Mia figlia mi odia

Salve e grazie per l'attenzione.
Da circa un anno sono separato e vivo da solo.
All'inizio della separazione le cose con mia figlia sembravano procedere bene: l'appartamento in cui vivo lo abbiamo "preso" insieme, qualche volta si fermava a dormire e ci vedevamo più o meno due tre volte alla settimana.
Poi via via gli incontri si sono diradati e molto spesso accampando scuse di salute ( quella più ricorrente era della "diarrea" che le impediva di muoversi) ( una volta ha anche confessato - ingenuamente - che era stata la madre a suggerirla)
Lo scorso mese di luglio abbiamo passato una vacanza al mare: tutto bene se non per il fatto che la madre telefonava 3/4 volte al giorno, la bimba rispondeva nascondendosi è subito dopo cambiava di umore.
Ora sono due settimane che non la vedo. Non risponde al telefono, ne ai messaggi.
Per inciso la bimba ha 12 anni. (Ovviamente bimba per me)
Altro episodio, circa un anno e mezzo fa, quando ancora stavo in casa, dopo un rimprovero mi ha augurato di morire e per due mesi non sono riuscito ad avvicinarla.
La madre ha un atteggiamento, peggiorato negli ultimi tempi, di autocompatimento ed accusa perennemente malesseri di vario tipo ( mal di schiena, ansia, stanchezza cronica,....)
Esiste la possibilità che crescendo sviluppi una propria capacità di discernere le situazioni e riesca a liberarsi dal giogo della madre?
Personalmente credo che la madre "scarichi" sulla figlia la sua insicurezza e la rabbia per una mancata relazione duratura e per un futuro incerto.
Si può parlare di sindrome da alienazione genitoriale?
Ho sempre dato e sempre darò tutta la disponibilità (glie l'ho detto più volte). Ma è sorda ai miei inviti.
Devo semplicemente attendere o posso agire in qualche modo?
Vi ringrazio.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signore,
Sua figlia e' in una eta' delicatissima.
Avrebbe bisogno di un contesto rassicurante e tollerante verso i suoi turbamenti.
Se questo non e' sicuro possono verificarsi dei problemi
Cerchi di assorbire e soprattutto comprendere le pressioni emotive che puo' subire.
Che tipo di affido avete? Condiviso?
Penso che forse un leale confronto con sua moglie sarebbe necessario per concordare un atteggiamento rispettoso della sensibilita' della bambina.
Pensa che sia possibile?
Sarebbe ipotizzabile concordare un sostegno psicologico per sua figlia? Sarebbe importante per evitare che subuisca l'influenza dei "danni" che la mamma puo' esprimere a causa della separazione da lei.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Michele Spalletti Psicologo, Psicoterapeuta 209 6 1
G.le utente, personalmente, da quanto lei dice, sembra che sua figlia la stia vivendo con conflittualità e con un sentimento di rabbia. Ciò, nel periodo successivo ad una separazione è in genere normale, tuttavia ciò che incuriosisce è che subito dopo tale scelta sua figlia aveva con lei ancora un buon rapporto, peggiorato nell'ultimo periodo. Solitamente, se la coppia si lascia non in buoni rapporti, può accadere che uno o entrambi i genitori "triangolino", anche inconsapevolmente, i figli strumentalizzandoli nel loro rapporto, col rischio di ledere l'immagine del padre o della madre ai loro occhi. Ciò non toglie tuttavia che la bambina possa avere o elaborare in futuro un'idea personale su di lei e ciò dipende molto da come lei stesso si relaziona e comunica con sua figlia e con la madre. Dagli elementi da lei forniti, personalmente non posso confermarle o meno una sindrome da alienazione genitoriale, tuttavia merita particolare attenzione e approfondimento l'aneddoto, da lei raccontato, in merito alle reazioni della bambina alle telefonate della madre e l'ingiunzione di scuse (la diarrea) per delega dall'altro materno.

Dr. Michele Spalletti, psicologo - psicoterapeuta

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
mi trovo molto in linea con quanto le dice il Collega dott. Spalletti.
Non ci dice nulla sulla sua separazione, in che modo l'avete gestita, non specifica molto i suoi rapporti (di lei che scrive) con la madre e quant'altro.

Ricerche, letteratura e esperienza in merito, unite a quanto riferisce,mi fanno pensare a una separazione non elaborata e che tra di voi ex coniugi permanga una certa conflittualità. Condizione che non consente una serena riuscita della riorganizzazione delle relazioni familiari post separazione e dunque una buona condivisione della genitorialità. In questi casi sono possibili e frequenti triangolazioni dei figli nei conflitti tra ex coniugi.
Si tratta comunque di una ipotesi.

E' questa la condizione più dannosa per i figli che li pone in una situazione conflittuale e di rischio per un loro sviluppo psicoaffettivo armonioso e, oltre a riverberarsi negativamente sul rapporto con la/le figure genitoriali, può minare la loro fiducia nel legame, in senso lato.

Non sappiamo come effettivamente la madre si comporti e quali segnali mandi alla figlia su lei, né come siano andate le cose e le dinamiche nell'intero nucleo precedentemente alla separazione e post (a parte l'episodio citato), quali spiegazioni abbiate dato a vostra figlia.

Quello che però è importante, anzi necessario, è tutelare i minori dalle problematiche di coppia che possono sussistere anche dopo la separazione. Quando si trascinano rabbia e rancore, non si riesce ad arrivare al divorzio psichico e dunque nemmeno si riesce ad arrivare a gestire la genitorialità in modo condiviso ed equilibrato.

Se le cose stanno in questo modo, sarebbe opportuno un intervento su voi genitori per le ragioni dette sopra, affinché vostra figlia possa godere di due genitori disponibili, disposti a trovare buoni accordi tra loro per il bene della figlia. La coppia è sciolta, ma genitori si resta. Utile anche per ritrovare possibilmente la propria serenità e riprendersi in mano la propria vita con fiducia.

Sentire il parere di un terapeuta sistemico-relazionale o di collega competente in mediazione familiare può essere davvero utile. Proverei in prima persona se la sua ex consorte non è d'accordo.

Ci può riaggiornare se crede

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente,d'accordo con la dottoressa Rinella le consiglio di farsi aiutare.
Non si infili in un intervento teso a dimostrare l'alienazione genitoriale, rapporto molto discusso in generale ultimamente, che dovrebbe essere dimostrato molto analiticamente, e non con .. intuizioni, supposizioni ecc. ma col dimostrare che il figlio viene negato e la figura paterna squalificata.. Troverei più opportuno invece tener conto del fatto che spesso il bambino tende a solidarizzare col genitore con cui vive,e che spesso entra dolosaramente in un conflitto di lealtà che gli fa male .
Non è tanto la separazione ad incidere negativamente sullo sviluppo affettivo e sociale dei figli , quanto il permanere del conflitto che provoca danni diversi a seconda delle età del bambino .
In ragazzine preadolescenti può condurre ad una fuga in avanti con l'assunzione di modalità espressive e comportamentali troppo anticipate.. Per cui, abbia pazienza con la sua bambina che avrà il cuore diviso, le faccia sentire il suo amore e la sua presenza, con fiducia, il tempo lavora per lei..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti per la sollecitudine e le analisi fatte.
Tralasciando il discorso dell'alienazione genitoriale, che credo porti solo ad una acutizzazione delle problematiche, vorrei aggiungere alcune precisazioni:
La situazione che ho cercato di creare è proprio quella di grande tolleranza e rassicurazione (mia figlia ha le chiavi di casa e può venire quando crede -> purtroppo in questo c'è l'abuso della madre che, con la scusa di accompagnare la figlia, " mette le mani" nelle mie cose. Da parte mia però non c'è stata alcuna rimostranza
Concordare un atteggiamento rispettoso della sensibilità della bambina con chi ti minaccia di fartela incontrare ogni 15 giorni é, con tutta la buona volontà, impresa difficile
L'intervento di un terapeuta non è possibile. In occasione delle " minacce di morte" ho consultato un vostro collega ( di nascosto) che mi ha consigliato di riallacciare un rapporto con la madre per poter arrivare a mia figlia. Quando la madre, per una disattenzione, ne è venuta a conoscenza, non vi dico come ha pontificato .
Mi piace pensare che amore, pazienza e fiducia ( ed il tempo) possano risolvere la situazione.
La preoccupazione, quella per cui vi ho scritto, è che la bambina ( che per la verità è già signorina) possa non riuscire ad avere uno sviluppo più o meno equilibrato per la presenza di una personalità decisamente negativa ( il bicchiere è quasi sempre vuoto) che la condizionasse irreversibilmente. Più volte gli ho detto, in varie occasioni e modalità, di pensare con la sua testa.
Confido sulla genìa ( se non sbaglio mezzo DNA è il mio) che possa prevalere e faccia vincere l'ottimismo, la positività, la gioia di vivere nuove situazioni quotidiane con serenità ed allegria.
Perdonate l'ultima sparata ma un seguace dello " stay hungry, stay foolish" non poteva farne a meno.
Con riconoscenza a tutti voi.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

a me pare che la scelta più saggia e sensata per tutti sia ristabilire un clima disteso con la Sua ex moglie, che mi pare la chiave di tutto per poter accedere alla ragazzina e che comunque credo non sia poco per vivere serenamente e farsi meno problemi possibile.

Certamente non sarà facile, anche perchè la separazione è cosa recente e quindi è probabile che nessuno dei due abbiate ancora avuto modo di prendere le giuste distanze, ma in fondo è la strada che La conduce da Sua figlia. Quest'ultima, come hanno già sottolineato i Colleghi, è in questo momento vulnerabile: purtroppo nelle separazioni i figli un pochino ci vanno di mezzo, perchè devono sistemare nella loro testa l'accaduto, evitare di schierarsi e avere la maturità per guardare tutto questo. Ma Sua figlia è piccola per poter fare tutto ciò adesso.

Tuttavia, sebbene non sia facile per Lei sentire frasi quali "Papà, ti odio!", sappia che non dipende tanto dalla separazione o da qualche conflitto o "macchinazione" della Sua ex moglie: con gli adolescenti questi frasi capitano. E' per questo che i genitori degli adolescenti vanno in crisi e quasi non riconoscono i propri figli... che, come dice Lei, vedono ancora come bambini.

Vorrei però rassicurarLa su una questione molto importante: non è detto che un evento stressante come la separazione dei genitori (e ho scritto "stressante" e non "traumatico" perchè non è un trauma!) debba condurre alla sofferenza e alla patologia. Dipende dalla narrazione che facciamo dell'evento.
Quindi Lei e la Sua ex potreste allearvi per aiutare la ragazzina a vivere un momento stressante come questo nel modo più funzionale possibile.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#7]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
nell'associarmi a quanto le hanno già detto i colleghi, mi domando se ha mai provato a parlare più chiaramente e direttamente a sua figlia e a chiederle spiegazioni, ovviamente con le modalità idonee all'età, in merito ai problemi o agli episodi che lamenta.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
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Disturbi psicologici e mente-corpo