Svogliatezza, timore...chiedo aiuto...

Salve, è un pò insolito per me porre questa domanda, ma debbo capire.
Sono uno studente di psicologia al 3° anno e studente di musica nonché musicista attivo con vari progetti quali band, insegnante ecc (purtroppo non tutto a livello professionale).

Voglio fare delle premesse prima di iniziare questo discorso.

Come scrivevo sopra, sono uno studente di musica (studiai per 8 mesi in 3 anni, ossia nelle pause estive del liceo e ora ho ripreso da privatista diciamo) e opero nel campo della musica, non in maniera professionale, c'ho aggiunto quel "purtroppo", perché non ho avuto la possibilità di fare i cosiddetti "studi di alta formazione musicale" ad un conservatorio o altrove e quindi la cosa mi fa stare parecchio male, non c'è giorno che non ci pensi o che non c'è qualcosa che mi fa pensare immediatamente a ciò. Aggiungo a quanto detto prima sul fatto che non ho avuto la possibilità, che non ho voluto dire ai miei di iscrivermi al conservatorio ( o altrove) , perché costa troppo e quindi non possono mantenermi gli studi...ma comunque la cosa mi logora troppo. Ho dato la svolta alla mia vita quando ho cominciato a lavorare guadagnandomi qualcosa e a metterlo da parte e quindi riuscire a permettermi, stando fuori dalle spese dei miei, di studiare con un noto maestro di musica/chitarra (stabiliamo le lezioni ogni qualvolta voglio,infatti faccio 2 lezioni al mese, una settimana si e l'altra no e via così) e quindi fare quel che posso e non è poco, purtroppo vorrei fosse solo questa la mia vita, cioè fare solo musica, studiarla e viverla in modo professionale...

Quindi mi sono iscritto alla facoltà di Psicologia (scienze e tecniche psicologiche), dove ho trovato un grosso interesse per la facoltà. La facoltà è stupenda, ma la sede poco operativa e molto scarna, la odio per mancanza di stimoli, osservazioni ecc. Ho frequentato il primo anno studiando di pari passo coi corsi, conseguendo tutti i primi 8 esami, avendo avuto qualche risultato scarso e avendo avuto brutte reazioni da parte dei miei, il secondo anno non ho ftto nnt, procastinando gli esami e non dicendo ai miei la verità sulle date d'esame , ossia che non uscissero, fino a che l'hanno scoperto, anche quest'anno ho fatto lo stesso, eccetto per una parziale ripresa dove ho studiato seguendo i corsi e dando un esame con successo nel mese di Luglio...

Insomma, vorrei tanto riuscire a studiare con la "voglia di studiare", non perdere ore intere davanti ad un libro senza leggere una parola oppure fare una pagina ogni 3/4 ore, voglio fare esami e laurearmi, ma al contempo mi "deprimo" e vorrei stracciare tutto per studiare musica e fare quello che mi piace e aggiungo che voglio risultati anche in musica, anche se non mi lamento, ma vorrei saper organizzare gli esercizi da fare, av olte premo troppo su uno trascurando gli altri e recuperando poi.

Ho omesso che articolo le mie giornate "studiando" psicologia dalla mattina al pomeriggio inoltrato e poi di sera fino a tardi studio musica.

Grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

se il suo desiderio non è quello di studiare Psicologia, ma di studiare musica e di intraprendere una carriera in quell'ambito, è più che comprensibile che non abbia la giusta motivazione per procedere speditamente con gli esami.

Gli studi che ha iniziato sono impegnativi e ovviamente le rimane poco tempo per dedicarsi alla musica, situazione che di fatto la porta a sacrificare tutto il resto per seguire un corso di laurea che non la convince e che quindi non può portare avanti con serenità e impegno.
Il primo anno si è impegnato ed è riuscito a dare diversi esami, ma ha poi verificato con l'esperienza che in questo campo di studi (o forse nella sua università) mancano gli stimoli necessari per mantenere l'interesse in ciò che sta apprendendo: non si può quindi dire che non ci abbia provato e che non si sia impegnato, ma è probabile che questa non sia la sua strada.

E' sicuro che laurearsi sia un suo desiderio?
I suoi cosa si aspettano da lei?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive la dott.ssa, sembra molto combattuto rispetto all'intraprendere la professione di psicologo. Allo stesso tempo il suo racconto di lei sembra "saturo", monotematico. Mi spiego meglio. Non fa cenno alla sua vita relazionale, al rapporto con i suoi genitori, alla presenza/assenza di un partner. Sembra che la sua vita ruoti "dentro" la sua stanza e le aule di facoltà. Al di là della motivazione, che è fondamentale motore dell'impegno, paradossalmente ho l'impressione che il suo "troppo" impegno sia la causa del disimpegno.
Mi perdono il gioco di parole, ma credo di essermi spiegato.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

che cosa è successo tra il primo e il secondo anno e che cosa secondo Lei può aver inciso nel passaggio dallo studio costante per sostenere e superare tutti gli esami del primo anno al non fare nulla nel secondo?

Trova più difficili o meno piacevoli gli insegnamenti del secondo anno?

Quanto al Suo desiderio di voler avere voglia di studiare e non stare sul libro senza combinare nulla, c'è anche da dire che a volte capita di non avere una gran voglia di fare qualcosa, ma ci tocca farlo comunque e attendersi che possa arrivare la voglia di mettersi a studiare per iniziare a farlo mi pare insensato...

Ha provato a considerare che il Suo metodo di studio magari non funziona più? Ha provato a chiedere aiuto e a studiare con qualcuno?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Innanzitutto, ringrazio tutti voi per avermi risposto e spero che continuiate a rispondermi.

La mia vita sociale è limitata si, ma non perché io sia asociale o non sappia socializzare, ma semplicemente perché dove vivo è una scatola per topi, è un paesino saturo,scarno, odioso, con ideali "criminali" e senza stimoli, dove qualsiasi cosa sembra essere annullata. Per dirvi, son stato deriso per anni al liceo di ascoltare musica differente, di farmi crescere il pizzetto e un pò i capelli e di indossare maglie dei miei gruppi preferiti, ad esempio un tipo mi fece " Ti riempirei di botte per come sei ? " e io da buon menefreghista (in occasioni simili) che sono nei confronti di gente così, ho sempre ignorato, ma c'è un punto dove si esplode e quindi si cerca di vivere come meglio si può, ma a questo attribuisco la mia forza di reagire alle cose, ma come ho appena detto , si arriva anche ad esplodere. A tutto ciò aggiungo che non ho una ragazza, ma ne ho avute tre di storie, sofferte (1 una non era convinta 2 ero la sua ruota di scorta 3 l'ho scritto poco dopo questa parentesi, il tutto dal 2011 al 2012 dove ho cominciato a riprendermi verso aprile,quindi tra primo e secondo anno), ne ho parlato solo agli amici perché non erano mai niente di serio (con serio intendo di affrontare qualcosa di duraturo, eccetto una storia con una che continuamente mi diceva di amarmi e il giorno dopo non era vero) e non ne parlavo ai miei, anche se accennavo qualcosa, appunto perché non erano storie serie. Ora sto conoscendo una ragazza, una che mi piace, ma ammetto che non riesco a farmi sotto a parlarle (perché ho vergogna quando la vedo con amici ed amiche) un'altra mi incontra per strada, in macchina, e dice che son bello e complimenti vari (in una piazza piccola del mio paese c'è una strada che connette altri due paesi e noi ragazzi giriamo in macchina parlando con ragazze qua e là...)...bhe...si...una ragazza non guasterebbe proprio...

E' vero anche che la mia vita oramai è psicologia-musica-letto-psicologia-musica-letto...tanto che quando vien domenica e guardo il gran premio di formula 1, mi sento una persona appena scagionata da anni di carcere. Una cosa che non ho ben afferrato, ma premetto che non ho trovato offensivo o che, è "Il troppo impegno è causa di disimpegno", può esserlo per psicologia, ma per la musica non lo è, cioè li riesco ad ottenere buoni risultati, il mio maestro ne è felice e pure i miei fan, amici ecc ..ripeto non ho afferrato, quindi mea culpa se ho sbagliato :)

Alla Dr. Flavia Massaro, confermo che è la facoltà a non darmi stimoli, perché reputo ingiusto e insensato studiare senza capire praticamente cosa si studia, ci può stare che non ho interesse tipo in "pedagogia generale", ma quando studio "Psicologia clinica" io scodinzolo come un cane e mi perdoni la similitudine. Rispondendo alla domanda se laurearmi sia un mio desidero : si, perché non spiegherei il mio modo di essere affascinato da diversi esami e anche perché è una vocazione, cioè di "ascoltare" e far del bene a chiunque...magari è un dono della musica quello di "ascoltare" xD

Alla Dr. Angela Pileci, credo che qualche voto negativo abbia influenzato, ma non di troppo, magari la paura di dare ai miei questo dispiacere, ecco perché un esame del 3° anno, l'ho fatto senza dire niente a nessuno e dirlo solamente un giorno seguente. Ah, non sò se l'ho omesso, ma appunto non ho esami del 2° anno, nessuno e del 3° solo "psicologia del lavoro" e ora cerco di preparare uno del secondo e uno del terzo. Purtroppo ci sono soltanto due ragazzi in zona che vengono all'università con me, una s'è da poco laureata, ma non ci voglio avere a che fare, perché è la mia "ex" diciamo, l'altro è menefreghista assoluto e quando abbiamo studiato assieme, mi ha fatto solo danni...ho provato a studiare e farmi aiutare da un'amica, ma lei mi diceva solo cosa sottolineare, preferirei capire le cose assieme o farmele spiegare se già si sanno, almeno è quello che farei io con gli altri cioè AIUTARE ! Lei/tutti voi che metodo mi consigliate ?

Mi rimprovero anche di non essermi organizzato bene quest'anno, perché convinto di dover recuperare il 2°, mi sono solo ammassato di roba, senza dare nulla e studiando soltanto per una progettazione che ho fatto con un prof per diversi mesi e quell'esame di psicologia del lavoro.

Al Dr. Francesco Mori : coi miei genitori ho un buon rapporto, anche se col tempo, soprattutto con mio padre, si son deteriorati un pò, credo per qualche litigio pesante in famiglia...litigi che appunto ho odiato dalla tenerà età. Ho detestato poi il modo di vendere la "musica" o l'arte in generale ed era evidente come io avessi la vocazione spudorata per la musica, quindi me la vendevano come una cosa precaria e sui loro volti c'era il disappunto pesante e cupo, che mi pesa ed è asfissiante, ma cmq ora studio musica, ho del tempo la sera e faccio i salti mortali in entrambe le cose, ma non attribuisco la totale colpa a loro, ma cmq alla mancanza di fondi per farlo ecc...

Però vorrei almeno stabilirmi in psicologia perché mi piace davvero e perché in un futuro, potrei pagarmi gli studi di musica magari col mio lavoro e quindi farmi questo regalo ed esserne fiero.
Il punto è che la musica, me la faccio bastare la sera, per quelle 4/5 ore di studi e magari in giorni più liberi faccio di più, oramai c'ho fatto i calli e tiro avanti così, ma come ho appena detto, vorrei avere un buon metodo di studio in psicologia e fare quei dannatissimi esami, anche quelli che odio di più e dare una svolta alla mia vita e non rendere la mia vita un barattolo vuoto.

In aggiunta alla mia vita sociale, ho fatto palestra per due anni, ho lasciato a luglio per la pausa estiva e ora vorrei andare in piscina con un amico. Amo i motori, i Go Kart e la Formula 1, ogni tanto vado a farmi la corsa ai Go Kart, purtroppo raramente, ma spero di gareggiare per un team locale e magari aspirare in alto se la cosa vien bene..sono un tipo di ampie vedute su queste piccole cose.

Consigliatemi e chiedetemi, se posso permettermi di dire "restiamo in contatto"...

Avrò sicuramente dimenticato di dire qualcosa al momento...mi scuso...Grazie...
[#5]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
quando sostenevo che il troppo impegno causa disimpegno, era un giro ingarbugliato di parole per dire che quando un'attività, come quella universitaria, ci assorbe totalmente senza creare spazi di libertà, allentare un po', è comune un calo di motivazione.
Allo stesso tempo in un percorso lungo come psicologia, interrogarsi sul senso della scelta, può essere comune.
Rispetto alle reazioni dei suoi genitori relativamente alle sue passioni, beh anche quelle mi creda sono comprensibili. In un contesto sociale come il nostro in cui un giovane su due è senza lavoro, un genitore può preoccuparsi se il figlio vuole dedicarsi ad un'attività storicamente "precaria" come la musica. Non può pretendere che i suoi genitori la appoggino in tutto. Sta a lei fargli capire capire che la sua attività è concreta. In fin dei conti la loro preoccupazione può essere interpretata come "amore".

Restiamo in ascolto
[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
In risposta al Dr. Francesco Mori.

Grazie per la risposta e le delucidazioni, si è comprensibile e io non pretendo, infatti come "amore" la interpreto, ma se ho lottato per fargli capire ciò che vorrei è più che concreto e non sono stato capito, quasi ignorato, almeno ai miei occhi, allora credo che debbo solamente adattarmi nel più brutto dei modi...

Come dicevo, vorrei sapere più come riprendermi, perché dire che sto male è dire poco.

Grazie e attendo altre risposte.