Depressione e rapporto con i genitori

Gentili dottori, è da qualche mese che mi sento vuota, infelice e senza speranze. Piango quasi tutti i giorni perché sento che non mi è rimasto niente di importante nella vita. Prima avevo un rapporto molto stretto, morboso, con mia madre, ma poi qualche mese fa mio padre ha scoperto che lei aveva conosciuto una persona su internet. Io e mio fratello l'abbiamo messa alle strette, ma lei continuava a fare il doppo gioco finché dopo la quarta volta che l'abbiamo affrontata, ha deciso di rimanere con mio padre. Dopo quest'avvenimento il nostro rapporto si è praticamente interrotto. Io non ho molti amici, solo qualche persona di cui mi posso fidare, ma avevo vergogna di raccontare questa cosa quindi mi sono tenuta tutto dentro. Ho già sofferto di depressione 8 anni fa, con episodi di autolesionismo, sempre per questo difficile rapporto con mia madre: quando prendevo brutti voti a scuola non mi parlava per giorni e diceva che era la dimostrazione del mio non volerle bene. Andavo da una psicologa ma lei era "gelosa" perché non riusciva a comprendere che avevo bisogno di una persona che non fosse lei ad aiutarmi, quindi dopo 10 mesi ho interrotto la terapia. In questi anni mi sono iscritta varie volte all'università ma non riesco a dare esami perché ho una paura incontrollabile non so di cosa. Non riesco a fare amicizia e ho allontanato tutte le persone che non piacevano a mia madre. Quando un ragazzo dimostra interesse per me, credo sempre che mi stia prendendo in giro e voglia farmi soffrire quindi scappo. Con mio padre praticamente non ho rapporti, anche se lui ultimamente si è sfogato con me riguardo la situazione con mia madre, dettagli che non avrei mai voluto ascoltare. Ho provato a confidarmi solamente degli ultimi avvenimenti con una persona che mi era sembrata comprensiva, ma questo ha peggiorato soltanto la situazione perché questa persona mi ha detto che sono una bambina immatura e non mi devo intromettere nella vita di mia madre. Sono consapevole del fatto che non sono riuscita a crescere, ma c'è qualcosa dentro di me che mi fa essere sempre infelice, non riesco mai a godermi i bei momenti e ad andare avanti nella vita per questa paura inspiegabile. Anche fare una telefonata mi mette ansia. Qualche giorno fa sono andata anche da un cardiologo che mi ha diagnosticato le extrasistole che secondo me sono dovute a questo periodo. Inoltre sono obesa,sono arrivata ai 100 kg e non riesco a smettere di mangiare. Mia madre spesso mi chiede se voglio fare la dieta, che lo dice per il mio bene perché sa che soffro, ma io proprio non ci riesco. So che in fondo è lei che lo vorrebbe perché è delusa da me e dal fatto che a quest'età non sono ancora laureata e non ho un bel fisico come lei avrebbe voluto. Anche in famiglia pensano che tutti questi miei compartamenti siano dovuti semplicemente a "pigrizia" e tutti sembrano aver cancellato dalla mente i miei trascorsi. Adesso mi sento chiusa in una gabbia, ho bisogno di aiuto ma non so come chiederlo...
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora,
accolgo il suo sfogo, e provo a metter un pò di ordine nelle informazioni che sta condividendo con noi.

>>è da qualche mese che mi sento vuota, infelice e senza speranze

Forse negli ultimi tempi si è acuita la sensazione di disperazione che lei riferisce. Ma forse il suo disagio è meno recente, dato che ci descrive una vita di profonda insoddisfazione, di paure e di difficoltà a "rompere il guscio" ed uscire.

>>Prima avevo un rapporto molto stretto, morboso, con mia madre, ma poi qualche mese fa mio padre ha scoperto che lei aveva conosciuto una persona su internet. Io e mio fratello l'abbiamo messa alle strette

>>Dopo quest'avvenimento il nostro rapporto si è praticamente interrotto

Dev essere stata una scoperta difficile. Ma c'è un "ma": il rapporto con sua madre è un rapporto "madre-figlia", mentre quello tra sua madre e suo padre è un rapporto di coppia. Nel primo, lei c'entra, nel secondo no. Forse non le piace sentirselo dire, ma il rapporto tra u suoi genitori è tra due adulti che decidono liberamente se stare insieme o meno, e come stare insieme.

>>Ho già sofferto di depressione 8 anni fa, con episodi di autolesionismo, sempre per questo difficile rapporto con mia madre

Nel suo rapporto con sua madre ci sono almeno due aspetti problematici: il modo in cui sua madre si relaziona con lei (ad esempio, la reazione di sua madre ai suoi brutti voti scolastici) ed il modo in cui lei si relaziona a sua mamma (ad esempio, esagerando l'importanza che sua madre ha nella sua vita e dando poco spazio al mondo "fuori di casa").

Così, la gelosia di sua madre nei confronti della psicologa è molto irrazionale; ma questo non implicava necessariamente che lei dovesse sospendere.

Cosa accadrebbe secondo lei se cominciasse a scegliere di più con la sua testa, e si preoccupasse meno del parere degli altri, compresa sua madre?

>>Io non ho molti amici
>>Non riesco a fare amicizia e ho allontanato tutte le persone che non piacevano a mia madre
>>Quando un ragazzo dimostra interesse per me, credo sempre che mi stia prendendo in giro e voglia farmi soffrire quindi scappo

Forse sta incontrando difficoltà nello stabilire relazioni con le altre persone, magari perchè si sente intrappolata in quelle di casa sua.
Ma se continua a rimanere intrappolata in casa e non guardare fuori sarà per lei sempre più difficile uscire, come in un circolo vizioso.

>>Inoltre sono obesa,sono arrivata ai 100 kg e non riesco a smettere di mangiare
>>Mia madre spesso mi chiede se voglio fare la dieta, che lo dice per il mio bene perché sa che soffro, ma io proprio non ci riesco

A volte si mangia molto proprio perchè si soffre, ma non si conoscono altri modi per gestire la propria sofferenza e per cambiare le cose che possiamo cambiare.

>>So che in fondo è lei che lo vorrebbe perché è delusa da me e dal fatto che a quest'età non sono ancora laureata e non ho un bel fisico come lei avrebbe voluto.

Laurearsi o avere un fisico curato non sono obiettivi di sua mamma. Se rimane delusa, beh, peggio per lei! E riguardo ai SUOI obiettivi, gentile signora, cosa ci dice?

>>Adesso mi sento chiusa in una gabbia, ho bisogno di aiuto ma non so come chiederlo...

Ha fatto un passo, al sicuro dietro lo schermo di un computer. E' importante, ma non è la soluzione.

Quella dovrà cercarla rivolgendosi dal vivo ad uno pscioterapeuta, che, previa valutazione, eventualmente la indirizzi ad un percorso di cambiamento REALE. Altrimenti, rischia di sprecare il tempo che ha davanti a sè, cercando di recuperare quello che ha ormai alle spalle...
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dopo
Utente
Utente
Gentile dr Calì, innanzitutto la ringrazio per la risposta veloce.

In effetti ha ragione, credo che questo mio disagio non mi abbia mai abbandonata durante tutti questi anni. Forse ho avuto dei momenti in cui pensavo di sentirmi meglio, ma la sensazione è sempre quella di non aver mai vissuto veramente la mia vita. Ho sempre paura degli altri e del loro giudizio e non riesco ad instaurare nuovi rapporti. Infatti penso spesso che se vivessi fuori casa, la mia vita sarebbe più facile ma allo stesso tempo mi sento assalita da quella paura incontrollabile di fallire e di dover tornare con la coda tra le gambe e sentire che non potrò mai avere una vita davvero mia.

So che questo rapporto con mia madre è insano e ammetto che molte volte mi vergogno di quello che penso e faccio perché nonostante io non sia più un'adolescente da molto tempo, mi comporto da tale. E non so perché. Ci penso sempre, spesso, e non riesco a trovare una risposta.

Il mio obiettivo sarebbe quello di "staccarmi" dalla mia famiglia, fare il grande passo, ed è anche questo che mi fa soffrire tanto, perché so che è una cosa che voglio, ma che non riesco a controllare perché la paura e l'ansia me lo impediscono.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile ragazza,
da quanto riferisce la sua profonda sofferenza sembra maturata all'interno di una situazione famigliare complessa con relazioni disfunzionali delle quali è partecipe.

E’ più che comprensibile che lei fatichi a comportarsi diversamente in famiglia, ad affacciarsi a nuovi rapporti, a dare una direzione diversa alla sua esistenza, dato il groviglio che la tiene bloccata in una situazione dolorosa.

In certi casi non è così facile cambiare le regole di un gioco al quale si appartiene da tempo che, per sua stessa natura, pare ripetersi uguale a se stesso, poiché occorrono in questi casi efficaci strumenti utili a dare una direzione diversa alla sua esistenza.

Li può però trovare rivolgendosi ad uno psicologo/psicoterapeuta che possa valutare attentamente la sua situazione e ricondurla su una strada di migliore benessere e qualità di vita.

Cari auguri


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>la sensazione è sempre quella di non aver mai vissuto veramente la mia vita

Molte persone riferiscono questa sensazione. In molti casi, sono persone che non hanno trovato il coraggio di seguire i propri desideri e di fare scelte autonome, per paura di perdere approvazione e sostegno dai propri familiari, o per paura di sentirsi rifiutati dagli altri; altre persone hanno desiderato ardentemente di cambiare la loro vita, ma si sono fermate, spaventate dai "costi" del cambiamento.

>>nonostante io non sia più un'adolescente da molto tempo, mi comporto da tale. E non so perché. Ci penso sempre, spesso, e non riesco a trovare una risposta.

Ha pensato che forse il problema sta nella domanda? Non sempre conoscere le cause di un problema, secondo la psicoterapia cognitivo-comportamentale, è necessario per cambiare le cose. Anzi, a volte ci si imbarca in lunghissime riflessioni (magari di anni ed anni!) senza cambiare una sola virgola della propria vita.

E questo perchè, gentile signora, il pensiero è uno strumento, ma non è il solo che abbiamo. Se continuiamo a pensare e pensare, ma agiamo sempre nello stesso modo, è come percorrere sempre la stessa strada sperando che prima o poi porti da un'altra parte!

>>Il mio obiettivo sarebbe quello di "staccarmi" dalla mia famiglia, fare il grande passo

Gentile signora, se lei, improvvisamente, si staccasse dalla sua famiglia, avrebbe bisogno di alcune "abilità". Ad esempio, dovrebbe guadagnare del denaro, gestire una casa, vivere delle relazioni extra-familiari, uscire per sbrigare i suoi affari etc.

Tutte queste abilità sarebbe stato più facile apprenderle "prima": ora, a 26 anni, non è certo troppo tardi, ma è più difficile.

Per questo le suggerivo l'ipotesi di un percorso di terapia che la aiutasse a costruire quei "paletti" che la sostengano nelle sue decisioni: andare via di casa può essere una fuga o un viaggio, a lei scegliere come intraprenderlo.

>>so che è una cosa che voglio, ma che non riesco a controllare perché la paura e l'ansia me lo impediscono

Questo è un equivoco che molte persone vivono: l'idea che la paura o l'ansia possano impedire le scelte e fermare i comportamenti.

Se non gestite, se non canalizzate ed utilizzate come "carburante" la paura e l'ansia diventano zavorre di cui ci si vorrebbe liberare.

Ma non è possibile farlo: sono emozioni naturali, persino importanti per l'essere umano. E vivere senza paura non è umano.

E' possibile imparare a cavalcare la paura e l'ansia, ed utilizzare la loro spinta per fare meglio e di più: ma prima di far questo, è importante apprendere a pensare in modo diverso, e comportarsi in modo diverso, più coraggioso.

Le rinnovo l'invito a prendere in considerazione l'idea di una psicoterapia, come già suggeritole anche dalla dott.ssa Rinella. Le allego i link di alcuni articoli che potrebbero contenere informazioni interessanti. Se le va, li legga e poi ci aggiorni:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/832-sconfiggere-ansia-e-depressione-non-e-una-questione-di-buona-volonta.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

Cordiali saluti
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Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile ragazza,
io non me la sento di darle interpretazioni o spiegazioni su quanto da lei riferito. Mi attengo semplicemente alla sua sofferenza che l'attanaglia in questo periodo. Penso sia il caso che lei ne parlasse con uno specialista. Interrompere un percorso psicoterapico è una cosa che accade talvolta, infatti, non si mette in moto il percorso di cura e questo non è colpa di nessuno. Le auguro di poterci riprovare.
Le auguro una serena giornata,
Antonio Raia
329.80.29.784
www.psicologibenevento.it

Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per le vostre risposte, mi stanno servendo molto. In particolare ho trovato interessanti gli articoli linkati dal dr. Calì. Sto prendendo sempre più coscienza del fatto che devo farmi aiutare perché così non posso continuare ad andare avanti. E se c'è qualcosa che si può fare, almeno ci devo provare. E soprattutto devo cogliere al volo questo momento in cui ho voglia di farmi aiutare prima che sia troppo tardi.

Vi ringrazio ancora per la pazienza e i preziosi consigli.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>E se c'è qualcosa che si può fare, almeno ci devo provare. E soprattutto devo cogliere al volo questo momento in cui ho voglia di farmi aiutare prima che sia troppo tardi

Sottoscrivo questo modo di vedere le cose, mi sembra molto costruttivo.

Un "FORZA!" per proseguire su questa strada ed un "BRAVA!" per lo sforzo di cambiamento del suo punto di vista!

Cordiali saluti