Assurda gelosia

Buongiorno,

vi scrivo per un motivo che mi provoca parecchia ansia (e molte domande): non sopporto che il mio compagno (con cui sto da 2 anni circa) veda, esca o passi del tempo con anche uno solo dei miei amici (maschi).
Pensavo che con il tempo qualcosa cambiasse, ma non è così. Non ho paura che mi tradisca o faccia "qualcosa di male", a me da proprio fastidio il fatto che condivida con altri (e non con me) tempi, discorsi, parole, spazi, risate: è come se mi sentissi tagliata fuori, non importante. Mi rendo conto che è assurdo, eppure non ce la faccio. Ogni volta mi impongo di controllarmi, invece va sempre a finire che istintivamente me la prendo con lui, come se volessi "punirlo", non so nemmeno esattamente per cosa.

Come mai mi succede così?

Grazie,
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
ogni membro della coppia, ha il diritto-bisogno di avere spazi mentali, emozionali, sportivi, amicali....propri, dove l'altro\a non dovrebbe avere accesso, altrimenti è una galera, non una relazione.
Probabilmente la sua gelosia andrebbe analizzata e sarebbe il caso di lavorraci su, affinchè non le danneggi la vita e la coppia.
Le allego una lettura

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1894-gelosia-sana-o-patologica.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la risposta.

"ogni membro della coppia, ha il diritto-bisogno": ecco, io vorrei che lui non sentisse questo bisogno. Vorrei che gli bastasse quello che gli do io.
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

se gli amici sono suoi e non del suo ragazzo penso che lei li (ri)voglia tutti per sè e non tolleri la concorrenza del suo ragazzo, che li sta frequentando e creando forse con loro quella complicità che lei, da donna, non può aver creato in maniera identica con questi amici dell'altro sesso.
Penso che il suo fastdio nasca da qui, più che dal fatto che il suo ragazzo frequenti anche altre persone.
Immagino che abbia anche amici propri, ma lei di questi non si lamenta.

Sul suo stato d'animo ci ha detto questo:

" a me da proprio fastidio il fatto che condivida con altri (e non con me) tempi, discorsi, parole, spazi, risate: è come se mi sentissi tagliata fuori"

e in effetti è stata tagliata fuori, se i suoi amici maschi preferiscono incontrare il suo ragazzo piuttosto che incontrare lei.
Non trova?
Bisognerebbe poi capire quanto si vedono e se questi incontri avvengono a discapito del tempo che potete passare assieme voi due.

Se le cose stanno così non c'è nulla di assurdo nel suo fastidio: si tratta di capire come potete gestire in altro modo la situazione e anche se questi amici che ora le preferiscono il suo ragazzo erano davvero amici.

A parte loro ha anche amicizie femminili? O si è sempre trovata meglio con i maschi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
La ringrazio per la risposta.

Tengo però a precisare che si tratta degli amici del mio compagno (non dei miei).

Io mi sento messa da parte perché vorrei che lui non sentisse l'esigenza di vedere altre persone o di fare qualcosa se non con me.

Questa situazione mi crea molti disagi, soprattutto perché mi rendo conto che razionalmente ho delle pretese assurde.Del resto, non posso non tener conto della reale sofferenza che provo ogni volta che lui dedica tempo e spazio agli amici.

Come posso controllarmi e vivere più tranquillamente certe situazioni?

Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
: ecco, io vorrei che lui non sentisse questo bisogno. Vorrei che gli bastasse quello che gli do io"


Mi sembra sano che lui frequenti i suoi amici , chieda una consulenza psicologica, per lavorare sulla sua sofferenza e sulle sue richieste che sicuramente non aiutano la coppia
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Nel leggere la sua richiesta avevo pensato che potesse anche trattarsi di un lapsus, cosa che effettivamente lei mi conferma visto che aveva scritto che gli amici sono suoi (di lei):

"non sopporto che il mio compagno veda, esca o passi del tempo con anche uno solo dei miei amici (maschi)."


In ogni caso parte del discorso non cambia: quanto tempo trascorre il suo ragazzo con questi amici?
Perchè non coinvolgono anche lei? Sono tutti maschi?

Lei ha amici?
[#7]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Mi scuso per il lapsus!

In realtà, da qualche mese a questa parte, il mio compagno ha poche occasioni di vedere gli amici a causa dei numerosi impegni di lavoro. Li rivedrà proprio stasera per una cena, dopo davvero tanto tempo. E per me sono tornati i problemi...

Mi rendo conto che è "giusto" che abbia dei suoi spazi e che non possa cancellare dalla sua vita persone che conosce da più di 30 anni. Però io non riesco a controllarmi o meglio: non posso fingere di non provare sofferenza ogni volta che fa qualcosa non in mia presenza. Vorrei esserci sempre, vorrei essere la sola persona con cui condivide pensieri, riflessioni, tempo, spensieratezza, gioie e dolori.

Per quanto mi riguarda sì, ho delle amiche...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cosa ci può dire di loro?
[#9]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Con i suoi amici ha da sempre un legame molto forte, basato soprattutto sulle numerose esperienze che hanno condiviso negli anni passati: sono infatti amici di vecchia data, storici direi.

Anch'io voglio bene alle mie amiche, sicuramente, ma sento che c'è qualcosa di diverso, anche perché, da sempre, io ho dato più importanza all'amore che all'amicizia. Non per una questione di principio, ma perché spontaneamente e naturalmente considero il primo sentimento più importante del secondo...
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si tratta di sentimenti e legami diversi, e uno non può sostituire l'altro.

Si può dire che se lei avesse amicizie più solide e appaganti sarebbe meno impensierita da quelle del suo ragazzo?
[#11]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Sinceramente non credo.

A me provoca fastidio e sofferenza il fatto in sé che lui veda i suoi amici, a prescindere da quello che faccio io. Ad esempio, rimango male persino se lui esce con i suoi amici in momenti in cui comunque non potrebbe vedere me...
[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Il punto quindi non è tanto se il suo ragazzo esce con loro quando potrebbe vedere lei, o quando non potreste vedervi, ma proprio che lei vorrebbe che non avesse altre persone importanti nella propria vita con le quali trascorrere del tempo.

Per questo le chiedo quale sarebbe il suo atteggiamento se avesse anche lei amiche da frequentare e con le quali condividere le stesse cose che lui condivide con i propri.

Da cosa nasce la sua visione della maggiore importanza del rapporto di coppia rispetto alla presenza di amicizie significative?
Come mai pensa che non possano coesistere serenamente nella vita di una stessa persona?

I suoi genitori hanno amici?
Ne avevano quando lei era piccola?
[#13]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Esatto, il punto è proprio quello che lei ha scritto.

Nella mia mente c'è l'idea che ogni persona abbia a disposizione un certo numero di "energie" da dedicare agli altri: se vengono utilizzare per una cosa, si sottraggono inevitabilmente ad un'altra. Se lui trascorre del tempo con gli amici, per forza lo sottrae a me a al "noi" che la nostra coppia rappresenta, intendo soprattutto dal punto di vista mentale.

Per quanto mi riguarda, posso dire che il rapporto di coppia mi ha sempre dato molto di più dei rapporti di amicizia, ma non perché le mie amiche siano poco importanti. Non riesco nemmeno a indicare un motivo preciso... semplicemente, è sempre stato così.
Infatti, in amore do e pretendo molto più che in amicizia...


[#14]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cosa pensa che succederebbe se, per ipotesi, il suo ragazzo chiudesse i rapporti con tutti e ci fosse solo per lei?
[#15]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Sinceramente, penso che sarei contenta. Ma solo ad una condizione: che la sua sia una decisione spontanea e consapevole. Non vorrei mai che prendesse una decisione simile per fare un piacere a me, non mi interesserebbe e non risolverebbe nemmeno il problema.

Perché quello che a me provoca sofferenza sta a monte, ed è la sua esigenza di vedere altre persone e condividere con loro qualcosa. Il fatto che poi traduca in pratica questa esigenza è solo "una conseguenza" che non avrebbe senso cancellare se non si elimina la causa (cioè l'esigenza stessa)... Non so se riesco a spiegarmi...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Certo, si è spiegata benissimo: lei desidererebbe creare una simbiosi, cosa che non è consigliabile nè produttiva quando non stiamo parlando del rapporto mamma-bambino nei primissimi anni di vita.

Io però le ho chiesto cosa succederebbe e non come si sentirebbe lei, se lui tagliasse i ponti con tutto e tutti.

Le ho anche chiesto di parlarci della vita sociale dei suoi genitori, e quindi di che modello di coppia ha potuto vedere da vicino e assorbire nel corso della sua crescita.

Può rispondere su questi punti?

Può dirci anche com'è e come è stato in passato il rapporto con i suoi genitori e in particolare con suo padre?
[#17]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Cosa succederebbe in concreto, e cioè a prescindere da quello che sentirei io, non lo so. Non posso rispondere che avremmo più tempo per noi o più spazi nostri (sempre per il motivo per cui, obiettivamente, a causa del lavoro, gli amici li vede pochissimo e quasi tutto il suo tempo libero lo dedica a me).

I miei genitori sono sempre stati una coppia molto unita, abituata a condividere tutto. Di uscite in compagnia non ne fanno praticamente mai, salvo rari casi.

Con loro ho sempre avuto un buon rapporto. Per quanto riguarda mio padre in particolare, sono legatissima. Forse, tra i due, è quello con cui in passato mi è capitato di discutere in modo più animato, ma rimane una delle persone che stimo di più: ogni persona che incontro, la confronto idealmente con mio padre.
[#18]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"quello che a me provoca sofferenza sta a monte, ed è la sua esigenza di vedere altre persone e condividere con loro qualcosa."

Gent.le ragazza,
fino a quando continuerà a tentare di controllare/soffocare la sua gelosia e la sofferenza che nasce da essa non le sarà possibile mettere in discussione quelle convinzioni, che pur rivelandosi disfunzionali, sembrerebbero essere saldamente radicate dentro di lei.
E' necessario trovare uno "spazio protetto" (colloquio con lo Psicologo), all'interno del quale la sua sofferenza possa essere ascoltata, avviando un processo di crescita personale in cui potrà imparare molte cose sul suo modo di essere e di vivere la relazione di coppia.
A tal proposito le consiglio di leggere l'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#19]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"I miei genitori sono sempre stati una coppia molto unita, abituata a condividere tutto. Di uscite in compagnia non ne fanno praticamente mai, salvo rari casi"

Forse la sua visione dipende da questo modello, che ha influenzato la sua percezione di come debba essere un rapporto di coppia.
Si tratta infatti di una visione che ha delle cause e non di un sentire sorto "spontaneamente", come potrebbe sembrarle:

"da sempre, io ho dato più importanza all'amore che all'amicizia. Non per una questione di principio, ma perché spontaneamente e naturalmente considero il primo sentimento più importante del secondo..."

Visto che suo padre è il suo punto di riferimento costante e che con lui "confronta idealmente ogni persona che incontra", ci può dire come esce il suo fidanzato da questo confronto?
[#20]
dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Più di una volta mi sono posta quella domanda e la risposta che mi sono data è che: "ne esce bene", anche se a volte sento il forte bisogno di più certezze e conferme sul fatto che tenga a me, che mi apprezzi, che mi stimi, che mi voglia bene. Tutte conferme che con mio padre arrivano spesso, nelle situazioni e nei modi più diversi.

Con il mio compagno non sempre. Soprattutto ultimamente che ha qualche difficoltà sul lavoro, e che quindi con me è meno presente del solito, mi sento molto messa da parte. E sebbene lui mi abbia ripetuto che è un periodo delicato dal punto di vista lavorativo, ma che il suo sentimento non è cambiato, io continuo a pensare di non essere abbastanza importante per lui o di non esserlo più. Se poi capita l'uscita con gli amici è come se la mia tesi trovasse conferma, come se mi dicessi "allora è proprio vero che non sono sufficientemente importante, che non mi apprezza e non ha bisogno di me più di tanto".
[#21]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"a volte sento il forte bisogno di più certezze e conferme sul fatto che tenga a me, che mi apprezzi, che mi stimi, che mi voglia bene"


Gent.le ragazza,
il bisogno di sicurezza sembrerebbe averla resa molto vulnerabile determinando un'interferenza nella relazione di coppia, ma è proprio questo aspetto che andrebbe affrontato a livello individuale, all'interno di un colloquio con lo Psicologo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Probabilmente il suo sentire, estremamente sensibile al rischio di rifiuto e abbandono, dipende da una serie di fattori che include sia il modello genitoriale, sia il desiderio di sostituire l'affetto paterno con un equivalente affetto maschile proveniente dal suo compagno.

Il fatto che ogni occasione in cui la sua presenza e attenzione non sono totali la mandi in crisi e la porti a dubitare del suo affetto significa che dentro di sè non ha ancora costruito nè tanto meno consolidato la sicurezza relativa sia al vostro rapporto, sia a sè stessa, come persona che può essere amata stabilmente e che non deve stare costantemente in allerta.

Le consiglio anch'io di rivolgersi di persona ad un nostro collega per approfondire questo discorso, comprendere i motivi della sua insicurezza e vulnerabilità affettiva e porvi rimedio.