Depressione e malattia

Salve,
Vorrei semplicemente un consiglio per affrontare una situazione dalla quale non vedo un'uscita. Mio padre sta affrontando un periodo difficile, uno dei tanti per la verità che gli si sono presentati nella vita: perdita di un figlio, pensione e totale isolamento da persone e interessi da anni.. A poco a poco si è lasciato andare.. e anche se non è il tipo che si lamenta, il suo stato di totale apatia e di disinteresse riguardo a tutto quello che lo circonda, soprattutto riguardo a noi famigliari (io sono la figlia) lo sta portando in un vicolo cieco. Come se non bastasse ora è sottoposto ad accertamenti per chiarire un problema di salute che pare sia una cosa seria.. ..aspettiamo esiti.. Abbiamo sempre avuto un rapporto difficile, per comunicazione sbagliata e problemi interpersonali (siamo molto simili, come si dice, e questo fa sì che per anni ci siano stati scontri anche piuttosto pesanti che immancabilmente hanno invaso la sfera personale, al posto di rimanere scontri per su cose che io chiamo "astratte" relative a normali incomprensioni o vedute diverse). Ogni giorno il suo umore è sempre più grigio e i suoi "non ce la faccio più" mi stanno ammazzando perché mi sento impotente.. Senza contare che questa situazione rischia di fare crollare tutti noi .. L'ho sempre considerato una persona estremamente razionale e lucida..ma da qualche anno è esattamente l'opposto..
Come è possibile aiutare chi ha da tempo rinunciato a combattere? Quali argomenti fanno presa su chi pensa sempre e comunque di essere dalla parte della ragione e considera gli altri degli stolti? Attendo un consiglio!
Ringrazio anticipatamente
Ps. non se ne parla di sedute psicologiche ecc.. avrebbe argomenti per "demolire" anche i più grandi filosofi o studiosi del pensiero umano!..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

quando una persona soffre di un disturbo dell'umore, come sembrerebbe ne soffra suo padre, la sola via d'uscita è intraprendere una terapia appropriata, psicologica e/o farmacologica.

Se suo padre rifiuta del tutto l'idea di una psicoterapia esistono altre strade per aiutarlo a uscire da questo malessere che sta condizionando la sua vita e quella di tutti voi che gli state accanto.
Il medico di famiglia è al corrente della situazione?
Non gli ha mai prescritto nulla nè suggerito un approfondimento specialistico (visita psichiatrica)?

Riguardo all'atteggiamento da tenere può leggere questo articolo:
http://www.serviziodipsicologia.it/cosa-non-dire-a-un-depresso/

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quanti anni ha Suo papà? E' vedovo?
Vive solo?

Sebbene sia molto importante che venga impostata una cura sensata (intendo dopo aver chiarito la situazione, non solo psicologica, ma anche sociale e relazionale del papà), i parenti e le persone più vicine possono incoraggiarlo ad esprimersi, valorazzando ciò che dice e rafforzando quindi la Sua apertura.
E' importante sottolineare che ciò che pensa ed esprime il papà è interessante e importante per voi, coinvolgendolo, per quanto possibile.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Salve Dott.ssa Massaro
e grazie per il riscontro. Purtroppo il medico di famiglia non si è dimostrato molto attento e interessato alla situazione pur conoscendo mio papà da molti anni.. è piuttosto distratto e sbadato quindi non credo possa essere d'aiuto.. tant'è che gli accertamenti che sta facendo sono stati decisi da noi privatamente.. Non ho capito però cosa voleva dire con "esistono altre strade per aiutarlo a uscire da questo malessere.." Intanto comunque grazie, leggerò attentamente l'articolo che mi ha proposto e Le farò sapere!
grazie del Suo tempo!

Dott.ssa Pileci Buon pomeriggio,
grazie! Mio papà ha 63 non vive da solo ma ha mia mamma che è una forza della natura, fortunatamente! Vede, ha ragione quando dice di dare importanza a quello che dice ecc.. ma non è facile, anche perché ha un carattere molto irascibile e difficile e a volte per evitare discussioni, si accetta quello che dice senza discutere.. In realtà l'unica persona della famiglia ad avere il massimo dell'attenzione mentre parla e che può esprime i propri pensieri, senza che nessuno replichi, è proprio lui, se devo essere sincera... Anche quando, come ultimamente, dice delle cose veramente senza senso che portano in una sola direzione e non ti danno neanche motivo di replicare qualcosa.. Se una persona ti dice "non ce la faccio più"... come puoi rispondergli? "Ma no, dai vedrai che le cose si sistemano!"... oppure "Non dire così/non è bello quello che dici"... qualsiasi cosa sarebbe sminuita e inutile dal suo punto di vista... Siamo arrivati al punto che preferiamo lasciarlo parlare, senza replicare per non farlo innervosire.. o farlo stare ulteriormente male, visto che adesso c'è anche questo spauracchio.. che per lo meno prima non c'era...
Vede la situazione non è semplice, conoscendo i protagonisti..e Lei del resto non può conoscerne le varie sfaccettature.. Comunque, La ringrazio proverò anche a fare come mi ha detto e Le farò sapere come va!..
Grazie ancora!
Buona serata a entrambe
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html

Se stiamo parlando di depressione (e questo non significa che, all'interno di una famiglia o di un qualunque gruppo, un membro -seppur sofferente- non sia in grado di portare gli altri dove vuole, anche solo a farli tacere...) certamente non ha senso dire al pz "tirati un po' su" o banalizzare ciò che sente o dice.

D'altra parte è vero che la situazione è più complessa di quello che può emergere qui on line ed è importante considerare anche ciò che voi parenti fate e come interagite con lui, perchè spesso -in situazioni del genere- c'è il rischio di colludere facilmente con chi veste il ruolo del "malato".

Una possibilità potrebbe essere quella di domandare un aiuto per voi, per poter capire meglio che fare dopo aver inquadrato la situazione, magari presso un consultorio.

Un cordiale saluto,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Intendo dire che se non è assolutamente disponibile a intraprendere un percorso psicologico può essere invece più propenso ad accettare una terapia farmacologica: se è lui stesso a dire che non ne può più penso che gli si possa proporre di parlare con medico (psichiatra) che lo possa aiutare.

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Utente
Utente
Dott.ssa Pileci
Grazie ancora, ma per farLe capire un po' di più la difficoltà della situazione, immagini questa persona senza i recenti problemi di salute.. La cosa era difficile anche prima, ma ovviamente aggiungendosi anche un problema fisico, la situazione è precipitata.. Molti anni fa ha avuto un incidente a una gamba e si era impuntato già allora che di fisioterapia non se ne parlava..Senza motivo, semplicemente ha detto "no".. Dopo molti anni, ovviamente, com'era prevedibile e come sarebbe successo a chiunque altro e non soltanto a lui perché persona "jellata", la situazione è peggiorata complicandogli la deambulazione..Ebbene, nessuno, ancora adesso, ha mai più potuto affrontare il discorso "gamba e fisioterapia", nonostante il fatto che anche un bambino avrebbe capito per tempo l'importanza di una fisioterapia corretta per un futuro..Questo perché ormai l'argomento era tabù, perché non si discute, perché comunque lui aveva ragione all'epoca del "no".. Capisce ora? Non è solo la persona malata che ha bisogno di aiuto e di affetto ad emergere, ma anche e soprattutto quella irascibile, intransigente e ostinata con una buona dose di vittimismo, che ha sempre ragione, che "gli altri non capiscono niente", con cui per lo più abbiamo a che fare.. Non è facile aiutare chi ti fa sentire sempre colpevole, inadeguato e non all'altezza per qualsiasi cosa cerchi di esprimere.. A volte penso anche che è una persona molto intelligente, che per anni ha fatto della cultura e dell'intelligenza la sua arma.. Bé allora a che serve tutto questo se ora ci si comporta così? Vede, a volte la genetica salta fuori e mi trovo ad assomigliare molto a mio padre in tante cose, ragionamenti ecc.. e quindi mi rendo anche conto di come possa essere difficile starmi vicino e aiutarmi.. Ma sono io a cercare molto spesso di modellare questo aspetto facendo molta autocritica, al posto di aspettare che siano gli altri a trovare il sistema di avvicinarmi... Un po' come il detto "aiutati che il ciel ti aiuta"...
Io credo Dott.ssa che ci sia anche un forte egoismo di fondo in lui del quale a me in realtà sfugge la ragione, e che rende tutto questo assolutamente incomprensibile e sciocco..
Grazie ancora, farò tesoro dei Suoi consigli!
Buonasera
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dopo
Utente
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Dott.ssa Massaro,
Grazie! Mi scuso ma avevo trascurato la Sua risposta. Credo non sia propenso neanche ad accettare una cura farmacologica, a quanto ne so.. L'unica speranza, Le sembrerà paradossale, è che riesca a trovare nella situazione che ora è costretto ad affrontare e cioè la malattia (per ora la parte diagnostica ma presto arriverà anche l'aspetto terapico..) un modo per reagire anche al suo stato mentale.. so che forse dirò un'eresia, ma l'unica speranza è che si auto-convinca verso un miglioramento della sua condizione.. Mi creda l'unica persona che ha molto ascendente su di lui, e che da lui è molto amato e stimato, una persona a lui molto cara, ha dato forfait.. Credo che sia come si dice in gergo "un caso disperato".. il problema, però apparentemente è molto semplice ed è soltanto uno, a mio avviso: trovare qualcosa, un argomento, una persona, un qualsiasi cosa che possa fare presa su di lui e modificargli il punto di vista e visione delle cose... E per ora lo stiamo cercando..
Grazie ancora! Le farò sapere come va!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

la situazione è chiara perchè queste situazioni sono piuttosto frequenti.

Semplicemente il mio suggerimento era quello di chiedere aiuto per voi stessi (i parenti, intendo) perchè quando in genere una persona ci sembra così "difficile" da trattare, sarebbe il caso di chiederci quali sono le NOSTRE difficoltà e comprendere che la persona è diffcile per noi, non in termini assoluti.

Non esiste neppure il pz. difficile, esiste semmai il pz. che è difficile per quello psicoterapeuta e quindi se continuerete ad etichettare il papà in questa maniera, non solo egli verrà intrappolato in questo ruolo, ma tutti (il papà compreso, che è sofferente ma ben comprende anche le dinamiche attorno a lui) sarete portati ad irrigidirvi sulle vostre posizioni.

Comprendo che la situazione sia stressante, ma una consulenza per i parenti è indicata.

Cordiali saluti,
[#9]
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Utente
Utente
Dott.ssa Pileci
Grazie infinitamente, ne parlerò anche con mia mamma per vedere il da farsi, nel frattempo spero che si risolva per lo meno la questione fisica, così ci saranno le condizioni ottimali per affrontare il resto, ora si rischierebbe di buttare benzina sul fuoco e non risolvere né uno né l'altro problema.
Grazie ancora dei consigli!
Buona giornata
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Lo spero anch'io.
Però -da quanto ha scritto- non credo che, risolvendo il problema fisico, l'atteggiamento del papà cambierà.
Forse è meglio cominciare anche a prendersi cura delle relazioni tra voi a casa.

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Non è solo la persona malata che ha bisogno di aiuto e di affetto ad emergere, ma anche e soprattutto quella irascibile, intransigente e ostinata con una buona dose di vittimismo, che ha sempre ragione, che "gli altri non capiscono niente", con cui per lo più abbiamo a che fare.. Non è facile aiutare chi ti fa sentire sempre colpevole, inadeguato e non all'altezza per qualsiasi cosa cerchi di esprimere.."

Sono d'accordo: sembra che suo padre sia un soggetto passivo-aggressivo che vi tiene tutti sulla corda, preoccupati di risolvere il suo problema, mentre vi svaluta e aggredisce qualunque cosa diciate o facciate.

Per questo è importante che gli restituiate la responsabilità della sua propria situazione e della ricerca di una soluzione (parlo ovviamente del problema psicologico, per l'altra questione aspettiamo di conoscere l'esito degli accertamenti) o comunque della scelta di optare o meno per una soluzione fra quelle suggeritegli.

Continuando a darvi tanto da fare attorno a lui lo state rendendo una specie di sovrano che si può permettere tutto:

"l'unica persona della famiglia ad avere il massimo dell'attenzione mentre parla e che può esprime i propri pensieri, senza che nessuno replichi, è proprio lui, se devo essere sincera..."

mentre voi vi sentite sempre più impotenti e frustrati.

Penso che questa situazione dovrebbe cambiare per il bene di tutti e il messaggio per lui deve essere questo: le soluzioni esistono, se non vuoi cercarle il tuo star male diventa una tua responsabilità.

Trattare coi soggetti passivo-aggressivi è difficile perché rendono la vita impossibile agli altri mentre recitano il ruolo della vittima, ma se questo vi sarà chiaro riuscirete anche a comprendere che correndogli dietro non otterrete altro che dare soddisfazione alle pulsioni aggressive che sta esprimendo con tutti questi comportamenti.
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Utente
Utente
Dott.ssa Pileci,
Grazie, ha ragione, intanto proverò ad affrontare le cose diversamente e a dargli input positivi, se vorrà coglierli, rafforzando quindi la sua apertura..

Dott.ssa Massaro,
quando si dice un'attenta analisi della situazione, è esattamente il ritratto che ne ha fatto Lei.. Grazie, ha ragione! Vedremo di approcciarlo diversamente, con più pazienza e meno tensioni o pregiudizi e proveremo a proporgli delle soluzioni a suoi problemi..

Ringrazio entrambe per avermi dato spunti interessanti e punti di vista diversi per affrontare la situazione!
Buona giornata
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Più che pazienza vi raccomando fermezza e chiarezza: se suo padre sta male è giusto che questo inizi a diventare un suo problema prima che un vostro problema, nel senso che potete stargli vicino e sostenerlo, ma è lui a dover decidere di farsi aiutare e a non potersi più lamentare nel momento in cui si rifiuta di farlo.

In ogni caso se ora c'è il sospetto che possa avere qualche serio problema di salute è comprensibile che il suo atteggiamento divenga più aggressivo e vi auguro che in realtà non si tratti di nessun brutto male.

Ci faccia sapere!