Per quanto tempo è possibile controllare la propria volonta in amore?

Egregi dottori, sono consapevole del fatto che un consulto online non può essere paragonabile ad una vera e propria seduta psicologica, ma desidero comunque moltissimo avere un Vostro parere riguardo ad una situazione che ultimamente mi sta rendendo terribilmente inquieta, ovvero il profondo amore che provo nei confronti del mio ragazzo.
Ultimamente tale grande sentimento mi sta portando a dubitare che, nonostante la ferrea volontà del mio ragazzo di stare con me, in futuro senza che dipenda da noi possa cambiare qualcosa e che lui possa lasciarmi per un'altra.

Lui è un ragazzo di 23 anni, appena laureato, dall'intelligenza spiccata e dotato di una maturità e di una determinazione decisamente fuori dal comune. Il nostro è un rapporto meraviglioso, non potevo desiderare di meglio, il rispetto reciproco e soprattutto l'amore che ci lega è un elemento portante della nostra vita di coppia, iniziata un anno fa.
Ebbene, la situazione è questa: come già ho accennato, la grande intelligenza e la forte determinazione che caratterizza il mio compagno, gli hanno fatto guadagnare una borsa di studio che gli ha permesso, proprio oggi, di trasferirsi in un'università privata (preferisco ometterne sia il nome che la tipologia per questioni di rispetto) nella quale insieme a lui sono iscritti altri 14 studenti, per un totale di 15 studenti, tra cui 7 uomini e 8 donne. L'università offrirà loro vitto e alloggio, vivranno o, meglio, vivranno insieme per due anni precisi ogni giorno, ad esclusione del fine settimana in cui ognuno di loro farà ritorno alla propria casa.
Personalmente non ho mai dubitato del mio amore per lui, così come lui non ha mai dubitato del suo. Il nostro è sempre stato un rapporto a distanza, ci vediamo circa due volte alla settimana, massimo due. Siccome siamo entrambi studenti non è tanto la distanza a separarci (io sono di Roma e lui di Napoli), quanto gli impegni. Ma come ho detto poc'anzi, questo non è mai stato un elemento contrastante e credo che mai lo sarà. Il problema vero e proprio risiede nel fatto che adesso lui dovrà condividere OGNI GIORNO con queste persone fatica, esami, preoccupazioni, divertimento ecc ...
Lui ritiene che la convivenza con altre ragazze, non influirebbe mai sul nostro rapporto, e che lui non potrebbe mai lasciarmi per una di loro.


Ora ... fino a che punto è possibile prevedere le nostre azioni? Lui non conosce queste persone, non conosce queste ragazze, come fa ad essere così sicuro che tra noi due non cambierà mai nulla? Ho tirato fuori questo discorso moltissime volte, ricevendo sempre la stessa risposta. Io ho fiducia in lui, ciò che temo è l'imprevedibilità della vita.
Secondo Voi, egregi, fino a che punto è possibile fidarsi della capacità di autocontrollo di una persona? Ho sentito dire spesso che "quando dormi con i cani prima o poi ti si attaccano le pulci".

Vi ringrazio moltissimo per l'eventuale concessione dei Vostri pareri,
cordiali saluti
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La paura è nemica dell'amore.

Se tu ti lasci sopraffare dalla paura che il tuo ragazzo possa lasciarti, per qualsiasi motivo, quasi certamente correrai il rischio di trasformare in realtà la preoccupazione: è una profezia negativa che si autoavvera.

Gli amori possono finire per un mare di ragioni e, pensando in modo un po' fatalista, se un amore finisce forse era perché era destinato a finire.

Perciò guarda la cosa in altro modo: se il vostro amore sopravviverà alle tentazioni cui il tuo ragazzo potrà essere sottoposto, vuol dire che è un amore solido.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

come tu stessa sottolinei in quest'anno tu e il tuo ragazzo vi siete visti relativamente poco e quindi avete frequentato ambienti e persone diverse, che avrebbero potuto rappresentare una "tentazione" sia per te che per lui.
Così però non è stato.
Da questo punto di vista quindi le cose non cambieranno molto: esattamente come ora vedrà persone che non conosci e le vedrà in tua assenza.

Quello che ti disturba può essere quindi solo il fatto che lui e gli altri studenti saranno un gruppo ristretto di persone che condividerà per 2 anni la giornata e non solo le attività di studio.
In un certo senso è vero che "vivranno insieme per due anni precisi ogni giorno", ma è anche vero che non sarà una vera e propria "convivenza con altre ragazze" come la stai percependo.
Condivideranno molto, ma non è detto nè che vadano d'accordo (anche se glielo auguro) nè che non prevalga la competizione nè che le ragazze presenti siano prive di impegni sentimentali e disponibili al flirt.

Tutto questo ovviamente senza considerare il fatto che se il ragazzo è innamorato di te e sta bene con te non sarà certo una lontanaza simile a quella attuale a farlo allontanare da te.
Sei sicura che tutto vada bene fra voi o in fondo hai qualche dubbio, anche minimo, che sia davvero contento di stare con te?

Come ti senti rispetto alle ragazze che conoscerà là?
Hai la sensazione che siano "superiori" a te e magari più simili a lui di quanto possa esserlo tu o questo pensiero ti è estraneo?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentilissima Dott.ssa Massaro, prima di tutto desidero ringraziarla.

Per quanto riguarda le Sue domande, Le dico che ciò che temo non è l'eventuale superiorità di quelle ragazze, in quanto io e il mio ragazzo ci sentiamo complementari come due filamenti di DNA: stesso corso di laurea, stessi interessi, stesso temperamento e modo di ragionare. Tra di noi c'è una magnifica intesa, in un anno di conoscenza non abbiamo mai litigato o discusso per futili faccende. Anche il modo in cui viviamo la sessualità è ottimale.

Sono molto innamorata e penso che sia anche il caso di precisare che questo è il primo ragazzo della mia vita, con lui ho fatto l'amore per la prima volta, e per la prima volta ho scoperto che cosa significa essere innamorati di qualcuno. A differenza sua (che lo maschera) ultimamente soffro di una fortissima nostalgia nei suoi confronti, soprattutto adesso che lo sento più "lontano" e fuori portata rispetto a poco tempo fa e la sua risposta, degna di una persona matura, è sempre "anche tu mi manchi, ma siccome la situazione è sempre stata questa mi sono rassegnato, e aspetterò tranquillamente il giorno in cui ci rivedremo, e devi stare tranquilla perchè io ti amo e voglio stare solo con te".
Secondo me è semplice parlare e tenere conto di ciò che si prova nel presente!!! Molte volte lui mi ha detto che sono la cosa PIU' importante della sua vita, e invece mentre parlavamo qualche giorno fa, è uscito fuori che per lui la prima cosa che viene è lo studio e poi tutto il resto. Con questo non voglio assolutamente dire che pretendo di essere veramente la cosa più importante, bensì che mi sono soffermata parecchio ad analizzare questo suo modo di pensare.
Ovvero una persona che a volte dice una cosa ma in realtà ne pensa un'altra (nel caso della mia importanza, ad esempio), può essere attendibile quando parla di tutte le altre cose (il suo amore per me e la mia insostituibilità)? Fino a che punto i fatti e i pensieri corrispondono alle parole? Fino a che punto conviene abbandonarsi al destino senza poter prevedere (in linea di massima) le azioni di qualcuno conoscendone l'indole? Mi soffermo sempre a pensare, sono una persona esageratamente analitica, mi soffermo a contemplare piccole variazioni nello stile degli sms per cercare di captare dei segni, oppure ascolto attentamente il tono di voce per capire se c'è qualcosa di insolito, e questo sempre per cogliere eventuali variazioni a livello dei suoi sentimenti o del suo interesse.
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"sono una persona esageratamente analitica"

Non posso che concordare.

Questa continua e perenne analisi del comportamento del ragazzo però ti porta a rilevare così tanti dettagli che alla fine non sai cosa fartene: una mole di dati e di impressioni che ti rendono inconcludente, invece di consentirti di avere il controllo della situazione, come vorresti che fosse.

"Fino a che punto i fatti e i pensieri corrispondono alle parole?"

Le azioni sono molto più importanti delle parole e bisognerebbe basarsi su queste più che sulle parole, che possono essere dette senza reale intenzione e che in fondo non costano nulla.

La possibilità di mentire è un'opportunità che si scopre nei primi anni di vita e rappresenta un momento fondamentale nella crescita psicologica: saper mentire significa essersi resi conto che i propri pensieri non sono visibili e che gli altri non possono controllare con certezza assoluta cosa pensiamo.
Un'acquisizione altrettanto fondamentale però è la capacità di sviluppare fiducia negli altri, e anche nelle proprie capacità di fidarsi delle persone giuste senza avere bisogno di controllare continuamente se queste persone meritano fiducia e si stanno comportando come previsto.

Se è vero che una persona può mentire e che può esprimere giudizi diversi a seconda del momento e dello stato d'animo, è anche vero che il giudizio su questa persona, per essere realistico, deve derivare da uno sguardo più ampio di quello rivolto al singolo episodio che la riguarda.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> sono una persona esageratamente analitica
>>>

Quando l'essere analitici si coniuga alla paura, ciò si chiama ossessività.

Ogni domanda del tipo: "Metto caso che...??" fatta a se stessi con tono preoccupato è una domanda ossessiva, ovvero che mette nella posizione, come si suol dire, di fasciarsi la testa prima di rompersela.

Perciò è probabile che il problema non sia la relazione con il tuo ragazzo, ma l'atteggiamento preoccupato che ci sta dietro.

[#6]
Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Cara ragazza,
oltre ad una normalissima gelosia nei confronti del suo fidanzato, dalle sue parole percepisco anche una forte possessività.

"Il problema vero e proprio risiede nel fatto che adesso lui dovrà condividere OGNI GIORNO con queste persone fatica, esami, preoccupazioni, divertimento ecc ...

Infatti Lei solo dopo si riferisce a delle "ragazze", ma in realtà il suo più grande timore è che lui possa "condividere" delle esperienze importanti con altre persone, "perdendo", in quel frangente, il suo ruolo, quello di confidente assoluta ,colei che rappresenta il fulcro del suo mondo.
In realtà la possessività viene vissuta peggio dalla persona rispetto al sentimento della gelosia. Ciò accade perchè ci si sente fragili, impotenti, non amati, o meno amati, ogni qual volta il proprio oggetto d'amore sposta la sua attenzione ad altre situazioni,persone,contesti di vita in generale.
Non ci si sente attaccati da una possibile rivale, ma tutto il mondo diventa un nemico laddove, per un periodo di tempo, breve o lungo che sia,la persona amata debba o voglia condividere parte della sua vita con altre persone al di fuori di noi.
Rifletta su quanto i pensieri che mette in atto vadano ad influire negativamente sulle le sue emozioni, il suo umore, rendendola fragile,insicura,piena di paure.
Non sarà certo condividendo parte della sua vita con altre persone che suo fidanzato smetterà di amarla.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it

Dr.ssa serena rizzo

[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Egregi dottori, ringrazio tutti Voi per le risposte tempestive ed esaurienti. Ricevere i Vostri pareri mi è stato di aiuto e senza dubbio mi sento più tranquilla rispetto a prima.

Per quanto riguarda la mia preoccupazione nei confronti del mio ragazzo, vorrei dire che non penso di essere una persona particolarmente possessiva e, anche se magari senza esserne del tutto consapevole lo fossi, sta di fatto che faccio di tutto per reprimere tale possessività o gelosia repressa: ho sempre lasciato al mio fidanzato la massima libertà e, anzi, a volte sono proprio io a spronarlo suggerendogli di uscire con gli amici e di divertirsi, per poi proporgli di vedere me in un altro momento. E questo, lo ammetto, lo faccio in modo meccanico, NON visibilmente forzato, ma sicuramente trovo sia una cosa indispensabile dare la precedenza alla ragione piuttosto che alle pulsioni istintive. Non a caso lui, quando il nostro rapporto era ancora agli inizi, mi disse di essersi innamorato di me soprattutto per questo mio modo di pensare e di affrontare le situazioni (le poche storie che ha avuto sono finite a causa dei sentimenti di gelosia provati dalle sue ex).

Sono gelosa, ma riesco a nascondere tale gelosia dando la priorità alle cose importanti. Sta chiacchierando amichevolmente con una ragazza o con un'amica? Il cuore mi batte forte, sento il mio pH abbassarsi drasticamente, lo stomaco comincia a risentire del nervosismo, ma non appena inizio ad avvertire questi sintomi, il cervello mi dice: "Sta solo chiacchierando, non è detto che una persona del sesso opposto debba essere necessariamente un potenziale partner!!! E' un'amica, tu non hai amici uomini? Lui ti ama e ti rispetta, avete un ottimo rapporto. Vivi e lascialo vivere per fare del vostra vita di coppia qualcosa di perfetto." Ed è grazie a questo meccanismo di silenziamento della gelosia, chiamiamolo così, che posso permettermi di non definirmi gelosa, ma nonostante questo non posso fare a meno di pensare a quello che potrebbe succedere in questi due anni.

Con le ragazze lì presenti ci instaurerà un rapporto di amicizia (escludendo il fatto che potrebbero non essergli simpatiche), ci sarà un approfondimento reciproco della conoscenza, parleranno del più e del meno per ben due anni fino ad arrivare a toccare argomenti personali, potrebbero scoprire di avere interessi comuni e di sentirsi affini, la sera potrebbero andare a mangiare qualcosa insieme ... ed ecco qua che lui potrebbe scoprire di trovare interessante un'altra ragazza.

Mi ha ripetuto mille volte che questo non potrebbe mai succedere, che sarebbe benissimo in grado di controllare il suo cuore, che non mi cambierebbe con nessuna e che vuole stare solo con me.
Ma ... come fa? Secondo Voi è possibile riuscire a controllarsi in questa maniera sfidando spudoratamente il futuro ignoto? E' possibile? Ho paura del futuro, se potessi mi preparerei sin da subito a spiacevoli eventualità ... ma il fatto di non poter avere una risposta certa prima di aspettare due anni, mi turba moltissimo.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ricevere i Vostri pareri mi è stato di aiuto e senza dubbio mi sento più tranquilla rispetto a prima
>>>

Ciò suggerisce che possa trattarsi di una tendenza ansiosa di base, che ti spinge a preoccuparsi più del necessario.

In effetti leggendo alcune tue richieste precedenti traspare una tendenza alla preoccupazione: se le scuole hanno un'anima, se lo psicologo fosse realmente competente, se è possibile ricordare qualcosa in modo perpetuo. Solo per ricordare quelle di genere psicologico. Poi ci sono le richieste che hai inserito nelle aree mediche.

Ti dico questo non per allargare o sviare il discorso, ma per farti capire che potrebbe trattarsi di quest'ansia di fondo, che si esprime di volta in volta in modi diversi. Ciò è molto comune, nell'ansia.

Per quali motivi hai cercato aiuto psicologico, esattamente?

[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentilissimo Dottor Santonocito,
ho deciso di cercare un aiuto psicologico, penso si riferisca a quello che ho cercato qui su medicitalia, in quanto vorrei sapere da chi "studia la mente", se le mie paure riguardo la situazione che si è presentata con il mio ragazzo hanno motivo di essere fondate.

Penso che Voi siate in grado di riconoscere i comportamenti che in futuro possono portare a delle conseguenze, e questo proprio grazie allo studio della psicologia e delle sue sfaccettature. Io, anche tramite l'analisi degli "indizi" comportamentali di cui dispongo, posso solo formulare delle ipotesi, mentre magari Voi potreste darmi delle risposte maggiormente realistiche che dispongono di basi più solide, fornite da anni di studio e da un vasto repertorio di conoscenze del campo decisamente maggiori delle mie.
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Mi riferivo all'aiuto psicologico di persona. Da precedenti richieste sembrerebbe che si fosse rivolta a uno psicologo.
[#11]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentile Dottor Santonocito,
il motivo per il quale in passato (ma anche attualmente) mi sono rivolta ad uno psicologo è sia per la ragione che le ho citato nel messaggio precedente, sia per avere a che fare con qualcuno che sia in grado di confutare o di affermare alcune mie ipotesi, che rappresentano il mio modello teorico.
Come mi è già capitato di dire precedentemente, sono una persona molto analitica, fantasiosa, ma non per questo totalmente estranea alla realtà. Nella mia testa avviene una continua formulazione di ipotesi, che si basano sui princìpi base del mio mondo, di quella che è la MIA realtà. E siccome una realtà soggettiva, per esistere, deve tener conto anche di quella oggettiva, vedo nella figura dello psicologo un possibile "ponte" tra me e la realtà.
Io faccio mostra di un'idea, un'ipotesi, un quesito, un problema, quello che sia ... e lo psicologo mi dice se una tale cosa è compatibile con la realtà oppure no.
[#12]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Il punto è che sono alla continua ricerca di risposte razionali, proprio perchè voglio che tutti i miei pensieri lo siano. A dispetto di ciò che potrebbe sembrare, la mia fantasia, il mio modo di vedere il mondo, è diverso ma non illogico, anzi, la logicità deve essere sempre presente se voglio che ci sia una corrispondenza con la realtà, altrimenti un qualsiasi pensiero che non sia razionale e non riscontrabile nella vita reale non ha motivo di continuare a risiedermi in testa.
[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E a oggi, ti diresti dirti soddisfatta delle conferme e confutazioni che hai ricevuto, oppure senti che ancora una certa parte della TUA realtà non sempre ha punti di contatto con la realtà condivisa dalle altre persone?

Mi spiego meglio: dal punto di vista di una terapia come la breve strategica ogni intervento deve avere un obiettivo. Può trattarsi di risolvere un problema psicologico o una difficoltà espressa dal paziente, ma occorre distinguere bene questo caso dalla semplice curiosità.

Nel tuo caso, diresti che le tue sono semplici curiosità oppure i tuoi dubbi t'infastidiscono e ti lasciano una certa preoccupazione addosso?

[#14]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il punto è che sono alla continua ricerca di risposte razionali, proprio perchè voglio che tutti i miei pensieri lo siano
>>>

Il punto è: questa cosa t'infastidisce o per te è normale non riuscire a essere perfettamente razionale?

[#15]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"sicuramente trovo sia una cosa indispensabile dare la precedenza alla ragione piuttosto che alle pulsioni istintive"

"Sono gelosa, ma riesco a nascondere tale gelosia dando la priorità alle cose importanti"

"quando il nostro rapporto era ancora agli inizi, mi disse di essersi innamorato di me soprattutto per questo mio modo di pensare e di affrontare le situazioni"

Dunque, riepilogando: ti sei forzata a reprimere "meccanicamente" le tue reali emozioni perchè lui ti apprezzasse -.e francamente mi appare quasi una beffa che ti apprezzi proprio per questo tuo autoimposto modo di pensare! Potrebbe apprezzarti per come sei realmente, se gli dessi modo di conoscerti di più.

Ora che vi aspettano due anni di maggiore lontananza tutto sta tornando a galla perchè hai solo represso e non risolto nulla.

In più vorresti mettere sullo stesso piano quello che senti e quello che ritieni ragionevole sentire, come se potessi decidere quali emozioni provare.
Su di te pensi che il controllo funzioni, mentre dubiti che il tuo ragazzo possa esercitare il medesimo controllo sulle proprie e cadere in chissà quali tentazioni.

Tutto sommato penso che questa domanda più che a lui (o a noi) andrebbe rivolta a te: è per quanto riuscirai ancora a controllarti in questa maniera sfidando spudoratamente il futuro ignoto?

[#16]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Non penso che tutti quanti potremmo liberamente dare sfogo ai nostri istinti naturali. La gelosia è "umana", tutti la provano in maniera più o meno intensa, sta alla persona cercare di autocontrollarsi. Di solito chi non lo fa, facendo mostra di gesti violenti o di comportamenti petulanti, tende a risultare immaturo e fastidioso. La vera abilità, secondo me, risiede proprio nel sapersi controllare e mi riferivo proprio a questo tipo di controllo.
Io non mi sono mai spacciata al mio ragazzo per una persona non gelosa, bensì mi sono fatta conoscere sin da subito per quella che sono in realtà, ovvero una persona che sa reprimere i propri istinti naturali (comuni alla maggior parte degli esseri umani) ragionando in modo logico.

Quindi, e ci tengo a precisare che questo è un MIO pensiero e che può non rispecchiare la verità assoluta, la gelosia è un elemento tipico della natura umana, di cui tutti sono in possesso ma che pochi riescono a controllare, ed io sono una fra queste, a meno che non mi venga dato un motivo valido per togliere il freno a questo istinto naturale.
[#17]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Dottor Santonocito, vorrei premettere una cosa importante di cui Lei stesso se ne sarà reso conto in base ai miei consulti passati: quando io sono stata dagli psicologi, non è mai stato per cose "comuni" come i problemi nella vita di coppia, le preoccupazioni dovute allo studio o a difficili situazioni della vita quotidiana ... Il mio stesso psicologo di fiducia, mi ha confidato di essere molto interessato al mio modo di pensare e al mio modello teorico, elogiandone più volte le diverse sfaccettature e definendomi più volte in diversi modi. Si ricorderà sicuramente il mio amore per il concetto della scuola, ormai si tratta soltanto di un ricordo, e questo proprio perchè grazie ad un aiuto esterno mi è stato più facile mettere in ordine il caos che si trova nella mia mente (un caos nel quale vige l'ordine), ed ho potuto constatare che tutti i pezzi del puzzle erano al loro posto, ovvero tutto il materiale apparentemente illogico, rispecchiava in realtà una logica precisa riscontrabile nella realtà. E ovviamente non sto neanche a precisare che questo tipo di pensieri mi accompagnano da quand'ero piccola, e che anche attualmente fanno parte di me e della mia persona.

La problematica riguardo la mia gelosia e la lontanza del mio ragazzo, lo considero il primo pensiero "normale" della mia vita, Ma essendo io una persona passionale e molto sensibile sotto ogni punto di vista, anche i problemi più comuni possono diventare molto fastidiosi. Ebbene, rispondendo alla Sua penultima domanda, Le posso affermare che provo fastidio nei confronti della mia attuale situazione, e i pensieri che riguardano il mio ragazzo mi lasciano un senso di forte preoccupazione addosso. Attualmente è la persona con la quale vorrei passare la vita, in quanto rappresenta il mio compagno ideale.

Per quanto riguarda il fatto dell'irrazionalità, diciamo che io so di possedere una determinata tipologia di pensiero decisamente fuori dal comune, e questo mi induce ad avere la certezza (confermata dalla realtà in cui vivo) che la maggior parte dei miei problemi sono causati da una MIA visione del mondo, che non rispecchia quella comune. Ma nonostante questo c'è logicità in ciò che penso e in ciò che faccio, è come se il mio mondo fosse un'altra faccia della realtà in cui tutti noi siamo immersi.

Quindi, il fatto di non essere del tutto razionale nel vero senso della parola, non mi incute angoscia o disturbo, in quanto sono sempre stata così e per me è normale avere certi pensieri, ma nonostante questo, come ho già detto, tutto il mio mondo deve avere una logicità.

Le faccio un esempio per cercare di essere più chiara: il mio liceo.
Penso se lo ricorda, in quanto ne discutemmo a lungo. Il mio desiderio qual'era? Quello di appartenergli per sempre, e di fargli capire che il mio amore nei suoi confronti era grande. Una cosa simile può essere considerata, non proprio oggettivamente ma quasi, una cosa decisamente irrazionale. Come può un insieme di cemento, legno, acciaio, marmo e quant'altro essere in possesso di sentimenti? Ed ecco qui che il mio tipo di pensiero può far mostra, ad occhi comuni, della sua irrazionalità. La razionalità invece dove risiede? Ha avuto un ruolo? Ebbene sì. Volevo appartenere al mio liceo per sempre? L'ho fatto. Tramite, fotografie, registrazioni audio e consapevolezze acquisite nei giorni, sono arrivata al punto di poter dire: "Ce l'ho fatta, gli appartengo e questo è inconfutabile. Con la fatica sono riuscita a rendere reale e razionale i miei desideri, e da lì la mia anima sta in pace.
[#18]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, il problema della scuola l'hai messo a tacere, ma come vedi l'ansia può benissimo sbucare fuori da un'altra parte.

Quando c'è una tendenza di base alla preoccupazione, essa si può esprimere in un mare di modi diversi. Ciò che può ingannare la persona è questa molteplicità di modi, e perciò indurla a tentare di risolverli uno per uno, via via che si presentano. Ma ciò che può servire in questi casi è invece risolvere la tendenza ansiosa di base.

>>> nonostante questo, come ho già detto, tutto il mio mondo deve avere una logicità
>>>

>>> Con la fatica sono riuscita a rendere reale e razionale i miei desideri
>>>

>>> la maggior parte dei miei problemi sono causati da una MIA visione del mondo
>>>

Frasi come queste, perdonami se insisto, lasciano trapelare ossessività, ossia un bisogno esagerato di controllo. Il controllo ci vuole nella vita, ma quando ci si deve sforzare molto per ottenerlo significa che probabilmente si ha paura di perderlo, ed è lì che sta il problema.

[#19]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Sì è vero, mi considero una persona ansiosa e tendente alla preoccupazione. Mi pongo moltissimi quesiti, rigorosamente creati da me, e poi avverto il forte bisogno di risolverli, come se la mia mente avesse a sua volta una testa pensante.
Il mio psicologo mi ha paragonata più volte ad un camaleonte che cammina su una scatola di pennarelli: non sapendo quale colore assumere, per via della molteplicità di colori che si trovano sotto di lui, non riesce a mimetizzarsi come dovuto, diventando contemporaneamente di tutti i colori, finendo finendo così per confondersi, impazzire e non trovare una soluzione.
Un'altro problema che mi fa notare spesso, è la mia incapacità di sintesi. I pensieri voglio assumerli tutti, penso che tutto sia indispensabile, quando invece, secondo lui (e non posso dargli torto), bastano pochi pensieri fondamentali.
[#20]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il mio psicologo mi ha paragonata più volte ad un camaleonte
>>>

Apparentemente sì, ma come ti dicevo c'è un principio unificante di fondo a quest'apparenza così mutevole, ed è l'ossessività, ossia il bisogno di controllo, di far sì che il mondo (anche interno) si adatti alle aspettative che si hanno, diversamente si ha la spiacevole sensazione che qualcosa di sbagliato o di male potrebbe accadere.

>>> la mia incapacità di sintesi
>>>

Sì, l'ossessivo spesso si preoccupa eccessivamente dei dettagli. Inizia un ragionamento e poi inizia con le digressioni, che lo distolgono dalla linea principale. A volte anche nelle attività pratiche. Ci si perde nei dettagli e si perde di vista l'obiettivo principale.

A mio parere dovresti chiedere un parere a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia/ossessivi.

Poi è anche possibile che mi stia sbagliando, a distanza, ma apparentemente il quadro sembra piuttosto chiaro.

[#21]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,
per tornare al tuo quesito di partenza:

"fino a che punto è possibile prevedere le nostre azioni?"

la conoscenza del mondo fisico e sociale che ci circonda consente di elaborare delle previsioni che si basano sia sulla raccolta di dati oggettivi, sia su sensazioni ed emozioni (che a volte dicono di più di quanto la razionalità riesca a cogliere e spiegare).

Le previsioni possono essere ragionevolmente valide ma non si ha mai il 100% di sicurezza nel prevedere il comportamento proprio o altrui

La differenza fra le persone risiede nell'atteggiamento che tengono a fronte di questa evidenza: le persone sufficientemente equilibrate sono in grado di tollerare l'insicurezza e l'ambiguità, quelle troppo ansiose no, e cercano invano di inquadrare quello che accade per mettersi al riparo da brutte sorprese.

Dato che questo è impossibile, il tentativo di controllare tutto è paragonabile alla fatica di Sisifo, costretto per l'eternità a spingere un macigno fino alla vetta del monte per poi vederlo immancabilmente rotolare e valle e dover ricominciare da capo.
[#22]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Gentili dottori, scusate se rispondo in ritardo, è che purtroppo ho avuto problemi di connessione.

Comunque il fatto che nessuno possa prevedere il futuro è verosimile e decisamente logico, ovvero per quanta fiducia possa esserci nessuno può sapere cosa accadrà.
Per quanto riguarda il problema del mio essere un soggetto ossessivo, non posso negarlo. Non penso di esserlo a livello patologico, ma di sicuro qualche disturbo c'è.

Ad esempio ieri sera ho pensato ad una cosa, o meglio, mi sono posta un quesito a cui rispondere: "Se un giorno su facebook dovessi vedere delle foto in cui il mio ragazzo si trova abbracciato (anche se in maniera amichevole) ad una sua compagna, come potrei reagire? Cosa potrei fare? Potrei prenderlo con le buone dicendogli che chi vive basandosi sul mistero della Fede non può essere messo in ansia in questo moddo? Oppure potrei inviargli la sua stessa foto senza dire niente? Cosa devo fare per fare in modo che lui capisca senza infastidirlo e senza farlo sentire oppresso?"

MI faccio queste domande da ieri sera senza sosta, domande assillanti ... ma a cui devo necessariamente dare una risposta.

Vorrei precisare una cosa, ovvero non mi sentirei ribollire il sangue nel vedere delle foto simili se conoscessi le donne con cui ha a che fare. I gesti di amicizia come gli abbracci mi lasciano indifferente, ma tramite un'eventuale foto come faccio a sapere cosa c'è dietro? Attrazione? Un'amicizia destinata forse a diventare altro?
[#23]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Per quanto riguarda il problema del mio essere un soggetto ossessivo, non posso negarlo. Non penso di esserlo a livello patologico, ma di sicuro qualche disturbo c'è
>>>

Se si potesse parlare di disturbo, significherebbe che c'è patologia. Ma ovviamente non possiamo farti la diagnosi da qui, devi rivolgerti di persona a un professionista. Vedi la cosa in questo modo: se la tua difficoltà ti fa soffrire al punto da limitarti la vita in qualche modo, allora si può parlare a buon diritto di psicopatologia.

Le tue domande, benché in apparenza legittime, è probabile siano dettate dall'ansia, cioè dall'ossessione. Se fosse così rispondendoti non ti faremmo un favore, ma rischieremmo invece di alimentarti l'ansia qualunque risposta di dessimo.

Questa è la cosa più difficile da spiegare alle persone ossessive: la soluzione non sta nelle risposte, sta nello smettere di farsi domande. E se si è in presenza di un disturbo vero e proprio, per ottenere ciò ci vuole una cura.

[#24]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Le dirò, per quanto siano fastidiose a volte le mie ossessioni, non mi fanno stare male a tal punto da richiedere una cura. E questo lo dico in qualità di una persona che trova un grande piacere nel farsi esaminare ed ascoltare da uno psicologo, proprio perchè riesco a parlare di tutto ciò che provo e da questo ne traggo sempre un senso di benessere.

Smettere di farsi domande è davvero difficile in effetti, più me ne faccio e più ne escono fuori ...
Anni fa pensai ad una cosa, ovvero "La verità esiste, solo che tu non riesci a vederla, ma c'è." E così smettevo di pensare a determinate cose.
Ricordo che da piccola fui colta da un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo legato alla scaramanzia. Avevo circa 12 anni, e questo mi fa pensare di essere predisposta. Secondo Lei posso continuare a controllarmi come ho sempre fatto oppure sarebbe meglio risolvere il problema per evitare che progredisca negativamente nel tempo?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se in anamnesi è presente un disturbo d'ansia di quel tipo è presumibile che tu oggi stia manifestando la stessa ansia, ma nella forma in cui si è evoluta nel tempo.
Se ho capito bene all'epoca non sei stata in terapia o comunque non hai risolto il problema (del tutto): è così?
[#26]
dopo
Attivo dal 2010 al 2013
Ex utente
Quando per un certo periodo ho avuto un disturbo di tipo ossessivo, in terapia ci sono stata e avevo circa 12 anni. Sia adesso che all'epoca ho sempre avuto una mente estremamente fantasiosa e ricca di immaginazione, e questo durante le sedute metteva in ombra le mie ossessioni, ma non in modo negativo. Non ricordo molto bene, se non la richiesta da parte dei due psicologi di prendere i fogli e disegnare davanti a loro. Videro che questo mi faceva stare bene ed anche mentre parlavamo si resero conto che la mia ossessione era scaturita dall'immaginazione e che l'immaginazione stessa era in grado di contenerla.
Naturalmente essendo passato tanto tempo non ho dei ricordi chiari.
[#27]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> per quanto siano fastidiose a volte le mie ossessioni, non mi fanno stare male a tal punto da richiedere una cura
>>>

Questo è tipico della tendenza ossessiva. Ci si sforza di controllarsi tenendo un atteggiamento del tipo: "Sì, sto male, ma non così tanto da aver bisogno di altri; ce la posso/devo fare da solo".

>>> Secondo Lei posso continuare a controllarmi come ho sempre fatto oppure sarebbe meglio risolvere il problema per evitare che progredisca negativamente nel tempo?
>>>

Il bisogno esagerato di controllo è l'essenza dell'ossessività. Dal punto di vista strategico si tratta del controllo che fa perdere il controllo. Più ci si sforza di controllare, più domande vengono fuori. Le ossessioni o si risolvono del tutto, oppure sono un disturbo che tende a riproporsi e risbucare fuori in modi inattesi e sempre diversi (apparentemente). Ma occorre un approccio mirato e specifico per l'ossessività, le terapie dove si parla e basta in genere servono a poco.

Nel tuo caso, visto che sei giovane, converrebbe forse affrontare la cosa una volta per tutte per evitare che il problema si strutturi e si cronicizzi. Ma solo tu puoi essere in grado di decidere se e quanto stai male, tanto da aver bisogno di una cura. Nessuno può prendere questa decisione per te.

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