La mia voce trema o si abbassa

Gentili specialisti, dall'età di 16 anni sono mi trovo in uno stato di sconfortante isolamento, causato dal mio carattere passivo ed introverso. La ragione principale di questa mia situazione è da ricercarsi nel comportamento che adotto in molte situazioni sociali, che ritrae il mio lato introspettivo. Cercherò ora di elencare brevemente in quali modi si manifesta il mio modo naturale di stare in mezzo agli altri:
-incapacità di trovare e/o sviluppare degli argomenti di conversazione
-do risposte brevi a qualunque domanda mi venga fatta
-quando parlo la mia voce trema o si abbassa di tono, mi esprimo male, provo un (anomalo) senso di soggezione e tendo a sorridere o comunque a tenere contratti i muscoli della bocca per vari minuti, anche senza motivo
-difficoltà notevoli nel mantenere la concentrazione con conseguente formulazione di domande spesso fuori luogo o poco inerenti all'argomento di conversazione (le poche volte che intervengo)
-avverto costantemente l'istinto di scappare via, rifugiarmi, nascondermi
-tendo a "rifiutare" il dialogo, guardando da un'altra parte non appena rispondo o abbassando lo sguardo non appena ho ricevuto una risposta
-sono molto condizionato dal pregiudizio che l'impatto visivo con le persone (soprattutto se sconosciute) mi provoca: tendo a trarre conclusioni troppo in fretta
-provo un senso di sfiducia verso praticamente chiunque e cerco di evitare il più possibile qualsiasi forma di confronto (sia esso verbale o fisico): alle critiche, le offese verbali o fisiche, non ho mai risposto. A distanza di anni spesso la notte provo rancore per molte persone a cui non ho saputo dimostrare di voler essere rispettato quanto desideravo, e ancora non mi spiego in base a quali miei errori o comportamenti questi abbiano voluto lasciarmi dei segni: spesso, preso dall'ira, a letto mi viene naturale sfogare questa mia agitazione inaspettata ripetendo più volte e bassa voce, seppur vigorosamente, ciò che penso avrei dovuto rispondere a qualcuno in passato. Mi ripeto di odiare queste persone ma al contempo riconosco ogni volta di essere io ad essere rimasto solo, di essere io quello che soffre per cose che a nessuno verranno mai in mente, e mi pento di non aver "vissuto" in passato, provando a rassicurarmi che la prossima volta saprò reagire.
Ma le cose non sembrano cambiare. A quanto pare mi ostino a voler essere diverso da come sono e a non voler vivere.
So che per vivere bisogna soffrire e rischiare, ma è come se non avessi gli strumenti per farlo. Mi sento vuoto, spento, da anni ormai, e guardo il mondo con occhi di pregiudizio e paura: spesso però, la paura e la rabbia si traducono in tristezza e disperazione, che sfogo talvolta con pianti in segreto.
Non ho rapporti nemmeno con i miei genitori, e mia madre spesso soffre di questa cosa. Ma lei non fa che ripetermi quali sono i miei doveri, ed è come se tra noi due ci fosse un muro invalicabile: so perfettamente di potermi fidare di lei ma non riesco o non voglio comunicarci.
J
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

Lei dispone già degli "strumenti" per affrontare le varie situazioni della vita; deve solo imparare ad utilizzarli in modo efficiente.

Per fare questo è opportuno che cominci a prendere contatti con uno psicoterapeuta che si occupa dei disturbi d'ansia, ed eventalmente approfondire altri argomenti che dovessero emergere nel frattempo.

Ci vorrà un certo impegno da parte Sua perché dovrà imporsi di cambiare, ma è comunque una situazione risolvibile.

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il dr Repici.
E' necessario che si rivolga ad un professionista della salute mentale, psicologo o psicoterapeuta.
Sembra molto legato al giudizio che gli altri danno di lei. L'ansia che pare provocargli la presenza di altre persone, in particolare non "conosciute" (e quindi nella logica che ci descrive, più minacciose), le occupa la mente distraendola e impedendogli di mantenere la conversazione.
Anche il desiderio di fuggire, quello che in psicologia si chiama "evitamento", è comune ed in linea con la lettura della situazione. Di fronte ad una minaccia vogliamo fuggire, ma il fuggire rinforza la sua idea di non avere risorse.
Questo influisce sull'umore, non a caso lei intitola il post depressione.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

prova a leggere questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

A mio avviso il vero problema è il tuo esserti arenato su soluzioni non efficaci che paradossalmente amplificano il disagio.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Lei scrive:
" A quanto pare mi ostino a voler essere diverso da come sono e a non voler vivere."

Vuole provare a dirci qualcosa di bello di lei, che sia fisico o psichico?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentili psicologi,
Dr. Randone Valeria: non posso certo lamentarmi del mio aspetto fisico, e inoltre non soffro quasi di nessuna allergia, malattia o handicap in particolare. Il mio problema sta nel carattere: mi sento come se fossi a bordo di un'automobile con tanto di full optional, ma senza trovare le chiavi per accenderla (nel frattempo vedo tante auto sfrecciare accanto a me). Non so se ho reso l'idea.. Qualcuno mi ha rubato le chiavi, forse la morte di mio padre quando avevo l'età di 6 anni: spesso penso che con lui se ne sia andata anche una parte di me, quellà metà che vedo negli altri e fatta di ottimismo, vigore, autostima e controllo, e in molti casi di "assertività".
In altre parole sono cosciente dei mezzi di cui dispongo ma non so come servirmene, o forse non posseggo questi mezzi e provo frustrazione per il fatto di non riuscire ad acquisirli. Possiamo definire questi "mezzi" come pregi in potenza, o energia di riserva: spontaneità, desiderio di accettazione, simpatia, senso dell'umorismo, volontà di divulgare informazioni e di essere a mia volta istruito, di dare e ricevere affetto e stima.
Spesso sogno di essere aggredito e di non riuscire a rispondere agli attacchi perchè i miei arti si paralizzano: seppure non abbia mai condotto studi di psicologia, sono convinto che questi sogni siano l'interpretazione del mio inconscio di quanto mi sia difficile interagire col mondo esterno.
Spero di aver risposto adeguatamente e di averLe fornito ulteriori elementi di analisi.

Intanto, ringrazio gli altri medici per la loro risposta
J
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" sono cosciente dei mezzi di cui dispongo ma non so come servirmene"

Hai spiegato molto bene come ti senti e che cosa ti succede, ma pare che il tuo atteggiamento sia, come ti ho scritto anche sopra, quello di colui che ha chiara la situazione, ma non sa che cosa fare.
Quindi potrebbe esserti molto utile una consulenza psicologica per comprendere questi tuoi "blocchi" e fare in modo che la tua vita possa prendere la piega che tu desideri.
Se manca la padronanza, è chiaro che ci sente impotenti nell'attuare scelte e dare direzione.
D'altra parte alla tua età non è neppure così infrequente avere dubbi e stop su alcuni aspetti della vita...

Saluti,