Il mio ragazzo ha un disturbo dell'umore?

Gentili dottori,
sono (anzi ero) fidanzata con un ragazzo dolce e meraviglioso. Alle spalle ha la separazione dei suoi(con cui ha rapporti freddi) e una relazione precedente molto difficile. Siamo sempre andati d’accordo ma da quando le sue responsabilità lavorativr sono aumentate, ha cominciato a diventare freddo e meno presente (anche perché il carico orario era aumentato).Non ha mai avuto una grande autostima ma nell’ultimo periodo le cose erano peggiorate. Era come se non riuscisse a gestire lo stress e fosse entrato nel pallone…come se stesse pagando un conto arretrato. Ultimamente, era venuto fuori che si sentiva vuoto, senza rabbia né gioia e che aveva bisogno di pensare solo a sé. In alcuni momenti mi sembrava con la testa sulla Luna, in altri tentava di essere dolce come sempre. Il suo disagio era visibile; quando dormivamo insieme, negli ultimi giorni, la notte si girava mille volte nel letto, sbatteva i denti nel sonno, a volte tremava, si svegliava all’improvviso e poi si riaddormentava. Che dolore vederlo così. Sempre teso,ansioso, triste, stanco e pieno di sensi di colpa verso di me. Era molto stressato e diceva che era fatto così e non sapeva reagire altrimenti. Se mi vedeva stare male per lui si arrabbiava e poi si scusava. Diceva di innervosirsi per tutto ma non era colpa mia, che per la prima volta non sentiva il bisogno di nessuno, né di me, né dei familiari e gli amici. Con gli amici però riusciva a fingere.. con me no. Completa indifferenza verso tutti. Diceva che si sentiva un verme per come mi trattava ma che non riusciva a fare in un altro modo. Diceva di non avere il coraggio di lasciarmi andare via perché era egoista e sapeva che una come me non l’avrebbe trovata…ma non sapeva dirmi se mi volesse bene.L’ultima volta che ci siamo visti, non riusciva neanche a guardarmi in faccia…gli sono venuti gli occhi rossi e lucidi ed ha preferito andarsene. Due giorni dopo l’ho lasciato per sms …(era stato lui a portarmi a questa decisione. Io ho solo fatto il passo).Ha risposto che si rendeva conto di quello che stava perdendo, che si faceva schifo, che meritavo altro, che non riusciva a cambiare e si bloccava quando provava a chiamarmi, che gli dispiaceva per i suoi comportamenti. Da allora non ci siamo più sentiti né visti. Io sto male ma sto cercando di riprendermi per provare ad aiutarlo…ma come?Cosa gli succede?Quello che vorrei sapere sono le modalità per stargli vicino (sempre che mi accetti..perchè non accettava il mio aiuto)..senza soffocarlo..e senza farmi del male.In molti mi hanno consigliato di lasciar perdere perchè farei prima a trovarmi qualcuno senza i suoi problemi ma io lo amo tanto e prima di allontanarmi definitivamente voglio fare ogni tentativo.
Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

forse è vero che se trovasse un altro fidanzato la sua vita sarebbe più semplice, ma prima di pensare a chiudere per non avere più a che fare con i problemi del suo (ex?) ragazzo sarebbe importante capire in cosa consistono questi problemi.

Quello che ci descrive è un quadro connotato da una seria crisi insorta a seguito dell'aumentata responsabilità sul lavoro che parrebbe essersi estesa anche ad altri ambiti: è possibile che questo sia ciò che è successo al ragazzo, soprattutto se non ha molta fiducia nelle proprie capacità e si è sentito "prosciugato" dalle nuove richieste lavorative. che l'hanno portato a rimettere in discussione la sua intera esistenza..

E' però anche possibile che vi fosse in lui un preesistente substrato ansioso e/o depressivo che avrebbe agevolato l'emersione del malessere a seguito dello stress lavorativo.

In ultimo non è da escludere che il ragazzo fosse già scontento dei propri rapporti (d'amicizia e/o di coppia) e che il cambiamento che ha vissuto abbia portato alla luce questo scontento.

Sa se prima del cambiamento sul lavoro ha mai sofferto di qualche disturbo psicologico?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile dottoressa,

La ringrazio per la Sua risposta.
No, non credo abbia mai avuto altri problemi di questo tipo..lui stesso mi ha detto che è la prima volta che si sente così. Sicuramente, anche per il suo vissuto sia familiare che di coppia, non può considerarsi una persona "rilassata" ma quando sta tranquillo è dolce e allegro.
Io ho assistito "all'evoluzione" della cosa:da preoccupazioni (iniziali e normali prima del cambiamento) al culmine che ha avuto quando la situazione si è presentata.Io gli facevo notare la sua freddezza ma lui mi rincuorava che era solo per colpa del lavoro e non c'entrava con me.Prima che"il danno avvenisse"..e parlo di giorni..lui era sì un pò in ansia ma era affettuoso e mi faceva sentire tutto il suo amore.Se stavamo fuori per qualche giorno, ad esempio, stava bene ma quando tornava a lavoro il suo umore crollava. Preciso che lui non lavora nella nostra città ma in un piccolo paese dove vive provvisoriamente e che non sopporta.Ultimamente era arrivato a pensare che questo fosse davvero il suo modo di essere e che era destinato a stare da solo (una frase che nei momenti di sconforto ripeteva spesso).
I miei dubbi riguardano, in termini pratici, come comportarmi ora.Ci siamo lasciati da una settimana...ho fatto una prova ed ho visto che tiene ancora acceso il cel con cui sentiva solo me...forse per la sua reale confusione.Io credo che, da una parte, sappia che al momento, si trova in questa situazione e tende ad allontanarmi, dall'altra,forse, aspetta o comunque non vuole che io trovi la porta chiusa.
Vorrei almeno che sapesse che non mi ha persa e che sono ancora accanto a lui...ripeto..sempre che mi voglia. Cosa mi consiglia di fare?
Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se è sicura dei suoi sentimenti gli parli (o magari scriva) del fatto che pensa che il suo cambiamento sia dovuto al forte stress lavorativo e gli consigli di cercare una diversa soluzione (nuovo lavoro o richiesta di trasferimento) o, se questo è impossibile, di lasciarsi aiutare da uno psicologo ad affrontare meglio la situazione.

Sapere che lei è disposta ad aiutarlo a cercare un aiuto o una diversa soluzione, e che non lo sta colpevolizzando nè ha perso fiducia in lui, può portare a dei risultati.

In ogni caso se lui è arrivato a credere di essere diverso da ciò che pensava di essere a seguito dei cambiamenti che ha subito è plausibile che gli aspetti avversi dell'attuale situazione abbiano trovato in lui terreno fertile per provocare una tale crisi, e che quindi presenti quanto meno una scarsa autostima o magari abbia dei dubbi su sè stesso sepolti nella propria mente che la nuova situazione ha contribuito a fare emergere.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
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Non ho la presunzione di essere sicura dei suoi sentimenti..ma sono sicura dei miei e questa è una spinta a cercare di capire se la cosa sia recuperabile.
E' una persona che non si è mai sentita apprezzata o riconosciuta, che ha subìto...anche fisicamente.
Lo stress lavorativo è giunto in un momento in cui si stava riprendendo da un altro momento di difficoltà determinato dalla sua precedente relazione.Ho cercato di colmare questo vuoto con mille attenzioni, cercando di essere tollerante e temo che questo abbia accentuato in lui il senso di colpa dato che in questo momento è incapace di dare..anche se ha sempre cercato di darmi attenzioni anche nell'ultimo periodo..magari a modo suo.

Non credo che accetterebbe mai di farsi aiutare da uno specialista...

Sì, gli scriverò...senza dargli l'ansia o la responsabilità di ricambiare...farò tutto da sola all'inizio.Vediamo come reagisce.In punta di piedi cercherò di stargli accanto affinchè capisca...quando e se mi renderò davvero conto che non ha bisogno di me o che non mi ama più, sparirò dalla sua vita.

So che l'amore non basta in certi casi ma speriamo bene...per lui...e anche per me...

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
L'amore può bastare per stargli accccanto e sostenerlo, ma non per sanare tutte le ferite che si porta dentro.

Può fargli capire che non si è allontanata a seguito del suo cambiamento e che sa che può tornare quello di prima, ma quando sarà il momento gli consigli di chiedere un aiuto perchè la fragilità di cui ha dato prova necessita di attenzione.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buongiorno dottoressa,

ieri ho provato a scrivergli seguendo i suoi consigli:ho ribadito la mia fiducia in lui, che gli sono sempre accanto...ecc..Nessun argomento "esistenziale" o che potesse risultare pesante. La sua reazione?Non mi ha mai risposto quando l'ho chiamato..gli unici segni di vita gli ha dati (solo per iscritto) nel momento in cui dubitavo che volesse rimanere in contatto con me:ovviamente, come al solito, era super impegnato a lavoro ed ha finito tardi.Stamattina gli ho mandato il buongiorno...non credo avrò risposta. Lo so che, anche se dovessero arrivare dei risultati, non li avrei in pochi giorni ma non riesco ad essere ottimista e mi sento già abbattuta...so anche che Lei non può aiutarmi in questo..per certe cose servirebbe la sfera di cristallo..

Grazie per il suo supporto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' importante che gli abbia comunicato quello che aveva da dirgli: ora sta a lui riflettere e decidere se e quanto ascoltarla e riavvicinarsi a lei.

Le consiglio di lasciargli tempo e spazio e di non inseguirlo, perchè in questo modo non otterrebbe nulla se non di farlo sentire pressato e sotto assedio.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Buon pomeriggio dottoressa,

a quel buongiorno mi ha risposto...ma di sua iniziativa non si fa vivo...ho deciso di dargli tempo ma dentro di me mi sto preparando al peggio perchè sperare mi fa troppa paura...nel frattempo, sto cercando alcune "strategie" per stare meglio perchè l'attesa mi sta consumando.Se entro un mese non mi cercherà, avrò comunque ottenuto le risposte che cercavo e che lui non ha saputo o voluto darmi..

Saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"sto cercando alcune "strategie" per stare meglio perchè l'attesa mi sta consumando"

Cosa sta facendo?
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ho cominciato a scrivere un "diario epistolare" in cui parlo delle mie emozioni, delle speranze e delle paure come se mi rivolgessi direttamente a lui; in questo modo freno il desiderio di scrivergli. Se lui tornerà, magari gli farò leggere queste pagine; se non lo farà, "rileggere il mio dolore" spero sia un modo che mi aiuti a riprendermi. Inoltre, dato che non sono per niente ottimista, ho già scritto il msg che gli manderò "quando sarà scaduto il tempo che voglio concerdergli". La verità è che sto cercando di proteggermi provando a non aspettarmi niente di buono...Non so se ci sono tempi tecnici per queste cose, tempi entro i quali è ragionevole sperare..ma mi sembra di aspettare Godot..e devo tutelarmi..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mi sembra un'ottima idea.

Proteggere sè stessa dal dolore rappresenta un atteggiamento sano: purtroppo non esistono tempi tecnici ragionevoli da indicarle per l'attesa, ma è importante che sia lei a fissare un termine oltre il quale non intende più aspettare.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Come sa, dalla teoria alla pratica ne passa...Sulla carta, per tutti i ragionamenti che mi faccio, dovrei essere padrona di me stessa...in realtà non è così perchè non riesco a reagire contro l'amore. Le mie intenzioni sul tutelarmi sono ottime..vedremo quante di queste riuscirò a realizzare...Mi sento completamente vulnerabile...avevo perfino pensato di assillarlo in modo che, per esasperazione, reagisse male e io avessi un motivo reale e concreto per allontanarlo subito...poi sono tornata lucida per fortuna...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Certo non è facile gestire una situazione poco chiara come questa, ma lei se la sta cavando bene.

Assillarlo comunque non servirebbe perchè se lui reagisse male a lei resterebbe il dubbio:" lo avrà fatto solo come reazione alla mia insistenza o perchè stanco della nostra relazione?"

Non chiarirebbe quindi nulla e si genererebbero anzi altri dubbi e il possibile rimorso per l'idea di avergli dato un buon motivo per chiudere definitivamente.