Ansia, rimuginare

Salve. Mi chiamo Massimo.
Ho disturbi d'ansia da qualche anno, che sono sfociati nel 2009 in un attacco di panico che mi ha fatto andare al pronto soccorso perchè non sapevo cosa fosse e mi spaventai molto.
A seguito di questo ho passato un periodo di paura che questa cosa potesse ripresentarsi ma non ho avuto più episodi così forti. Ho avuto piccoli episodi ma niente di invalidante.
Adesso, dall'8 ottobre, ho avuto di nuovo problemi relativi all'ansia dettati dal fatto che ho pensato "cosa succederebbe se perdessi il controllo della mia persona e facessi del male ad una persona cara?" da qua sono partite immagini nel mio cervello che si riferivano soprattutto al fatto di potere, in un raptus, fare del male a mia madre.
La cosa mi ha turbato molto perchè io di indole non ho mai usato violenza su niente e su nessuno, tutti si fidano di me, e l'idea di aver pensato di far del male a mia madre mi ha portato un forte disagio (quella sera ho anche vomitato).
Così ho provato a non pensarci più, dicendomi che erano cose assurde, che mai sarei capace di fare una cosa del genere.
Così ho cominciato ad avere ossessioni riguardanti ogni altra cosa, rimuginando continuamente.
Faccio un esempio.
I miei sono partiti qualche giorno, e ho cominciato a pensare "cosa succederebbe se facessero un incidente?" e se morissero?? Allora mi vedo solo al mondo senza futuro, senza l'affetto di una famiglia vicino ecc ecc..."
Siccome tutto parte dal rimuginio quasi continuo che ho tutto il giorno, allora ho pensato di non rimuginare più...ma non riesco perchè non permettendomi di fare questi pensieri mi è venuto il dubbio che io possa diventare insensibile agli affetti.
Quindi cerco giustificazioni riguardanti i miei sentimenti, cerco di provarmi che voglio bene a mia madre, a mio padre, alle mie nipotine ecc ecc...e penso che se penso a qualcosa di triste su di loro (es. quando i miei non ci saranno più) e non piango significa che non li amo....e ricomincio a pensare che non amandoli sarei capace di fare loro qualcosa di male in un ipotetico raptus.

Mi sembra tutto senza via di uscita perchè se mi impedisco di rimuginare mi sembra di non provare più emozioni e sentimenti...cioè mi sembra che riflettere sia una cosa umana, che ho sempre fatto, anche quando non stavo male in certi periodi...
Ad esempio, quando è morta l'anno scorso la mia zia preferita (il mio esempio di vita) ho pianto al funerale perchè rievocavo, tramite quello che diceva il prete, i momenti belli passati con lei....ma è un pensiero che mi venne spontaneo...mi sembra una cosa umana no? (anche adesso sto rimuginando)
Se controllo i miei rimuginii e i miei pensieri, in una situazione simile non riuscirei nemmeno a rievocare momenti belli passati con qualcuno..
Da voi vorrei solo sapere, se esiste una distinzione tra rimuginio sano e insano e se secondo voi con l'aiuto di uno psicologo, potrei tornare a vivere senza queste paure.Ossia che mi aiuti a eliminare solo i pensieri malati.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Da voi vorrei solo sapere, se esiste una distinzione tra rimuginio sano e insano e se secondo voi con l'aiuto di uno psicologo, potrei tornare a vivere senza queste paure.Ossia che mi aiuti a eliminare solo i pensieri malati.>>

Gentile Massimo,
una valutazione psicologica ed una eventuale conseguente psicoterapia, potrebbero senza dubbio aiutarla a ritornare ad una vita più "spensierata".
In caso fosse ritenuto necessario dallo psicologo psicoterapeuta che incontrerà, potrebbe effettuare anche una consulenza psichiatrica per la valutazione di un approccio farmacologico da affiancare alla psicoterapia.
L'orientamento terapeutico rivelatosi più efficace per problemi di questo genere è quello di tipo cognitivo-comportamentale.

Se non lo ha già fatto, le consiglio la seguente lettura:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html


Cordiali saluti.


Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Caro Utente,
la psicoterapia cognitiva lavora proprio sui pensieri "disfunzionali", ossia quelli non funzionali al nostro funzionamento psicologico.
In generale, la psicoterapia può assolutamente aiutarla nell'affrontare e risolvere tale problematica, anzi, rappresenta la modalità più idonea.
Cordialmente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it

Dr.ssa serena rizzo

[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
....Adesso, dall'8 ottobre, ho avuto di nuovo problemi relativi all'ansia dettati dal fatto che ho pensato "cosa succederebbe se perdessi il controllo della mia persona e facessi del male ad una persona cara?" ...

questa lettura la torverà, forse, interessante
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
così come questa
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1399-panico-e-ossessioni-quali-terapie.html

saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le risposte! A me serviva anche sentirmi dire che posso risolverlo questo problema se chiedo aiuto! Intanto ho cominciato a parlarne a familiari e amici.
Avevo paura che pensassero di me che sono impazzito!
L'unica che non mi ha capito molto è stata mia sorella che mi ha detto che se continuavo a raccontarle i miei sintomi veniva ansia anche a lei!!
Mi ha fatto una sensazione strana il parlarne. Mi veniva da piangere mentre lo facevo...forse ho cominciato ad ammettere che non sono l'incredibile Hulk e che devo imparare a controllare il mio carattere da CONTROLLORE! Forse il problema è cquesto. Cerco sempre di controllare che mia madre e mio padre siano felici., che abbiano da fare e non si annoino, che le mie nipoti stiano bene, controllo che gli umori siano al massimo quando vado ad una cena e se non è così mi sento a disagio...credevo fosse empatia invece forse è un'ossessione...e così cerco di controllare anche il mio cervello, per paura che perda il controllo...
Una cosa che mi chiedo è la seguente. Io non credo molto nella terapia farmacologica, perchè le medicine in questi casi non tolgono solo i sintomi? Io vorrei risolvere il problema, non tamponarlo! Ho sempre avuto l'impressione che quelle medicine ti stordiscano e ti tolgano le emozioni.
Un' altra cosa, secondo voi è meglio rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psichiatra? Quale dei due attua la terapia cognitiva-comportamentale? Io abito a Viareggio. Dovrei trovare un professionista esperto in questi disturbi forse.
Grazie

[#5]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Non è detto che sia indispensabile ricorrere ai farmaci: sarà chi la vedrà di persona a valutare la situazione e a ponderarne l'eventuale utilità, anche in funzione di una miglior efficacia della psicoterapia (se i sintomi fossero talmente invalidanti da non consentirla, sarebbe questa la via migliore).
Se si rivolgerà ad uno psicologo psicoterapeuta, qualora ravvisasse l'opportunità di un supporto farmacologico, la invierebbe ad uno psichiatra per la sua prescrizione.
Se preferisce, invece, si può rivolgere direttamente ad uno psichiatra, ma tenendo presente il fatto che non tutti gli psichiatri (come d'altronde non tutti gli psicolgi) effettuano psicoterapia.
Dal mio punto di vista, sarebbe più opportuno che le due figure (chi si occupa della psicoterapia e chi invece della farmacoterapia) fossero distinte e si confrontassero di tanto in tanto sull'andamento della situazione.
Per trovare lo specialista a cui far riferimento, può cercare direttamente su questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
oppure su quello dell'Ordine della sua regione:
http://www.psicologia.toscana.it/index.php?id=170
o, ancora, rivolgersi alle strutture pubbliche presenti sul territorio.

Cordialità.


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