Una generica sensazione devastante

A dir la verità non avevo e, tutt’ora, non ho molta voglia di parlare del mio “problema”. Principalmente perché non so quale sia questo mio “problema”. Sono mesi che va avanti, forse un anno, e si manifesta come può. Sintomi come una moderata depressione, una discreta incapacità di controllo dell’alimentazione o, al contrario, un controllo maniacale di quel che ingerisco, bisogno di ottundersi, difficoltà sociali, disistima, nessuna prospettiva per il futuro, periodi di interesse esclusivo per un qualcosa e poi successivamente noia. Ultimamente ho alcuni pensieri fissi che non vanno via. Mi è tornata la passione per la musica, dopo tempo, ascolto molta musica e non faccio altro. Quando non ascolto musica mangio e bevo. A tratti manifesto anche sintomi di tipo fisico che, secondo me, sono espressioni psicosomatiche sempre dello stesso “problema”.
Non riesco ad avere una vita regolare. Inutile dire come tutto questo sia limitante, non riesco a studiare ne tantomeno ad avere una vita sociale. Ci sono giorni in cui sento l’angoscia salire e mi sembra di impazzire, altri in cui riesco a tenerla a bada, sostanzialmente distraendomi, con la musica, la maggior parte delle volte, altre ricorrendo ad espedienti chimici.
Non voglio consigli del tipo “vada dallo psicologo” perché a fare terapia sono già stata, la cosa non ha dato i risultati sperati, per diversi motivi, e non ho intenzione di tornare. Vorrei che qualcuno mi dia delle linee guida da seguire, ma comprendo che questo, forse, in questa sede, non è propriamente possibile. Non so, io ci provo, vi ringrazio in anticipo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara utente,

il quadro che descrive potrebbe essere di natura ansiosa e/o depressiva e richiedere un intervento specialistico.

Può dirci quando e per che motivo è già stata da uno psicologo?
Ha seguito una vera e propria terapia?
Se sì, sa dirci con che diagnosi, che tipo di terapia era, con che cadenza avvenivano le sedute e per quanto è stata seguita?

Non è pensabile che qualcuno possa darle delle "linee guida da seguire" non solo perchè non conosciamo nè lei nè la sua situazione, ma anche perchè le "linee guida" non esistono.

Quando c'è un "problema" come quello che ci descrive l'unica soluzione è sottoporlo a chi può progettare e condurre un intervento appropriato, studiato per il singolo caso.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

il quadro che descrive sembra avere varie sfaccettature e, non conoscendo nè lei nè la sua storia, sarebbe davvero azzardato poterle dare delle linee guida come lei chiede.

Come mai ha questa sfiducia nella possibilità di vedere uno psicologo? E' a causa della sua precedente esperienza?
Che cosa non l'ha soddisfatta di quella esperienza?

E perchè si era rivolta ad uno psicologo?

Anche se la sua richiesta esplicitamente prevede che non le si dia un consiglio del tipo "vada dallo psicologo", non vedo cos'altro potremmo fare da qui, con i limiti di un consulto a distanza e con i pochi elementi a disposizione...

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Innanzi tutto vi ringrazio per le repentine risposte.
Sono stata da una psichiatra specializzata in disturbi del comportamento alimentare.
Il DCA ha segnato due, forse tre, generazioni di donne della mia famiglia. Per mia madre e mia sorella una diagnosi certa e conclamata di bulimia nervosa. Anche se la prima ha raggiunto oramai un equilibrio, data l'età e l'esperienza. Mia sorella, più piccola di me di un paio di anni, è stata da poco dimessa dopo 5 mesi di ricovero in una struttura riabilitativa.
Questo per dirle che dalla psichiatra, quella in particolare, mi ci ha indirizzato mia madre vedendomi, in quel periodo, a regime iper controllato. Ora invece ho un "attimino" perso il controllo.
La diagnosi, ipotizzata dopo appena una seduta, è stata anche per me di bulimia nervosa. Ma la psichiatra ricordo mi disse che doveva ancora capire se dipendesse da fattori ambientali o no.
Tutto questo ad inizio 2012 e non so bene che tipo di terapia sia stata.
Cosa non mi ha soddisfatta? Non so, non credo di avere disturbi del comportamento alimentare e poi la reputavo una cosa quanto mai inutile visto che si trattava di un qualcosa con una scadenza prefissata. Si perchè la dottoressa aveva in cura mia sorella prima del ricovero e accettandomi come paziente mi ha espressamente detto che una volta tornata mia sorella avremmo dovuto trovare una situazione alternativa nell'eventualità avesse manifestato l'intenzione di tornare in terapia con la dottoressa.
In ogni caso, sapevo che la mia richiesta sarebbe stata difficile da esaudire ma tanto valeva provare, non avendo nessuno con cui poter parlare di questi miei disagi.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

<<Ora invece ho un "attimino" perso il controllo.>> e <<non credo di avere disturbi del comportamento alimentare>> forse sono frasi un po' contraddittorie tra loro. Non crede?

Forse un percorso senza una scadenza prefissata potrebbe darle maggiore soddisfazione ed aiutarla ad affrontare i disagi che ci descrive.

Mi auguro che possa rivalutare la possibilità di vedere uno psicologo psicoterapeuta di persona.

Un caro saluto
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
non si possono dare consigli, nè istruzioni per l'uso, nè quì , nè nel nostro privato.
Lo psicologo, ascolta, interpreta, decodifica il sentire del paziente, restituisce con modalità più digeribili ed indirizza verso un possibile percorso risolutivo del suo disagio.
La sua storia è abbastanza complessa, così come i suoi pregressi consulti, credo invece che un lavoro ben fatto, sia per costanza, che per qualità, sia la strada maetra per ritrovare la qualità della sua vita.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio ancora una volta per avermi risposto.
Vorrei sottolineare però che l'aver perso il controllo e il non credere di avere un DCA non sono affermazioni in contraddizione tra loro, per il semplice fatto che non tutto passa attraverso un disturbo del comportamento alimentare. Non è detto quindi che l'unico controllo possibile da perdere sia quello alimentare. Io mi riferivo di fatti ad una situazione più ad ampio spettro.
Se affermo con una buona dose di certezza di non avere un disturbo del comportamento alimentare (o almeno non la bulimia nervosa diagnosticatami) è perchè i criteri diagnostici di questi cavoli di disturbi li conosco a memoria e no, non ci rientro. Si ok, forse mangio un pò troppo, ma non mi abbuffo, non metto in atto condotte di eliminazione, non c'è nemmeno una discrepanza tra la mia immagine corporea reale e quella che percepisco, se prendo qualche chilo non tento il suicidio, non ho un bmi inferiore a 17 e via di questo passo... Sto benone da questo punto di vista. Vorrei quindi che qualcuno mi indichi cosa farne della mia vita, ma bisogna che lo cerchi altrove, non qui, per forza di cose.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non esiste soltanto il disturbo della sfera oro alimentare, ma esistonoa anche tanti altri disagi da diagnosticare e ben curare, ma sempre con l'aiuto specislialistico dello Psicologo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

lei dunque non si è mai rivolta ad uno psicologo, ma solo ad un medico psichiatra, che potrebbe anche avere il titolo di psicoterapeuta in virtù della sola specializzazione in psichiatria e non per aver frequentato 4 anni di scuola di specializzazione in psicoterapia come invece è necessario per diventare psicologi psicoterapeuti.

Qualche psichiatra ha anche in curriculum la frequenza di una scuola di psicoterapia, ma questo non è così comune e dev'essere accertato di volta in volta in relazione al singolo professionista.

Questa è una differenza sostanziale di preparazione al trattamento delle persone in difficoltà, e probabilmente se si rivolgerà ad uno psicologo psicoterapeuta non riceverà una diagnosi senza che la sua situazione sia prima approfondita con più di un colloquio - e magari con la somministrazione di test psicologici adeguati al caso.

La invito di conseguenza a non pensare che il capitolo "psicoterapia" sia chiuso, perchè così non è.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

non metto in dubbio che lei possa avere dimestichezza con i parametri diagnostici della bulimia nervosa.
Io, al contrario suo, non sono un amante delle etichette diagnostiche e dei rigidi parametri dettati dai manuali diagnostici, nonostante per ovvie ragioni li conosca e li utilizzi nelle sedi opportune.
Il mio approccio olistico alla persona mi fa solo intuire, seppur con tutti i limiti di un consulto on line, che il suo malessere è complesso e abbraccia vari ambiti incluso, forse, quello alimentare.
Anche se non soddisfatti i parametri di alcun DCA, mi sembra di poter dire che passare da un regime iper controllato ad una, anche se parziale, perdita di controllo non sembra essere un sano rapporto con il cibo e sottende un malessere profondo che necessita di un approfondimento diagnostico e di una eventuale presa in carico clinica.

La figura professionale che meglio può occuparsi di lei è lo psicologo psicoterapeuta; figura con cui, mi sembra di capire, non ha mai avuto esperienza diretta.

Spero che possa davvero rivalutare la possibilità di un consulto di persona.

Un caro saluto
[#10]
dopo
Utente
Utente
Va bene, forse l'ideale sarebbe proprio una terapia con uno psicologo psicoterapeuta. Ma come/dove trovarlo? Non voglio andare a caso, sfogliando le pagine gialle magari :)
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non mi sembra una buona idea.
Cerchi all' interno del nostro portale, inserendo la sua citta' , cosi' vedra' il curriculum, la foto, i consulti, Gli articoli pubblicati. Il suo blog, ecc...e si fara' una prima idea
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

su questo stesso sito non vedo pofessionisti iscritti della sua zona, tuttavia sul sito dell'Ordine della sua Regione trova l'elenco di tutti i professinisti abilitati:

http://www.psicologicalabria.it/

Un primo contatto telefonico può già suggerirle se, "a pelle", il professionista scelto le trasmette delle buone sensazioni emotive.

Con un primo colloquio di persona potrà rendersi conto se "scatta qualcosa" oppure no; ciò che intendo è che deve "sentire" che il professinista scelto le piaccia, le trasmetta fiducia, la faccia sentire a suo agio.

Il consiglio che non mi stancherò mai di dare è quello di provare a bussare ad altre porte nel caso in cui il primo contatto non sia soddisfacente. Si tratta di un piccolo investimento iniziale che, una volta trovato il giusto specialista, sarà ripagato da una buona alleanza terapeutica, indispensabile per la buona riuscita della terapia.

Un caro saluto e, se crede, ci tenga aggiornati.
[#13]
dopo
Utente
Utente
Ho preso appuntamento con una Dott.ssa, di cui non so niente se non che mi è stata consigliata da un medico di mia fiducia. Al telefono mi è parsa "simpatica", se così si può dire.
Dopo il primo colloquio, per valutare se è il caso di continuare, dovrò basarmi solo ed esclusivamente sulle mie sensazioni o ci sono criteri obiettivi?
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

non ci sono, in realtà, criteri obiettivi che possano darle un'idea della sua professionalità e preparazione; di questo dobbiamo fare, in un certo senso, un atto di fede.
Si accerti che la dott.ssa consigliata sia regolarmente iscritta all'albo della sua regione tramite il link che le avevo fornito e che sia anche psicoterapeuta.

Per il resto credo che le sue sensazioni le diranno già molto; se sente di riuscire ad aprirsi, di instaurare un buon dialogo e sente di potersi fidare... vada avanti nel suo cammino.

In bocca al lupo.
Un caro saluto e, se crede, ci faccia sapere.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
In un certo senso ha ragione nel dire che non ha "un disturbo alimentare".

I DCA si chiamano così perché riguardano il _comportamento_ alimentare, ma le radici dei DCA di solito si trovano altrove, ovvero nella sfera affettiva e relazionale. Se dice che non ha una vita sociale, infatti, ha già detto parecchio e conferma quanto le sto dicendo.

Concordo con la raccomandazione dei colleghi di affidarsi a uno psicologo psicoterapeuta. Per sapere cosa aspettarsi da una psicoterapia può leggere qui:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Così sarà preparata e saprà se starà ricevendo ciò di cui ha bisogno o no.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Dopo il primo colloquio, per valutare se è il caso di continuare, dovrò basarmi solo ed esclusivamente sulle mie sensazioni o ci sono criteri obiettivi?"

Ha fatto bene a non perdere tempo e prendere appuntamento, ma sarà sicuramente necessario più di un colloquio sia a lei per capire come si trova con quella particolare psicologa, sia alla dottoressa per inquadrare la situazione e proporle un percorso.

Per rispondere alla sua domanda, il fatto di sentire una certa sintonia è fondamentale perchè lei sia sufficientemente a suo agio e inizi a riporre la sua fiducia nella dottoressa e difficilmente potrebbe lavorare bene con una persona che non le ispira emozioni positive.

Ci faccia sapere!
[#17]
dopo
Utente
Utente
Niente di fatto! La dottoressa è simpatica e preparata, ad una prima impressione. Ma non posso permettermi il suo onorario, non ho un reddito al momento e non voglio chiedere ai miei. Aspetto tempi migliori, grazie a tutti per i consigli ;)
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

esistono nella sua provincia consultori che possono accogliere il suo disagio senza dover sostenere l'onore di un consulto privato.

http://www.asp.cosenza.it/?q=node/165

Provi a dare un'occhiata al link e non getti la spugna.

Un caro saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Rimanere nella situazione in cui lei è ora ha un costo economico, oltre che sociale e psicologico (visto che non lavora e non sta bene), quindi valuterei anche questi aspetti per prendere una decisione.

Se i suoi possono aiutarla perchè non chiedere una mano?
Può considerarlo un prestito che restituirà loro in futuro, quando potrà farlo, e in questo modo eviterà di rimandare la ricerca di una soluzione nel caso in cui non trovasse una struttura pubblica che possa prenderla in carico adeguatamente.
DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

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