Inferiorità sessuale

Buonasera
vorrei chiedere un consulto riguardo la mia sessualità. Credo di essere sempre stato omosessuale ma da quando avevo 18 anni ho iniziato a pormi domande più serie sulla mia identità e sul mio passato e qualcosa nella mia sessualità non mi è chiaro. Sono stato un bambino molto timido e insicuro, cresciuto con il timore del mondo e degli altri, sopratutto dei miei coetani maschi. Per quasi tutta la mia infanzia sono stato preso in giro a causa dei miei modi calmi e gentili (quindi un po' femminili) ed etichettato come "gay", prima ancora di sapere effettivamente cosa significasse, e quindi emarginato. L'emarginazione e la paura costante dei giudizi altrui ha fatto crescere in me una vera e propria fobia del mondo maschile e di tutte le attività preferite generalemente dai maschi. A parte pochissimi amichetti maschi ero costretto a sfogare i miei istinti più vivaci con le mie amiche femmine, incalzandole per quanto possibile a giocare a giochi più scalmanati all'aria aperta, che comunque a me divertivano. Crescendo la situazione non è migliorata. Il mio primo approccio alla (omo)sessualità si basava su una certa gelosia nei confronti dei maschi più fisicamente virili e attraenti e di qui si accendeva il desiderio. Le mie fantasie sessuali da sempre riguardano una sorta di continua gara "a chi ce l'ha più lungo" con altri uomini, condita di volta in volta in modo diverso, in cui in primis immagino me stesso con esasperate fattezze mascoline e virili, con per esempio un pene di maggiori dimensioni. Ho avuto qualche esperienza con delle ragazze, senza arrivare proprio fino in fondo, e sinceramente mi sono piaciute; allo stesso tempo però ero frustrato perchè non riuscivo a lasciarmi andare e a liberare la mia mascolinità, chiedendomi come potessi risultare sessualmente eccitante agli occhi di una ragazza. Era come se mi sentissi ridicolo a liberare i miei istinti e in effetti da sempre mi imbarazzo ad affermare davanti a me stesso o ad altri : "Io sono un uomo, un maschio". Quando per istinto sto per dirlo mi mordo la lingua e cerco di trovare parole meno esplicite per non vergognarmi. Il confronto con gli altri uomini, per quanto amichevole, mi ha sempre fatto sentire inferiore, come se io non fossi tanto "maschio" e potenzialmente tanto virile quanto loro. A me piace essere un uomo anche se non riesco sempre a sentirmi tale e non vorrei essere una donna, a volte mi sento quasi un ibrido e questo mi destabilizza molto. Inoltre dal punto di vista sessuale sento che mi manca qualcosa e che le donne mi stuzzicano più di quanto penso ma non riesco a separarmi dall'idea che io sia troppo femminile. A me essere effettivamente gay non disturberebbe, molta gente penso che lo sappia già, anche se per pudore non ne parlo spesso. Ad ogni modo sento di non conoscermi abbastanza e di aver da sempre soffocato un' importante parte di me con continui compromessi, a causa della mia grande insicurezza e non so se questo abbia condizionato la mia sessualità.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazzo,
credo che potrebbe esserle di rilevante aiuto rivolgersi di persona ad uno psicologo per poter esplicitare in modo più approfondito questi suoi dubbi e cercare di far maggiore chiarezza in se stesso, tenendo conto dei suoi desideri, delle sue aspettative e delle sue emozioni più che del giudizio degli altri o degli stereotipi di ruolo.
Potrebbe rivolgersi allo Spazio Giovani del Consultorio della sua Asl oppure informarsi se esiste nella sua città uno sportello di ascolto specifico per le persone omosessuali.


Cordilamente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro ragazzo,

mi sembra di capire che il tuo orientamento non è omosessuale, ma che piuttosto è probabile che il senso di inferiorità che ti accompagna da diversi anni ti spinga a confrontarti sul piano fisico e sessuale con altri maschi, e a sentirti attratto da quelle caratteristiche che ti piacerebbe avere tu stesso.

Questo ti porta a sviluppare fantasie che possono confonderti le idee, ma a mio parere è il modo in cui sei stato trattato ed emarginato dagli altri ragazzi ad aver pesato molto nel generare in te tutti questi dubbi: essere "femminile" (più sensibile, introverso, delicato della media), però, non significa essere gay.
Significa solo non aderire allo stereotipo di maschio che puoi avere in mente e rischiare per questo di essere isolato dagli altri ragazzi, cosa che ti è effettivamente accaduta.

Hai infatti avuto esperienze sessuali appaganti con le ragazze, ma quello che ti ha frenato rispetto alla possibilità di spingerti oltre è il senso di inadeguatezza, non la mancanza di attrazione verso di loro.

Hai mai parlato con qualcuno di tutto questo?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ringrazio innanzitutto per le veloci risposte.
Finora non ne ho parlato con nessuno ma più vado avanti più mi convinco che avrei bisogno di parlarne con uno psicologo. Da poco tempo ho realizzato che non ho più alcun interesse a trovare per me un' etichetta precisa tipo omosessuale, bisessuale ect, non me ne importa; l'unica cosa che davvero mi interessa è vivere bene la mia sessualità come non ho mai fatto veramente. Ho anche realizzato che per me sarebbe molto più difficile confessare ad un amico intimo di essermi sentito disgraziatamente emarginato da bambino che di essere gay. Ho notato anche di come il mio passato condizioni il mio presente e giorno dopo giorno cerco di allontanare da me il giudizio degli altri di cui a volte mi importa ad un livello quasi imbarazzante.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

scrivi: "Era come se mi sentissi ridicolo a liberare i miei istinti e in effetti da sempre mi imbarazzo ad affermare davanti a me stesso o ad altri : "Io sono un uomo, un maschio". "

Questo, avendo avuto esperienze precoci di derisione e di incomprensioni, mi pare la conseguenza.
Ma quando tu, da bambino/ragazzino, venivi deriso in questa maniera non ti sei rivolto ad un adulto per te significativo?

Il fatto di esserti isolato ha probabilmente non ha fatto altro che alimentare dubbi soprattutto in un 'età delicatissima da questo punto di vista (durante l'adolescenza avviene il debutto sessuale e le varie conferme sulla propria sessualità, ma anche sul proprio valore, sulla possibilità di poter piacere all'altro, ecc...), quindi un duplice aspetto (derisione + evitamento) che ti ha portato ad avere tutti questi dubbi.

A me però il problema non sembra tanto connesso all'orientamento sessuale, quanto all'autostima, all'insicurezza e alle relazioni.

Per conferma però è necessario il colloquio psicologico di persona.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, a me sembra che tutto questo dolore, questa insicurezza, possano essere attribuite ad un grande malinteso, centrato non sulle caratteristiche di mascolinità che pensi di non avere, ma all'idea, allo stereotipo di un genere maschile necessariamente aggressivo, macho,rude e così via.
Ma quando da ragazzino, da ragazzo avevi questi duri impatti con gli altri ragazzi, dov'era cosa faceva la tua famiglia , tuo padre ?
Tra l'altro , non è detto che i ragazzi gentili, sensibili non piacciano alle ragazze.. con le Colleghe consiglio una serie di colloqui con uno psicoterapeuta, per chiarirsi, per sentirsi meno solo e per fugare i fantasmi che ti oscurano il cammino..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Solo una volta l'ho confessato a mia mamma (o a entrambi i miei genitori, non ricordo bene) che mi ha consigliato di farmi valere, ribattendo alle offese e di ignorare i loro giudizi. è stata una brevissima conversazione a tavola. Non ho mai (e sottolineo mai) voluto ne permesso ai miei di riprendere il discorso. L'unico modo di affrontare la questione è stata fare di tutto per evitare di trovarmi in certe situazioni. Sono un buonissimo osservatore e sono stato da sempre molto furbo e attento a trovare sotterfugi per non ritrovarmi nelle medesime condizioni in cui venivo emarginato. Questo ha avuto effetti disastrosi sulla mia spensieratezza e spontaneità, credo. Non sono nevrotico ma faccio fatica a rilassarmi se non imbambolandomi con alcool o davanti un televisore. Quello che mi chiedo è come mai io sentissi il bisogno di non preoccupare i miei genitori, di non appesantirli con i miei problemi e perchè non sopportassi l'idea di dimostrarmi vulnerabile e ferito ai loro occhi. Forse non riuscivo a fidarmi di loro perchè loro non si fidavano l'uno o dell'altro o perchè mi sembrava di fungere da cassa di risonanza dei problemi di mia madre e delle sue preoccupazioni. Ad ogni modo mi sa che bisognerà che io scavi parecchio e credo sia inutile appronfondire queste questioni online. Grazie mille comunque delle risposte.
[#7]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, così intuitivo e maturo che da piccolo cercava di gestire la situazione..
e cercava di non preoccupare e di non chiedere aiuto.
Tutto questo però conduce ad un dispendio di energia alla lunga, quindi è giunta davvero l'ora di parlare, parlarne con uno specialista, per non perdere altro tempo ed altre energie, e non sciupare gli orizzonti preziosi della giovinezza...
Coraggio, prendi la tua vita nelle tue mani..
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

secondo alcuni approcci della psicologia (per esempio quello cognitivo-comportamentale) NON è affatto necessario scavare e scavare per raggiungere equibilibrio e benessere.

Semmai il contrario: è indispensabile capire come funzioniamo e quali strategie disfunzionali mettiamo in atto per affrontare le nostre paure e i problemi.

Per esempio tu scrivi:

"L'unico modo di affrontare la questione è stata fare di tutto per evitare di trovarmi in certe situazioni."

Anche se non è divertente, la vita ci mette anche davanti a problemi, a pericoli e a persone che ... vorremmo evitare. Però quando evitiamo tali circostanze succede che sul momento stiamo meglio perchè abbiamo allontanato la fonte d'ansia o di paura, ma alla lunga non siamo capaci (perchè non lo abbiamo mai imparato) di relazionarci nè di affrontare ad esempio l'arroganza e la cattiveria degli altri.

Il punto non è NON trovarsi in certe situazioni. E non è neppure NON soffrire. Il punto centrale della tua richiesta è COME imparare a superare tali problemi, affinando le tue capacità.

Un modo potrebbe essere quello descritto qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Poi è anche probabile che non riesca a permetterti di essere vulnerabile nè con te stesso nè con i tuoi genitori, forse perchè temi di deluderli.

Ad ogni modo prova a contattare uno psicoterapeuta per tali problematiche. Il problema potrebbe essere decisamente più semplice da risolvere di quanto tu possa immaginare, ma la sofferenza che ti porta è indubbiamente grande.

Un saluto,
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che tu non ne abbia parlato perchè in casa, fra i tuoi, c'erano già abbastanza problemi perchè tu ti sentissi autorizzato ad aggiungerne altri.
Non tralascerei poi la questione della vergogna per quello che ti è accaduto, che ti frena dal farne parola anche fuori casa.

Anche se non ne hai mai parlato, se non una sola volta di sfuggita, è importante che tu lo faccia adesso con chi ti può aiutare: sei giovanissimo e intervenire ora sarà più semplice che farlo in futuro.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazzo,
credo che sarebbe utile l'esplorazione del suo vissuto, della sua storia familiare, del suo concetto di mascolinità ed omosessualità, da solo non credo possa farcela.
Valuti l'ipotesi di una iuto specilaistico per leggersi dentro, l'amore ha tante sfaccettature poliedriche ed affascinanti, a cui lei sta rinunciando...
Non si perda d'animo...

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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