Cambiare psicoterapia

Buona sera Gentili dottori,mi rivolgo ancora qui,spesso,forse troppo negli ultimi tempi per un consiglio.Tempo fa,chiesi in questa sede quale fosse il tipo di psicoterapia più adatta a me e alle mie problematiche,ricevendo consigli e risposte celeri esaustive e sensate di cui Vi ringrazio infinitamente.Purtroppo da allora le cose sono peggiorate(ci sono diversi miei consulti nella sezione psichiatria).Non sto qui a ripetere il tutto,chi vorrà se avrà tempo potrà leggere i miei post.Ho iniziato una psicoterapia cognitivo comportamentale,ma purtroppo non mi sono trovata bene con il terapeuta,non si è creata empatia,fiducia etc...etc...e dopo una decina d'incontri ho interrotto.Come detto in precedenza non conta solo il tipo di psicoterapia,ma la voglia di mettersi in discussione e la collaborazione del paziente e il rapporto che si crea con il terapeuta.Detto questo brancolo nel buio ho bussato a qualche porta ma senza risultati,ma non mi arrendo.Ora ho preso un appuntamento con un psicoterapeuta analista transazionale ma non mi è ben chiaro la tipologia di psicoterapia analisi transazionale e vorrei qualche spiegazione da Voi esperti in merito.CONCLUDO CON IL RINGRAZIARE I DOTTORI CHE RISPONDERANNO E QUELLI CHE MI HANNO RISPOSTO IN QUESTA SEDE PRECEDENTEMENTE,SOPRATTUTTO CI TENGO A RINGRAZIARE IL DOTT WILLY MURGOLO...QUANDO SONO A PEZZI RILEGGO LE SUE PAROLE DENSE DI COMPRENSIONE E SORRIDO E RICOMINCIO A LOTTARE IN QUESTA MORSA DI DEPRESSIONE MALESSERE PSICOFISICO E NERVOSISMO E ANSIA CHE MI PARALIZZA.GRAZIE A TUTTI
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

l'analisi transazionale è un tipo di psicoterapia orientata agli aspetti relazionali; le relazioni interpersonali hanno senz'altro la loro influenza sullo stato d'animo, tuttavia non sono l'unico aspetto da tenere in considerazione.

Specialmente per una questione come quella che La riguarda, è bene essere seguiti sia dallo psichiatra sul piano farmacologico che dallo psicoterapeuta sul piano psicologico.

Il Centro PsicoSociale (CPS), che solitamente fa capo al Dipartimento di Psichiatria dell'ospedale di zona, mi sembra la soluzione più indicata, dato che può fornire l'assistenza congiunta di entrambi i professionisti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie dott Repici per la sua risposta.Si è vero che i rapporti interpersonali influenzano la nostra vita sotto tutti gli aspetti,ma anche vero che siamo noi che li creiamo,gestiamo e scegliamo e non gli altri,quindi il lavoro più indicato secondo me è su noi stessi,stando meglio noi tutto il resto va meglio,peccato che ora non sia facile mettere in pratica tutto questo.Ho provato la cognitivo comportamentale e non fa proprio per me nè il tipo di terapia nè il terapeuta in questione e non è facile trovare un psicoterapeuta eclettico e con cui mi trovo bene.Mi sono rivolta al reparto di psichiatria dell'ospedale della mi acittà,ho fatto qualche incontro con il psichiatra il quale mi ha dato terapia farmacologica ma tutto lì,non sapevo de CPS m'nformerò grazie tanto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

che tipo di lavoro ha svolto con il terapeuta?
In che cosa consisteva questo pezzo di lavoro psicoterapico?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentili Dott Repici e Pielici grazie per l'attenzione e le risposte davvero grazie.Vorrei dire che tempo fa avevo chiesto chiarimenti sul tipo di psicoterapia,ottenendo risposte,chiarimenti e consigli,come già scritto nel mio post iniziale,quindi ci tengo a rinnovare il mio GRAZIE.Ora però sono perplessa perchè non so più come orientarmi,ed i miei problemi e disturbi aumentano e condizionano troppo la vita.quindi capito che è importante il rapporto,la fiducia,la simpatia empatia che si deve creare con lo psicoterapeuta e che non devo arrendermi non so più a chi rivolgermi.Dr Pileci l'ultimo lavoro era una terapia di coppia con il mio partner da 2 terapisti(uomo-donna) ad indirizzo cognitivo comportamentale..Abbiamo fatto poche sedute(circa 8) e si stava lavorando sulle dinamiche di coppia(io e mio marito litigavamo sempre in modo forte e dannoso) e anche sulle dinamiche personali ma non ci ho capito molto,non mi sentivo compresa,ma sottovalutata nelle mie richieste e molto giudicata.Su molte cose avevano ragione,ma sono cose che già sapevo ed avevo appreso dalle passate sedute di psicoterapia ad indirizzo gestal con il precedente terapeuta che poi è morto e con il quale mi trovavo benissimo.Da lì ne ho cambiati 2 con cui non mi sono trovata bene,o meglio nè male nè bene,poi arrivati a dei livelli di lite assurde ci siamo rivolti alla terapia di coppia,ma ora so che devo fare un percorso individuale mio perchè davvero sto male.Orq ho preso appuntamento con un psicoterapeuta ad indirizzo junghiano,ma non so se può andar bene e anzi vorrei qualche spiegazione sul tipo di psicoterapia ad indirizzo junghiano se possibile.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"...Abbiamo fatto poche sedute(circa 8) e si stava lavorando sulle dinamiche di coppia(io e mio marito litigavamo sempre in modo forte e dannoso) e anche sulle dinamiche personali ma non ci ho capito molto..."

Gentile signora, avevo visto il consulto precedente, ma il suggerimento che posso darLe, anche per il futuro, è di domandare sempre al terapeuta qualora qualcosa non fosse chiaro. E' sempre importante fare il punto della situazione insieme al curante.

Di ciò che ha compreso, che cosa ha capito del lavoro svolto fin qui?

Come è maturata l'idea di iniziare una psicoterapia individuale?

Infine le terapie precedenti (es quella gestaltica che andava bene) ovviamente non si buttano via; quindi se Lei sapeva già ciò che è emerso anche in questo lavoro cognitivo-comportamentale, può indubbiamente riutilizzarlo per se stessa.

Tuttavia non si tratta solo di capire e sapere come funzionano le dinamiche di coppia, ma di modificarle. Per questo che tipo di lavoro avete fatto in terapia?

Ben diversa è la sensazione di sentirsi giudicata e non capite: questo deve essere immediatamente problematicizzato col terapeuta.

Vi era anche la prescrizione di compiti da eseguire tra una seduta e l'altra?
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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Pileci,grazie ancora per il suo interesse,davvero,è per me un conforto potermi confrontare qui con Lei ed avere eventuali consigli,spero di poter esprimere l'aiuto che date e in questo caso che da Lei.Le spiego quindi rispondendo a ciò che mi ha chiesto:Allora come dicevo ci siamo rivolti a dei terapeuti di coppia perchè la situazione tra me e mio marito era diventata insostenibile.Ero a conoscenza già delle mie problematiche individuali da tempo(psicoterapia gestald precedente)ma in quel momento urgeva secondo me la terapia di coppia che in qualche modo ha giovato.Detto questo Le rispondo che del lavoro svolto fin qui ho ed abbiamo capito con mio marito che lui è un procrastinatore e che rimandava sempre qualsiasi impegno decisione,difficilmente,quasi mai si metteva in discussione "accusando" gli altri dei suoi problemi e rimandando tutto finchè il problema non diventava più grande tanto poi da creare problemi maggiori,questo a "causa" della madre che lo ha sempre trattato come un minimus come un bimbo incapace e risolveva i problemi a posto suo(scusi se sono prolissa,ma anzi sto cercando di fare un sunto perchè le problematiche e le cause erano molte) di me ho capito in questa terapia e in quella precedente che a causa della mia situazione famigliare (genitori separati,madre assente e irresponsabile,padre violento,possessivo,offensivo,con il quale ho vissuto)ho riportato dei traumi ed imparato a difendermi con l'aggressività l'indipendenza,con continui sensi di colpa e che "tiravo come un cavallo" (cito testuali parole della terapeuta) cioè sempre a prendermi pesi responsabilità lavorative famigliari e che alla fine il mio fisico e la mia mente non hanno retto e mi hanno stoppato.Dalle reciproche dinamiche individuali sbagliate nascevano poi le dinamiche patologiche di coppia con conseguenti liti furibonde per poi ricucire i pezzetti,risentimento accuse reciproche etc...etc...Mi scuso ancora per il mio dilungarmi ma ci tengo a darLe più informazioni possibili.Cmq non ci davano esercizi,mai ci hanno detto all'inizio di deporre le armi cosa che abbiamo fatto e di lì nelle sedute dopo ci chiedevano come era andata la settimana,là dove c'erano stati dei conflitti ci chiedevano il perchè,ci aiutavano a capire i reciproci bisogni e si parlava del procrastinare di mio marito e del mio "tirare troppo".Chiaro che prima bisogna capire,per poi modificare le dinamiche sbagliate e quello è il lavoro più duro,al quale a mio avviso non eravamo ancora arrivati perchè io avevo un tipo di consapevolezza maggiore rispetto a quella i mio marito quindi bisognava che io rallentassi un pò rispetto ai miei tempi e che lui accellerasse un pò rispetto ai suoi.L'IDEA DI INIZIARE UNA PSICOTERAPIA INDIVIDUALE ERA MATURATA GIA DA TEMPO,PERCHè NON MI SENTIVO PIU' BENE ED INIZIAVO A PEGGIORARE SIA DI UMORE SIA NEI PENSIERI CHE NELLE REAZIONI E SENTIVO IL BISOGNO DI UN LAVORO TUTTO MIO NEI MODI E NEI TEMPI PER ME PIU' GIUSTI E NON QUELLI DI MIO MARITO O ALTRI,SENTIVO IL BISOGNO PERCHè LE PROBLEMATICHE EMERSE DALLA PRECEDENTE PSICOTERAPIA ERANO CHIARE E URGENTI DA RISOLVERE ED IO HO FATTO PRESENTE QUESTA COSA AI NOSTRI TERAPEUTI,IL FATTO CHE NON MI SENTIVO BENE,CHE CHE STAVO PER CROLLARE,CHE C'ERANO DELLE COSE GRAVI ED IMPORTANTI DEL MIO PASSATO CHE LORO NON SAPEVANO PERCHè NON AVEVO IL MODO ED IL TEMPO DI DIRLE NELLA SEDUTA SETTIMANALE DI COPPIA,VISTO CHE ERA DI COPPIA GIUSTAMENTE NON POTEVA INCENTRARSI SU DI ME,MA LORO MI HANNO RISPOSTO DI SMETTERLA DI "TIRARE" E DI VOLER ESSERE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE(PROBLEMA CHE NON MI RISULTA,MA PERCARITA' MAGARI E' COSI) HO DETTO CHE MI SENTIVO TROPPO COSTRETTA E CAZZIATA E CHE DAVVERO LA MIA NON ERA UNA RICHIESTA DI ATTENZIONE MA DI AIUTO E MIO MARITO HA CONCORDATO CON ME.NELLA SEDUTA DOPO POI HO SBROCCATO IN PREDA A NERVI E ORMONI MI SONO ALZATA E ME NE SONO ANDATA PERCHE' MENTRE LA MIA VITA ANDAVA IN PEZZI(INCUBI,ANSIA CONTINUA,MALESSERI FISICI,SBALZI D'UMORE)NELLE SEDUTE SI CONTINUAVA A PARLARE DEI PROBLEMI LAVORATIVI DI MIO MARITO,PER CARITA' DI TUTTO RISPETTO ED OGNUNO HA I SUOI PROBLEMI ED I SUOI LIMITI ED IO VENIVO PUNTUALMENTE ZITTITA PERCHE' LUI ERA QUELLO CHIUSO ED IO QUELLA CHE TIRAVA QUINDI DOVEVO STARE BUONA.CI PUO' ANCHE STARE NON GIUDICO IL LORO LAVORO SEMPLICEMENTE AME LA VITA STA SFUGGENDO DI MANO.aVEVAMO ANCHE CHIESTO,IO E MIO MARITO,VISTA LA SITUAZIONE,SE POTEVAMO FARE UNA SEDUTA DI COPPIA A SETTIMANA ED UNA IO SINGOLA A SETTIMANA,MA LORO HANNO DETTO CHE NON SI POTEVA FARE PER NON INQUINARE LE COSE E PERCHE' POI NON C'ERA EQUILIBRIO E VA BENE LO CAPISCO.INSOMMA LA SENSAZIONE ERA QUELLA DI 2 TERAPEUTI CHE ERANO Lì STANCHI E NON VEDEVANO CHE L'ORA PASSASSE,MA CMQ QUALCOSA DOVEVANO FARE.hO SENTITO MOLTA PIù EMPATIA ED INTERESSE VERSO ME CON LEI DOTT.SSA CHE IN QUELLE SEDUTE PER FARE UN ESEMPIO.ORA IN CONCLUSIONE MI SENTO PERSA PERCHE' STO MALE FISICAMENTE E MENTALMENTE DEVO RICOMINCIARE DA CAPO E DA ME STESSA,MA VORREI CONTINUARE ANCHE LA TERAPIA DI COPPIA CON MIO MARITO VISTO I PROBLEMI I RANCORI E LE CONDIZIONI CHE ABBIAMO,MA NON SO COME FARE PERCHE' ENTRAMBI NON POSSO FARLE,MA NON POSSO CONTINUARE COSì.NON SO QUALE SIALA COSA MIGLIORE PER ME E ANCHE PER IL MIO MATRIMONIO CHE FA PARTE DI ME,MI CONDIZIONA OVVIAMENTE,ANCHE SE NON E' LA CAUSA.NON SO A CHI RIVOLGERMI.SCUSI ANCORA PER LA LUNGHEZZA DEL TESTO E GRAZIE INFINITE SE AVRA' LA VOGLIA E LA PAZIENZA DI LEGGERLO E ANCHE DI RISPONDERMI
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
L'aiuto consisteva anche nel capire COME gestire i conflitti di coppia, partendo da ciò che voi due riferivate al terapeuta?
In tutta onestà e con i limiti della distanza e della ricostruzione di ciò che è avvenuto in terapia, mi pare un po' anomalo questa maniera di condurre una terapia cognitivo-comportamentale...

"INSOMMA LA SENSAZIONE ERA QUELLA DI 2 TERAPEUTI CHE ERANO Lì STANCHI E NON VEDEVANO CHE L'ORA PASSASSE..."
Ad ogni modo non ho capito una cosa: erano presenti due terapeuti contemporaneamente?

Per quanto riguarda il tipo di terapia (se di coppia o individuale), è possibile intraprendere un trattamento di coppia e,se necessario, affiancare delle sedute individuali. Anzi, soprattutto all'inizio di un percorso è indispensabile secondo me, proprio per comprendere e venire a conoscenza di quegli aspetti critici che una persona potrebbe non voler dire davanti al coniuge. inoltre è fondamentale la visione "pulita" di entrambi. Le faccio un esempio. A volte capita che la coppia giunga in consultazione ma, separandola, con colloqui individuali, emergano problemi diversi rispetto a quello portato dalla coppia oppure che per uno dei due il "problema" non sia vissuto come un problema ma ci si è presentati nonostante tutto per via del coniuge.

Qui potremmo ipotizzare la stessa cosa... se Suo marito è abituato ad avere qualcuno che gli risolve i guai, forse vuole anche procrastinare la terapia e non so che visione abbia lui della situazione attuale. E quindi potrebbe darsi che Lei sia più sofferente.

In tal senso anche un terapia individuale solo per Lei potrebbe giovare. In che modo? Eventualmente diventando più flessibile verso questi aspetti di cui Suo marito è portatore e semplificandosi di conseguenza la vita. Cioè, se Lei che si è sempre caricata di mille pesi e responsabilità riuscisse ad imparare a delegare (senza perdere la pazienza, perchè mi rendo conto che per come funziona Lei sia difficile delegare e dare agli altri la responsabilità) riuscirebbe a diventare più flessibile e, nel contempo, Suo marito avrebbe l'occasione di non continuare a fare ciò che ha fatto per tutta la vita con la mamma, mettendo in atto schemi automatici.

Questa, chiaramente, è solo una parte del cambiamento che si potrebbe attuare, e con i limiti di una consulenza on line.

Buona giornata,
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dopo
Utente
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Dr.ssa Pileci GRAZIE INFINITE,con i limiti di una consulenza on line a distanza Lei ha capito e colto nel centro molto più di chi invece ho avuto davanti di persona e questo non solo perchè Lei a mio parere(ma anche ooggettivamente :-) ) è un'ottima terapeuta,ma perchè ha la voglia,la sensibilità,la capacità di ascoltare e capire.Si i psicoterapeuti da cui andavamo erano 2 uomo e donna e le sedute erano troppo dispersive troppi galli a cantare in un'unica stanza.Per quanto riguarda ciò che sostiene sono perfettamente d'accordo ed è ciò che sostengo anche io,un conto è parlare davanti al partner( ci possono essere pudori e condizioni anche inconsci o meno) un conto è farlo da soli con il terapeuta ci si può sentire più liberi ed anche il terapeuta ha una visione più pulita e chiara e quando l'ho proposto mi è stato detto no.Il consiglio che Lei mi ha dato è ottimo e con i limiti di una consulenza a distanza direi che Lei ha capito bene,infatti il lavoro che stavo facendo su me stessa era quello di essere più tollerante,capendo i limiti e le problematiche di mio marito,non prendendole sul personale,ma al contrario come suoi limiti che causano del male a lui soprattutto,coinvolgendo anche me,perchè io mi faccio coinvolgere ed a questo ci sono arrivata da sola e l'ho messo in atto.Inoltre stimo a amo mio marito per molte altre cose,infatti le cose con mio marito andavano-vanno meglio perchè non mi "arrabbio" più per certe cose,ma non perchè le soffoco,ma perchè ho capito il processo che le innesca ed ho capito che mio marito aveva bisogno di tempo e di un percorso per poterle modificare,rispettando se stesso ed i suoi tempi.In poche parole la coppia andava meglio e di conseguenza io stavo meglio,ma rimanevano cmq i miei problemi di fondo seri che le ho descritto nei post precedenti.Ora infatti non solo sono a terra io,perchè non sto bene fisicamente emotivamente e per altre cose come descritto,ma non sto bene perchè vedo che mio marito non sta bene,ma lui non lo dice è chiuso e non ammette le proprie sofferenze,perchè altrimenti si dovrebbe fermare ad affronatrle,ma da dei chiari segni di sofferenza(tic,sfoghi sulla pelle) ed io ci soffro e mi sento in colpa(anche se non dovrei) e non mi basta che mi dicano di non sentirmi in colpa,ma il perchè e come fare per non sentirmici.Per questo non volevo abbandonare la terapia di coppia,alla quale mio marito comunque veniva "quasi volentieri" ormai e non più forzatamente e solo per me,ma anche per noi e per se stesso,perchè vorrei che stesse m,eglio anche lui.Certo è che se starò meglio io tutto andrà meglio nella mia vita,coppia compresa,ma rimarrebbe comunque "il pezzo" di mio marito da fare il quale crede che se sto meglio io poi tutto andrà bene,come se lui non avesse responsabilità mai e tutto dipendesse dagli altri,anche se ultimamente questo pensiero è cambiato perchè ho cercato di dirgli e spiegargli che anche se io non dovessi avere più brutte reazioni e "guarire" se lui rimane fermo e "patologico" una volta che io sto bene reagirò meglio a certe cose ma comunque non le accetterò se non sono sane e alla fine ci allontaneremo comunque e noi non lo vogliamo.Volevo dirle un'ulteriore cosa è capitato e mi ha scottato,che nella psicoterapia precedente (gestald) io facessi le mie sedute individuali,mio marito partecipasse a qualcuna(seduta di coppia) e che poi anche lui andasse a farne qualcuna individuale,ma il terapeuta ha riferito a mio marito(che allora era il mio fidanzato,non ancora sposati) "erroneamente" una cosa sulla mia famiglia che io ancora non mi sentivo di dirgli,quindi non mi sono sentita più al sicuro.I terapeuti da cui andavamo non sapevano questa cosa,ma ci hanno comunque detto che se loro ci prendevano in terapia come coppia non potevano farci sedute individuali e che tutto sarebbe stato trasparente e riportato ad ogni seduta(eventuali mail telefonate) e infatti una volta io sono andata da sola perchè mio marito stava male e per non perdere i soldi(se non si avvisa 24 ore prima bisogna pagare lo stesso) e la seduta sono andata io e tutto ciò che ho detto è stato poi riportato nella seduta di coppia successiva,ma io ne ero consapevole.Ecco il quadro.....ora mi trovo con ansie e paure,nervosismi,sensi di colpa e non so da dove ripartire perchè vorrei risolvere tutto e subito,ho anche avuto un'abbassamento forte del tono dell'umore nei giorni scorsi(depressione) orribile e tempo fa quando mi sono rivolta al psichiatra perchè avevop avuto reazioni assurde lui mi ha diagnosticato un disturbo bipolare di tipo 2,un altro il disturbo borderline e una dott.ssa la sindrome luteare tardiva(sindrome premestruale acuta) dandomi farmaci che non ho retto fisicamente per stabilizzare l'umore.Ora i farmaci li ho smessi ma non la voglio angosciare con tutte queste notizie(ci sono i miei consulti nella sezione psichiatria anche) vorrei solo poter ripartire da me,ma non so come e dove.Le chiedevo nel consulto precedente cosa ne pensasse della terapia a indirizzo junghiano io non ne so molto e se secondo Lei potrebbe funzionare.grazie infinite e mi dispiace per la distanza fisica km altrimenti ora staremmo parlando nel suo studio :-) :-) saluti cari
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

La ringrazio davvero per la stima :)

Sulla terapia junghiana può trovare approfondimenti qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

La saluto cordialmente e, se vuole, mi aggiorni in futuro.
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