Assenza della figura paterna

Salve!
Mio padre è venuto a mancare quando avevo 1anno,ora ne ho 20 e nel corso di questi anni ho sofferto di ansia,attacchi di panico e disturbi del sonno.
Ad oggi riesco a controllarmi,ovviamente ci sono giorni in cui sto male e altri in cui sono serena.
Ho sempre pensato che la maggior parte di queste cose fossero date dal fatto di non aver mai avuto una figura paterna.
Quando mi capita di parlarne a persone a me vicine mi viene sempre detto che nella sfortuna sono stata fortunata perchè non ho vissuto un vero e proprio trauma come lo è appunto la morte di un genitore dato che comunque ero troppo piccola per ricordarmene.
Contrariamente io sì,ho accettato la sua morte ma quando ci penso non ho nulla a cui aggrapparmi,nessun ricordo,niente. Non so nemmeno cosa sia un padre e se mi ci sforzo non riesco nemmeno a immaginarmelo.
Mi chiedo se un giorno riuscirò a non sentire più questo grande vuoto,questo grande nulla che mi accompagna ogni giorno della mia vita,nelle gioie e nei dolori.
Non so,forse è dovuto ai miei 20anni..maturando e crescendo riuscirò a riavere un mio equilibrio,riuscirò a riempire questo immenso vuoto o è un qualcosa di troppo radicato in me che neanche il tempo riuscirà a colmare?
Grazie anticipatamente
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

può darsi che i sintomi che descrive siano in qualche modo collegati alla Sua situazione familiare e ai relativi aspetti affettivi.

Non dice se ci sia mai stata una figura sostitutiva in casa e non menziona il rapporto con Sua madre; questi potrebbero invece essere degli appoggi fondamentali.

Il vuoto che si prova non si può negare, ma si può comunque cercare di compensarlo il più possibile con una _valida_ cerchia di amicizie e di affetti.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Molte persone crescono e vivono con famiglie mono- parentali, senza traumi ed altre con famiglie normo- costituite , con particolari disagi psichici.
Dare la colpa alla mancanza di suo padre, potrebbe non essere veritiero, forse un approfondimento diagnostico della sua ansia, sarebbe utile, per comprende come curarla in maniera definitiva.
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Mia madre è una madre presente,parliamo molto e ho un bel rapporto con lei anche se spesso non riesce a capirmi fino in fondo.
Ad esempio,ci sono alcuni periodi in cui soffro d'insonnia,questa cosa la fa arrabbiare moltissimo ma invece di sostenermi mi colpevolizza dicendomi :" che cosa ho fatto di male per avere una figlia così problematica! io non ti ho fatto mai mancare niente,l'unica cosa che ti è mancata nella vita è tuo padre!" ... "l'unica"
sono frasi che mi dice spessissimo,è come se appunto non capisse che per me è una sofferenza.
Credo che non mi abbia mai parlato davvero di lui,è cose se fosse un tabù..tant'è che quando ero piccola il fatto di non avere un padre mi creava molto disagio,mi vergognavo,mi sentivo inferiore ai miei compagni di scuola,ai miei amichetti.
Ora ovviamente non è più così ma rimane la paura di confessare a mia madre che spesso sto male per mio padre.
Non capisco però come lei non possa rendersi conto di questo!
Che dire della figura sostitutiva,Mia madre ha avuto un compagno per 6 anni ma lui era molto poco presente.Veniva solo il weekend.Un giorno poi, quando avevo 16anni,si è permesso di tirarmi un pugno in faccia e da lì non l'abbiamo più rivisto. Ergo no,una figura sostitutiva non c'è mai stata.
Spero davvero che prima o poi mia madre si renda conto del mio dolore e che non lo sottovalutasse perchè il fatto che non se accorga mi fa sentire davvero sola.
Sicuramente è un vuoto che mi porterò sempre lungo tutta la mia vita ma che cercherò di compensare,come dice giustamente lei,con una buona cerchia di affetti,realizzando le mie passioni e,in un futuro,formando una famiglia tutta mia.

La ringrazio della risposta gentile Dottore.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta Dottoressa Randone,quello che dice è assolutamente vero..infatti come ho specificato nel mio messaggio iniziale io non ho mai sostenuto di avere un trauma ma "semplicemente" di sentire costantemente questo vuoto dovuto al non avere ricordi con la mia figura paterna. E spesso mi ritrovo a pensare se mai riuscirò a colmarlo davvero.
I disturbi d'ansia che ho elencato sicuramente non sono dovuti esclusivamente a questo,ma ribadisco che ormai riesco a controllarli.
L'anno scorso sono andata da una psicoterapeuta e mi ha aiutato molto in questo,soprattutto con l'insonnia!

Grazie nuovamente per i consigli.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
dal momento che ormai è una giovane donna, la invito a dimenticare per un momento i panni della figlia orfana di padre e di provare invece ad immedesimarsi in quelli della giovane donna che era sua madre, rimasta vedova con una piccolissima figlioletta di solo un anno.
Quanto dolore, quanto spavento, quanta rabbia prova in questa veste?
Purtroppo il passato, la nostra storia di vita non è modificabile, ma ci può essere molto d'aiuto darne una rilettura diversa, con occhi nuovi e con significati fino ad ora non presi in considerazione. Comprendo il dolore di quella bambina e la sua vergogna e il suo senso d'inferiorità, ma ora che sta diventando adulta penso che il lavoro da fare sia proprio nella trasformazione di quel dolore in una risorsa, in una marcia in più rispetto a chi ha avuto una vita più "normale".
Riuscire ad attraversare la sofferenza ci fortifica e ci aiuta a diventare esseri umani più sensibili e attenti al dolore altrui.
Probabilmente per sua madre è difficile parlare di questi argomenti, ma se a Lei fa piacere farlo, provi con molto tatto ad iniziare il discorso chiedendole di lei, di come ha fatto a superare quei momenti così difficili.
Faccia in modo che il dolore che provate, seppur naturalmente diverso l'una dall'altra, vi unisca invece di allontanarvi.
Se lo ritiene opportuno, vista la positiva esperienza dello scorso anno, potrebbe effettuare alcuni colloqui con la psicoterapeuta che già la conosce per affrontare specificamente questi aspetti che continuano ad impedirle di vivere serenamente.
Sfrutti questo periodo di riflessione per compiere un salto nella sua maturazione emotiva ed affettivo-relazionale: potrebbe avere piacevoli sorprese.

Cari auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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