Ipersonnia o depressione?

Buonasera, scrivo sperando che possiate orientarmi sulla strada migliore da seguire per risolvere il mio "problema".
Dormo troppo: sono una studentessa di psicologia, e nei periodi in cui non ci sono lezioni non ho motivi per alzarmi presto la mattina, così il mio ciclo sonno veglia di stabilizza su orari insostenibili: mi addormento alle 3 di notte per svegliarmi solo verso le 13. Mi sveglio, pranzo, e sono già le 14.30...ho la brutta sensazione di non vivere tutta la mia vita, come se mi perdessi un pezzo. Questa tendenza l'ho avuta sempre, quando ero adolescente spesso non riuscivo a svegliarmi per andare a scuola, ma quello che mi spaventa adesso è che quando mi sveglio, mai prima delle 11, non ho voglia di alzarmi e penso che non ne valga la pena. A volte addirittura mi alzo, mangio e poi sento una spinta irrefrenabile a tornare a letto. Inconsciamente credo che a spaventarmi sia l'affrontare la giornata, così mi rifugio nel mio letto...vivere la notte è molto più semplice, non c'è da affrontare niente, sono sola con me stessa.
Ho una storia familiare difficile, sono molto ansiosa e credo proprio anche ipocondriaca, dai 14 ai 16 anni ho avuto sintomi depressivi (non volevo alzarmi dal letto né aprire le finestre, tutto il giorno, con fasi che duravano mesi, a causa di questo ho perso tutte le mie amicizie storiche e non volevo farmene di nuove) e successivamente ho sofferto di attacchi di panico e di un moderato autolesionismo. Sono stata da 3 diverse psicoterapeute e oggi, a distanza di anni, sono una ragazza molto più consapevole di sé e inserita con successo nel suo ambiente sociale, ho amicizie, degli interessi, ma resta come una sorta di alone di quel "male di vivere" che mi spinge spesso a chiedermi quale sia il senso di vivere, che mi fa vivere al rallentatore, come se fossi al 40% delle mie potenzialità. Mi chiedo se la mia non possa essere la solita vecchia depressione, e se sia possibile essere depressi anche funzionando bene socialmente. Che differenza c'è tra l'essere malinconici caratterialmente e l'essere depressi? Sono stanca di non essere al 100%.
Vi ringrazio se vorrete rispondermi.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.ma Signorina, quella che si intende per 'depressione' e' una sindrome ben precisa che in genere porta con se' l'insonnia o il risvegliarsi in piena notte e restare a tormentarsi in compagnia della solitudine, del silenzio e delle angosce che nutrono la mente di questi pazienti. Quello che invece forse Lei vuole intendere e' un temperamento malinconico o ciclotimico. Intendendo un temperamento poco incline all'edonismo e ritirato dalle attivita' sia motorie sia sociali.
Nel Suo caso invece mi sembra che ci sia dell'altro. Se davvero ha avuto episodi o comportamenti autolesionistici Le consiglierei di contattare uno psicologo psicoterapeuta per verificare il da farsi affinche' Lei possa elaborare le emozioni negative alla base di tale attitudine. Se studia Psicologia inoltre e' un percorso che Le sara' utile anche ai fini della Sua formazione professionale.
Purtroppo l'autolesionismo non e' sempre incluso in una sindrome depressva , ma puo' essere un tratto caratteriale che rende la vita della persona interessata molto difficile e pesante in modo pero' impalpabile in quanto' entra a far parte delle emozioni paradossalmente ego-sintoniche e non viene bloccato dalle difese che usualmente si erigono automaticamente.
Certi comportamenti come il guidare in stato di ebbrezza o l'avere ripetutamente incidenti strani sono esempi di come l'autolesionismo si manifesti nella vita di persone che non sono coscienti di nutrirlo nel loro animo come un compagno fedele.
Mi auguro di averLe offerto spunti di riflessione utili.
Si faccia rIsentire quando vuole, saro' lieta di contribuIre alla formazione di una futura collega.
Cordiali saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signorina,
nè noi, nè lei possiamo fare diagnosi del suo disagio , ma soltanto uno psicologo-psicoterapeuta de visu, potrà occuparsene.
Eviti di cadere nella trappola delle auto-diagnosi, di chi si approccia a questi studi e si affidi con fiducia ad un collega valido e referenziato.
Perchè ha cambiato tre psicoterapeute?
Ha completato il suo percorso introspettivo?
Consideri che qualunque orientamento sceglierà, la conoscenza di sè, non potrà che farle bene.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dovresti rivolgerti a uno psicologo per un colloquio di valutazione. La tendenza a restare a letto potrebbe non essere un sintomo depressivo, ma se sei ansiosa, una forma di evitare gli impegni che ti aspettano.

Comunque sono presenti più aspetti, come l'autolesionismo, che non dovrebbero assolutamente essere trascurati, tanto più per te che ti appresti a intraprendere una professione di aiuto. Se tu stessa hai bisogno di aiuto, è te stessa che dovresti aiutare prima di aiutare gli altri.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Innanzi tutto grazie per le vostre risposte. Vedo che il mio parlare di autolesionismo ha canalizzato l'attenzione...sì, è un aspetto non trascurabile, ma appartiene al solito periodo a cui facevo riferimento, da cui sono ormai passati degli anni.

Dottoressa Randone, non mi aspettavo una diagnosi via web, né voglio cadere nella tanto incentivata pratica dell'autodiagnosi, così in voga tra noi studenti di psicologia...mi aspettavo delle risposte discorsive ad un mio dubbio, una generica differenza tra tendenze depressive, ansia, temperamento malinconico, per orientare una mia azione futura al riguardo. Siete stati così gentili da rispondermi.
Sono stata da 3 terapeute in tre diversi periodi della mia vita: la prima è stata un fallimento colossale, io avevo 14 anni e lei aveva un approccio banalizzante e mi ricordo ancora oggi la sensazione di essere trattata come una bambina, mentre non lo ero decisamente più. La seconda si è limitata a intervenire sugli attacchi di panico. Dalla terza sono stata un anno e mezzo, purtroppo ho dovuto interrompere per motivi economici, ma mi ha aiutata molto. Sono i soliti problemi economici che mi impediscono al momento di rivolgermi ad uno psicoterapeuta.

Dottoressa Esposito, un ringraziamento particolare a lei per gli spunti di riflessione che mi ha dato, sicuramente approfondirò i temi toccati.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
I percorsi psicoterapico, si possono anche effettuare in strutture pubbliche , in convenzione.
Mi consenta inotre che non si può intervenire solo sugli attacchi di panico, non sono disgiunti da tutto il resto che caratterizza la sua psiche e la sua struttura di personalità.
A mio avviso, non deveve essere lei ad approfondire gli spunti da noi suggeriti, ma uno psicologo, psicoterapeuta, lavorando con e per lei.
Saluti