DCA - risvegli notturni

Salve dottori, vi scrivo per esporvi una problematica inerente la mia alimentazione, ringraziando anticipatamente chi risponderà passo a spiegarvi(spero) il tutto.
Ovviamente non sarà facile rendere l'idea per via telematica, ma ci provo.

Vi faccio presente che non soffro di malattie e/o patologie varie, insomma credo di essere sano come un pesce.

Sono un ragazzo di 24 anni, alto 184 cm per 95 kg di peso (più che sovrappeso);

Ora in maniera semplice vi vado ad esporre quello che mi succede:

Diciamo in maniera esemplificativa che il mio problema è il mangiare di notte, la cosa preoccupante, però, è che il mio mangiare non deriva da una volontà diretta ma bensi è come una sorta di comando imposto al quale non posso porre freno, poichè quasi non coscente;

Vi faccio un esempio di quello che mi capita ormai da qualche mese:

-Premessa: Non sono mai stato un tipo molto preciso nell'alimentazione e il mio esser sovrappeso ne è la testimonianza.

Detto questo però che io mangi in maniera precisa (5 pasti completi) e che quindi in serata risulti sazio, sia che invece faccia completamente l'opposto tenendomi risicato e mangiando di meno (una sorta di dieta), nella notte dopo circa 1 ora 1 ora e mezza mi alzo dal letto, mi verrebbe da dire quasi in trans, mi dirigo in cucina e senza alcuna cognizione su quello che sto facendo, o meglio me ne rendo conto ma è come se fossi spettatore di quello che accade, mangio quantità più o meno abbondanti di cibo e, senza quasi nemmeno finire i bocconi mi reco di nuovo a letto riaddormentandomi.
A volte la cosa si ripete dopo circa 2 orette per poi riaddormentarmi svegliandomi come di consueto (lavoro), se può essere utile saperlo, alle 5 di mattina.

Sono, quasi, consapevole che probabilmente è un atteggiamento inconscio e che quindi potrebbe essere di natura psicologica, per questo ci tengo a far presente che soffro d'ansia ma non in maniera acuta e che da circa 10 mesi ho smesso di fumare (dopo 10 anni).

Vorrei inoltre aggiungere, per un quadro più preciso possibile, che spesso e volentieri ho sentito come la voglia di autoindurmi a vomitare riuscendo però sempre a non compiere questo atto malsano.

Carissimi medici, in conclusione, sperando di ave fatto un quadro più o meno dettagliato, vi chiedo quale possa essere la ragione di questo "disturbo" ed eventualmente come approcciare la problematica per riuscire ad uscirne fuori.

Di nuovo grazie

In attese di un cordiale riscontro

porgo distinti saluti.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, descrive un comportamento di assunzione di cibo, che avviene di notte, con una certa regolarità e che sembra che lei metta in atto con un margine di controllo piuttosto limitato.

Aggiunge anche una problematica di tipo ansioso ed un rapporto con il cibo per il quale non si ritiene "troppo preciso".

E' possibile che si configuri una difficoltà di tipo psicologico, ma questo non perchè il suo comportamento abbia natura "inconscia". Più semplicemente, lei fa qualcosa che non vorrebbe fare e soffre un disagio per il fatto di farlo.

Potrebbe essere importante una iniziale valutazione di tipo psicodiagnostico: a seguito di tale valutazione, un eventuale percorso di terapia potrebbe aiutarla a modificare una situazione che per lei è un problema, ma a patto di comprendere bene cosa succede, quando succede, a seguito di cosa succede e quali sono le conseguenze (che è uno degli obiettivi di una accurata valutazione psicologica).

Cordialmente
[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
il rapporto con il cibo, è solitamente l'ago della bilancia di altri equilibri.
Il cibo, spesso conforta, nutre l'umore, consola, sostituisce altri bisogni ecc...
Concordo con il collega, sull'importanza di una consulenza psicologica, sia per comprendere a fondo il suo disagio oro-alimentare, che per programmare un lavoro mirato e risolutivo.
La compulsione al mangiare di notte, è spesso correlata alla perdita di controllo cosciente, l'addormentamento, fa transitare nella fare rem e nell'inconscio, dove il controllo cosciente è nullo.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La soddisfazione che si prova mangiando può diventare un surrogato rispetto alla mancanza di piacere in altree aree, ad esempio, quella relazionale e affettiva. Lei come descriverebbe la sua?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio vivamente voi tutti per la celerità e la diligenza con la quale avete risposto al mio consulto.

Cerco di specificare le mie "condizioni" in seguito ai vostri interventi.

Parlando proprio di "autocontrollo" quello che mi accade è una quasi completa inibizione della facoltà di dire NO e riaddormentarmi.
Dei risvegli notturni ci possono stare, la preoccupazione sta nel fatto che, oltre a rendermi conto di quello che vivo e che faccio in quel momento, me ne ricordo bene la mattina seguente.
Il mio corpo fa quello che vuole (sembra quasi come quella circostanza stranissima, accadutami 2-3 volte e di cui non ricordo il nome tecnico, dove la tua mente si sveglia ma non riesci a muovere un muscolo).
Voglio precisare che in principio il ricordo di quanto accadeva nella notte era quasi assente o comunque. a differenza di adesso che ne ho sempre certezza, mi veniva sempre da pormi il dubbio.."ma ho mangiato stanotte?".

Detto cio è giusto farvi presente come io sia molto volenteroso e abbia il sogno(ossessione?) di rivedermi in forma perfetta, di qui probabilmente il disagio di non riuscire a compiere questo percorso, spesso intrapreso (persi anche 12 kg, presto ripresi) ma mai portato a termine.
Cosa che credo importante per il quadro generale è che da circa 2 mesi (i risvegli avvenivano, di rado, anche prima) ho intrapreso una dieta cercando di fare pasti equilibrati mangiando bene, più spesso e di meno.
Quando riesco a rispettarla ho l'impressione che i risvegli, con direzione cucina, avvengano in maniera più frequente, invece quando mangio male,abbondante e senza pensieri, avviene si ma piu di rado.

Ho sempre avuto consapevolezza di esagerare ma fino a quando non incominciai a soffrire d'ansia difficilmente avrei pensato alla normale e direi comunissima correlazione umore-cibo e credo proprio che sia una risposta adeguata nel mio caso o forse mi aggrappo a questa possibilità.

Il mio umore, il mio benessere è sempre stato condizionato da tutta la mia sfera affettiva che non è ne grave ne rosea, ma forse un pò di depressione (forse uso termini esagerati e inesatti) ha contribuito a crearmela.
Specificando, sperando di non andare fuori discorso, all'età di 10 anni i miei genitori si separarono, ho subito varie vicessitudini comuni e meno comuni ma non mi ritengo una persona sfortunata, nonostante cio intuite facilmente che mio padre nell'età adolescenziale non c'è stato come si spererebbe. Ho un fratello con il quale ho rapporti turbolenti e da sempre ridotti ai minimi termini (ci conosciamo poco) e una madre splendida, con la quale ho avuto spesso alti e bassi, ma che ritengo la persona più importante della mia vita.
Fuori dal contesto familiare, parlandovi di quanto accade oggi, vi dico che, in maniera assurda a pensarci, tutte le volte che mi si propina una relazione, o un semplice incontro, cerco di evitarlo o di rimandarlo, perdendo spesso il treno. Molte volte è stata una totale volontà di non intraprendere alcuna strada, spesse volte una non volontà a presentarmi in questo stato fisico per me inaccettabile (sovrappeso-grassoccio).

Il papocchio è evidente lo so, me ne rendo conto da solo, quello che vorrei chiedervi è "il mondo", forse perchè vorrei tutte le risposte che da solo è impossibile raggiungere!

Insomma egregi dottori......vado a curarmi!?!?!


Una stretta di mano, saluti!
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> vi dico che, in maniera assurda a pensarci, tutte le volte che mi si propina una relazione, o un semplice incontro, cerco di evitarlo o di rimandarlo, perdendo spesso il treno.
>>>

E siccome lei è giovane, e specialmente quando si è giovani il desiderio di relazione può essere molto intenso, si trova ad avere inappagata una fetta importante della sua vita.

In questo potrebbe consistere la "fuga" nel cibo. Nel cervello, le aree deputate al piacere (cibo, sesso ecc.) sono molto vicine le une alle altre, e a volte si può fare confusione. Ed è chiaro che finché continuerà a evitare il problema "reale", il suo sembrerà "solo" un problema di errato e compulsivo comportamento alimentare.

Cerchi aiuto psicoterapeutico, è giovane, potrebbe avere ampi margini di miglioramento.

Cordiali saluti
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Detto cio è giusto farvi presente come io sia molto volenteroso e abbia il sogno(ossessione?) di rivedermi in forma perfetta, di qui probabilmente il disagio di non riuscire a compiere questo percorso, spesso intrapreso (persi anche 12 kg, presto ripresi) ma mai portato a termine.
Cosa che credo importante per il quadro generale è che da circa 2 mesi (i risvegli avvenivano, di rado, anche prima) ho intrapreso una dieta cercando di fare pasti equilibrati mangiando bene, più spesso e di meno.
Quando riesco a rispettarla ho l'impressione che i risvegli, con direzione cucina, avvengano in maniera più frequente, invece quando mangio male,abbondante e senza pensieri, avviene si ma piu di rado.

A volte, quando cerchiamo di imporci un "controllo" ed una disciplina per raggiungere una meta di perfezione il risultato può paradossalmente spingerci in direzione di sempre più frequenti "perdite di controllo", alle quali possono seguire senso di colpa e propositi di maggiore controllo, in un circolo vizioso che tende ad auto-perpetuarsi.

Tenga anche in conto la possibilità che un approccio restrittivo alla condotta alimentare tende quindi ad aumentare la probabilità di perdite di controllo ed abbuffate.

Anche questo aspetto potrebbe essere oggetto di valutazione, ed "incastrarsi" con gli aspetti relazionali e di ricerca di piacere su cui il dott. Santonocito la invita a riflettere.

Cordialmente
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