Voglio vomitare

Scrivo qui perchè non capisco più bene cosa mi succede. Da una parte so che il mio comportamento non è "normale", dall'altra non sono disposta a rinunciarvi: voglio continuare a vomitare. Perchè?
Da 15 anni gravito nell'universo dei disturbi alimentari (prima anoressia poi bulimia) e mi sono sottoposta ad ogni genere di terapia.
Negli ultimi mesi ho assunto psicofarmaci come ultima spiaggia perché la situazione era ingestibile, non solo dal punto di vista alimentare ma soprattutto in altri ambiti della mia vita (non ero piu in grado di prendere alcuna decisione).
Sotto indicazione dello psichiatra ho interrotto la cura perché non ha avuto nessun risultato. Io mi sento addirittura più svogliata adesso, ma magari è solo una mia impressione.

Al momento mi abbuffo e vomito tutti i giorni e bevo ingenti quantità di alcool. sia per facilitare l'espulsione del cibo che per "alleggerirmi" un po'.

Mi sono rivolta ad un centro per disturbi alimentari della mia zona. non ho ancora iniziato una terapia, ma negli incontri preliminari si è parlato dell'importanza di un'alimentazione corretta per prevenire le abbuffate...ecc ecc
Informazioni per me trite e ritrite.
In realtà mi sento fuori dal meccanismo. so bene cosa significa ragionare come un anoressica, ed io non lo faccio più. Non sono ossessionata nè dal corpo nè dal cibo. certo, ingrassare non mi rende felice, ma non mi sconvolge neanche.
Io mangio perchè voglio vomitare.
se non lo faccio per un giorno è come se mi mancassa qualcosa di indispensabile. Non è tanto per dimagrire..ho già verificato sul mio corpo che mangiare regolarmente mi rende più snella e sgonfia. Ma io Voglio vomitare.
so che puo sembrare assurdo., ma è cosi..e non credo neanche che mi faccia del male.

è possibile che la pratica del vomito continuo di questi ultimi mesi mi abbia indotto una sorta di dipendenza? In passato non avvertivo questo bisogno giornaliero di vomitare, era sempre un compensatorio ad abbuffate compulsive.

Sono confusa.
l'unica cosa che mi irrita è che mi porta via molto tempo ed al momento non riesco a concludere nulla nella mia vita. non studio nè lavoro. Faccio abbastanza schifo.

Purtroppo non credo che questo centro per disturbi alimentari mi aiuterà....
sono demotivata e frustrata.
al di la del vomito, vorrei prendere in mano la mia vita ed agire in qualche modo, ma non lo faccio.

Consigli sui dei possibili percorsi?
[#1]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
....è possibile che la pratica del vomito continuo di questi ultimi mesi mi abbia indotto una sorta di dipendenza?

Cara ragazza,

è probabile che la dipendenza da un comportamento ci sia, ma il punto è che il vomito per lei, da quanto scrive, è diventato probabilmente una sorta di pensiero fisso, senza il quale pensa di non poter andare avanti o concludere qualcosa. Il tutto è poi contornato da una bassa autostima e sfiducia. Capisco come debba sentirsi, non deve essere facile per lei.
Nella sua vita ha avuto altri pensieri ricorrenti e stabili nel tempo?

In passato che altre psicoterapie ha intrapreso? Perchè pensa che questo centro non potrà aiutarla? Una psicoterapia cognitivo-comportamentale volta al cambiamento di questi pensieri disfunzionali sarebbe molto appropriata. In passato si è mai sottoposta a sedute del genere?

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2017
Ex utente
Grazie per la risposta.
In passato ho intrapreso diverse terapie, cognitivo-comportamentale per l'anoressia, farmacologica, ricoveri e 5 anni di terapia psicodinamica di gruppo in un centro aba.

Non credo che questo centro faccia al caso mio per due motivi:
- La psicologa responsabile con cui ho fatto il colloquio iniziale mi ha detto che dopo 15 anni nel disturbo sarà difficile trovare una soluzione.

- L'attività che svolgono è prettamente sul cibo. Incontri con la dietista, incontri di gruppo di psicoeducazione alimentare e non so bene cos'altro.
li ho già fatti in passato quindi sono informazioni che ho e di cui non mi interesso. Ripeto, so di non ragionare con la testa della "malattia alimentare" come anni.
Credo che il mio disagio vada oltre questo.

Non so se il vomito è un pensiero fisso, ma sicuramente non riesco a farne a meno, non so se lo voglio e in alcuni casi mi provoca anche piacere.

Pensieri ricorrenti e stabili? si assolutamente e di diverso tiopo.
- quando ero anoressica ero ossessionata dal cibo un po' come tutte. ma col progredire del disturbo arrivavo a bloccarmi dinanzi ad una pera o una mela valutando i pro e i contro di quale avrei dovuto mangiare. poi qualunque fosse la scelta, passavo il resto del tempo a rimuginare sull'azione.

-verso i 15 anni iniziai ad avere pensieri abbastanza fissi sul senso della vita, sulla religione, sul peccato..
Chi mi seguiva all'epoca mi diede uno psicofarmaco che mi ha realmente trasformato in una persona diversa.

-qualche anno fa ho avuto il sentore che questo modo di ragionare si stesse ancora impadronendo di me. ma non ne sono certa.
dopo una laurea triennale non sapevo bene cosa fare. allora ho iniziato a valutare i pro e i contro di qualsiasi laurea specialistica o altra via che avrei potuto intraprendere.
Oltre a non prendere nessuna decisione, rimuginavo continuamente su questo logorandomi il cervello. spesso di notte mi svegliavo nel panico perchè sognavo gli esami di una specialistica piuttosto che di un'altra ecc...
quel periodo è stato un incubo. era Ossessionata.
ma il gruppo aba in cui ero in cura all'epoca non lo considerava importante
fatto sta che da allora la mia vita è peggiorata e non mi sono mai rialzata veramente.
Inoltre mi sento ESTREMAMENTE in colpa per il tempo che questa mia incapacità mi ha fatto perdere.

Ho scritto veloce e senza rileggere. Spero di essere stata chiara.
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente

Il rimuginare ossessivo può essere un sintomo tipico del disturbo alimentare, ma nel suo caso sembra andarne oltre. Una psicoterapia (a mio parere più cognitiva che cognitivo-comportamentale) la può sicuramente aiutare, a patto che non sia centrata, come lei dice "prettamente sul cibo".
Ha provato a considerare una psicoterapia al di fuori di un centro di disturbi per l'alimentazione?
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2017
Ex utente
La ringrazio per la sua risposta anche qui.
certo che ho provato a considerarla, ma non so bene a chi rivolgermi.
negli ultimi, come ho già scritto essendo all'estero mi era difficile seguire una terapia per cui mi sono rivolta ad uno psichiatra ed ho assunto farmaci. l'effetto non è stato positivo.

In cosa si differenzia una terapia di tipo cognitivo da una di tipo cognitivo-comportamentale?
[#5]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
qui potrà trovare le varie differenze
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
La "famiglia" è la stessa, la cognitivo-comportamentale, come può vedere nell'articolo suggerito dal collega. Al suo interno si distinguono però 2 filoni, uno più "cognitivo" e uno più "comportamentale".
A mio parere lei, essendo stata seguita da un terapeuta all'interno di un centro per disturbi dell'alimentazione, ha probabilmente già lavorato parecchio sull'ambito comportamentale. Ecco perchè le suggerivo un terapeuta più specificatamente cognitivo.
Può trovare i nominativi degli psicoterapeuti cognitivi della sua regione cliccando questo link:
http://www.sitcc.it/elenco_soci_sitcc.asp?sez_reg=tos

Cordiali saluti

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