La terapia più adatta

Salve, i miei problemi col cibo sono iniziati nell'adolescenza con l'anoressia e la droga..con le quali ho chiuso definitivamente. Dopo pochi anni di normalità, da circa 5 anni, per circa sei mesi (autunno-inverno) mi capita di abbuffarmi circa 2-3 volte a settimana. Tutto ciò mi rende depressa, non riesco a studiare, mi sveglio stanca, anche fare le azioni più semplici diventa un'impresa, mi chiudo a casa (specialmente per i numerosi kg che riprendo nel giro di poche settimane), quelle poche volte che esco faccio pessime figure perché mi ubriaco fino a svenire e per giunta ho pure tentato il suicidio per colpa dell'effetto dell'alcol..fantasticare sul suicidio prima di addormentarmi è l'unica cosa che mi da un leggero senso di benessere.. nei restanti mesi caldi invece ho un maggior controllo sul mio corpo, riesco a fare 3 h di corsa tutti i giorni, ad assumere le 600 kcal che mi prefiggo, perdendo in poco tempo i numerosi kg e dormire pochissimo. Mi torna la voglia di vivere ma l'ossessione per il cibo è costante. Attualmente vado da una psicologa ma dopo due anni di terapia senza risultati, ho deciso di consultare pure uno psichiatra. Lo psichiatra mi ha diagnosticato oltre al disturbo alimentare, un disturbo bipolare e mi ha prescritto Carbolithium, Fluoxeren e una compressa di Xanax a sera. La psicologa è contraria, dice che secondo lei non sono bipolare. Io sono parecchio confusa e non so che pensare. Questi farmaci potrebbero aiutarmi a guarire? Quale sarebbe la terapia più adatta?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la strada più indicata è quella della terapia combinata:farmacoetrapia e psicoterapia, da effettuare con modalità congiunte.
A volte le sole sedute non sono bastevoli, ma vanno obbligatoriamente affiancate ad una valida e mirata terapia farmacologica.
SAluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
per la buona riuscita di una psicoterapia (e tutto sommato anche di una farmacoterapia) è indispensabile fidarsi del terapeuta, ma da quanto descrive pare che tale fiducia da parte sua si sia un po' incrinata.
Sarebbe forse opportuno parlarne apertamente con la psicologa e, magari, per superare questa sua confusione, potrebbe richiedere ad un altro psichiatra una valutazione per poter decidere con maggior serenità il percorso terapeutico più adeguato alla sua situazione.

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile ragazza,

i disturbi alimentari di cui Lei ci parla devono essere trattati in effetti da più specialisti e comunque bisogna avere anche un po' di pazienza perchè la questione è complessa.

Se vuole può leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html


Riguardo alla diagnosi, psichiatra e psicologo dovrebbero comunicare tra loro per affrorLe in trattamento migliore e capirsi: non lo hanno ancora fatto?

Dice che due anni di psicoterapia non Le sono stati utili: ha voglia di raccontarci su che cosa avete lavorato in terapia e quali risultati avete raggiunto?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Rieccomi, si trattava di una psicoterapia di gruppo, iniziava a parlare chi per primo se la sentiva, si poteva parlare di ciò che si voleva, ma difficilmente qualcuno dei presenti riusciva ad aprirsi totalmente liberando le proprie emozioni e vigeva perennemente un clima di imbarazzo e tensione. Alla fine della seduta gli psicologi davano il loro parere su quanto emerso e dei piccoli consigli, tutto qui. A me sembra che la terapia di gruppo sia servita soltanto a far risparmiare tempo a loro e farne sprecare molto a me, specialmente dal momento che sono una persona molto timida e quella situazione non mi aiutava certo a facilitare le cose.

Volevo porvi altre domande. Sono andata proprio ieri dallo psichiatra, mi ha prescritto nuovamente il carbolithium 300 + lamictal in sostituzione al fluoxeren, secondo lui quest'ultimo alzerebbe troppo il tono del mio umore, aumentando l'aggressività durante la fase ipomaniacale. Secondo me era meglio il fluoxeren dal momento che limita le abbuffate, voi quale pensate sia più adatto?
Poi volevo sapere con la massima sincerità se si può guarire da questo disturbo o devo prendere farmaci a vita. Grazie della vostra attenzione
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

per quanto riguarda la terapia farmacologica impostata dallo psichiatra è opportuno domandare ai Colleghi Medici. Lo psicologo infatti non usa, nè può farlo, farmaci, non essendo abilitato all'esercizio della professione medica.

Che idea ha del farmaco?
Si fida dello psichiatra che Le ha prescritto la terapia?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
La terapia la prescrive lo psichiatra di riferimneto e con lui dovrebbe avvenire l' eventuale negoziazone.
Per problematiche come le sue, personalente prediligo un rapporto uno ad uno e vis a vis, le dinamiche del gruppi a mio parere non sono bastoevoli per investigare e lavorare su quanto la caratterizza.
Saluti
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dopo
Utente
Utente
Mi sento rassicurata con i farmaci, riconosco che in questo momento è davvero indispensabile prenderli e mi faranno stare molto meglio, ma credo anche che non esistono i miracoli e che i farmaci da soli non eliminano sicuramente il problema, tra l'altro ho fatto molte ricerche ed ho letto che il litio ha lungo andare provoca gravi danni, per questo vorrei sapere se è qualcosa che si può curare o è qualcosa che ci si porta dentro per sempre e quindi devo farmaci a vita
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Il benessere e' dato dall' intersezione in sinergia della terapia farmacologica e psicoterapica, il suo mantenimento da svariati fatori, che nel tempo concorono a creare nuclei di vulenrabilita'.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 988 248
Gentile utente,

Per un disturbo bipolare la terapia corretta è quella degli antimaniacali/antibipolari come il litio e il lamictal, più o meno altri tipi di medicinali. Nelle forme senza deliri e allucinazioni questo è il principio generale. Non è che il fluoxeren faccia male durante le fasi ipomaniacali, questo ovviamente, il discorso è che favorisce il susseguirsi di fasi di varia polarità, per cui anche quelle depressive.

Il discorso del "non sono bipolare" si sente spesso, di fatto questo tipo di sindrome è sottodiagnosticata rispetto ad esempio a generiche diagnosi di sindrome ansioso-depressiva o depressione reattiva o simili. Si tratta di disturbi che procedono in maniera intermittente e per ricadute anche dopo periodi liberi da sintomi. La migliore strategia nei primi anni rimane quella di prevenire le ricadute con una terapia costante.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr.ssa Isabella Ricci Psicologo, Psicoterapeuta 26
Gentilissima,
se non è convinta della diagnosi che le è stata fatta è evidente la difficoltà ad accettare la terapia farmacologica, che in disturbi come quello bipolare è di fondamentale importanza. Io le consiglio di chiedere un altro parere, magari in un centro specializzato nella cura di questi disturbi, al fine di individuare una persona che le ispiri più fiducia che sappia sia occuparsi dell'aspetto farmacologico che indirizzarla dal punto di vista psicoterapeutico

Dr.ssa Isabella Ricci

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