Lui soffre di disfunzione erettile e ora ha dubbi su tutto

Buongiorno,
sto insieme a lui da 14 mesi.Viviamo a 150km di distanza ma ci vediamo tutti i weekend. Lui si soffre di disfunzione erettile di natura ansiosa. Dagli accertamenti effettuati, fisicamente è tutto nella norma e non è risultato nulla.
Ne soffriva già prima che ci conoscessimo, ma nonostante questo problema, ho deciso di stare con lui perchè è un ragazzo fantastico.
Ha provato anche ad andare da uno psicosessuologo, ma dopo 7/8 sedute ha smesso di andarci perchè, secondo lui, non lo capiva veramente e non lo stava aiutando.Non notava miglioramenti. Gli ho detto che, secondo me, aveva sbagliato, che sono cose che vanno un pò alla lunga e di non aver fretta, ma lui ha deciso di mollare.
Tra noi le cose sono andate abbastanza bene. Qualche discussione per divergenze di carattere e talvolta qualche tensione legata proprio alla carenza di un'intimità non vissuta al 100%. All'inizio non nego che, non avendo mai avuto in passato partner con questo problema, ho avuto dei momenti in cui mi isolavo e cercavo di non aver nessun contatto fisico con lui. Ero andata in confusione. Poi però parlandone ho superato questa cosa e tutto è ritornato nella normalità, compatibilmente con il problema in essere.
Da circa un mese a questa parte però, lui è andato in crisi totale. Dice di non sapere più cosa vuole e che pensa che il suo problema di impotenza sia anche legato al fatto che forse non gli piaccio abbastanza. Dice di amarmi, che non vuole perdermi, ma ha messo tutto in discussione: noi, me, i suoi sentimenti, la sua vita sociale, il suo lavoro.
Gli ho detto che comunque lui ne soffriva già prima di conoscere me e quindi, secondo il suo ragionamento, a questo punto io non sono mai piaciuta abbastanza. La sua risposta è stata: non lo so. non so che dire o pensare..
Da una parte mi vuole ma dall'altra mi respinge. Dice di amarmi e poi dice di avere dubbi anche su questo. Non mi vuole lasciare, ma vuole riflettere da solo.
Ho cercato il dialogo e di trovare un punto di incontro, ma i miei tentavi non sembrano aver avuto molto successo. Lui è altalenante. A volte è più sereno, poi, davanti all'ennesimo insuccesso a letto, o alla prima piccola discussione, va di nuovo nel caos totale.
Non capisco se è il nostro rapporto a essere in crisi davvero o se è il suo problema che lo affligge talmente tanto da farlo andare in depressione e offuscargli tutto.
Che cosa devo fare? Sono molto preoccupata e in ansia. Sto male perchè comunque non voglio perderlo e vorrei difendere la nostra storia, ma non so davvero come fare.
Grazie infinite.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

un'ipotesi non esclude l'altra nel senso che il suo compagno può contemporaneamente soffrire di disfunzione erettile di natura psicogena e non essere più coinvolto come prima nel vostro rapporto.

Non conoscendolo direttamente è impossibile dirle "se è il suo problema che lo affligge talmente tanto da farlo andare in depressione e offuscargli tutto" o se sta cambiando sentimenti nei soi confronti.

Nell'ipotesi che non sia più innamorato di lei, pensa che glielo direbbe chiaramente o che non ne avrebbe il coraggio e cercherebbe un altro modo per farglielo capire?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Dice di non sapere più cosa vuole e che pensa che il suo problema di impotenza sia anche legato al fatto che forse non gli piaccio abbastanza
>>>

Intanto sarebbe opportuno che apprezzasse la sincerità con cui il suo ragazzo le sta mettendo il cuore in mano. Ma sono sicuro che già la sta facendo.

Poi, indipendentemente dal passato insuccesso terapeutico, è indispensabile che vi informiate e reperiate uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi sessuali (NON un "sessuologo", dato che la sessuologia non è una disciplina riconosciuta legalmente nel nostro paese; il professionista dev'essere uno psicoterapeuta, *eventualmente* con perfezionamenti in sessuologia, ma non è strettamente necessario).

Leggete qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2336-scegliere-lo-psicologo.html

Lo psicologo potrà aiutare il suo ragazzo a stabilire se si tratta di un problema relazionale, oltre che sessuale.

Una forma di terapia adatta è ad esempio l'approccio strategico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Alle riflessioni dei Colleghi, le allego qualche articolo, per poter approfondire la questione deficitvettivo,
Che tratta anche il controversto vissuto della donna

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1929-mancanza-d-erezione-il-sintomo-va-sempre-tolto-o-talvolta-mantenuto.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1593-mancanza-d-erezione-10-cose-da-sapere.html

Forse sette , otto incontri, sono stati pochi per attuare un cambiamento o, come a volte accade , tra il suo compagno ed il clinico, non si e' instaurato quell' indispensabile clima empatico e di proficua collaborazione .

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.ma dott.ssa Massaro,
grazie per la sua risposta.
Credo che se non fosse più innamorato di me, anche se un pò a fatica, me lo direbbe.
Di natura è un ragazzo timido, un pò introverso e dalla personalità un pò fragile. Diciamo che nella coppia quella più forte e combattiva sono io. Lui davanti ai problemi non si mette nella posizione di affrontarli, ma di guardarli e pensare a lungo sul cosa è meglio da farsi. Molto riflessivo. Ma nel contempo talvolta subisce passivamente le difficoltà.
Mi ha confermato di non essere coinvolto totalmente come agli inizi, ma che comunque mi ama.
Quando gli ho detto che, se preferisce, per cercare di far luce con calma dentro se stesso, posso mettermi da parte non vedendoci per un pò, è scoppiato in lacrime e mi ha abbracciata forte dicendomi che non è questo ciò che vuole.
Di scusarlo e di capirlo ma che è in caos totale...che ha bisogno di tempo
E ora, non nego che inizio con l'esserlo anche io nel caos.
Alterno momento di tristezza a momenti di rabbia.


[#5]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dott. Santonocito,
la ringrazio per la sua risposta.
Si, nonostante tutto, anche se fa male, sto apprezzando la sincerità con cui mi sta parlando e per gli sforzi che sta facendo nel mettersi a nudo cercando, anche se in maniera molto confusa, di rendermi partecipe del suo stato confusionale.
Questo lo sa anche lui, e l'ho già ringraziato per averlo fatto.
Grazie per il suo consiglio sulla giusta linea terapeutica da seguire. Ne parlerò al mio fidanzato sperando che lui accetti di andare da un terapista.
Ma secondo Lei dottore, io cosa è meglio che faccia nel frattempo?
Stargli vicino e comportarmi come se nulla fosse, cercare di distrarci e di ritrovare un clima un pò più sereno e rilassato, oppure farmi da parte e lasciarlo da solo a riflettere?
Grazie
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gent.ma dott.ssa Randone,
ringrazio anche lei per avermi dedicato la sua attenzione.
Credo che lei ha centrato proprio il punto. non si è creato quel feeling tra dottore e paziente.
Gli ho proposto di andare da un altro dottore, ma lui è un pò scettico. In questo periodo in realtà non è convinto su nulla.
Leggerò gli articoli che mi ha postato.
Grazie infinte.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Direi che una via di mezzo sarebbe l'ideale. Se lui le ha manifestato dubbi riguardo ai suoi sentimenti, è lui che deve fare chiarezza. Perciò volergli "stare vicino" a tutti i costi potrebbe essere controproducente. Faccia invece un passo indietro e gli lasci spazio per capire cosa vuole. Non spinga per una cura, gli dica semplicemente cosa dovrebbe fare, poi lasci a lui la decisione.

Se lui ancora a lei ci tiene, non ci deve essere bisogno di alcuna pressione per farglielo manifestare. Come si dice, se son rose fioriranno. E se non lo sono, non è sforzandosi che lo potranno diventare.

[#8]
dopo
Utente
Utente
Va bene Dottore. Seguirò il suo consigliio e gli farò sentire che ci sono, ma prenderò al tempo stesso un pò le distanze, e non lo forzerò sulla cura.
In effetti, se davvero ci tiene a me, nel momento in cui sentirà che mi sono un pò allontanata, cercherà di accorciare la distanza e si riavvicinerà.
E in caso contrario, sarà come dice Lei: <<<Non è sforzandosi che lo potranno diventare.>>>
Spero che tutto vada per il meglio.ho tanta paura e sto molto male.
Sto perdendo il sonno e sto diventando inappetente. Cerco di stare in mezzo alla gente per distrarmi, per evitare di pensare, per cercare di distrarmi, perchè quando sono da sola la mia testa è affollata da milioni di pensieri, ma purtroppo sto notando che mi sento più sola quando sono in mezzo agli altri di quanto non lo sia quando sono solo nella mio appartamento.




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