Sono affetta da doc

E' una cosa che va avanti da troppo tempo.
Il problema è che vorrei fare qualcosa per stare meglio. Non sono ancora andata in terapia, anche se dovrei. Ma significherebbe darla vinta a mia madre o a mio fratello che anziché aiutarmi non fanno altro che urlami tutto il giorno che sono pazza, anche se non sanno il motivo. E significherebbe spiegare loro perché mi comporto così, e mi vergogno abbastanza.
Però loro non mi aiutano, per niente. Passo le ore a lavarmi le mani, o a insaponarmi il corpo in doccia, e loro anziché chiedermi perché, anziché cercare di parlarmi, si limitano a salvaguardare il loro portafoglio spegnendomi lo scaldabagno e facendomi fare la doccia gelida. Così come sanno perfettamente che toccare certe cose per me è un problema, perché mi fa schifo, e anziché venirmi in contro e cercare di non farmele toccare, loro se ne fregano e me le fanno toccare comunque. Pero' poi non fanno altro che lamentarsi perché mi lavo. Ormai il nostro rapporto è quasi inesistente: non c'è più un dialogo, loro mi danno dell'ingrata, e io penso che siano loro a mancarmi di rispetto ogni volta, per quello che sto passando. Insomma, sono la mia famiglia, dovrebbero stare dalla mia parte, dovrei poter contare su di loro, e invece per me sono solo un ostacolo. Penso sarebbe tutto più semplice se fossi da sola.
A volte penso che la cosa migliore sia cedere a questo problema e lasciar perdere tutto. Mi spiego meglio: ho un problema ad accettare i disabili. Ogni volta che mi imbatto in uno di loro per me è l'inferno. La cosa è peggiorata un anno fa, quando mi sono ritrovata a lavare addirittura i vestiti per un sacco di volte, dopo averne visto uno. Ma poi mi stavo abituando, e cercavo di controllarmi.. Adesso invece sono stata al mare un paio di giorni e mi sono sentita morire: c'era una casa di cura che aveva deciso di portare i disabili proprio dove ero io! Erano ovunque! Per un momento ho pensato che volevano mettermi alla prova, che finalmente avrei affrontato questo problema una volta per tutte. E in effetti per tutto il periodo che sono rimasta lì non ho dato peso alla cosa. Ma adesso che sono a casa... I vestiti li ho buttati direttamente, senza perdere tempo, e anziché insaponarmi di meno in doccia mi insapono di più! Non capisco perché, non capisco quando riuscirò a superare questa cosa se quando ci provo la situazione degenera, anziché migliorare.
E se lasciassi perdere? Se ritornassi a insaponarmi solamente due volte come facevo una volta? Del resto..cosa potrebbe mai succedermi?
Il problema è che ora questo "schifo" lo vedo anche in mia madre, che tocca di tutto e poi tocca le mie cose, e non capisce. Io vedo solamente buio intorno a me, buio ovunque guardo. Invece vorrei iniziare a vedere uno spiraglio di luce finalmente, dopo tanti anni. Da dove potrei cominciare? A parte andare in terapia.. cosa potrei fare di pratico, di concreto, nel frattempo?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)Non sono ancora andata in terapia, anche se dovrei. Ma significherebbe darla vinta a mia madre (..)
gentile ragazza non si tratta di una questione di principio ma di SALUTE!
Non c'è nulla di più pratico nel decidere di recarsi da un terapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
l'unica strada percorribile per la cura è decidere di curarsi.
Ottimale sarebbe una terapia combinata:
farmacoterapia e psicoterapia.

I dispetti, ancor di più in questo caso, non portano a nulla ed a risentirne è la sua salute e qualità di vita

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
So bene che non è una semplice questione di principio.. Pero' quando ti senti dare della pazza tutto il giorno e tutti i giorni, e ammettere davanti loro che effettivamente avrei bisogno di uno psicologo (o psichiatra in questo caso?), non sarebbe come ammettere che hanno ragione? Sarebbe come autorizzarli e giustificarli a fare quello che già fanno, se non peggio, quando invece mi sarebbero d'aiuto se facessero il contrario! Il fatto che io abbia problemi non deve essere un motivo per loro per comportarsi male e mancare di rispetto nei miei confronti.
Possibile che nessuno riesca a capire io come sto, anziché giustificare sempre i comportamenti degli altri solamente perché tanto sono io ad avere un problema mentre loro no e hanno in automatico ragione?
Non voglio fare la vittima, davvero, pero' ripeto se sono a questo livello e se dopo tanti anni la situazione non migliora nemmeno di un minimo è perché mi ritrovo ad affrontare questa cosa da sola, senza nessuno su cui poter contare, e con una famiglia che anzi non fa altro che remarmi contro. Che aiuto può essere per me?
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6 11
Gentile ragazza,

ho letto con molta attenzione le sue parole e posso solo immaginare il dolore che lei prova quotidianamente sia nel combattere contro queste compulsioni e anche con la sua famiglia che a suo dire la ostacola anzichè aiutarla in qualche modo

Il disturbo ossessivo compulsivo merita molta attenzione clinica perchè mette in crisi tutti: che ne soffre ma anche l'intera famiglia che si trova a doversi riorganizzare intorno a questo disturbo e davvero non sa come comportarsi.

Ha scritto che sono molti anni che la situazione non migliora, credo che sia arrivato davvero il momento di farsi coraggio e affrontare una volta per tutte questo disturbo: ha fatto un piccolo passettino scrivendo quì, ma ora è importante davvero che faccia il passo decisivo ovvero quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia e semmai valutare insieme se è anche il caso di rivolgersi ad uno psichiatra.

Non perda ulteriore tempo: lo faccia per se stessa, per la sua salute che al momento è la cosa più importante che le deve interessare!

Ci tenga aggiornati se vuole, con i migliori auguri

Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile ragazza,

mi ha colpito molto il fatto che pare che la tua fatica più grossa sia la famiglia che non capisce e non la fatica del sintomo e dei rituali.

Mettiamola così: eliminando o riducendo il sintomo, potresti avere un benessere che ti permette di dedicarti ad altro, di perdere meno tempo e anche i tuoi sarebbero costretti a cambiare.

Tuttavia devi considerare, oltre alle indicazioni che già i Colleghi ti hanno fornito, che il sintomo a volte serve per tenere in piedi altro, a volte lega i componenti della famiglia.

Mi pare che tu ti stia opponendo al suggerimento della mamma: che vantaggio ne hai tu?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
io sicuramente niente. Piu' volte ho pensato di andarci da sola, senza dire niente a nessuno, ma poi come faccio a tenere nascosta una cosa del genere?
A volte invece penso che andando in terapia loro imparino ad avere un po' più di rispetto nei miei confronti, che di certo non mi diverto, e non sono un ingrata come mi descrivono: è una cosa che è più forte di me, e non lo faccio di certo apposta!

Come ho già detto, soffro di questo disturbo da parecchi anni: è iniziato a 13anni (e adesso ne ho 23), ma sono sempre riuscita a gestirlo, fino a un anno fa quando è degenerato del tutto (a seguito di un episodio sgradevole con un disabile).
Appunto per questo dico che l'ostacolo più grosso è la mia famiglia, più che il sintomo o rituali: per anni ho gestito questi rituali cercando di controllarmi e non facendoli pesare a nessuno. Se la mia famiglia adesso non si mettesse in mezzo, io cercherei di non toccare determinate cose per cui so che dopo mi dovrei lavare, i rituali diminuirebbero, le docce pure e così via..ritornerei a trovare un mio "equilibrio", che so benissimo che non corrisponde comunque alla normalità ma sarebbe comunque la soluzione più facile. Insomma, al sintomo in se e ai rituali ormai ci sono abituata.

Non ho capito invece cosa intende con "il sintomo serve per tenere in piedi altro".. che sia forse per me una "scusa" per nascondere altri problemi?

Ne approfitto invece per chiedere a voi delucidazioni su questa terapia.. in cosa consiste? quanto dura? è dolorosa?
c'è una terapia articolarmente consigliata?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Anche il sintomo ha una sua utilità e probabilmente serve per gestire l'ansia ma anche per gestire alcuni aspetti relazionali/famigliari.

Le terapie più indicate nei disturbi d'ansia e DOC sono quelle prescritive come ad es. quella cognitivo-comportamentale.

Saluti,