C'è uno psicologo (o psichiatra) junghiano o transpersonale a grosseto?

Ho bisogno di portare avanti un percorso e un discorso che tenga conto anche della spiritualità, ma purtroppo oggigiorno è diventato estremamente difficile trovare professionisti aperti in questo senso.
Sapreste indicarmene qualcuno, possibilmente limitrofo alla mia città?
Grazie molte.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Cerchi all' interno del nostro portale, inserendo la sua citta' . Tutti i percorsi terapeutici, a seconda dell' orientamento del terapeuta, tengono conto di tutto, senza esclusione di argomentazioni.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> purtroppo oggigiorno è diventato estremamente difficile trovare professionisti aperti in questo senso
>>>

Al contrario, ogni psicologo, per deontologia, è tenuto a rispettare i valori e a tener conto del sistema di credenze delle persone che a lui si rivolgono. Non so però quanti ne abbia interpellati lei, per giungere alla sua conclusione.

Però se avesse bisogno soprattutto di risposte spirituali uno psicoterapeuta potrebbe non essere la persona più adatta. Un sacerdote o altra figura religiosa potrebbe essere preferibile.

In ogni caso, se lei ha un problema personale ricordi che è in questo mondo che dovrà risolverlo. La fede può aiutare, ma da sola non è in grado di curare i disturbi psicopatologici. Sempre se si tratta di questo, è chiaro.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Purtroppo uno psicologo-psichiatra di mentalità materialistico-riduzionista potrà anche essere aparto "pro-forma", alle credenze del paziente, ma il suo modo di pensare come persona è difficile che non divenga un ostacolo insormontabile (e, d'altro canto, neppure mi interessano le associazioni di psichiatri cattolici e simili: la mia ricerca spirituale, è del tutto a-confessionale).
Ricordo che, a parlare di paranormale con uno psichiatra (primario), egli mi citò il premio Randy d'un milione di dollari per chi dimostra un fenomeno paranormale.
Gli risi in faccia, il che non gli fece molto piacere!
"Allora lei vada a prendere il milione di dollari di Victor Zammit", gli ho risposto!
Il fatto è che conosco bene la malafede e la fraudolenza di quei signori, basta dare un'occhiata a questo sito: http://debunkingskeptics.com/ .
Io stesso potrei smascherare delle frodi smaccate (o dei furbi "omissis" di quel che a loro spiace, fornendo quindi un quadro totalmente alterato e distorto delle cose) di Polidoro, Angela & Company, ma non è questa la sede.
Del resto, io stesso ho assistito a fenomeni paranormali eclatanti, e vi puntualizzo che non ho mai sofferto di allucinazioni, e comunque nel più eclatante eravamo in due, io ed il famoso Marcello Bacci: è squillato il telefono, ed ecco alla cortetta una madre che aveva perduto un figlio che si manifestava alla radio attraverso la metafonìa, e dopo pochi secondi si è materializzata una pietra che per poco non mi prendeva in faccia!
E Marcello, con tutta noncuranza, mi passa il telefono: "Ecco, diglielo!", ed io a mormorare sconcertato alla signora, che ha ribattuto "Sì, è normale (sic!)!"; neanche reggono le spiegazioni parapsicologiche, secondo cui il desiderio più o meno conscio della signora avrebbe attivato la medianità di Marcello, dato che situazioni assolutamente analoghe si sono verificate svariate volte, e non è successo proprio niente!
L'unica spiegazione decente, è dunque che, in quell'occasione, vi sia stata una volontà ed un'intelligenza estrinseca, ad agire.
All'insinuazione di frode, poi, non rispondo neppure: conosco Marcello da vent'anni e quell'ufficio come le mie tasche, e non ho bisogno d'aggiungere altro.
Tornando agli psichiatri, quando una voleva portarmi sulla rabbia nei confronti dei genitori ed io ho risposto: "Le creature sono tutte incolpevoli della loro modalizzazione; la colpa, semmai, ce l'ha Dio!", mi ha risposto apostrofandomi: "Dio in questa stanza non ci deve entrare!"; al che, io ho risposto: "Ma se è quello il mio problema, cosa vuole, che porti i problemi che fanno piacere a lei?! E se cambio Dio con Essere, di gusto heideggeriano, si modifica qualcosa?!".
La sua risposta fu il silenzio.
La stessa dottoressa disse che "la morte è un fatto biologico", con un'alzata di spalle; "Davvero, che importanza ha?! Dunque, non la disturba che io l'ammazzi!", ho ribattuto: anche in tal caso, ella ha taciuto; non ho bisogno di essere uno psicologo, per sapere che questa sua si chiama scotomizzazione: solo che, francamente, non ho più ben chiaro chi sia il terapeuta!
La stessa tipa, a proposito di Bacci, ha sentenziato: "Sì, ne ho sentito parlare; io, comunque, non ci credo": atteggiamento ben poco scientifico, direi, per chi ha "in casa" un fenomeno paranormale internazionalmente noto, e non degna neanche di andare a vedere per curiosità, tenendosi così al calduccio un'idea preconcetta!
Un'altra volta, dissi che ero sulla Terra per fare un certo tipo di lavoro, e, dato che erano tutti riduzionisti, non potevano capirmi, che ci sarebbe per l'appunto voluto uno junghiano.
Al che, il solito primario disse che lui aveva avuto una serie di insegnanti che arrivavano in linea genealogica fino a Jung e Freud: e, quindi, il problema non si poneva.
Invece si poneva eccome: perché non mi pare proprio che Jung e Freud possano essere messi sullo steso piano, specie riguardo a certe aperture o meno nei confronti della trascendenza!
Mi viene a mente, a questo proposito, un illuminante articolo di "Luce ed Ombra" di qualche tempo fa...ma, di nuovo, non è questa la sede per approfondire.
Un altro primario, invece, quando gli ho raccontato degli studi di Ian Stevenson (http://en.wikipedia.org/wiki/Ian_Stevenson), che evidentemente non aveva mai neppure sentito nominare, sui "segni di nascita", ha detto che non gli interessavano; almeno ha avuto il buon gusto di dire che, sulla morte, faceva un'epoché: già qualcosa!
Un altro paio di episodi li prendo da qui, da "Medicitalia": ho chiesto un parere su un eclatante caso di NDE in condizioni di EEG piatto ( eccolo: http://www.youtube.com/watch?v=XSXYZrCY6IM ), e mi ha risposto uno psicologo del Cicap di cui non faccio il nome, che, dopo aver obiettato sulla nostra ignoranza di come si trasmettano dati dal supposto "spirito" al cervello inattivo (e questo l'ho apprezzato), ha affermato con supponenza che il resonconto del filmato doveva essere evidentemente falso, perché "o si riflette o si crede": quest'ultima battuta direi che poteva risparmiarsela, dato che la sua del resoconto taroccato è una credenza perfettamente identica a quella secondo la quale invece i protagonisti possano dire il vero!
Anche perché allora dovrebbe essere taroccato il caso di Pam Reynolds ( https://en.wikipedia.org/wiki/Pam_Reynolds_case ), il caso dell'"uomo della dentiera" di Pim Van Lommel pubblicato su The Lancet ( http://profezie3m.altervista.org/archivio/TheLancet_NDE.htm ), che non è propriamente il Corriere dei Piccoli ed ha 4 revisori e verificatori scientifici prima del "visto si stampi"...questo vederli tutti taroccati, comincia davvero a puzzare di fede: una fede a rovescio!
Ancor più eclatante, il caso di uno psichiatra qui su "Medicitalia", di cui anche stavolta ovviamente non faccio il nome, che chiamato (di sua sponte, per la verità!) a pronunciarsi su un esperimento che si sta svolgendo con coordinamento internazionale e denominato AWARE (AWAreness during REsuscitation), sotto la supervizione del Dott. Sam Parnia ( qui, un breve resoconto, se non sapeste neppure di che si tratta: http://ilblogdistilidivita.myblog.it/tag/sam%20parnia ), ha praticamente detto che era folle, mettere dei monitor rialzati sul lettino di rianimazione: offendendo, così, centinaia di pazienti e medici che hanno fornito riscontri oggettivi delle NDE (qui, un assaggio, anche datato: http://www.beverini.it/giornalismo/altrohtm/numero001/riscontri%20oggettivi%20nde.htm ), e le Direzioni Sanitarie che in questo progetto straordinario e pionieristico hanno investito dei soldi!
Questo, tanto per dire l'aria che tira in generale, e che non mi sono certo inventato io!
Per esempio chiedetevi: una sperimentazione come quella summenzionata, sarebbe proponibile, in Italia?!
Se il cervello e la cultura sull'argomento medi sono quelli dello psichiatra innominato, avete già la risposta!
Eppure non occorrono miliardi di euro, per mettere dei monitor visibili solo dall'alto nei più importanti centri di rianimazione nazionali!
Ma, adesso, torno un attimo sulla questione dell'esser venuto sulla Terra per diciamo così una "missione": perché è sulla base di quello, che mi interesserebbe un percorso "psicoterapeutico", od "animaterapeutico", non so come dire (poi l'etimo è la stessa).
Allora, che cosa abbiamo, per dire che l'uomo viene sulla Terra scegliendosi un programma incarnativo?!
Diciamo che, a sostegno, abbiamo le testimonianze dell'alta medianità (ed, a questo proposito, vi suggerirei di guardarvi questo: http://www.centroitalianoparapsicologia.net/index.asp?id=19&articolo=130 , che è un saggio-sunto degli accertamenti scientifici compiuti nel corso di decenni su Corrado Piancastelli e che tra l'altro DIMOSTRANO che, quando l'Entità Andrea porta avanti la sua dialettica, il cervello di Piancastelli NON RAGIONA: e, difatti, il Cicap si guarda bene anche solo dal menzionare, questo caso, nonostante io ci abbia praticamente schiaffeggiato pubblicamente sopra Polidoro; il che, la dice lunga, per chi ancora avesse dei dubbi, sulla serietà di lorisgnori!), e le regressioni ipnotiche della Wambach e di Weiss, tanto per citare i medici più famosi del settore: se non si tratta di "convergenza di prove", come direbbe il buon Bozzano, comunque, è convergenza di indizi.
Ma poniamo pure che ciò non sia vero.
In ogni caso, ritenere di avere una missione, o comunque uno scopo, per cui essere nel mondo, appare estremamente utile, perché capace di sensare la propria esistenza stessa: il che, anche qualora per l'appunto fosse un mito, non è affatto un cattivo risultato: come ci insegna Jung (e Platone molto prima di lui, e James Hillman dopo), i miti sono archetipi che da tempo immemorabile danno forma e sostanza all'esistenza umana, le forniscono una chiave interpretativa che le permette di non sprofondare nell'assurdo e nella mancanza di senso, ma anzi le infondono virtù.
Oppure davvero scegliamo le nostre esistenze prima di nascere, quantomeno nelle loro linee-fondamentali.
E qui viene il punto.
Io ho dedicato vent'anni della mia vita (dai 16 ai 36) ad un lavoro filosofico che ha assunto proporzioni immani (48.000 pagine!), ed improvvisamente (da un bel pò, ormai) non riesco più a portarlo avanti, il che lo lascia decisivamente incompiuto.
Allora, che succede?!
La mia era una falsa idea di missione predeterminata "ante-incarnationem" come mio precipuo scopo di venuta sulla Terra?!
E che cosa posso fare per "rimettermi in carreggiata", se invece c'era davvero un abbozzo di missione, e viene, per qualche oscuro motivo, trascendentemente ostacolata?!
E se invece tutto questo è una fandonia e devo semplicemente condurre una vita normalissima e non di "illuminatore degli uomini" (vita normalissima che, per inciso, potrebbe comunque essere del tutto utile anche quella, pur nella sua apparente banalità, ad un'evoluzione dello spirito, che verrebbe appunto ordinariamente sulla Terra per fare null'altro che l'esperienza della materialità), allora perché questa invincibile frustrazione, questo senso d'aver fallito il compito della mia vita, il motivo del mio essere qui, a cui pure ho dedicato tanto?!
E dura da molto, ormai...
Capite, dunque, che le risposte riduzionistiche mi lasciano il tempo che trovano, e mi soddisfano ben poco?!
Anche perché c'è un altro aspetto inusuale, della cosa: spesso rileggo quel che ho scritto e non capisco, come fosse cinese; poi, tutt'a un tratto, quando meno me lo aspetterei, torno a riuscire a penetrarlo.
Lo stile è estremamente tecnico, può ricordare quello di un filosofo tedesco del '7-800, e la cosa molto strana è che fin dalla prima adolescenza scrivevo così su questo genere di argomenti, senza ovviamente averne affatto le competenze; quando invece, per il resto, il mio genere di scrittura è del tutto diverso e fluente, come potrete voi stessi notare anche da queste righe.
E non si tratta neppure di un mio falso ricordo, come affermava il solito solone primario amante di Randy: perché lo conferma anche mia madre, che è sempre rimasta colpita dalla cosa, quasi come se io fossi "sotto dettatura" (ed, in effetti, capita anche che, durante le riflessioni ed elaborazioni su questi temi, io avessi ed abbia un'alterazione del respiro, tipo semi-trance).
Insomma, spero con queste poche righe di avervi fatto almeno intuire perché, con la teoria semplicistica del conflitto intrapsichico tra un Sé grandioso ed un ridimensionamento ordinario, se ne cavino ben poco i piedi: perché io continuo ad essere angosciatissimo ed insoddisfattissimo della mia vita "normale", che invece tanto piace ai terapeuti "normali"; e, se tanto mi dà tanto, il lutto per il Sé grandioso perduto, di questo passo, me lo porto dietro a vita!
Grazie molte per la vostra attenzione.
[#4]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, cosa crede che un analista junghiano possa darle? anche se junghiano uno psicoterapeuta è, e dovrebbe essere, comunque un uomo di scienza che dovrebbe operare sulla base di una conoscenza scientifica legata alla ricerca, all'empirismo e , soprattutto, all'evidenza dei fatti.
Posso comprendere che ognuno può avere una visione della vita differente ma se utilizza un codice scientifico, allora il suo linguaggio ed il suo modo di operare non si discosterà molto da tale codice.
Se non vuole un aiuto supportato dalla scienza allora non deve rivolgersi ai professionsiti che su essa si basano ( e uno psicoterapeuta iscritto all'albo, di qualsiasi orientamento deve esserlo).
ma è opportuno evidenziarle che corre il rischio di cadere vittima di persone senza scrupoli che possono confonderla ancora di più.

Si assicuri che il terapeuta sia abilitato alla professione .
saluti
[#5]
dopo
Utente
Utente
Caro Dottore vecchia conoscenza, non mi sento affatto confuso (pur portandomi dietro tutti i dubbi debiti e confacenti ad un uomo sensato): ciò, poiché, se è venuto meno l'"appeal" per certi ragionamenti un tantino sofistici, non per questo sono venute meno le convizioni che li hanno sottesi; in effetti, cioè, a ben riflettere, non è poi così determinante, che io riesca a completare o meno la mia Opera Magna: questo, difatti, sarebbe ancora un più o meno conscio investire spropositatamente nell'Altro (come Recettore), di cui si può anche fare a meno.
Tuttavìa, in un certo senso, le sue parole mi hanno illuminato.
Mi rendo difatti conto che nessun terapeuta mi è possibile (e non sono neanche particolarmente propenso a fare il discepolo per i Maestri Spirituali: che, tra l'altro, non mi pare pullulino!).
E forse questo l'ho sempre saputo; ma mi piacevano la curiosità e la sfida, ecco tutto.
Purtroppo, però, non trovo più nessuno, in grado di stupirmi, di suggerirmi stimoli nuovi: perlomeno, in quegli ambienti.
Penso quindi che mi risolverò a fare il battistrada a me stesso, come il Virgilio dantesco; ed, alla fine, se pure sarà stata cieca presunzione, beh, sarà comunque stata la mia fantasìa del vivere.
Saluti a lei.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come le dicevo, se vuole essere stupito o se desidera ricevere risposte ai più alti interrogativi esistenziali, lo psicoterapeuta potrebbe non essere la persona più adatta a lei. Noi ci occupiamo, molto più modestamente, di lenire la sofferenza delle persone che a noi si rivolgono.

Ma se lei non soffre, e cerca stimoli nuovi, può sempre andare al Luna Park.

Cordiali saluti
[#7]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Egr. Utente,

Ho letto la sua richiesta di aiuto e mi affretto a rispondere anche se sono ammalato.

Forse lei dovrebbe considerare che l’attuale situazione in cui versa la società occidentale è quella in cui si registra una pluralità di conoscenze, di culture, di credenze, di manifestazioni delle scienze attuali, con un coro di teorie e di sistemi dottrinali che spesso o sempre c’immergono in un sistema complesso e a volte confuso nel quale non sappiamo districarci. Restare prigionieri di queste ragnatele di conoscenze e di “sapere” può portare l’Io del soggetto verso una confusione dalla quale occorre venire fuori se non si vuole rischiare una disgregazione della persona, o della mente.
Essere travolti da idee diverse e da credenze che le accompagnano è come essere sommersi, in parole junghiane, da archetipi che invadono l’Io mettendo a repentaglio la sua compattezza e la sua unicità. L’uomo finisce così per parlare con “molte anime” dicevano gli indios dell'America. Jung traduce che l’Io viene spaccato, scisso, disarticolato e si formano o personalità multiple o forme psicotiche che poi occorre arginare, per evitare situazioni peggiori. Si tratta spesso di persone molto intelligenti, ma che non riescono a sistemare in apposite caselle le conoscenze e il loro sapere esperienziale.
Questo succede anche quando un soggetto si lascia sedurre da amori diversi, in ogni campo, e da desideri molteplici disordinati ed incoerenti (anche nell’amore di diverse donne, amate simultaneamente!!).
A questo punto bisogna semplificare la nostra esistenza e cercare di sistematizzare le idee che ci sommergono in caselle e settori da saggiare con serenità e con molta calma, uno alla volta, dovessimo metterci tutta la restante vita, e cercando di non lasciarsi trasportare da risse dottrinali e da baruffe impulsive.
Metta tutte le sue incertezze ideologiche piuttosto disordinate da parte, in una situazione di “epoché” o “di sospensione del giudizio” e di pensare soprattutto alla propria salute psicologica che lei stesso ricerca e per la quale desidererebbe l’assistenza di uno psicoterapeuta che lo possa comprendere e soprattutto che lo possa aiutare.
È così?
Tant’è che lei ricerca uno psicoterapeuta, o analista, e non fa differenza tra freudiano e junghiano, anche se i due, Freud e Jung, che furono colleghi, amici e collaboratori, nel 1910 si divisero, ed attualmente, nella storia della psicologia, si trovano in due aree molto diverse e in due campi a volte diametralmente opposti. Fa niente. La sua richiesta è chiara, vuole qualcuno che lo ascolti, ma mi sembra, e se sbaglio mi corregga, che vorrebbe trovare in uno psicoterapeuta analitico, qualcuno che condividesse i suoi pensieri e desse alle sue idee una parvenza o una conferma di validità. Se ne trovasse uno così, lei sarebbe più tranquillo perché forse teme di sbagliare in molte cose. Io non entro nel merito dei suoi discorsi. Faccio però notare soltanto alcune cose:
1 – Lei sbaglia se cerca uno psicoterapeuta che convalidi le sue credenze e le sue idee;
2 – Lei erra nel giudicare male uno psichiatra che le ha detto che la morale, nel suo studio, non ha diritto di cittadinanza: io sono d’accordo con lo psichiatra, perché in sede psicologica, ci troviamo in un campo dove non esiste una morale. Non esiste però un’”immoralità”, ma c’è un’ attenta considerazione per l’”amoralità”, perché lo psicoterapeuta tiene in considerazione soltanto l’angoscia e l’ansia che travolgono il benessere psicologico del soggetto – poi, lo psichiatra, avrà anche le sue idee che non mette sul campo – ed è così che deve condurre il suo lavoro, altrimenti sarebbe uno psichiatra per i cattolici, o per gli ortodossi, o per gli eretici, o per i mussulmani, o per gli ebrei – no, lui è uno psichiatra per tutti – e così è e deve essere uno psicoterapeuta.
3 – lei sbaglia quando critica uno Psicologo del Cicap. Il Cicap mette in guardia un sacco di gente da impostori, da fattucchiere, da falsi veggenti e da imbroglioni. Però, un onesto psicologo Cicap non tollera che un fenomeno, che lui stesso riconosce come evento accaduto, come un fatto "extra ordinem", sia considerato, tout court, come fosse un evento “metafisico”, o trascendente, o miracoloso.
Egli si ferma a dire che c’è un evento, un fenomeno che la ragione, per adesso, non riesce a spiegare.

Detto questo, senza aggiungere altre considerazioni che avrei in mente, ho trovato due psicoterapeuti a Grosseto di estrazione junghiana i cui nomi non posso darle qui, direttamente. Lo farò o dando tali nominativi allo Staff, o se lei mi contatta per e-mail le risponderò suggerendole quello che chiede.

E faccia un bel percorso psicoterapeutico, che lei stesso richiede e che io, e mi pare gli altri colleghi, gli consigliamo di fare.

Con i migliori auguri.

Antonio Vita
Psicoterapeuta junghiano

[#8]
dopo
Utente
Utente
@ Gentile Dottor Vita,

ho apprezzato il suo intervento ed in effetti è vero che convivono in me molte tendenze se non contrastanti almeno diversificate.
Tuttavìa suppongo che esita un nucleo dell'io piuttosto integro.
Quanto al Cicap, quel che gli contesto è di buttare via il bambino con l'acqua sporca.
Il rapporto conflittuale col Padreterno per me è stato un problema esistenziale a tutti gli effetti (venendo da un'educazione cattolica), e quindi non credo lo si possa allegramente gettare fuori dalla finestra, e dubito anche dell'efficacia del ridurlo ad un conflitto inconscio col padre biologico, perché qui saremmo già in un campo di realtà complessiva modalizzata in un certo modo (cioè con l'errabilità genitoriale possibile), e potrebbe essere questo ad esser vissuto conflittualmente a monte.
Comunque le scrivo e se mi dà quei nomi li terrò senz'altro in considerazione, almeno per andarci a fare una chiacchierata preliminare.
Auguri per la sua influenza!

@ Dottor Santonocito, sventuratamente qui da me il Luna Park si sofferma solo poco più di un mese l'anno, ma la trovo un'idea eccellente, di cui terrò senz'altro conto: non mi vergogno a dire che, alla soglia dei 39 anni, adoro le giostre! ;-)
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