Disturbi dell'alimentazione, depressione

Un maremoto interno, un caos che non esterno assolutamente e che si traduce in disordini alimentari caratterizzati da fagocitazioni notturne, una volta a settimana, ovv non dettate dalla fame ma a seguito di giornate stressati caratterizzate dalla messa in discussione delle mie capacità e dal sentimento di inadeguatezza che sento/fanno sentire. Nonostante possa sentire lo"stimolo" cibo piu di una volta a settimana, sto cercando di controllarmi, con il compromesso di concedermi al disordine solo una volta a settimana. Credo che il mio essere molto affettiva e forse non avere una personalità forte e strutturata mi porti a comportarmi "a specchio" e a vedermi solo come gli altri mi vedono. I problemi alimentari sono cominciati l'anno scorso a settembre 2011 e da allora nel giro di un anno ho preso 10 chili, ora ne ho persi 2 (ultimi 2 mesi) ma diventa sempre piu difficile riuscire a contenerli quando ho questi picchi di depressione. Non sono grassa, ma non voglio diventarlo.
Un rapporto genitoriale difficile, separazione 5 anni fa (che ancora non riesco ad accettare e che mi porta ad avere un rapporto profondamente conflittuale con i miei genitori- anche qui non litigo ma mi agito internamente), rottura con il mio ragazzo storico (6 anni di storia) l'anno scorso avevamo problemi già da un pò di tempo. Ma è stata la mia ancora di salvataggio quando i miei si separarono. L'inverno è stato lungo e freddo, promiscuo caratterizzato da legami superficiali e con persone che dovevo constantemente cercare e rincorrere. Da Luglio va un pò meglio, sono stata dallo psicologo per 4 sedute ma poi, mai più, perchè mi sentivo meglio ma invece ho solo risolto in apparenza e momentaneamte. Credo ci siano conflitti che devo ancora elaborare ma non so a chi rivolgermi, se rivolgermi... se sono normale.
Vi chiedo aiuto.
[#1]
Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Gentilissima,
ognuno esprime il proprio disagio in un certo modo, con certi comportamenti che gli appartengono e appaiono quindi normali!
Nel suo caso, con la chiarezza e la consapevolezza che mostra nel descrivere la sua situazione, mi viene difficile a pensare a lei come ad una 'non normale', ma come ad una ragazza che si trova in un momento molto particolare e difficile della sua vita, nel quale sono coincise numerose problematiche tutte nello stesso arco di tempo. Probabilmente lo sfogo settimanale è diventato un'ancora di salvezza, una certezza che inconsciamente diventa una costante, una delle poche rimaste, nella sua quotidianità. Il cibo assume quindi un ruolo importante, ma che va al di là del semplice nutrimento, ma come rifugio, certezza, "coperta" calda che avvolge e fa sentire protetti; se ha già fatto un percorso in passato è probabile che abbia già affrontato questo tema.
Ma il punto importante da cui partire è la sua consapevolezza e la sua voglia di chiedere aiuto: questo è ciò che conta davvero! Qualsiasi difficoltà si possa avere, è necessario rendersi consapevoli e chieder aiuto a chi ci è vicino o, se serve, ad un professionista che permetta di supportare e di dare un senso ai problemi ed agli eventi che si stanno verificando. Credo che 4 sedute siano un pò poche, per fare un'analisi profonda della propria situazione, comprendendo anche gli aspetti sentimentali e famigliari, è necessario un lavoro un pò più lungo ma credo che lei sia pronta.
Non demorda, non si scoraggi e vada avanti nel suo lavoro di conoscenza. Il problema alimentare è una spia, un campanello d'allarme, ma lei lo ha visto.
In bocca al lupo

Dr.ssa Ambra Mazzola
www.psicologocrema-mazzola.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
le alterazioni umorali che si susseguono subito dopo il disordine (il giorno dopo), mi creano ansia, agitazione e messa in discussione della normalità dei miei vissuti... e adesso sono in uno di quei momenti. Abbandonai le sedute forse credo in realtà perchè cominciammo ad affrontare il capitolo della separazione...
Ma ha ragione e la ringrazio per sue le parole, una spinta in più a perseguire il mio obiettivo, quest'anno dedicato interamente alla cura del Me (come l'ho chiamato ;)
La preoccupazione ora è rivolta a chi rivolgersi, i costi non sono pochi e ne conosco tanti di psicologi/psicoterapeuti che non sono professionali. Non so dove andare, quali strutture- ce ne sono tante- possano essere una buona scelta e vorrei proprio evitare di avere l'effetto opposto. qualcuno potrebbe aiutarmi?
Grazie,
S.
[#3]
Dr.ssa Ambra Mazzola Psicologo 39
Gentilissima ragazza, ha ragione, esistono molte strutture e molti approcci differenti.
Personalmente, data la mia formazione sistemica, suggerisco un lavoro con un terapeuta familiare che non preveda necessariamente di coinvolgere anche altri membri della famiglia, ma che comunque tenga conto di tali aspetti.
Potrebbe eventualmente contattare anche un servizio specializzato in problematiche alimentari, ma credo che al momento la prima ipotesi potrebbe esserle più utile.

Non si scoraggi!
[#4]
Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
gentile utente,

i disturbi del comportamento alimentare esprimono disagi e sofferenze più profonde che rivestono sia la sfera individuale che quella relazionale e familiare.

Il sintomo alimentare (di qualunque tipo) è normalmente solo la "punta dell'iceberg" del disagio, che va affrontato con metodologie, strumenti e trattamenti molto specifici alla cui base c'è l'approccio psicologico. Quattro sedute le possono essere state appena sufficienti, mi auguro, a contribuire a farle capire che c'è molto altro oltre il sintomo e questo sarebbe già un'ottimo inizio.

Il trattamento in equipe è generalmente il più indicato, poichè vanno preferibilmente coinvolti specialisti a più livelli: familiare, individuale, psichiatrico, medico.

Le allego alcuni articoli miei e di altri colleghi augurandomi che possano esserle utili nel comprendere meglio la natura di questo disagio e nel trovare la forza di farsi aiutare.

Cordiali saluti

https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2523-convegno-nazionale-aba-la-cura-dei-contenitori-per-l-anoressia-e-la-bulimia.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2430-anoressia-mentale-ed-estetica-nella-danza.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2525-anniversario-di-un-dolore-anoressia-e-bulimia-frammenti-di-una-consulenza-online.html




Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signorina,
il percorso inizato è davvero troppo giovane per poter dare i suoi frutti in termini di cambiamento e di recupero di qualità di vita.
Il cibo, in questi casi assume un signifato simbolico, diventa un utero caldo nel quale rintanarsi, un amico, un amante, una "supplenza affettiva"....
Un lavoro in equipe di professionisti diventa indispensabile, non si puà approcciare questa tematica così complessa e caleidoscopica
Non demorda, può farcela.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
A fare da ulteriore ostacolo è la mia incostanza dovuta all'alternanza di momenti bassi e alti che talvolta, soprattutto questi ultimi, mi portano a sottovalutare e mettere da parte le problematiche, perchè in quella circostanza mi sento bene.

Ringrazio tutti voi per il supporto e mi metto alla ricerca di qualche struttura!

S.
Alimentazione

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