Insicurezza, nervosismo, complessi...

Buonasera dottori, mi chiamo Luca e vi scrivo per domandarvi, a vostro avviso, quale sia la cosa migliore da fare alla luce dell'idea che vi farete.

La questione credo sia una sola, e che tutto il resto le graviti intorno: sono una persona insicura.

Ricordo di essere insicuro fin da quando il mio cervello abbia preso coscienza di pensare razionalmente.
Mi sono sempre ritenuto inferiore e privo di interessi rispetto agli altri, una persona di poco valore.

Nonostante gli altri mi abbiano rassicurato spesso e volentieri, la mia ferma convinzione rimane invariata, avallata o meno dalla realtà oggettiva.

La mia ridotta autostima si riflette sia sulla considerazione che ho del mio IO esteriore sia quella del mio IO interiore.

Non ho un'alta considerazione del mio aspetto, e la cosa mi pesa.
Ho spesso evitato di uscire perché insicuro e ritenuto da me stesso inadatto a quella determinata situazione.

In passato ciò ha provocato faglie nei rapporti con i miei amici e sono certo che se non cambiassi la situazione rimarrebbe inalterata.

Non riesco ad aprirmi agli altri, anche le persone a me più legate conoscono ben poco della mia persona, e sono sempre agitato sul fatto che gli altri possano ritenermi ridicolo e insignificante.

Sono gay, ma non è questo il problema: la mia omosessualità è ciò che vivo meglio di me. E' tutto il resto il problema. E' la mia persona, il problema.

Non riesco a legarmi sentimentalmente, mi sento sempre inadeguato e troppo "bambinone", per intraprendere una relazione.

Nonostante sia considerato un eccellente dispensatore di consigli, in realtà non so da dove io li produca, dato che spesso do consigli su situazioni che neanche io ho mai vissuto.

La mia insicurezza e il mio profondo disagio mi rendono nervoso e irascibile: rispondo spesso male ai miei genitori, che mi vedono come un alieno sulla Terra, eseguo ogni azione con l'ansia e l'agitazione, avverto la tensione nella pancia e so che potrei esplodere da un momento all'altro.

Il nervosismo mi porta ad attacchi di fame nervosa deleteri per la mia già precaria considerazione del mio lato estetico.

Io non so cosa fare. Ho provato a razionalizzare ma invano.
Ho provato a convincermi che non ho niente di meno degli altri, ma invano.

So solo che sono stanco di essere vittima di quello che dovrebbe essere il mio primo alleato, ovvero... me stesso.

Ho 20 anni. Me ne sento addosso 60.


[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<So solo che sono stanco di essere vittima di quello che dovrebbe essere il mio primo alleato, ovvero... me stesso.>

Gentile Ragazzo,
ci aveva già scritto in passato e aveva ricevuto l'indicazione di rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta.

Lo ha fatto? Ci ha pensato?
Se non l'ha fatto cosa la frena?

Se lei è stanco di sentirsi in questo modo sarebbe davvero opportuno che si prendesse cura del suo benessere in modo concreto poiché da qui, purtroppo e non per cattiva volontà, non ci è possibile darle l'aiuto che meriterebbe.

Cari auguri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41

E' vero: non possiamo fornirti l'aiuto che desideri attraverso un pc, perchè la situazione -per l'idea che io mi sono fatta- richiederebbe l'aiuto di uno specialista per aiutarti a imparare a costruire le relazioni, superando le tue difficoltà.

Infatti mi pare di capire che da solo, e neppure con le occasioni che la vita ti mette a disposizione, tu non riesca a modificare quegli aspetti di te che ti impediscono di poterti guardare come una persona degna di amore da parte degli altri.

Da qui non possiamo approfondire, ma è singolare che -anche quando gli altri manifestano di apprezzarti- tu non riesca a crederci.

Pertanto l'analisi che tu fai, in termini di bassa autostima, scarso valore personale percepito, ecc... è corretta. Ma non basta. oltre a vedere e capire il modo in cui pensiamo e ci muoviamo nel mondo, abbiamo bisogno di sperimentarci in un ruolo nuovo per produrre cambiamenti significativi che riescano a cambiare il modo in cui noi vediamo il problema, noi stessi, gli altri, le relazioni con gli altri.

Una possibilità per attuare questo cambiamento potrebbe essere una psicoterapia .Ma non è detto. Potrebbe essere utile anche un training di abilità sociali e relazionali ( https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html ).
Solo attraverso una valutazione approfondita con uno psicologo psicoterapeuta si potrà decidere come attuare il cambiamento.

Per quanto riguarda la poca apertura con gli altri, potrebbe essere una conseguenza di quanto detto sopra. Se tu per primo non ti stimi, non pensi di essere interessante per gli altri. Questo però è un meccanismo che alimenta l'insicurezza, anche perchè riesci a vedere bene le relazioni degli altri attorno a te e quanto sono diverse da quelle che tu instauri... questo può renderti ancora più insicuro.

E lo stesso potrebbe valere per la rabbia e il nervosismo. A tal proposito puoi leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html

Potresti provare, se ancora non l'hai fatto, a rivolgerti al consultorio o all'ASL per incontrare uno psicologo per una prima valutazione.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
a vent'anni, tutto è modifcabile: autostima, relazioni con te stesso, con gli altri, tutto!
Un consultorio potrebbe essere la strada migliore e soprattutto più economica, per fare un lavoro su di te, al fine di riappropriarti della qualità della rua vita.
Cari auguri!

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it