Tristezza cronica alla soglia dei 30 anni

Alla soglia dei 30 anni (ne ho 29 compiuti a Giugno) mi sento ormai "da buttare via".
Mi sono messa in testa di non essere ormai più giovane e di non poter più permettermi di svagarmi.
Mi sono sempre lasciata influenzare dai pareri delle persone, e quando mi capita di sentire qualcuno che magari dice che "a 30 anni si è donne" mi lascio andare a un sentimento di autosvalutazione che non mi da tregua.
Non esco più di casa, sono sempre arrabbiata con tutti.
Ho ancora l'animo di un'adolescente che deve ancora imparare a vivere.
Non ho un lavoro, un compagno di vita e neanche un amico che possa aiutarmi.
Non riesco più a dormire, ho sempre i soliti pensieri negativi e piango spesso.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Non credo che il suo malessere e disagio sia imputabile alla soglia dei 30, ma forse a tanto altro.

Queste sue difficoltà sono subentrate secondariamente o, secondo lei, c' erano già da prima del compleanno....
La felicità non è età / correlata......


Perchè non ha un amico, un amore, un lavoro?
Cosa le piace fare?
Vive in famiglia?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quando Lei scrive: "Mi sono messa in testa di non essere ormai più giovane e di non poter più permettermi di svagarmi."

a me pare che Lei si stia lasciando influenzare un po' dal parere altrui, come Lei stessa asserisce, ma forse sta giustamente facendo dei bilanci che a 30 anni è anche sensato fare: famiglia, carriera, ecc...

Forse, poichè non ha una Sua famiglia e un lavoro, ecc... sente di non essere in linea con il modello che ha in testa e con quello che chi vive attorno a Lei vorrebbe per Lei.

C'è anche da dire però che lo sviluppo psicologico non segue le stesse tappe dello sviluppo fisico, nel senso che ci sono persone che arrivano prima, magari troppo presto, e altre più tardi. Non c'è nulla di male in tutto ciò.
Magari a Lei serve semplicemente più tempo.
Che cosa significa che deve imparare a vivere?
Dove pensa di fare fatica e incontrare difficoltà nel Suo vivere?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dottoressa Pileci, ritengo di dover ancora imparare a vivere perché, nonostante io abbia quasi 30 anni, non ho ancora fatto le esperienze che di solito si fanno prima di diventare donne a tutti gli effetti.
Non ho mai avuto una relazione sentimentale...
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Gentile Dottoressa Randone, queste difficoltà sono subentrate all'inizio di quest'anno in relazione all'ennesima delusione amorosa (un rifiuto).
Sono una ragazza introversa che ha quasi sempre sofferto di disistima e si è sempre sentita inferiore agli altri.
Mi sono sempre vista bruttina (in seguito ai commenti di diverse persone) e poco interessante.
La considerazione che ho di me stessa ha sempre influito nei miei legami con la gente.
Vivo ancora con i miei genitori, e questo mi fa vergognare moltissimo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

non so perchè le cose sono andate in questo modo, ma prendiamo atto che lo stato attuale sia quello che Lei descrive. Che dire?
Che ha ancora tantissimo da assaporare nella vita e molto da costruire per se stessa.
Adesso però l'atteggiamento che Lei può avere è di tristezza cronica, oppure di entusiasmo per costruire ciò che vuole.

Da dove partirebbe per costruire la Sua vita? Come pianificherebbe?
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dottoressa Pileci, per costruire la mia vita credo che partirei innanzitutto dalla considerazione che ho di me stessa.
La considerazione che ho di me stessa è piuttosto negativa, proprio per il fatto che, nel corso di tutta la mia adolescenza/giovinezza, mi sono sempre lasciata influenzare dai commenti delle persone nei miei riguardi.
Mi piacerebbe cominciare ad amarmi veramente, ma non riesco a farlo...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Un cambiamento di questo tipo è attuabile ad esempio in psicoterapia.
Da un punto di vista dell'approccio cognitivo-comportamentale è estremamente importante capire quali sono gli schemi personali che si attivano nel paziente, che sono automatici e inconsapevoli, e che fanno in modo che il pz. legga la realtà (se stesso compreso) in un certo modo.
Attraverso la terapia è possibile modificare tali schemi e la lettura che il pz. fa di se stesso e della relatà attorno.

In questa maniera sarà libera di vedersi in modo diverso e cominciare a fare ciò che vuole, senza i vincoli che ci ha raccontato sopra.

Secondo me vale la pena chiedere aiuto per una consulenza di persona.
Nella Sua zona non dovrebbe avere problemi a contattare uno psicologo presso il consultorio o l'ospedale.

Un cordiale saluto,