Invidia e insicurezza paralizzante donne belle

buonasera,
nonostante non sia più un'adolescente da un pezzo e abbia un buon rapporto con il mio corpo e il mio aspetto ho una vera e propria fobia paralizzante quando sono in un luogo pubblico e ci sono delle belle o bellissime ragazze presenti. a volte mi capita anche con quelle carine ma sexy insomma con tutte quelle che so piacciono agli uomini. Questo accade anche se la ragazza in questione è seduta a distanza ad un altro tavolo o per esempio semi passa vicino per strada facendosi i fatti suoi. Immediatamente mi sento a disagio. Se poi sono con un fidanzato diventa una tragedia interiore. Inizio a sentirmi totalmente in imbarazzo e inadeguata: inizio a camminare come se avessi dei bastoni rigidi al posto delle gambe, inciampo,arrosisco e guardo per terra senza avere il coraggio di guardare la ragazza perchè mi sento svilita. penso che il mio fidanzato faccia dei confronti e che pensi che l'altra è più bella di me e provo vergogna per lui che a sua volta secondo me si vergogna a stare con me e preferirebbe stare con lei. se poi si tratta di una tipica modella altissima e bellissima questi sentimenti si acutizzano. inoltre se passodavanti a un gruppo dove ci sono belle ragazze e/o ragazzi scapppo il più veleocemente che posso perchè ho paura che facciano qualche battuta sul mio aspetto e mi prendano in giro. mi sento come se da un memento all'altro mi debbano attaccare e la cosa peggiore è che inzio a comportami come non vorrei: passo accellerato, sguardo basso, sembro davvero strana e davvero in questo modo il mio fidanzato spesso si vergogna di me! non so più cosa fare...ho provato psicoterapia classica, cognitivo comportamentale, acambiare i miei pensieri..lo so che il valore di una persona va oltre l'apparenza tuttavia a livello irrazionale non riesco ad evitare questi comportamenti. speravo che andando in avanti con gli anni mi sarei sentita meglio e più forte ma non è così. qualcuno puà darmi un consiglio su come procedere? mi sento in gabbia.oramai evito determinati locali alla moda che mi piacciono perchè appena c metto piede sto male essendo pieni di belle ragazze...alle volte sottolineo anche mi hanno anche riso in faccia forse per il mio modo impacciato non lo so o semplicemente vengo ignorata come fossi trasparente..cosa posso fare??grazie.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

c'è una bella contraddizione in quello che scrive: dice di avere un bel rapporto col Suo corpo e poi di sentirsi molto insicura... cioè Lei si percepisce come una bella donna, ma si sente inadeguata con persone che secondo Lei sono di bell'aspetto?

Vuole parlarci del tipo di lavoro che ha fatto nelle psicoterapie svolte?
Come mai sono terminate? Ha deciso Lei di interromperle?

Secondo Lei da dove viene questa inadeguatezza?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile ragazza è ancora in psicoterapia e da quanto tempo?
Sono percorsi lunghi e "provare" spesso non serve. Dobbiamo effettivamente entrare nella logica del cambiamento e lavorare sulle resistenze che ci impediscono di cambiare.

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Il timore di essere confrontata con ragazze piu' belle e di non avere una chance piu' di loro con il suo fidanzato farebbe ipotizzare che e' del rapporto con il suo ragazzo che lei non e' sicura!
Di belle ragazze ce ne possono essere ma una relazione d'amore si fonda su altro, non certo solo sull'aspetto estetico.
Cosa puo' dirci della sua relazione d'amore? E' felice?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente
buonasera ho fatto psicoterapia freudiana per 2 anni...non la sentivo "mia" e non mi fidavo della terapeuta e ho cambiato, poi sono passata alla cognitivo comportamentale per un anno e mezzo ma devo dire che le "rassicurazioni fisiologiche" sui miei stati fisici dipendenti da quelli emotivi e la rielaborazione dei miei pensieri in chiave meno drammatica nonchè l'esposzione mi hanno convinta a livello razionale ma non a quello irrazionale e infatti sebbene abbia superato molte mie paure e sia una persona consapevole questa incertezza mi rimane. una psicologa mi disse che comunque la mia indole timida avrei dovuto accettarla perchè fa parte di me e non c'è nulla di male nell'essere sensibile...ma io sto male come vi ho spiegato sopra.

Ecco dottoressa è proprio questo il punto, la vera contraddizione tra il vedermi e sentirmi davvero bella a volte anche più della media e poi stare male in presenza di donne belle, in quel momento mi sento un brutto anatroccolo pieno di difetti oppure semplicemnte insignificante. e la cosa peggiore come dicevo è il senso di vergogna che mi impedisce di vivere questo disagio in maniera normale come fanno magari le altre persone. e questo non mi capita al lavoro..se c'è una bella non mi infastidisce perchè cmq mi concentro sul lavoro. invece nelle situazioni sociali, non strutturate, dove ognuno si veste come vuole, dice quello ch evuole, fa quello che vuole mi sento male e in bàlia degli eventi. un esempio calzante: serata col fidanzato.mi preparo. specchio ok che bella che sono stasera. mi piaccio. esco. fidanzato arriva , bacio, come sei bella!! grazieee! usciamo in un locale...inzio a sentirmi nervosa, chissà chi incontreremo, ehm forse sono ridicola vestita così? inzio a guardarmi intornp...tanta gente..oddio di sicuro in mezzo a questa folla c'è qualche bellezza..disagio..ecoclla! vergogna..ecco il mio fidanzato che mi dice bella adesso si ricrederà, eh gli occhi li ha anche lui! che figuraccia!chissà coem mi vede stupida a vestirmi così bene e poi magari qull'altra con un semplice tubino sta meglio di me! lui, il fidanzato a sua volta si sente a disagio con me che mi comporto così e rinforza il mio sentimento di inadeguatezza: ecco lo vedi, allora è vero quel che pesavo, non gli piaccio davvero! tristezza infinita.serata rovinata finchè non torniamo a casa. lì da soli mi riprendo, mi rivedo bella, torno sorridente e tranquilla e la serata decolla alla grande. ma non puà andare avanti così.oramai non abbiamo vita sociale..penso che se continua così mi lascerà..
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
La psicoterapia freudiana perche' non l'ha aiutata?
Su quali temi lavoravate?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente
dottoressa Esposito,

col mio fidanzato va abbastanza male e non so se dipenda dal mio comportamento. lui non mi "rassicura abbastanza"..eppure mi dice che gli paiccio così come sono, che mi ama, che sono bella e io non parlo MAI con lui del mio aspetto perchè non voglio fare la figura della vanitosa nè per ricercare da lui complimenti né per mettermi in ridcolo dicendo che sono bella in modo che lui possa fare confronti con le altre...eppure soprattutto il disagio è in sua presenza, ma questo ce l'ho avuto anche col il mio ex e quindi non credo dipenda dal mio rapporto col lui in particolare. è una cosa che ho dentro io.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente
non mi sentivo a mio agio con la psicologa freudiana perchè era molto fredda, scriveva tutto, non mi guardava in faccai e quando mi fermavo diceva andiamo avanti...parlavo sempre io di tutto ...i temi affrontatai erano ansia, rapporto familiare confilittuale e sindrome abbandonica di cui soffro.

dopo anni di psioterapia non sentivo grandi benefici nella mia vita se non un momentaneo sollievo dopo le sedute per essermi sfogata e quindi ho cambiato.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
E' possibile.
E dovrebbe essere una questione emersa durante la terapia freudiana.
Mi dovrebbe dire qualcosa di piu' di quella psicoterapia, perche' l'averla lei interrotta potrebbe indicare l'emergere di una resistenza che avrebbe dovuto forse superare e non assecondare...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

in effetti una psicoterapia non può nè ha la pretesa di modificare la persona e i tratti di personalità; la psicoterapia serve per curare una psicopatologia. Certamente produce un cambiamento nella persona e nel modo di relazionarsi con gli altri, ma se una persona è timida, potrà acquisire nuove abilità e competenze relazionali, ma non è possibile "curare" la timidezza, sopratutto perchè la timidezza non è una patologia.
Detto questo, è possibile che il problema sia legato ad un'ansia eccessiva che La porta a rimuginare sulle situazioni, sull'aspetto fisico, sulle potenziali "rivali", sui dubbi del Suo fidanzato.

Se con la terapeuta cognitivo-comportamentale ha raggiunto buoni risultati, perchè non la ricontatta e prosegue fin dove Le serve la terapia?

Ha interrotto il trattamento d'accordo con il curante?

[#10]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente

mi era nata proprio un'antipatia per la psicologa, non so...pensavo non capissse nulla, non mi fidavo, dicevo ma qeuesta srive tutti i fatti mieiè fredda, non gliene importa nulla e io sono qui a spendere soldi e parlarle come farei con una mia amica che mi ascolta gratis. e poi lei (la psicologa) esce di qui ha la sua vita e se ne frega se io passo anni e anni in psicoterapia per lei è lavoro ma per me è la mia vita...questi i miei pensieri. con lei parlavo di attacchi di panico, motivo epr cui ero andata in psicoterapia e non riuscendoa risolverli dopo tutto quel tempo ho preferito andare in cgnitivo comportamentale.. lì delle mie sensazioni di sentirmi a disagio con le donne belle non ne parlai perchè in quell'ambiente protetto non sentivo questo disagio e poi in quel epriodo non ero fidanzata e quindi in generale non avevo questa sensazione così forte...il problema per me non è essere scelta da un ragazzo, me lo chiedono in arecchi di uscir e e quindi mi sento bella, ma è il dopo quando inzio a uscirci che ho paura mi vedano per quello che sono, ovvero piena di difetti. ma se non stiamo insieme non mi sento ferita, infatti se non sono fidanzata non me ne importa nulla delle belle. e se dovessero osare prendermi in giro o alzerei le splalle fregandomene o magari risponderei..il problema è quando sono con un uomo.il confronto che lui sicuramente fa mi mette a disagio. è come se lui si sentisse sminuito nello stare con me e penso che per lui sia anaccettabuiìle e questo mi fa soffrire e voglio solo fuggire via.
[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Capisco.
Purtroppo il protocollo freudiano e' molto rigido e non e' ben tollerato da tutti.
Io la inviterei pero' a riprendere una terapia di tipo analitico perche' mi sembra quella piu' idonea ad arrivare alla radice del suo problema.
Non e' corretto in questa sede avanzare ipotesi senza conoscerla personalmente ma la mia sensazione e' che lei debba lavorare sulla sua identita' sessuale , tema piuttosto profondo che comporta una relazione terapeutica e un'alleanza solida e certa.
Mi faccia sapere
[#12]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente
con la cognitivo comportamentale ho smesso dopo un anno e mezzo perchè anche lì ho affronato questo problema dal momento che ro fidanzata ma come dicevo mi ha fatto cambiare i pensieri a livello razionale ma non riesco a modificare il disagio che sento e ora sto ricominciando a chiudermi dentor me stessa. ma questo senso di disagio ce l'ho fin da piccola quando ad esempio ora che ci penso andavo a danza ed ero la più magra di tutte e mi vergognavo a metter il body e anche lì ero adisagio nel contronto con le coetanee più carine. vi prego datemi un'indicazione, non ce la faccio più..il mio fidanzato mi lascerà se non la smetto di evitare di uscire o se uscendo mi comporto da aliena..
[#13]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente
ma scusi dottoressa Esposito, cosa intende con identità sessuale? nel senso che pensa che io profondamente sia una lesbica? io provo molta attrazione per gli uomini...e assolutamente nulla, se non ammirazione o simpatia, per le donne..
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
L'area in cui potrebbe esserci qualche carenza e' la rappresentazione della sua femminilita' , rappresentazione carente o debole che si attiva nel confronto con altre ragazze.
Le rappresentazioni della femminilita' e della identita' sessuale sono trasmesse nella primissima infanzia e costituiscono la base della nostra capacita' di relazionarci con gli altri.
E' possibile che in tale struttura ci sia qualche punto debole.
Mi faccia sapere, cordialmente
[#15]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

il costante bisogno di rassicurazioni da parte del Suo fidanzato (rassicurazioni che però non bastano mai, come Lei stessa conferma nei post precedenti), le condotte di evitamento e il rimuginio, a me fanno pensare di più ad un problema legato all'ansia.
Con l'ansioso le rassicurazioni non funzionano perchè fanno scendere il livello d'ansia solo per poco tempo per poi lasciare spazio ad altri dubbi.

Da qui però non è assolutamente possibile fare alcuna diagnosi. Le suggerisco nuovamente di ricontattare la terapeuta con cui aveva apprezzato benefici per fare il punto della situazione.

Anche perchè se le cose stanno così come sto qui ipotizzando, il trattamento d'elezione è di tipo cognitivo-comportamentale.

Un cordiale saluto,
[#16]
dopo
Attivo dal 2008 al 2019
Ex utente

Grazie a entrambe Dottoresse per le risposte. Due punti di vista nettamente differenti e quindi due approcci differenti.
Ci tengo solo a descrivere un ulteriore dettaglio a conferma di entrambe le ipotesi.

identità sessule riferito alla dottoressa esposito. Non so credo abbia ragione. Nel senso che io sono sia fisicamente che nell'atteggiamento "tipicamente" femminile. Ovvero mi trucco, vesto sempre femminile, capleli lunghi, e soprattutto nel mio modo di fare: piango facilmente, sono affettuosa, mi piace cucinare, tenere la casa e mi piace l'uomo che mi protegge e mi rassicura. inoltre ci tengo a essere riconosciuta come bella e quando arriva la minaccia di un'altra oggettivamente bella vado letteralmente in black out perchè la bellezza è parte centrale per me del rapporto di seduzione del mio uomo. nel senso che per sedurlo anche sessualmente mi "faccio bella per lui". quindi in effetti tutta questa attenzione potrebbe denotare una grande paura di non essere all'altrezza, di non essere abbastanza femminile..infatti mi sento abbastanza a disagio di non avere ancora avuto bambini...non mi sento completa...li vorrei ma lui non ne vuole per ora...inoltre io da piccola avevo oggettivi problemi con la mia femminilità, ovvero un seno piccolo che non mi è mai piaciuto o paura di non essere normale fisicamente...meno femminile delle altre...

Per quanto riguarda l'idicazione sull'ansia della dottoressa Pileci effettivamente sfonda una porta aperta essendo andata in terapia proprio per questo. Io da piccola sono stata "abbandonata" dai mie genitori che avevano atteggiamenti rifiutanti per me molto pesanti per via di grossi problemi loro...per la cosidetta "sindrome abbandonica" la cogniticvo comportamentale che agisce sul qui e ora è efficace?

rinrazio molto per le risposte.
[#17]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Lei ha una spiccata capacita' di introspezione e questo e' un ottimo indice prognostico: i particolari che ha notato (ad es. L'eccessiva attenzione e importanza data all'abbigliarsi o alle caratterstiche esteriori della femminilita') sono realmente molto rilevanti.
Le rinnovo quindi l'invito a riprendere un lavoro analitico su di se perche' senz'altro otterra' ottimi risultati!

I migliori auguri!i
[#18]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"per la cosidetta "sindrome abbandonica" la cogniticvo comportamentale che agisce sul qui e ora è efficace?"

Gentile utente, questo è un idea molto diffusa ma errata sulla TCC. La TCC ricerca gli schemi cognitivi e comportamentali del pz e poi, se disfunzionali, cerca di modificarli. Ma questi schemi sono stati appresi in un determinato contesto. La famiglia, ad es, è il primo luogo degli apprendimenti.
Per non parlare poi dell'importanza oggi riconosciuta della teoria dell'attaccamento. Se un pz parla di "sindrome abbandonica", intendendo con tale espressione "abbandonata dai genitori che avevano atteggiamenti rifiutanti molto pesanti per via di grossi problemi loro" è probabile che avrà sperimentato determinate emozioni, fatto determinati pensieri e costruito una particolare teoria su di sè, sugli altri, su sè in relazione agli altri, sul concetto di fiducia, di valore personale e autostima, ecc... Soprattutto avrà interiorizzato dei modelli e memorizzato determinati tipi di relazione.
Questi sono temi centrali in una TCC.
Ci tengo però a sottolineare, se leggo la Sua obiezione alla luce della teoria dell'attaccamento, che fortunatamente questi modelli o memorie non determinano con certezza una patologia e che aver avuto genitori con atteggiamenti rifiutanti non condanna il figlio alla sofferenza certa. Fortunatamente gli esseri umani hanno molte risorse. Il punto è non costruire un problema attraverso la narrativa che si fa della propria storia personale: "visto che i miei genitori sono stati rifiutanti con me allora io sarò..."
Non funziona così. E comunque è possibile modificare gli schemi disfunzionali attraverso una psicoterapia.

Un cordiale saluto,
[#19]
Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Un altro approccio che potrebbe soddisfare le sue aspettative di un rapporto terapeutico "alla pari" in cui entrambi i componenti della relazione partecipino attivamente, ognuno ovviamente nel proprio ruolo e competenza, è l'Analisi Transazionale.
Questo tipo di psicoterapia è in grado di lavorare sia sull'aspetto cognitivo che sugli aspetti analitici, regressivi e delle dinamiche psichiche più complesse.
Questo approccio è attento alle problematiche attuali, agli obiettivi proposti dal paziente anche se concordati con il terapeuta e quando funzionale al processo favorisce il contatto con livelli più profondi al fine di disinnescassare eventuali blocchi di processo evolutivo.
Credo come le colleghe hanno puntualizzato che il processo terapeutico di qualunque tipologia sia non vada interrotto in quanto spesso l'interruzione e la spinta a "fuggire" o il disinteresse o emozioni comunque contrastanti nei confronti della terapia e del terapeuta sono la manifestazione di resistenze che se non elaborate ripropongono e rafforzano il problema per il quale si era chiesto aiuto. E' per questo che con il paziente si fa un contratto che prevede proprio delle condizioni per evitare il più possibile eventi di abbandono.
Quindi concordo sul fatto di riflettere nel riprendere uno dei percorsi interrotti ma se questo le risulta eccessivamente pesante prenda anche in considerazione la possibilità di un percorso, "diverso" da quelli da lei effettuati,quale l'Analisi Transazionale.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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