Andare via di casa

Gentili dottori, sono un ragazzo di 28 anni ma che in tale età si ritrova quasi a un punto morto. Non ho un grande passato e mi ritrovo con la mia vita come se fosse nelle mani altrui. Domani ricomincerò a lavorare, e questa notizia è stata per me quasi una delusione. Sono figlio di genitori separati dal 2004 e in questi giorni mia sorella è nei guai con suo marito, sospettando un suo tradimento, marito che tra l'altro mi ha procurato il lavoro dove andrò domani. Da una settimana mi sta scaricando un po' le sue paranoie, la situazione in casa in genere è poco sopportabile e non so a chi votarmi. Io in casa mia, mia di acquisizione, non mi trovo bene, sono sempre all'allerta, vivo quotidianamente un'emozione che mi è difficile spiegare, un'emozione ben diversa da quelle che avevo da ragazzino, tant'è che sto "bene" in casa se sono da solo, altrimenti o esco o vado nella mia camera...forse sono i mille pensieri su tutto ciò che mi circonda...
Ieri ho acquistato delle pillole per l'ansia sperando che funzionino. Avverto da tempo dolori al petto e tremori...
Da mesi, stanco di tutto e in cerca di una mia indipendenza che tarda ad arrivare, pensavo di trasferirmi altrove, fuori città, lontando dalla sfera familiare, ma mi sembra di non averne la forza, di essere fiacco nell'anima, di non avere la giusta positività per farlo, visto che mi trascino giorno dopo giorno sperando che il giorno che nasca finisca alla svelta, ma al contempo vedo il calare del sole e mi sento in angoscia per un giorno che sta per arrivare. Pensavo anche di non avere la capacità di vivere da solo, di non averne la possibilità, con tutto quel terrorismo psicologico che sento a giro fra crisi e difficoltà, e ne consegue che non faccio altro che inghiottire ciò che mi viene offerto, la famosa e deleteria mentalità dell"accontentarsi" tanto in voga in quest'epoca, aspettando novità come si aspettano le minacce, e intanto somatizzo questo clima familiare, sociale e culturale che da anni mi avvelena.
Oltretutto una volta manifestai la mia idea di andarmene ma mi sentii rispondere che ero un illuso, che da solo non avrei combinato niente e che "scappavo dai problemi" invece di affrontarli...in genere nelle mie scelte sono osteggiato e ciò non mi aiuta, non avendo come detto il giusto slancio emotivo per buttarmi e credere nelle mie idee. non sono mai stato capace di dare una direzione dalla mia vita e se qualcuno mi chiede cosa vorrei farne, cosa fare "da grande", non saprei cosa rispondere.
Io non so che fare...domani entrerò a lavoro con un contratto di 3 mesi...spero che almeno il bel tempo della primavera in arrivo mi aiuti...ma non posso sempre contare sul bel tempo..
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
i farmaci che ha acquistato da chi le sono stati prescritti? Sulla base di quale diagnosi?
Il disagio e la sofferenza che prova sono"palpabili": fino ad ora ha mai effettuato incontri con psicologi?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile singnore, sento la sua insoddisfazione, ma non metto a fuoco cosa possiamo fare per Lei. Mi aiuta a comprendere meglio?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte.

I farmaci che ho acquistato sono senza prescrizione medica, dei prodotti erboristici, insomma.
In precedenza ho avuto un'esperienza di psicoterapia. Mi ci spedì mio padre attorno al 2004, fu un'esperienza purtroppo negativa perché in ogni caso ci andavo senza essere convinto, poiché appunto mi ci mandò mio padre un po' con la forza. Non instaurai mai un buon rapporto e talvolta mi sentivo un po' truffato, e smisi di andare dopo 2 anni e mezzo.
Quanto al perché ho scritto qui, cercavo solo dei pareri, delle opinioni da specialisti...per trovare un po' di fiducia, qualcosa...

Distinti saluti
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Egregio signore,
Mi rendo conto di come il difficile contesto sociale ed economico in cui viviamo e i troppi messaggi negativi che lo commentano possano riverberarsi nell'animo di un ragazzo che si affaccia al mondo del lavoro divenendo distruttivi!
Nel Suo caso mi sembra che anche la fortuna non abbia fatto il suo dovere! Essere stato per due anni in psicoterapia senza convinzione e forse con ribellione verso suo padre e' veramente un peccato! Sa, una delle regole principali della psicoterapia e proprio l'autonomia della domanda! E' umano infatti difendersi dall'idea che un eventuale proprio percorso di conoscenza e/o cambiamento non sia stato profondamente voluto e cercato!
Mi e' sembrato di cogliere inoLtre una seppur minima ma palpabile dose di angoscia nel Parlarci del lavoro che sta per iniziare, nel dovere accettare che ad agevolarlo sia stato un cognato che attualmente si trova contestato nella Sua famiglia. Questa angoscia esprime insicurezza di se, pessimismo, sfiducia nelle possibilita Sue e del contesto. Non Le rIesce neanche di immaginare che possa Lei con le Sue risorse creare uno spazio di fiducia e valore intorno a se!. Le auguro di ricredersi. Forse tutta la desolazione che vede intorno a se' e' dovuta al Suo isolamento, alla Sua poca dimestichezza con il mondo del lavoro ove spesso ci si sente 'poco' se ci si considera, ma 'molto' se ci si confronta!
Ci faccia sapere Sue notizien e "in bocca al lupo"!
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Avendo intitolato la richiesta: "Andare via di casa", presumo che lei pensi che la soluzione ai suoi problemi, a questo stato umorale confuso, sempre all'erta e disilluso, potrebbe venirle dall'andarsene via dalla "sua casa di acquisizione".

Ebbene, ciò potrebbe verificarsi, oppure no. Spesso quando pensiamo di allontanarci, per lasciarci alle spalle i problemi, succede che ci accorgiamo che... ce li siamo portati dietro senza rendercene conto.

D'altra parte è verissimo che andare ad abitare per conto proprio è una tappa fondamentale dello sviluppo individuale, tappa difficile da raggiungere nel nostro paese, per più di un motivo.

Perciò potrebbe esserci una parte di verità nella voglia di andarsene che nasconde una voglia di fuga. In casi come questi può essere opportuno prima risolvere le questioni personali, per schiarirsi bene la mente e capire cosa si vuol fare. Dopodiché andarsene sarà vissuto come una scelta vera e propria. Si sceglie sempre meglio, quando si è più sereni.

Che tipo di psicoterapia ha fatto? Frequenza delle sedute, contenuti discussi, eventuali compiti ricevuti.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
Eh già, so che una terapia funziona quando il paziente è convinto e disposto a farsi curare, cosa che io probabilmente non ero allora.
La lieve angoscia nel lavoro non è tanto il fatto di aver trovato un lavoro tramite mio cognato, ma quella di essere considerato persona seria ma evidentemente incapace di trovarsi un lavoro da sé. Dei 4 lavori che ho fatto fin'ora, solo uno l'ho avuto dopo mia candidatura, negli altri sono entrato grazie a parenti. Vengo considerato persona seria ma evidentemente non mi considerano così coloro ai quali invio la mia candidatura spontanea...non ho quindi opportunità di mostrare le mie qualità in settori lavorativi a me sconosciuti e dove potenzialmente potrei dare il mio contributo, perché in sintesi rifiutato per principio.
Comunque oggi al lavoro è andata benino...

Andare via di casa non l'ho mai sentito come una fuga dai problemi, so che forse mi porterei dietro i problemi e forse avrei più problemi ad andare via piuttosto che a rimanere (affitto, spese, lavoro, ecc...), ma perlomeno mi metterei alla prova, mi disintossicherei da quest'ambiente e forse mostrerei qalcosa a me stesso. Il mondo è grande ed io non ho visto niente all'infuori dei dintorni di casa mia, chissà se c'è spazio per me, là fuori, un ambiente più consono al mio modo di essere, dove sentirmi meglio...qui in 28 anni vi assicuro che ho visto e vissuto poco, se non niente, e il più concentrato nell'adolescenza...da allora, il nulla. Solo contrasti familiari, routine, accidia e poco altro. Dovrei trovare la forza di ribaltare qualcosa...trovare una strada...

La psicoterapia che feci non la saprei ben definire. Mio padre mi diede l'indirizzo di questa persona, costui era uno che praticamente non parlava mai né mi chiedeva mai niente. All'inizio della seduta dovevo essere io a cominciare a parlare di ciò che mi veniva in mente, in pratica a ruota libera, o a fare un riepilogo settimanale...a volte è capitato che non avessi niente da dire e c'erano lunghi momenti di silenzio. Mi fece portare i miei vecchi temi delle elementari ed una volta mi fece portare un libro di uno dei miei autori preferiti, facendomi leggere uno dei racconti per tutta la seduta. Frequentavo una volta a settimana, sedute da un'ora, poi decisi di smettere...

Distinti saluti
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Eh già, so che una terapia funziona quando il paziente è convinto e disposto a farsi curare, cosa che io probabilmente non ero allora.
>>>

Può darsi che non lo fosse, oppure può darsi che lo fosse ma che non sia riuscito a ottenere risultati dalla terapia. Possono essere molti i fattori che determinano l'esito di un percorso psicoterapeutico.

Legga questi articoli per informarsi sulle differenze fra alcuni dei più diffusi approcci terapeutici, e su cosa aspettarsi in generale da una terapia:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Cordiali saluti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Queste guide mi sembrano interessanti, grazie per la segnalazione, appena posso farlo cercherò di studiarmele, influenze esterne permettendo.
Così su due piedi, quale tipo di terapia può essere indicata per il mio caso, tenendo conto la mia situazione descritta?
Se per esempio necessitassi di una terapia sistemico-relazionale, come faccio a contattare gli specialisti per tale pratica? Esiste una sorta di elenco degli specialisti che mi permetta di conoscere la pratica di ognuno?

Distinti saluti
[#9]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.mo Signore
Per avere un elenco affidabile Le consiglio di rivolgersi all'Ordine degli Psicologoi della Toscana, chiedendo in particolare degli Psicoterapeuti ad orientamento Sistemico Relazionale.
Ci dia Sue notizie fra qualche tempo, ci fara' piacere.
Cordiali saluti
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Una terapia a indirizzo sistemico-relazionale o strategico breve può essere indicata. Tenga però presente che, al di là dell'orientamento teorico, due variabili importanti sono la competenza del professionista e la motivazione della persona a risolvere il suo problema.

Può contattare l'Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti della Toscana:

www.psicologia.toscana.it

oppure riferirsi a liste di nominativi di professionisti liberamente disponibili in rete.

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Utente
Utente
Un'ultima cosa..ho passato il tardo pomeriggio a cercare nominativi ma sono un po' più confuso di prima, le terapie sono molteplici e con la mia precedente esperienza sono un po' con i piedi di piombo...non so a chi mettere in mano il mio stato emotivo e mentale...vorrei qualcuno che mi aiutasse a sviluppare le mie doti, a trovare una mia strada, a liberarmi dai condizionamenti...
Ma uno psicoterapeuta somministra anche farmaci? Perché io sarei tendenzialmente contrario. Ricevono anche dopo le 18:30?
[#12]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Buona sera!
Rispondo partendo dalla fine:
Gli orari dipendono dalle disponibilita' degli psicoterapeuti, non ci sono regole.
Gli psicologi psicoterapeuti non prescrivono farmaci, che sono una competenza medica (medico di base o psichiatra).
Riguardo le Sue aspettative non credo che sarebbe bene per Lei affidarsi a qualcuno che Le proponga di operare in modo troppo 'direttivo'. Da principio potrebbe essere per Lei de-responsabilizzante "delegare" a qualcun altro (anche uno psicoterapeuta) scelte che spettano solo ed esclusivamente a Lei. Questo presupposto e' "sufficiente e necessario" a dare inizio ad un nuovo percorso evolutivo!
Ha usato una frase paradigmatica in questo senso: "non so a chi mettere in mano il mio stato emotivo"! Un contesto terapeutico deve metterLa in condizione di conoscere, fronteggiare ed elaborare le Sue emozioni sfrondandole dai meccanismi di difesa disfunzionali che possano averle avviluppate. Il Suo stato emotivo mutera' in conseguenza di tale maggiore integrazione della Sua personalita' e solo in ragione di questo.
Sgombri percio' il campo da qualsiasi tentazione di delega!, Si affidi al Suo intuito, chieda qualche colloquio preliminare tramite il quale potra' stabilire un primo contatto e si riservi di compiere una scelta quando avra' sufficienti elementi per farlo!
Mi faccia sapere come procede la Sua ricerca che spero sia coronata da successo.
Buona serata!


[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Può leggere anche questo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html

Quando si "sbaglia" psicoterapeuta la prima volta, anche se ci si rende conto che forse sarebbe opportuno riprovarci, è comprensibile una certa titubanza. È normale.

Se non si conosce nessuno in grado di suggerire direttamente un professionista, la cosa che consigliamo è fare qualche telefonata e basarsi sulle impressioni che riceverà dalla breve conversazione. Non abbia paura di fare domande, è suo diritto essere informato. Già da un semplice colloquio telefonico si possono capire tante cose.

Poi chieda un primo appuntamento al professionista che l'avrà convinta di più. E se in capo a qualche seduta si renderà conto che non fa per lei, non sarà tenuto in alcun modo a continuare.

>>> vorrei qualcuno che mi aiutasse a sviluppare le mie doti, a trovare una mia strada, a liberarmi dai condizionamenti...
>>>

Se è rimasto deluso del primo terapeuta, che non parlava mai né le chiedeva mai niente, potrebbe essere una buona idea rivolgersi a qualcuno disponibile al dialogo, a orientarla e a darle indicazioni precise.

Dopo tutto molte persone si aspettano proprio questo, rivolgendosi a un'esperto.

Cordiali saluti