Principio dell' "Aiuto-aiuto" in caso d'ansia e attacchi di panico

Egregi Dottori,
da 10 giorni sono all'imprivviso entrato in una situazione di corto-circuito emotivo, che a catena creando me un'ansia che dura dalla mattina alla sera, e anche la notte (fatico ad addormentarmi, ho parecchi risvegli, verso la mattina non mi riaddormento più), agitazione, testa pesante, confusione e mancanza di mente lucida, poche forze a causa del poco sonno, poco appetito, tensione al collo e nodo alla gola, talvolta disperazione, voglia di piangere, paura di impazzire, di non uscire più da questo stato, paura di dover ricorrere agli antidepressivi (con conseguenze sui rapporti con mia moglie), paura di avere la depressione.

Ho in passato avuto degli attacchi di panico (intensi anche se della durata di pochissimi secondi): a tavola al ristorante sentendomi "esposto" agli sguardi degli altri, in chiesa, sul pullman, a teatro, sulla metropolitana. Il corto-circuito così intenso è esploso da un giorno all'altro. Segni premonitori però sono stati: un'ansia leggera e saltuaria dovuta a questioni economiche, le manovre di Monti, il lavoro monotono ma continuamente sotto pressione presso il Cliente (sono consulente informatico) e infine un episodio di "ansia anticipata" (l'idea di andare in Russia dalla suocera 20 giorni, lontano da ospedali e farmacie, ha aumentanto ancora di più il mio stato ansioso). L'ansia anticipata putroppo fa parte di me: mi preccupo esageratamente mesi o settimane prima di un evento futuro. Sono una persona che è sempre stata timida, introversa, ansiosa, con scarsa autostima, con eccessiva reverenza degli altri, chiuso in un recinto di regole (religiose, perbenistiche, ecc.) da rispettare che non mi hanno mai permesso di godermi la vita pientamente.

Poi infine la vacanza in montagna con la mia famiglia ha minato le mie sicurezze: mi si era bloccato l'appetito, ho dovuto mandare giù il cibo con l'acqua per qualche giorno, avevo paura di smettere di mangiare, l'ansia aumentava all'avvicinarsi dei pasti. Questo episodio, che poteva benissimo dipendere da mal di montagna o necessità d'adattamento a situazioni nuove e "stressanti" (l'essere fuori casa e quindi "esposto"), è poi durato solo pochi giorni. Tornato a casa era quasi tutto a posto, tranne l'arrivo della paura di dimagrire: controllo peso tutte le mattine.

Questo episodio l'avevo già vissuto nel '95 nel corso di una lieve depressione (durata pochi mesi) e poi nel 2005 in Russia (durò pochi giorni).

Il fatto che si sia ripresentato in montagna, ha scatenato in me il terrore: "oddio, e se ho la depressione?". Ho cominciato a leggere internet all'impazzata e mi son creato ancora più paura, mi sono auto-convinto di essere depresso.

Dopo 10 giorni dal blocco l'ansia c'è, forte. Non dormo. Sto ricominciando a mangiare. Prendo En e sto cominciando la psicoterapia: voglio uscirne più forte e vivere una vita VERA.

Intanto vi chiedo, per il principio dell' "Aiuto-Aiuto" di cui ha parlato il Dr Daniel Bulla qui, che libri consigliate?

[#1]
Dr. Alessio Sandalo Psicologo, Psicoterapeuta 50 1 9
gentile utente,
non saprei indicarle dei libri.
Tuttavia, il principio dell'auto-aiuto mi fa pensare ai famosi gruppi AMA (AUTO-MUTUO-AIUTO) presenti su tutto il territorio nazionale. Ne esistono anche per persone come Lei affette da ansia / attacchi di panico.
Ci ha mai pensato?
Se vuole maggiori dettagli mi scriva liberamente.
Cordiali saluti.

Dr. Alessio Sandalo
Psicologo a None - Nichelino - Torino
http://www.alessiosandalo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per l'attenzione Dottore.

Che cosa sonon questi gruppi AMA? Mi interessa, voglio risolvere il mio problema nel profondo, quindi mi interessa mettere in campo tutta l'artiglieria possibile per sbaragliarlo e non essere più l'uomo debole, insicuro, chiuso e senza auto-stima che sono.

Sono disposto anche a prendere gli antidepressivi se serve. Sembra che sia la prassi, almeno nei casi come il mio. Domani farò un test dalla psicologa per inquadrare meglio i miei disturbi e la loro gravità. Poi ha già detto che potrebbe essere necessario il supporto farmacologico. Vediamo ...

Se vuole parlarne qui ok, altrimenti se preferisce le scrivo a un indirizzo alternativo per questi AMA.

Intanto avevo semplicemente trovato dei libri di Raffaele Morelli. Che ne pensate?

Cordiali saluti.

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

se Lei è già seguito da una psicologa che Le somministrerà un test, l'unico suggerimento è di attenersi alle sue indicazioni.
In attesa di una diagnosi accurata, sarà poi alla psicologa che dovrà fare riferimento per la successiva terapia.

Preciso infine che la psicologa non può somministrare farmaci e vedo dal consulto precedente che è già seguito anche dal medico. Le ha prescritto lui l'EN?

Quanto ai gruppi di AMA è consigliabile che sia la Sua curante a prescriverli, eventualmente, perchè il trattamento dipende sempre dalla diagnosi.

Ci faccia sapere quale diagnosi ha posto la psicologa.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
L'En l'ha prescritto il medico di base: 13 gocce la sera; ora solo 8.

Sto bene, sono di buonumore, l'appetito normale, ansia e tensione scomparse, le paure lontane. Ci sono stati 8 giorni di tsunami emotivo, di ansia e terrore di essere in depressione. LA mia mente viaggiava e formulava pensieri alla velocità della luce, andando a fomentare le paure leggendo internet.

Con la forza d'animo e la pazienza, dopo 8 giorni avevo ricominciato a mangiare normalmente. Mangiando ho ripreso fiducia in me stesso e il malumore è scomparso. Tornando fiducia e buonumore, la tensione e l'ansia si sono stemperate e ore, dopo 15 giorni, è tornato tutto come prima.

Mi sento anche più forte perché ho evitato gli antidepressivi. Li avevo buttati via al terzo giorno, perché sono convinto che devo essere forte e inoltra sono convinto che un medico di base non possa diagnosticare una depressione in 5 minuti.

Veniamo all'esito test Rorschach dalla psicoologa. Ci sono delle bolle di tristezza in me. Nell'infanzia ero felice, ma ci devono essere state situazioni che arrivavano all'improvviso facendo crollare le certezze. Ha detto che con la psicoterapia (una volta la settimana) bisogna lavorare per ricostruire le mie certezze, ridarmi autostima, aiutarmi in futuro a non ricadere in questi (seppur brevi) brutti momenti.

Ha dedotto questo dalle mie risposte. In particolare non ho visto mostri o cose tristi o angoscianti. Ma la psicologa ha detto che, per ogni oggetto/persona che vedevo, specificavo: questo non è cattivo, questo è buono, questo non mi dice niente ... Quasi a voler esorcizzare qualcosa che mi fa paura e che inconsciamente voglio evitare di considerare ... In realtà, a ogni disegno puntualizzavo la cosa solo perché temevo di non essere abbastanza preciso, credevo che il test richiedesse precisione anche nel connotare il "senso" che dava ogni tavola ... Beh questa è stata la sua interpretazione ...

Quello che mi ha lasciato spiazzato è che mi ha detto che servirebbero dei neurolettici a basso dosaggio per la terapia. Ho visto che vengono anche chiamati anche antipsicotici e che hanno degli effetti collaterali anche irreversibili. Naturalmente dovrebbe essere una psichiatra a valutarlo. La psicologia consiglia, ma poi sono libero di decidere ...

Ma è normale dare neurolettici invece di antidepressivi in queste terapie? Non sono peggio questi degli antidepressivi? Gli antidepressivi stimolano l'umore e gli antipsicotici come agiscono, possono stimolare l'umore o sono solo una cosa per lobotomizzare? Riducono a uno stato vegetativo? Gli effetti sono reversibili o irreversibili? Non so perché sono sempre associati alla cura della schizofrenia, e quindi la cosa mi preoccupa parecchio!
[#5]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo un'altra domanda: ma come può un antipsicotico rafforzare la psicoterapia, se in realtà è la forza interiore, l'auto-analisi, l'esame di coscienza, la costanza nel migliorarsi affrontanto le paure invece che evitandole, che ci devono aiutare singolarmente a trarre beneficio dalle sedute?

Io non mi sento così grave, per cui perché correre il rischio di compromettere la mia salute con dei farmaci?

L'ibuprofene lo prendo se ho il mal di testa, un male fisico. Se ora sto bene fisicamente (e quindi anche i neurotrasmettitori probabilmente sono fisicamente a posto ora), perché curare dei neurotrasmettitori che stan bene?
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