Appurato che per gli attacchi di panico esiste un'ereditarietà

Buongiorno, volevo porre la mia domanda riguardo agli attacchi di panico con agorafobia, io ne soffro da molti anni (circa 20), non continuamente ma a periodi. Appurato che per gli attacchi di panico esiste un'ereditarietà (nel mio caso, per esempio, mio papà ne ha sofferto per anni pur non sviluppando, come me, l'agorafobia). Ed è proprio sull'agorafobia che volevo chiedere informazioni e cioè sapere se esistono studi su questo tipo di disturbo e del perchè si sviluppa in alcuni soggetti e in altri no o se dipende solo da individuo a individuo senza una ragione specifica. Grazie mille.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentilissima,

il suo racconto mi colpisce molto: come ha potuto convivere per 20 anni con questo problema senza curarsi?
Suo padre non si è mai fatto aiutare da uno psicologo o psichiatra?

Il concetto di "ereditarietà" è decisamente controverso, nel senso che da quanto si osserva nella pratica clinica si tratta più che altro di apprendimenti che un figlio ha modo di sviluppare in famiglia (se ci fa caso si parla sempre di "predisposizione genetica" influenzata dall'ambiente e cioè dalle esperienze di vita).

Quando un bambino ha davanti a sè per anni e anni un modello disfunzionale, come lo è un genitore affetto da disturbi psicologici, per vari motivi (affettivi e cognitivi) è molto probabile che impari a reagire nello stesso modo agli stimoli esterni e agli eventi, sviluppando a sua volta modalità disfunzionali di relazione/reazione agli stimoli che, essendo stabili, portano allo sviluppo di un disturbo psicologico.

Sua madre che tipo è?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
la predisposizione che il soggetto eredita è relativa alla possibilità di sviluppare un sistema di vita legato all'ansia. Questa può svilupparsi a sua volta attraverso sottotipi, di cui appunto l'agorafobia fa parte. Nel corso della vita il soggetto se non cura adeguatamente l'ansia può passare attraverso diversi sottotipi, tra cui le ossessioni e l'ipocondria.

Sviluppare un tipo di ansia piuttosto che un altro dipende da specifiche esperienze di vita: ad es una persona diventa spesso ipocondriaca perché direttamente o indirettamente viene a contatto con esperienze di malattia e morte significative.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
Gentilissima,
il fatto che possa esistere una componente ereditaria nel disturbo di panico non significa che automaticamente tutti i soggetti che presentano quella specifica componente genetica svilupperanno nel corso della loro vita un disturbo di panico o, più in generale, un disturbo d'ansia.
Le variabili in gioco nel determinare un disturbo d'ansia sono moltissime e hanno a che vedere sia con la "natura" (base genetica) che con la "cultura" (evoluzione psicologica dell'individuo). Questi due elementi, inoltre, si influenzano l'un l'altro nel corso dell'intera vita di un individuo ed è dunque molto difficile ricondurre l'insorgenza di un disturbo di panico a cause univoche.

Spero di esserle stata d'aiuto

un caro saluto

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
no no...io mi sono curata per ben 2 volte con gli antidepressivi e adesso, dopo l'ennesima ricaduta, ho intrapreso la strada della psicoterapia. Ho fatto molti progressi anche se il percorso è ancora lungo. Per quanto riguarda mio papà non si è mai curato, diciamo che è sempre riuscito a tenere la situazione sotto controllo cosa che io non sono riuscita a fare chiudendomi addirittura in casa per certi periodi. E questo devo dire che è sempre un argomento di scontro tra me e lui, proprio perchè lui "ci è riuscito" e non capisce come io possa essermi ridotta così...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ha fatto molto bene, i farmaci possono aiutare ma spesso non sono risolutivi - se non stiamo parlando di disfunzioni cerebrali sulle quali intervenire farmacologicamente è l'unica soluzione.

Il "tenere la situazione sotto controllo" di suo papà in realtà non è altro che "trascinare per una vita un disturbo che avrebbe potuto curare".
Il risultato infatti è che ci ha convissuto finora invece di prendere il toro per le corna e risolverlo.

In questo senso è una fortuna che lei non si sia illusa come lui di poter tenere sotto controllo un disturbo che può avere un'evoluzione molto negativa e rovinare la vita di chi ne soffre.

Fra i due comportamenti il suo è il più efficace e anche coraggioso, perchè non sta evitando di occuparsi della questione ma sta facendo in modo di risolverla per garantirsi un futuro migliore.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie per tutte le risposte...diciamo che il percorso della psicoterapia è molto più faticoso ma mi sta dando la soddisfazione più grande, ossi di farcela con le mie forze. E' difficile perchè l'antidepressivo annullava tutti quei sintomi fastidiosi che io ho ancora ma sto imparando a gestire molto bene con le tecniche di respirazione. Per quanto riguarda la predisposizione genetica mi ritrovo molto con quanto detto perchè ho vissuto l'infanzia dove ogni tanto arrivava la guardia medica a casa per visitare mio papà che pensava di avere un infarto o lo vedevo preoccupato oltre misura per qualsiasi sintomo gli si presentasse. Questo poi si è ripercosso su di me che ero continuamente sotto osservazione dai medici per ogni piccolo malessere senza che poi avessi mai niente di significativo. Probabilmente questo mi ha reso molto insicura e sempre pronta a preoccuparmi per le peggior cose senza averne poi un valido motivo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Questo poi si è ripercosso su di me che ero continuamente sotto osservazione dai medici per ogni piccolo malessere senza che poi avessi mai niente di significativo"

Come vede la strategia di suo padre è stata deleteria per tutti.

Non è comunque troppo tardi neanche per lui, nel caso in cui ci ripensasse e decidesse di farsi aiutare.
Forse in questo lei gli potrà essere d'esempio.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
la cosa importante è che Lei si stia curando in modo adeguato, continui sia con i farmaci che con la psicoterapia, mi raccomando, anche se a volte le sembra tutto in salita.

Io sono convinto che la cura dell'ansia possa interrompere questi "circuiti di trasmissione intergenerazionale": i Suoi figli, se Lei oggi tiene duro, non vedranno probabilmente la guardia medica andare e venire in continuazione da casa vostra, e questo ovviamente ridurrà la probabilità che sviluppino a loro volta un disturbo d'ansia.

Proprio perchè la predisposizione genetica a sviluppare disturbi dell'umore e d'ansia esiste ed è stata dimostrata, è bene che chi ne è portatore faccia un piccolo sacrificio curandosi al meglio delle proprie possibilità.

Questo non significa che Suo padre abbia colpe o responsabilità: 20 anni fa curarsi (farmacologicamente e psicologicamente) era molto più difficile, costoso e spesso meno efficace. Inoltre lo stigma legato al concetto di malattia psichica (= pazzia) era molto radicato. Le persone si curavano quindi meno volentieri.

Oggi esistono cure efficaci, farmaci idonei e fortunatamente meno stigma sociale. Per cui, me lo lasci scrivere, Lei è stata più fortunata del papà. Se la giochi bene questa fortuna, mi raccomando.
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