Amo un uomo che non si lascia amare (philofobia?)

Gentili medici, vi parlo di un ragazzo con il quale ho avuto una lunga (5 anni) ma complicata relazione. Sin dai primi tempi ho capito che non sarebbe stata facile in quanto non riesce ad aprirsi con nessuno, non parla mai dei suoi problemi e all'apparenza sembra freddo e distaccato.Ha sempre avuto paura nel lasciarsi andare e nel mostrare i suoi desideri e le sue paure. All'inizio ho cercato di forzare un pò le cose, gli chiedevo di aprirsi con me. Ci sono stati periodi in cui ci è riuscito, si è aperto con me e mi ha dato tanto amore. Poi altri periodi in cui tornava freddo e si chiudeva a riccio impedendo a chiunque di avvicinarsi a lui. Si è buttato a capofitto nello studio dicendomi che l'unica cosa importante per lui è poter diventare qualcuno e poter contare sulle sue sole forze. Lo scorso anno allora ho lasciato che seguisse la sua strada. Dopo un pò, è tornato da me disperato. Dicendomi che non voleva vivere senza di me. Mi ha seguita e mi aspettava sotto casa. Io l'ho respinto inizialmente. E' stata l'unica volta in cui l'ho visto piangere. Poi siamo tornati insieme. Abbiamo passato un anno splendido, lui si è aperto a me in un modo incredibile, siamo stati amanti, amici, complici. Sembrava che insieme avremmo potuto conquistare il mondo. Poi da un mese a questa parte la sua nuova chiusura. Mi ha lasciata nuovamente, dicendo che non prova più nessun sentimento verso niente. Ha perso la fiducia nel mondo: dopo la sua laurea non trova lavoro e non vede nessun futuro in più il suo unico migliore amico è andato a vivere all'estero. Gli ho detto che proprio in un momento così avrebbe dovuto cercare il mio sostegno, che mai lo avrei abbandonato. Lui ha insistito affinchè lo lasciassi solo perchè non vuole più avere bisogno di nessuno. Io l'ho fatto per un pò, ferita. Poi però ho cercato di parlarne e quello che mi ha detto mi ha spinta a rivolgermi a voi per un aiuto. Ha detto che sin da piccolo ha sempre vissuto abbandoni. Sua madre lo lasciava solo e quando c'era e lui le chiedeva affetto lei andava via di fretta . Dice di essersi attaccato in maniera mobosa ai suoi oggetti o giochi e di soffrire terribilmente ogni volta che ne perdeva uno o veniva gettato da sua madre. Ogni cosa ha cui in passato si affezionava finiva per abbandonarlo. Mi ha detto che è per questo che ora non prova più niente e non amerà mai più niente e nessuno. Non esce quasi più di casa e quando esce non si diverte. Lo amo tantissimo e vorrei che capisse che io non lo abbandonerei mai. Ma non voglio forzarlo nemmeno. Come dovrei comportarmi con lui? Se lo lasciassi perdere come lui mi chiede, sarei il suo ennesimo abbandono. Ma se provo ad avvicinarmi lui mi respinge. Ho deciso per ora di restare silenziosamente al suo fianco ma così facendo faccio del male a me stessa. Vorrei poterlo aiutare concretamente e per questo chiedo a voi un consiglio su come aiutarlo ad affrontare il suo problema. Come devo comportarmi?
Cordiali saluti, S.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza, questo giovane uomo così difeso ha urgente bisogno di un sostegno psicoterapeutico, perchè i suoi atteggiamenti rigidi, difesi possono essergli molto nocivi a livello delle scelte di vita., ed inoltre fanno soffrire te che mi sembri intelligente e sensibile..
"Ho deciso ora di stargli vicino silenziosamente, ma così facendo faccio del male a me stessa.." costosa e generosa soluzione la tua.. ma io intanto anche uscirei con gli amici ,cercherei anche di avere delle ore piacevoli.. altrimenti sei del tutto in suo potere.. la paura dell'abbandono qui si traduce in totale intolleranza delle frustrazioni.. ed è su questo che lui dovrà lavorare a mio parere..
Molti auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Psicologo attivo dal 2013 al 2016
Psicologo
Gentile ragazza,
la filofobia è definita come la paura persistente, ingiustificata ed anormale di innamorarsi o di amare una persona.
Le persone che sofrono di filofobia mettono in atto, ogni qualvolta qualcuno cerca di mettersi in relazione con loro, una sorta di "autodifesa" che associa all'amore la sofferenza e quindi "scappano" dalla relazione per la paura di rimenerne feriti.
Dal suo racconto tuttavia il suo ragazzo è riuscito in diversi momenti a superare questa paura infatti come lei stessa scrive:

"Abbiamo passato un anno splendido, lui si è aperto a me in un modo incredibile, siamo stati amanti, amici, complici. Sembrava che insieme avremmo potuto conquistare il mondo"

Sicuramente vissuti precoci di abbandono, non per forza reali, possono influenzare le relazioni che noi instauriamo da adulti, la paura di aprirsi, di lasciarsi andare, di fidarsi di un'altra persona nasconde molto spesso un'angoscia di tipo abbandonico come quella descritta dal suo ragazzo.
Andrebbero a mio avviso indagati anche eventuali vissuti depressivi che il suo ragazzo sembra esprimere per inquadrare correttamente il problema e questo lo può fare solo uno specialista parlando con lui.
Vista la difficile situazione che state entrambi vivendo potrebbe proporre al suo ragazzo una consulenza psicologica di coppia oppure visto la consapevolezza che lui le ha mostrato delle sue difficoltà:

"Ha detto che sin da piccolo ha sempre vissuto abbandoni. Sua madre lo lasciava solo e quando c'era e lui le chiedeva affetto lei andava via di fretta . Dice di essersi attaccato in maniera mobosa ai suoi oggetti o giochi e di soffrire terribilmente ogni volta che ne perdeva uno o veniva gettato da sua madre. Ogni cosa ha cui in passato si affezionava finiva per abbandonarlo. Mi ha detto che è per questo che ora non prova più niente e non amerà mai più niente e nessuno"

potrebbe convincerlo a chiedere aiuto ad un psicologo per capire meglio le difficoltà che sta incontrando.
La saluto con affetto e mi aggiorni pure se crede
[#3]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

è possibile che in questa persona ci sia una tendenza (o coazione) a ripetere/ricercare esperienze abbandoniche proprio come quelle esperite durante l'infanzia. Questo potrebbe avvenire ogni qualvolta si inneschi una "crisi", ossia un bisogno di maggiore appoggio e vicinanza.

Le esperienze frustranti del passato potrebbero riemergere nei modelli di relazione attuali e aver trovato una persona, per così dire accogliente, che non ha atteggiamenti frustranti o rifiutanti potrebbe "spiazzarlo".

Prima di definire questo comportamento in termini clinici (filofobia) sarebbe opportuno che il suo partner consultasse un professionista.

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
Fare diagnosi cliniche al suo fidanzato, se da un lato potrebbe farla stare meglio, a mio avviso dall-'altra la pone nella condizione di an crocerossina/ terapeuta, danneggiando sia se stessa che la coppia.
Il suo ragazzo, se lo desidera, dovrebbe chiedere aiuto, lei torni a fare la fidanzata, che e' gia' tanto.
Cari auguri

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti per le vostre risposte.
In effetti l'ideale sarebbe che cerchi aiuto e il sostegno di uno specialista, ma è molto orgoglioso e vuole "cavarsela con le sue forze". Non nego che da quando mi ha detto di lasciarlo in pace mi sia crollato il mondo addosso. Mi ha chiesto di dimenticarlo e che vuole vedermi felice. Io inizialmente ho pensato che se non mi amasse più avrei dovuto lasciarlo stare. Poi però è tornato a farsi sentire spiegandomi il suo problema ho avuto la sensazione che la sua fosse una richiesta di aiuto. Mi ha comunque ripetuto di dimenticarlo e vivere la mia vita. Ma non posso farlo sapendo che l' uomo che amo è in difficoltà e andare avanti con il rimpianto di non aver fatto niente per salvare la nostra storia.

Per il dr. Del Signore,

"Questo potrebbe avvenire ogni qualvolta si inneschi una "crisi", ossia un bisogno di maggiore appoggio e vicinanza."

Quello che lei ha scritto è quello che in realtà avviene. Lo scorso anno, prima del suo isolamento e del suo primo allontanamento, stava affrontando un periodo difficile e lottando contro una malattia che a 22 anni nessuno dovrebbe avere. Io gli ho dato il mio sostegno, senza però fargli pesare la sua condizione. Al contrario cercavo di distrarlo e quando ne parlavamo dicevo di essere fiduciosa nella sua guarigione. Poi l'isolamento, e infine è tornato da me quando già sapeva che sarebbe guarito.

In ogni caso io continuerò ad esserci per lui, anche soltanto come figura di riferimento, senza imporgli la mia presenza ma restando dietro le quinte. In questo modo rispetterò la sua decisione senza però abbandonarlo a sè stesso.
Grazie infinite per i vostri consigli e la vostra gentilezza.
[#6]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

mettendosi nella posizione di dover "salvare" il suo partner corre il rischio che i vostri ruoli si irrigidiscano. Questa persona non riesce a chiedere, ma trova in lei la controparte bisognosa di "dare" aiuto.

Mi viene in mente un vecchio film di Alfred Hitchcock intitolato "io ti salverò", che racconta una situazione simile alla vostra.

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