Anaffettività

Salve, sono una ragazza di 31 anni fidanzata da 5 anni con un ragazzo di 36. Siamo fortemente in crisi, ma io vorrei comunque capire se lui può essere affetto da anaffettività. Vorrei capire ed eventualmente aiutarlo, perché. credo che questa possa essere la causa del suo/nostro malessere. Descrivo un po' la situazione: ha un rapporto molto formale e privo di confidenza con suoi genitori e fratelli, mi diceva che ognuno va per la sua strada. Pur dicendo di amarmi e volermi sposare, non prova gelosia, si dimentica di cose per me importanti dette anche poco prima, ferendomi a morte, non ha mai fatto un regalo o una sorpresa né a me né a parenti o amici. Ha quasi una ossessione per i soldi, conserva ogni scontrino anche di un caffè per poi inserire le spese in un complicato foglio di excel da lui creato.Spesso conta i soldi nel portafogli e li tiene in un ordine maniacale.Idem con i vestiti nell‘armadio.Si entusiasma solo per il calcio e sarebbe capace di stare chiuso in casa fra calcio e musica all‘infinito, senza bisogno di cercare nessuno. Al lavoro é molto benvoluto perché affabile e diligente al punto di dimenticarsi di mangiare. In una conversazione ha praticamente sempre la stessa inflessione di voce. Spesso si estrania da conservazioni con amici o parenti e rimane distaccato da problemi riguardanti me o altri affetti. Non riesce a sdraiarsi liberamente su un prato, pensa sempre a inconvenienti qualsiasi. Solo quando é molto triste o arrabbiato (la perdita di qualcuno, o un tradimento) l‘ho visto vivo, più attento, meno robotizzato. Anche dal punto di vista sessuale é molto razionale, non é istintivo; mi ha rifiutata perché altrimenti non dormiva le sue 8 ore. Ho sofferto tanto. Ho saputo che anche in passato altre ex ragazze hanno sofferto per gli stessi motivi. Ha ricevuto una educazione molto rigida per cui esistevano solo doveri e sacrifici anche se non necessari, mai uno slancio emotivo. Credo anche che i suoi genitori non siano mai stati insieme per amore, ma quasi una cosa combinata. Vorrei capire e se possibile aiutarlo. Grazie.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.ma Sig.na,
Comprendo la sua esigenza di dare un senso a quanto riferisce, ma on line e senza avere avuto alcun colloquio con il Suo ragazzo e' inverosimile potere dare una valutazione.
Potrebbe trattarsi di eccessivo controllo emozionale o altro.
Le proporrei pertanto di farsi parte attiva nella richiesta di un aiuto psicologico psicoterapeutico che coinvolga la coppia formata dal suo ragazzo e da Lei . In tale contesto potranno essere effettuate le valutazioni più' idonee.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gent.ma Sign.na,
Comprendo la sua esigenza di dare un senso a quanto riferisce, ma on line e senza avere avuto. Alcun colloquio con il Suo ragazzo e' inverosimile potere dare una valutazione.
Potrebbe trattarsi di eccessivo controllo emozionale o altro.
Le proporrei pertanto di. Farsi parte attiva nella richiesta di un aiuto psicologico psicoterapeutic che coinvolga la coppia formata dal suo ragazzo e da Lei . In tale contesto potranno essere effettuate. Le valutazioni più' idonee.
I migliori saluti
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

premesso che non è possibile fare una diagnosi on line e, per giunta, per interposta persona, mi sembra che la descrizione che fa del suo ragazzo rimandi a tematiche più ampie rispetto al solo tema dell'anafettività che lei riscontra.

Ciò premesso, immaginando che il suo ragazzo 5 anni fa fosse la stessa persona, mi chiedo, e le chiedo, cosa l'ha attratta in lui? Come mai solo ora accusa questo disagio nel relazionarsi con lui.

Mi sembra, prima di ogni altra considerazione, una sua (di lei che scrive) "richiesta di aiuto".
Il suo ragazzo accusa un disagio rispetto al suo modo di essere?
Se così non fosse non credo che ci sia lo spazio per poterlo convincere a farsi aiutare.

La strada del consulto di coppia è percorribile ma presuppone una problematicità relazionale quale "movente di coinvolgimento" di cui lei però non fa cenno nella sua richiesta.

Un caro saluto.

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
A volte l'anaffettivita' viene confusa con la "disaffettivita'" ' , che e' ben altra cosa.
Sono solo ipotesi, ma il suo ragazzo e' cosi' come lei lo descrive, all' interno della relazione con lei, quindi magari esprime a modo suo l' affetto, che non corrisponde al suo modo di amare.
Una consulenza di coppia sarebbe indicata

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio innanzitutto per la tempestiva risposta.
Non ho ben compreso il “movente di coinvolgimento“...
Per quanto riguarda lui, non so quantificare il suo disagio nelle relazioni, so solo che varie volte ha pianto dicendomi che non riusciva a esprimere e manifestare i propri sentimenti.
Spero lui voglia mettersi in gioco e incontrare insieme un terapeuta.
Forse é “solo“ incompatibilità.
Questo tratto di lui all‘inizio in qualche modo mi attraeva, ma pensavo fosse solo una corazza. Io sono l‘esatto contrario e per tanto tempo ho controbilanciato, mettendo fantasia amore generosità intraprendenza per entrambi. Lui si faceva trascinare con più o meno coinvolgimento. Ma le mie risorse a quanto pare non sono infinite. E così sono andata fortemente in crisi. Ma i sentimenti per lui sono tali da augurargli il meglio e pertanto non voglio che lui continui a perdersi la bellezza della spontaneità, ferendo chi sa invece dare incondizionatamente. Non so cosa é giusto oppure no. Ma credo che ci siano in una coppia delle esigenze universali.
Volevo cercare di capire.
Grazie...
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

ogni coppia ha una sua capacità creativa unica di costruire la propria relazione; non ritengo ci debbano essere canoni universali. L'unico parametro misurabile è il benessere individuale e di coppia.

Dalla sua prima richiesta non era chiaro, o forse è sfuggito a me, il fatto che il suo ragazzo avesse consapevolezza di questo suo disagio; se le cose stanno così credo che non le sarà difficile coinvolgerlo in una consulenza di coppia per valutare insieme al professionista quale possa essere la strada migliore per superare queste difficoltà.
Era a questo che mi riferifo quando parlavo di "movente di coinvolgimento"; senza una consapevolezza del problema spesso risulta difficile motivare il proprio compagno ad affrontare un percorso di coppia. La motivazione è un aspetto importante in ogni processo terapeutico, sia esso individuale che di coppia. Ma, a questo punto, non mi sembra questo il suo caso.

Un caro saluto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Se il suo ragazzo , soffre e lamenta disagio nella non espressivita' delle sue emozioni e sentimenti, non si tratta di anaffettivita' , come le dicevo, ma fa trasparire l' assenza di un codice comune di espressivita' dell' amore.
Immaginare di omologarlo al suo, non e' pensabile, ma una consulenza di coppia, potrebbe farvi trovare un "linguaggio comune."
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dopo
Utente
Utente
La nostra é sicuramente una coppia “ben assortita“. Siamo molto diversi ma proprio questo ci ha attratto e arricchito. Non lo omologherei o renderei simile a me per nessun motivo. Va innanzitutto rispettata l‘individualità. Quando parlavo di esigenze universali delle coppie mi riferivo a quella soglia minima di attenzioni che credo che soprattutto le donne cerchino e che consente di non dare per scontato il rapporto. Grazie di tutto
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Anche il minimo sindacale di cui lei parla, andrebbe valutato all'interno della vostra coppia.
Bisogna sempre comprendere se si tratta di anaffettività, disaffettività, crisi personale, crisi di coppia, o altro.
Da quà è però impossibile farlo
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
sembrerebbe che il disagio che lei avverte all'interno della relazione di coppia sia una conseguenza del disagio vissuto dal suo ragazzo a livello individuale, tuttavia il rapporto con lei potrebbe diventare il volano di un processo di cambiamento che nasce dal bisogno di esprimere la propria individualità, coartata da un'eccessiva doverizzazione.
Ogni essere umano ha dentro di sé una "forza" che tende alla realizzazione delle proprie potenzialità anche se le condizioni sono sfavorevoli.
A tal proposito le consiglio la lettura di questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
È possibile che il ragazzo abbia un marcato tratto ossessivo con un bisogno di controllo, dai soldi alle emozioni, che pervade il suo vissuto. Se lei è l'esatto opposto, una convivenza potrebbe sicuramente arricchirvi ma da entrambe le parti sarebbero richieste notevoli dosi di pazienza e disponibilità ad accettare la diversità dell'altro.

Se il ragazzo non soffre per il suo modo di essere, però, ritengo che al massimo si potrebbe parlare di terapia di coppia, non individuale.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Emilia Sigillo Psicologo, Psicoterapeuta 29 2
Gentile ragazza,
spesso nella mia pratica clinica mi è capitato di avere pazienti con caratteristiche vicine a quelle del suo compagno. Ho notato che nella maggior parte dei casi, accanto ai tratti di apparente "anaffettività", come la chiama lei, ci sono alcuni disturbi somatici come frequenti cefalee, gastriti, coliti e altre problematiche "fisiche" di cui la persona spesso soffre e si lamenta, senza riuscire a risolverle con il solo aiuto medico e/o farmacologico. E' come se tutte le emozioni che la persona non riesce in qualche modo ad esprimere e a riconoscere si "scaricassero" direttamente sul corpo senza essere mentalizzate.
Ecco, la mia domanda voleva essere questa: il suo compagno ha qualcuna di queste problematiche?

Dr.ssa Emilia Sigillo - Psicologa e Psicoterapeuta - PESCARA
Insegnate Massaggio infantile AIMI
Perfezionata in Psicologia perinatale

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dopo
Utente
Utente
Abbiamo convissuto per circa 2 anni, sono stata a tratti bene perchè una persona così dà molta stabilità, ma a tratti malissimo per le sue mancanze. Sono tornata nella mia città in seguito all'intervento della mia famiglia. Ero arrivata ad un livello di stress che mi ha portato a tachicardie, insoddisfazione, ecc. Il motivo di questo stato era lo stile di vita molto duro imposto dal lavoro, in particolare la distanza del luogo di lavoro e tutto ciò che comporta, soprattutto per una donna che al rientro in casa ha altrettanto lavoro da fare. Mi aspettavo un aiuto da lui, come magari dare seguito alla mia richiesta di prendere casa a metà strada fra il mio ed il suo posto di lavoro. In realtà lo sentivo parlare al telefono con la sua famiglia ed essere quasi orgoglioso dei sacrifici che stavo facendo. Credo che sia positivo sapere di avere le risorse per affrontare situazioni difficili, ma credo anche che la vita debba essere vissuta al meglio finchè si ha margine di intervento e non andarsi a cercare ulteriori difficoltà. Non riesco poi a fare chiarezza in me, se è meglio stare sola o approfittare di questa crisi per cercare di risolvere davvero le problematicità del nostro rapporto. E' un momento difficile. Quello che non ho detto è che io l'anno scorso ho avuto uno sbandamento per un corteggiatore di vecchia data per cui non provavo alcuna stima, ma che mi ha fatto vedere che potevo avere attenzioni anche senza chiederle. Il mio ragazzo sa di questo. Pertanto la crisi è notevolmente accentuata. Ci siamo feriti a vicenda. I sentimenti sono ancora molto forti. Io soffro nel vederlo così bloccato e controllato e ne soffro ne conseguenze anche componente della coppia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Ok, quindi lei sembra dire, mi corregga se sbaglio: "Io ne soffro" ma non sembra che lui ne soffra. In altre parole chi ne sta soffrendo sono lei e la vostra relazione, ma a lui non pesa particolarmente essere così com'è.
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Dr.ssa Emilia Sigillo Psicologo, Psicoterapeuta 29 2
gentile ragazza,
al di là del mio intervento precedente, mi sembra che qui ci sia una persona che sicuramente sta soffrendo ed è ben consapevole di questo e di tutti i sentimenti che prova. Ed è proprio lei.
A questo punto portrebbe essere lei a decidere di farsi aiutare al fine di trovare le risorse necessarie per fare ciò che è meglio per la sua persona.
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dopo
Utente
Utente
non gli pesa fino a quando nessuno gli fa notare quanto fa male il suo comportamento. A quel punto si dispera, dice che non lo fa intenzionalmente ma che certi gesti di affetto per le persone proprio non gli vengono. E' un ragazzo splendido, ma fa male.
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dopo
Utente
Utente
gentile Dott.ssa,
sì, lui lamenta spesso cefalee e talvolta, come la chiama lui, "acidità di stomaco". Va sempre in giro con il farmaco chetodol. Attribuisce questi mal di testa alle situazioni più svariate, al freddo alla testa, al vento, alla "cervicale". Il mal di testa lo coglie però improvvisamente, non necessariamente dopo specifici episodi. Non so se può significare qualcosa.
Lei ha ragione, io sono molto consapevole della mia sofferenza. E non mi spaventa chiedere un aiuto ad un terapeuta, anzi.
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Dr.ssa Emilia Sigillo Psicologo, Psicoterapeuta 29 2
Significa semplicemente che, in una situazione ideale, il suo compagno dovrebbe essere seguito per aiutarlo a ridare voce e parola alle emozioni. Ma questa situazione non credo esista o è assai difficile da raggiungere se non è direttamente lui a decidere di cambiare. E mi sembra di capire che siamo assai lontani da questa possibilità. Perciò prenda lei in mano la situazione, magari con il supporto di uno specialista, e si riprenda da sè tutto quello che le è mancato in questi anni. Questo potrebbe sbloccare anche lui, ma se non dovesse succedere lei lo avrà fatto in primis per se stessa.
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Utente
Utente
Grazie dott.ssa,
a volte mi sono sentita sbagliata io perchè avevo mollato la presa in questa storia. Ma credo che, prima di un compagno, io abbia e debba avere me stessa.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Ma credo che, prima di un compagno, io abbia e debba avere me stessa
>>>

Dalle sue parole non è del tutto chiaro se e quanto lei ancora sia innamorata di quest'uomo. Direbbe che da parte sua c'è ancora amore, o soprattutto un affetto e una compassione dettate dall'abitudine, quasi da sorella?

>>> a volte mi sono sentita sbagliata io perchè avevo mollato la presa in questa storia
>>>

In effetti sembra che attraverso questa comunicazione con noi lei abbia bisogno di spiegazioni rispetto a questo suo sentirsi sbagliata.
[#21]
dopo
Utente
Utente
Certo che mi sono sentita sbagliata...
comunque sono io che ho esaurito le energie e ho avuto un momento di debolezza e sconforto. Lui visto da fuori é semplicemente perfetto. Ed io? Sembro quella irrequieta che non cresce mai. In questo momento non mi interrogando troppo sui miei sentimenti. Ho un lavoro e delle responsabilità, devo andare avanti cercando di farlo al meglio per quello che é possibile. Sto cercando di essere forte e pronta a tutte le eventualità, sola o con lui, ma con nuove consapevolezze.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Probabilmente uno dei motivi che le sta facendo continuare questa relazione, allora, è una specie di senso di rivalsa, più che l'amore.

"Lui è quello forte e perfetto, mentre io devo ancora dimostrarlo". Sta dando a questa relazione un significato di sfida, per cercare di essere "forte e pronta a tutte le eventualità", più che il luogo dove trovare pace e serenità tornando a casa la sera. Preferisce non interrogarsi troppo sui sentimenti e pensare a far andar bene il lavoro. È quasi come se stesse lottando, in fondo, per essere un po ' meno se stessa e un po' più come lui.

Mi corregga se sbaglio.
[#23]
dopo
Utente
Utente
Beh... non saprei... in realtà io mi vado bene così. Il fatto di non interrogarmi troppo sui sentimenti é per spirito di sopravvivenza e perché ho bisogno anch‘io di un po' di tempo per capire meglio cosa sia meglio fare. Del resto credevo fortemente in noi, avrei voluto anche sposarmi.... ma devo anch'io capire se sono davvero felice o se avevo accettato compromessi. La sfida la escluderei. Ce ne sono già troppe. nella vita per andarsene a cercare ulteriori. Voglio essere pronta sia all'eventualità di una rottura sia a quella di una nuova fase del rapporto, ho sicuramente sbagliato anch'io.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Solitamente non esistono "colpevoli" all'interno di una coppia, ma responsabili e complici, sia nel mantenere ad un buon livello il legame, che per boicottarlo, anche inconsapevolmente.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Voglio essere pronta sia all'eventualità di una rottura sia a quella di una nuova fase del rapporto, ho sicuramente sbagliato anch'io. "

Gent.le ragazza,
le relazioni affettive a volte possono attraversare fasi delicate e vulnerabili ma a volte è proprio in quei momenti che può emergere la spinta motivazionale in grado di promuovere un processo di cambiamento che può avere ricadute sia a livello individuale che relazionale.
La consapevolezza e la disponibilità a mettersi in discussione sono premesse necessarie e preziose ad un percorso terapeutico.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Le confesso che ancora non sono riuscito a mettere a fuoco la sua richiesta.

Si tratta di un cambiamento che desidererebbe avvenisse più in lui o in lei?
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

dovrebbe innanzitutto interrogarsi su quello che vuole. Mi sembra che, andando avanti con i consulti, la sua richiesta iniziale sia un po' mutata.
Inizialmente sembrava ci chiedesse consigli per capire come aiutare lui a uscire da questo suo atteggiamento che lei chiama "anaffettività". Nel dipanarsi della questione mi sembra ora che sia lei ad accusare un malessere rispetto a questa relazione che, sembrerebbe, starle un po' stretta.

Cosa vorrebbe in realtà? Credo sia utile capisse che le strade che possiamo consigliarle sono differenti a seconda della sua personale motivazione.

Un altro aspetto che mi sembra sia un po' "camaleontico" nella questione che pone è la consapevolezza, e la conseguente richiesta di aiuto, del suo ragazzo rispetto al suo atteggiamento. Inizialmente mi sembrava che non lo vivesse come un problema, in un secondo momento mi era sembrato di capire che lo avvertisse come tale, infine mi sembra di capire che lo vive come un problema nella misura in cui lei glielo fa notare e, quindi, come reazione al suo (di lei che scrive) disagio.

Comprenderà che differenti sono gli approcci che è consigliabile adottare a seconda della situazione che si configura.

Potrebbe essere consigliabile un consulto individuale se il malessere è solo suo e se, come sembra, si sta interrogando sulla possibilità di continuare il suo cammino senza di lui.
Un consulto individuale solo per il suo ragazzo potrebbe essere indicato nel caso sia lui a voler modificare il suo atteggiamento (nel qual caso dovrebbe riconoscerlo come disagio).
Un consulto di coppia potrebbe invece essere opportuno se l'intenzione di entrambi è quella di provare a recuperare il vostro rapporto e a venirvi incontro, accettando anche le qualità dell'altro che meno vi piacciono.

Spero di aver riassunto un po' la situazione e di averle offerto un ulteriore spunto di riflessione.

Un caro saluto
[#28]
dopo
Utente
Utente
Grazie dott. Callina...
il riassunto è perfetto. Sto vivendo un momento di confusione personale molto forte. Non so cosa fare, se e come sia possibile portare avanti questo rapporto. Ho parlato al telefono con il mio ragazzo. Abbiamo creduto molto nella nostra relazione e nel nostro futuro insieme. Al telefono mi sembrava che non riuscisse a dirmi addio, per il dolore che provoca questa parola, ma che razionalmente fosse ciò che riteneva più opportuno. A volte mi sembra di provare la stessa sensazione; altre volte penso di voler ancora credere nel futuro con lui. Lui dice di non riuscire a perdonare la debolezza che ho avuto nei confronti di un altro, di contro io sono molto arrabbiata per tutte le sue mancanze, cosa che mi ha spinto ad accettare le attenzioni di un altro. Specifico che non ho provato un vero interesse verso altre persone durante i 5 anni di questa storia. Solo che mi sono sentita data per scontata da un lato e come l'unica donna al mondo dall'altro.
A volte penso di potergli andare incontro avendo meno pretese e lavorando anche sul suo modo di esprimere i sentimenti, altre volte credo di non chiedere nulla di così assurdo e magari poter incontrare un giorno qualcuno con cui non avere tali problemi.
Vorrei sapere quale è la scelta migliore...
[#29]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
"Vorrei sapere quale è la scelta migliore..."

A questo punto credo che la scelta sia solo sua. Il quadro mi sembra completo. Le opzioni disponibili credo di avergliele riassunte in modo abbastanza chiaro; dipende ora da quello che desidera lei.

Un caro saluto

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Qual è la scelta migliore non possiamo dirlo noi, nè nessun altro professionista.
Lo Psicologo-Psicoterapeuta,non da suggerimenti, nè giudizi, ne suggerisce strategie, ma lavora con e per lei al fine di farle ritrovare serenità , qualità di vita e di relazione, dipanando la matassa emozionale in cui verte.