Transfert

Salve!
Scrivo in merito ad un problema che da qualche giorno avverto sempre più pressante.
Il mio fidanzato ha deciso di intraprendere un percorso psicoterapico per una serie di motivi.
Inizialmente ero entusiasta di questa sua scelta, ma dato che la professionista cui si è rivolto è di sesso femminile, sono letteralmente terrorizzata da cosa potrebbe accadere alla nostra storia se in lui si innescasse il transfert.
So che questo meccanismo potrebbe addirittura essere benefico per la terapia, ma so anche che spesso può apparire del tutto similare ad un innamoramento e e ho molta paura delle conseguenze.
Le mie paure sono fondate? Non riesco a stare tranquilla.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

che film ha visto e cosa teme possa succedere?
E poi il transfert esiste all'interno della terapia psicanilitica o in quella psicodinamica... non tutti lavoriamo con il transfert.
Mentre per il Suo ragazzo può essere qualcosa di eccezionale il transfert, per il professionista è invece qualcosa di comune e di gestibile. Cioè, mentre il paziente percepisce come unico l'analista\psicologo, lo psicologo\analista di solito non ha solo un paziente e non lo percepisce come unico. Questo non toglie che il paziente e la sua storia e le motivazioni non siano importanti, anzi. Ma il professionista preparato sa che "fa parte del gioco" ed evita che *il transfert* sfoci in altro o sfugga alle dinamiche interne del rapporto terapeutico.
Forse le Sue è possibile definirle come fantasie, piuttosto che come paure?
Ha pensato che la Vostra storia possa trarre qualche vantaggio, specialmente dal confronto con una donna che non è emotivamente coinvolta come Lui è con Lei? Magari da questo rapporto terapeutico possono nascere anche elementi importanti che giovano alla Vostra storia? A questo ci ha pensato?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
nessun pericolo, anzi è una dinamica lavorativa, che serve a lavorare meglio, gestibile dal terapeuta.

E' possibile invece che lei stia instaurando una dinamica di gelosia e competizione inconscia con la donna che si occuperà del suo fidanzato.

Stia serena.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottor Bellizzi,
la ringrazio per la risposta.
non si preoccupi, non ho visto nessun "film".
Evidentemente ho mal posto la questione: il mio timore non è che la terapeuta possa iniziare a nutrire tali sentimenti, so bene che, in quanto tale, è da escludersi un qualsivoglia coinvolgimento affettivo che vada oltre al rapporto professionale.
Il mio timore riguarda come il mio ragazzo potrebbe vivere le sensazioni derivanti da un eventuale transfert.
Ho pensato anche alle differenze relative all'orientamento terapeutico, ma, ad ora, non sono a conoscenza di quale sia la scuola di pensiero che segue la dottoressa. La mia è solo una preoccupazione su ciò che in prospettiva potrebbe accadere.

Giovando a lui, credo che la terapia possa, quasi certamente, rivelarsi utile anche per il nostro rapporto.

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Randone,
grazie per l'attenzione e per le parole rassicuranti.
Che si sia accesa una sorta di competizione credo possa essere molto probabile, difatti avverto sensazioni ambivalenti: da un lato sono felice stia finalmente facendo qualcosa di concreto per risolvere i suoi problemi, dall'altro, invece, come ha acutamente intuito, avverto il tutto come una minaccia al nostro rapporto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

per quali problemi il suo ragazzo si è rivolto una psicologa?

La gelosia che lei sta sentendo all'idea che lui possa provare qualcosa per la dottoressa deriva da una sua più generale tendenza ad essere gelosa, oppure si tratta di una preoccupazione che non ha nei confronti di altre figure femminili con le quali il suo ragazzo può rapportarsi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
la gelosia, le dinamiche di latente competizione femminile che sente, con chi avrà il piacere di occuparsi della psiche del suo fidanzato, sono normalissime sensazioni, stia serena.

Ogni percorso di chiarificazione, di psicoterapia, di incontro con se stessi, anche se apparentemente destabilizzanti, alla lunga rappresentano un valore aggiunto all'esistenza del suo fidanzato ed alla vostra coppia.
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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Massaro,
il mio fidanzato ha deciso di fare psicoterapia per un disturbo depressivo strettamente collegato alla dinamiche presenti all'interno della sua famiglia d'origine e, in special modo, al rapporto con la figura materna.
Le faccio qualche esempio concreto: stile di attaccamento fortemente discontinuo, trattamento iniquo tra fratelli, esplicite richieste d'aiuto ignorate/negate/sottovalutate, dimostrazioni affettive connesse al quantitativo di soldi portati a casa e alla docilità mostrata, negazione e mancato riconoscimento degli aiuti forniti da lui alla famiglia.

In linea di massima non sono granché gelosa; si figuri che lui lavora a stretto contatto con delle ragazze e questo non mi causa alcun disagio.
La mia paura credo sia legata alla profondità del rapporto che, con o senza transfert e, inevitabilmente, si instaurerà con la terapeuta.

Grazie per l'attenzione
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se il suo ragazzo riuscirà a creare un rapporto nel quale si sentirà compreso e riconosciuto non potrà che averne dei benefici, visti i problemi che lo hanno portato a sviluppare un disturbo depressivo.
E' quindi auspicabile che si leghi alla psicologa e che riesca in questo modo a realizzare un'"esperienza emozionale correttiva" di quanto accaduto con la madre.

Nel rapporto con lei come si comporta?
Ricerca riconoscimento?
Teme di perderla?
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Utente
Utente
Mostra attaccamento e, talvolta, eccessiva gelosia e insicurezza. Anche se fa di tutto per nasconderlo tentando di mascherarsi dietro un velo di finta indifferenza (comprensibilmente, perché da piccolo l'aver mostrato i suoi sentimenti apertamente, come le accennavo, gli ha causato solo sofferenza).
Inoltre è molto diffidente
La richiesta di riconoscimento più che con me, la cerca in ambito lavorativo