Non sapere cosa fare nella vita?

un cordiale saluto a tutti.Vi scrivo perchè non so cosa fare della mia vita..cioè non in senso tragico ma nel senso che non so cosa vorrei fare di lavoro e sinceramente non l'ho mai saputo.


ho 23 anni e dopo il liceo non volevo fare l'università quindi ho lavorato fino a che mi sono accorto che io e certi lavori(soprattutto certi ambienti) non andavamo molto d'accordo quindi un anno fa ho deciso di tornare a studiare.la mia politica è stata "non pensare al futuro ma scegli quello che più ti piace" e così ho fatto scegliendo la facoltà che più mi piaceva ma che non ha sbocchi..solo che ora dopo un anno di ottimi risultati mi sto accorgendo che in realtà mi piace meno do ciò che credevo e che quasi vorrei tornare a lavorare..il problema è che sono sempre incerto ed indeciso..se lavorassi penserei che voglio studiare..ora che studio mi dico che forse vorrei lavorare..non sono molto sicuro in generale

la domanda che vi porgo è questa: credete che non sapere cosa fare nella vita possa essere anche normale oppure che sia necessariamente sintomo di un disagio interno? e poi: per una persona un pò insicura come me credete sia meglio arrivare comunque in fondo a questa triennale iniziata l'anno scorso?perchè questo è quello che avrei pensato io.. cordiali saluti e grazie a tutti
[#1]
Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile ragazzo,
certamente l'insicurezza sul piano della realizzazione personale e lavorativa è comune a molte persone della sua età e in parte è dovuta anche al particolare momento storico che stiamo vivendo. Detto questo, non so se nel suo caso l'insicurezza sia sintomo di un disagio interno, ma sicuramente mi sembra che il senso di disagio sia sintomo dell'insicurezza.

Spesso le continue indecisioni e rimuginazioni sul da farsi riguardano il desiderio di trovare sempre la strada migliore, fare la scelta migliore, la scelta perfetta, che però non esiste, e quindi quando intraprendiamo una strada ne vediamo tutti i difetti, e pensiamo che l'altra strada invece possa essere migliore, ma questo è un pensiero ingannevole e infruttuoso, perchè qualunque scelta comporta una rinuncia, e qualunque scelta ha pro e contro. Dunque, solo lei può decidere se continuare l'università o meno, e delegare la scelta a qualcun altro non gioverebbe alla sua insicurezza.

Al di là della specifica scelta universitaria, dal momento che questa indecisione sembra connotare un po' tutta la sua vita, potrebbe esserle utile consultare uno psicologo.

Saluti

Dr.ssa Valentina Bovio - Psicologa Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio molto per la risposta,devo dire che in poche righe mi ha aperto gli occhi su quanto sia illusoria l'idea di poter intraprendere scelte perfette in assoluto.devo dirle che questa tendenza al non sbaglio fa parte di me anche in altri aspetti della vita infatti spesso penso troppo e non mi butto nelle situazioni per paura del fallimento e di non fare una buona figura.altre volte mi giudico e punto il dito contro me stesso in base agli stati emotivi che provo..mi metto in croce se sono troppo negativo e pessimista oppure se sono "debole" ed insicuro insomma me ne faccio una colpa,solo che così mi sembra di dare ancora più forza a questi stati d'animo..

secondo lei l'insicurezza può essere alla base di questa paura per i fallimenti o di questo "rifiuto" di alcuni stati d'animo? cordiali saluti
[#3]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
La sicurezza in se' la si conquista mettendosi alla prova, sapendo quanto si e' in grado di lottare/soffrire per raggiungere un traguardo.
Quando a determinare le scelte circa il futuro erano i genitori era più' facile appoggiarsi ad esse e andare avanti volenti o nolenti. Quante lauree in materie economiche o giuridiche sono state conseguite quando il proprio gusto era nell'arte o nella creativita' pura..!
Oggi forse si chiede di scegliere in un contesto poco disponibile quale sara' il proprio futuro.
Si lascia una liberta' illusoria che pone le basi dell'insoddisfazione.
Presso la Facolta' che frequenta ci sara' un servizio per l'orientamento degli studenti.
Chieda un colloquio e forse questo le servira' ad accedere ad altre prospettive pr il suo futuro.
Le porgo i migliori auguri per tutto.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
dopo
Utente
Utente
dottoressa esposito la ringrazio molto per la risposta e cito "La sicurezza in se' la si conquista mettendosi alla prova, sapendo quanto si e' in grado di lottare/soffrire per raggiungere un traguardo."

ma se io non so quali sono i miei obbiettivi e non so quali vorrei fossero i miei traguardi come faccio a mettermi in corsa? io mi sono accorto che nella mia vita doveri fare di più..in tutti i sensi..dovrei fare di più,buttarmi di più,mettermi di più alla prova,fare qualcosa di concreto..il problema è cosa fare? dal punto di vista lavorativo non ho idea di cosa vorrei fare nella vita..non è niente per cui lottare in quel senso.
[#5]
Dr.ssa Valentina Bovio Psicologo, Psicoterapeuta 71 1
Gentile ragazzo,
quando dice "solo che così mi sembra di dare ancora più forza a questi stati d'animo" ha ragione, se mi sento negativo e debole probabilmente finirò col non cimentarmi affatto a raggiungere un obiettivo, e questo aumenterà il mio senso di fallimento.
Anche l'indecisione, fino a un certo punto, è utile perchè permette di ponderare le varie possibilità, ma quando diventa pervasiva, rischia di porre in una condizione di immobilità (non so che strada scegliere, e alla fine non faccio nè l'una nè l'altra).


"secondo lei l'insicurezza può essere alla base di questa paura per i fallimenti o di questo "rifiuto" di alcuni stati d'animo?"
Anche stavolta, direi più il contrario, è la paura di fallire che aumenta l'insicurezza, che a sua volta aumenta la paura di fallire e così via. Sbagliare, fallire, è normale nella vita, ed anche utile, ma se si ha una grande paura di fallire si tenterà in ogni modo di evitarlo, e se si rimane immobili, senza scegliere, paradossalmente non si rischia di fallire.

"Fallisci ancora. Fallisci meglio." [S. Beckett]

Saluti