Superare una diagnosi

Buongiorno,
ringrazio anticipatamente i dottori che avranno piacere di rispondermi.
Ho 29 anni, da poco mi è stata da poco diagnosticata la sclerosi multipla e fra poco inizierò la terapia con interferone beta.
Come si può superare una diagnosi come questa?
Io cerco di non pensarci ma ho molta paura di questa malattia, soprattutto di rimanere disabile e di diventare un peso per il mio compagno e per la mia famiglia.
C'è da dire che per fortuna ho il mio lavoro e i miei interessi, ma quando sono sola il pensiero è sempre lì.
A volte anche quando mi trovo in mezzo agli altri mi capita di intristirmi e mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi una cosa del genere, come si può vivere serenamente sapendo di avere una bomba a orologeria in corpo.
Vi ringrazio.
Cordiali saluti.


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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
certamente quello che gli è capitato è estremamente doloroso. Allo stesso tempo diventa molto difficile non pensarci, questa può essere una buona strategia in alcuni momenti ma non sempre. Le medicine, i consulti, le espressioni dei parenti, spesso la costringeranno a non distogliere la mente.
Quindi non si può superare una diagnosi di sclerosi multipla ma si può imparare a conviverci nonostante l'incredulità, la rabbia e la depressione che questo comporta, inclusa la difficoltà ad immaginarsi nel futuro.
Vedo però che lei sta combattendo, che ha iniziato una cura, che non si è ripiegata su se stessa, mantenendo relazioni sia d'amore che amicali.
Non è da tutti mi creda.
Che cosa ne pensa di richiedere un sostegno psicologico di persona. Forse potrebbe tornarle utile in questa fase.
Non molli.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Sì mi sono imposta di non mollare, di riprendere il lavoro a pieno ritmo, perché tanto non farei che peggiorare il mio stato d'animo.
Io e il mio compagno abbiamo intenzione di sposarci l'anno prossimo, so che lui mi sarà vicino perché è una persona splendida, ma mi sento così in colpa, io voglio renderlo felice e non essergli di peso... Anche se lui non fa altro che rassicurarmi..
Conosco un paio di persone con la sclerosi, che lavorano e vivono la vita in modo normale, ma io ho avuto un parente che è morto di questa malattia e prima di tutto penso sempre a lui.
Per carità i medici mi hanno detto che il carico lesionale è minimo, che la diagnosi è precoce e questo fa ben sperare. Ma non è facile vivere nell'incertezza.
Si forse un sostegno psicologico potrebbe essermi d'aiuto.
Grazie.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo che sono sempre stata una persona che non si aveva mai nemmeno un raffreddore.
Per me è difficile accettare questa fragilità del mio corpo...
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
comprendo il "senso di colpa" ovvero "mi sento in colpa perché lo costringerò a stare con una persona che poi non sarà autonoma oppure che avrà costante bisogno di sostegno". Intanto non so se la vedrei così. Anche lei può e deve essere di sostegno al suo compagno, altrimenti non è una relazione di coppia. Non si immagini già spacciata, non è detto. Inoltre c'è "colpa" e "senso di colpa". Io qui non vedo nessuna colpa e, mi creda, il senso di colpa non serve.

Restiamo in ascolto
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Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile utente, concordo con il mio collega - il verbo "convivere" al posto di "superare".
Una diagnosi di sclerosi multipla è per forza uno stravolgimento, e non si può "far finta di nulla" e andare avanti come niente fosse.
Ma, appunto, Lei sta per iniziare le cure e per fortuna la diagnosi è stata precoce.
Lei è molto giovane, ha tante cose innanzi a sè: molte potranno non essere facili, ma altre son ancora tutte da scrivere: il matrimonio di cui parla, per esempio.
Il suo compagno l'ha scelta, non la vede come un "peso" certamente. Il senso di colpa è un ingombro che non merita. Non ha nessuna colpa, ovviamente, e non è il caso di aggiungere questo fardello al carico di paura o rabbia che accompagna una diagnosi importante.
Noi tutti ci troviamo immersi in una costante incertezza e fragilità, alcuni vengon messi di fronte a ciò con maggiore forza e sfortuna, come nel suo caso.
Un giorno alla volta, gentile ragazza.
Crearsi scenari di quel che sarà tra venti anni non solo fa male, ma in verità non è fattibile.
Inevitabile sono il pensarci, l'ansia e il timore, e l'affrontare quel che si presenterà, passo passo.
Fa davvero bene a non perdere i suoi interessi, a continuare a coltivare la sua natura e i suoi gusti.
Concordo con il collega per quel che concerne l'importanza di un supporto psicologico nel suo caso.
Mi viene in mente una poesia di Emily Dickinson che inizia con "Io abito la possibilità", per proseguire raccontando poi come questa sia terra ignota.
Non è ottimismo forzoso: nei suoi domani ci sono purtroppo sfide importanti. ma ci sarà anche altro.
Cerchi un supporto professionale, e anche l'aiuto di chi Le sta attorno.
Avrà probabilmente momenti di sconforto, è naturale.
Ma prosegua sempre.
E, piano piano, a seconda delle giornate, si organizzi un bellissimo matrimonio per Lei e il suo amato compagno. Un momento perfetto tutto vostro.
Tanti auguri.

dr.ssa Alessia Ghisi Migliari

[#6]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le vostre risposte e per le vostre parole d'incoraggiamento.
Avete comunque qualche suggerimento da darmi per imparare a "convivere" serenamente con la mia malattia e per "superare" (ora uso proprio questo termine) la rabbia?
Come un sostegno psicologico potrebbe farmi ritrovare il mio equilibrio? Se lo chiedo è perché sono ignorante in materia, finora non mi sono mai recata da uno psicologo..
Grazie.
[#7]
Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile ragazza,
Purtroppo non esistono singoli "consigli" che possano da soli avere un impatto immediato in una situazione come la Sua.
Si tratta di un processo, di un percorso, fatto appunto giorno per giorno.
Questa sua nuova realtà è recente, e ci vuole tempo per assorbire il "colpo", integrarlo nella sua esistenza. Comprendo che si vorrebbe una dritta per riprendere le redini della vita laddove le si era lasciate.
Qui però si tratta di rivedere molte certezze e diversi modi di vivere e rapportarsi a se stessi e agli altri.
So di deluderla con queste parole, e sarebbe bello averne di più risolutive.
senza accorgersene Lei sta già facendo alcuni passi che per ora non Le sembreranno importanti, ma avranno valore nel lungo termine: inizia a curarsi da subito, fa progetti, non abbandona quello che era solita fare e non nega la realtà di fatto.
Ma quando si tratta di certe emozioni e paure, prima di superarle c'è da accettarle e, ahimè, attraversarle, viverle.
ecco in cosa per esempio potrebbe esserLe utile uno psicologo: nell'aiutarla in questo viaggio, nel darLe un luogo mentale dove sentirsi protetta e libera di esprimere ogni stato d'animo.
Un luogo nel quale sperimentare e sentirsi supportati in questa condizione che Le è nuova e inevitabilmente difficile. Un luogo dove avviene un cambiamento mentale volto a vivere al meglio.
Ho fatto una piccola ricerca, e ho letto che l'aism ha avviato un progetto di supporto psicologico: parliamo quindi di psicologi che hanno per presente la realtà della sm. L'aism potrebbe indirizzarLa da qualcuno nella sua zona.
ma se non si sentisse pronta ad avvicinarsi all'aism, va bene scegliere un qualunque psicologo a Lei comodo, uno psicologo che, una volta conosciuto, La faccia sentire a suo agio.
Lo so che è frustrante, non avere soluzioni pratiche o veloci.
Le mando un caro caro augurio.


[#8]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
lei ha già parlato in questo consulto di due sue emozioni: paura e rabbia.
Lo psicologo, oltre ad aiutarla ad elaborare e superare o mitigare queste due emozioni, a mio avviso dovrebbe anche andare a vedere se esistono altre emozioni, vissuti, atteggiamenti che possono interferire con il suo equilibrio e l'adattamento.

In altre parole sarà lo psicologo, in base a ciò che rileva, a favorire e indirizzarla verso il migliore equilibrio ed adattamento possibili. In questa sede è impossibile scendere di più nello specifico.
Essendo un problema che riguarda la salute le consiglio comunque di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, preferibilmente che si occupi di questo settore, di cercare qualcuno con cui si sente a suo agio e di verificare i risultati ottenuti.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
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