza dei diversi aspetti del suo vissuto e dall'accesso alle risorse personali.
[#19]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Si questo lo so, ma 4 anni fa, mentre ero in terapia dalla dottoressa, presi contemporaneamente un leggero antidepressivo, e tra il conforto della dottoressa e il farmaco stavo un pò meglio,poi non so perchè decisi. Lo so che la pillola non è "magica", ma penso che possa essere una base. Sarà che nonostante creda molto nella psicoterapia penso che il farmaco possa essere una base, o questa mia convinzione sia legata al mio attuale umore.
[#20]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È probabile che malgrado dichiari di credere molto nella psicoterapia, non sia questa la sua reale sensazione.

In fondo qual è la differenza fra un farmaco e la psicoterapia? Che per usufruire dei benefici del primo basta inghiottire una pillola, mentre per la seconda è necessario impegnarsi. La psicoterapia, specialmente se di tipo attivo e prescrittivo, non funziona se il paziente non è motivato a seguire le istruzioni ricevute (e prima ancora, a uscire davvero dal suo problema). Sempre se nel suo caso una psicoterapia fosse indicata, chiaro, cosa che però non può essere stabilita in questa sede.

Considerato il suo stato attuale, forse le viene più facile immaginare di prendere una pillola che recarsi dallo psicoterapeuta per parlare di sé e dei suoi problemi, ricevere istruzioni, metterle in pratica, ricevere occasionalmente pareri e restituzioni che potrebbero non piacerle, ecc.

[#21]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Non può sapere se creda o no nella psicoterapia d auna discussione.
In ogni caso io considero entrambe le direzioni terapeutiche prima citate, anche se non sono arrivato a laurearmi in psicologia so i pro e i contro di entrambi i percorsi.
Saluti
[#22]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Forse in questo momento attivarsi per iniziare contemporaneamente una psicoterapia e una cura farmacologica sarebbe la soluzione migliore.

"la Dottoressa non mi forni' una diagnosi precisa, solo di questa mia immaturità legata al fatto che sono stato il primogenito e genitori molto ansiosi, ma niente di più"

E' possibile che i suoi si siano sostituiti a lei in troppe cose e/o abbiano fatto in modo di evitarle tutte le frustrazioni che aiutano normalmente a crescere, consentendole di rimanere molto a lungo meno maturo di quanto ci si potrebbe aspettare in relazione all'età.

E' però anche possibile che due genitori cronicamente ansiosi le abbiano trasmesso un senso di sfiducia sia in sè stesso sia negli altri, che lei continua a percepire in sottofondo ritenendosi soggetto a fallimento in qualunque ambito possa impegnarsi (studio, lavoro, relazioni amicali e di coppia).
Il modo in cui le hanno fatto percepire sia sè stesso, sia la vita e il mondo, può insomma aver contribuito sostanziosamente a farla diventare una persona insicura, pessimista e ripiegata su sè stessa.

In questo senso penso che un farmaco opportunamente prescritto da un medico psichiatra possa darle una spinta iniziale per uscire dall'impasse.
Il resto del lavoro poi spetterà a lei, ma se in questo momento le occorre un aiuto d'altro tipo può tranquillamente ricorrervi.
[#23]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Non può sapere se creda o no nella psicoterapia d auna discussione.
>>>

Certo, infatti ho usato il condizionale. Ma ho collegato la mia ipotesi a ciò che ci ha raccontato di lei.

D'altra parte, non essendo uno specialista, lei non può sapere se nel suo caso sia più adatta una farmacoterapia, una psicoterapia o entrambe le cose assieme. E anche per noi, da qui, è difficile stabilirlo con precisione, dato che ogni cura deve necessariamente seguire una valutazione diagnostica, cosa che può SOLO essere effettuata di persona.

[#24]
dopo
Attivo dal 2011 al 2019
Ex utente
Gentili Dottori
Vi informo che visto che sono tornati dalle ferie, domani pomeriggio ho un primo appuntamento con lo psicoterapueta di cui parlavo. Ci parlai a luglio prima che andasse in ferie e mi diede una buona impressione.
Ho passato una buona estate tra uscite e altro e l'umore era discreto, però forse è legato all'arrivo dell'autunno il mio umore sta variando in negativo al momento.
Per quanto riguarda il lavoro avrei un progetto per la testa che sto pensando se realizzare o meno, non dipende solo da me.
In ogni caso spero di riuscire a fare un percorso costruttivo con questo terapeuta, so che dovrò impegnarmi, ma al momento sono un pò più ottimista.
Vi ringrazio tutti per il supporto
[#25]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
"Sono consapevole che a quasi 30 anni non riusciro' ad avere ormai un futuro radioso dal punto di vista lavorativo ed economico"

Caro utente,
lei parla come se la sua vita fosse passata tutta. Assolutamente no. Il suo problema è che deve raggiungere uno stato di consapevolezza di ciò che vuole. L'unico modo è accettare ancora una volta il denaro e l'aiuto dei suoi genitori e andare dallo psicologo.
Lei è in una fase di stallo e spesso accettare l'aiuto di altri può essere di molto giovamento.
Non si abbatta, esistono terapie brevi e centrate. Ma non abbia nemmeno fretta, le scelte vanno ponderate, soprattutto quelle riguardo il futuro.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#26]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mi fa piacere sapere che alla fine ha deciso di prendere in mano la situazione: le auguro di lavorare proficuamente per il superamento delle sue difficoltà.

Se vuole ci tenga informati, un caro saluto
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