Senso di colpa

Questi in breve i fatti:
- il mio fidanzato si trasferisce all'estero, primo periodo lontani dopo vari anni di convivenza
- in un momento di confusione, mi avvicino a un nostro amico comune con cui c'è dapprima solo amicizia poi inizia un gioco di corteggiamento che rimane innocente nei suoi contenuti e non si spinge mai oltre delle semplici battute più o meno velate;
- il mio fidanzato fa un passo che tanto aspetto e mi chiede di sposarlo. Io accetto felice e metto punto alla situazione un pò amibgua con l'altro, rientrando, non senza difficoltà posto che i complimenti fanno piacere e continuano varie occasioni di vedere questo amico, nei parametri della normale amicizia.
Durante i preparativi dle matrimonio, dopo una discussione relativa ad altre persone, il mio fidanzato afferma che sarebbe intransigente verso miei eventuali dubbi nei suoi confronti ovvero nei confronti delle nostra storia. Mi si scatena dentro un tumulto: inizio a sentirmi male, sensi di colpa a non finire, paranoie su cosa gli altri amici possono aver capito, su cosa quell'amico potrebbe fare o dire. Vivo malissimo, inizio a fare un pò di psicoterapia in cui analizziamo il mio senso di colpa e cosa mi ha spinto a cercare attenzioni extra coppia. Complice la necessità di spostarmi per motivi lavorativi dai luoghi soliti, recupero gradualmente un pò di serenità e acquisisco nuove consapevolezze di me e delle cose che non andavano con il mio fidanzato. Decido di non raccontargli l'acccaduto per non deluderlo e non compromettere un rapporto in cui credo e che desidero ancora molto. La vita coniugale nei primi mesi è burrascosa, complice - immagino - anche un mio mutato approccioalle problematiche di coppia che prima avevo sempre la tendenza a non affrontare, poi tutto si appiana e io sono felice e convinta della mia scelta. Ed eccomi qui: sono pasati anni, tuttavia, in alcuni momenti (anche per giorni interi) sento ancora il peso di quella cosa non detta, la colpa per non essere stata sincera con lui e totalmente aderente al modello di me che ho in testa e che mio marito ha in testa (e che non perde occasione di ricordarmi). In quei momenti la mia mente torna a quel breve periodo del passato riportando alla mia attenzione dettagli, molti banali, a cui ho dato nella mia mente un'importanza esagerata. Ancora vivo nel timore che mio marito mi abbandoni se lo scopre. Non provo più nulla per l'altro, nemmeno più simpatia. Anzi a tratti un pò di odio per aver contribuito a farmi patire così tanto. Vorrei cancellare con un colpo di spugna quel breve lasso di tempo del passato, vorrei non sentirmi male per aver potenzialmente messo il mio allora fidanzato in una situazione così disdicevole e avergli mancato di rispetto mentre lui progettava una vita insieme a me. Sono stata debole e irrazionale e ho ancora sempre paura che la viti mi presenti il conto per questo.
Grazie per il vostro aiuto.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<In quei momenti la mia mente torna a quel breve periodo del passato riportando alla mia attenzione dettagli, molti banali, a cui ho dato nella mia mente un'importanza esagerata.>
Gentile Signora,
concordo sull'importanza esagerata che ha dato e sta dando ad un avvenimento che di per sé non ne avrebbe.
<in alcuni momenti (anche per giorni interi) sento ancora il peso di quella cosa non detta, la colpa per non essere stata sincera con lui e totalmente aderente al modello di me che ho in testa e che mio marito ha in testa >
A monte sembrerebbe esserci una certa rigidità - il modello che ha in testa- lo stesso di suo marito che ricordandoglielo continuamente, concorre ad alimentare pensieri tormentosi, ricorrenti, rimuginazioni e sensi di colpa.

Se la situazione è questa le converrebbe sentire il parere diretto di un nostro collega per affrontare e risolvere il problema.
<Ancora vivo nel timore che mio marito mi abbandoni se lo scopre.
Credo non sia un bel vivere, ci vuole dire di più sulla relazione con suo marito?
Avete davvero superato i problemi a monte del vostro burrascoso periodo iniziale? O solo accantonati?
Come mai suo marito le ricorda continuamente quel modello?
Che benefici ha ottenuto dal passato percorso terapeutico?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Concordo con il parere della collega. Sembra che stia continuando a fustigarsi per aver ricevuto complimenti e attenzioni innocenti. Ma si tratta di una cosa perfettamente normale e tollerata socialmente. Forse, a suo tempo, avrebbe dovuto subito chiedere a suo marito "Cosa intendi?" per capire meglio cosa volesse dire con "eventuali dubbi nei suoi confronti". Perché può darsi che stesse parlando in generale, del tipo "Ora che stiamo per sposarci, dobbiamo fare sul serio".

Ora certo sarebbe inopportuno andare a rivangare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Il passato non và cancellato, ma riposizionato al suo giusto posto, con i suoi colori, sapori e ricordi, che nel tempo diventeranno sempre più sfocati.....

Le confessioni ad oltranza inoltre, hanno soltanto una funzione catartica e non servono alla sua coppia.


Invece di rimuginare e ripassare le attenzioni ricevute, si perdoni e guardi avanti.....un futuro l' aspetta.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le vostre parole, che mi hanno immediatamente dato un senso di sollievo.
Mi ritrovo molto nell'affermazione "A monte sembrerebbe esserci una certa rigidità" sia mia che di mio marito, c'è senza dubbio.
Il percorso che ho effettuato a suo tempo mi ha fatto capire molte cose di me stessa, del mio perfezionismo, della mia incapacità di autolegittimarmi e del fatto che dipendo sempre dal consenso e dall'approvazione altrui ecc. e mi ha aiutato a "smascherare" alcuni meccanismi che mio marito mette in atto per "tenermi legata a sè". Il primo di tutti è instillarmi la colpa e somministrarmi ogni tanto una buona dose di disistima per frontteggiare le sue insicurezze. Ora che lo so, lo vedo più chiaramente e cerco di proteggermene. I nostri dissapori iniziali si sono calmati perchè entrambi ci stiamo impegnando a cambiare in meglio, desideriamo molto che il nostro matrimonio funzioni e sia felice, discutiamo in modo costruttivo i problemi e vogliamo crescere insieme come famiglia.

Resta il fatto che l'evento del passato si ripresenta di tanto in tanto bruscamente anche perchè l'amico, come detto, è una persona di comune conoscenza, che ancora ci capita di frequentare. Quindi sarà pure socialmente accettato che una persona ne corteggi un'altra...se però si tratta di un amico della coppia forse non è così corretto che succeda. Ma la colpa è mia che gli ho dato corda, mi sono fatta lusingare e sono stata al gioco di apprezzamenti.

A volte ancora mi seno imbarazzatissima quando mi trovavo in situazioni in cui c'erano sia l'amico che mio marito. Il punto è che tendo ad interpretare ogni comportamento di quest'altra persona in funzione degli episodi del passato, temendo sempre che possano saltare fuori, che mio marito intuisca che per un momento - anche breve - quelle attenzioni mi hanno fatto vacillare.

Ho provato tanto a perdonarmi e ogni volta che penso di esserci riuscita, mi guardo indietro e dico "non voglio più buttare giorni e ore a soffrire per quella cosa" ecco che il pensiero negativo torna, per una parola di mio marito, un incontro, una sensazione.

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Il punto è che tendo ad interpretare ogni comportamento di quest'altra persona in funzione degli episodi del passato>
Da quanto riporta, con i limiti che comporta il consulto on line, ricavo la stessa impressione.

<alcuni meccanismi che mio marito mette in atto per "tenermi legata a sè". Il primo di tutti è instillarmi la colpa e somministrarmi ogni tanto una buona dose di disistima per frontteggiare le sue insicurezze.>

Si è sempre e comunque in due a partecipare a certi meccanismi. Potrebbe cominciare da lei e oltre a comprendere, capire come mai funzionino, attecchiscano così bene su lei, su quale possa essere il suo contributo, lavorare sul come farvi fronte in modo diverso e provare a cambiarli.

Un lavoro che potrebbe fare con l'aiuto di un nostro collega, se lo desidera, anche per i motivi spiegati nella replica precedente.

Un caro saluto