Ipocondria verso gli altri

Buonasera;
Penso di avere un problema di ipocondria. Quando avevo 17 anni avevo forti problemi, non riuscivo a stare da sola con una persona adulta per paura che si sentisse male, piangevo sempre, avevo una forma d'ansia assurda, non riuscivo a stare tranquilla, mentre vedevo gli altri che riuscivano a stare bene con i loro genitori e con gli altri.. Per esempio, per stare da sola in casa con una persona avevo bisogno di stare con qualcuno al telefono.. poi la cosa si è estesa anche ai miei coetanei, cioè appena vedevo qualcuno che si sentiva spesso male cercavo di allontanarlo. Non so come sono riuscita a " guarire" esteriormente, ma dentro me, in situazioni particolari,magari una mia ansia verso l'università, non riesco mai ad essere tranquilla. Ho cercato in rete però non ho mai trovato forme di ipocondria associate ad altri, perché io non ho paura di sentirmi male, ma che le persone a me vicine si sentano male.. forse perché sono molto legata alle persone che ho accanto, cioè il solo pensiero che qualcuno possa stare male e io non possa fare niente mi distrugge quasi.. Cioè preferirei stare male io piuttosto che vedere qualcuno delle persone a me care stare male.. Adesso la cosa va un po' meglio, ma non appena qualcuno ha un sintomo mi allarmo, sento il cuore battere forte, propriamente una forma di ansia. Anche se qualcuno telefona ho paura che sia una brutta notizia...secondo voi qual'è il mio problema? Sono l'unica ad averlo? Perché di me stessa non mi importa come che per i miei ?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

Gentile Ragazza,
le sue paure sembrerebbero legate ad un problema relativo all'ansia, ma non ci dice nulla sua storia familiare, se non che è molto legata alle persone care e spaventata all'idea che possano stare male e che la possano abbandonare.

Un elemento comunque degno di nota, che potrebbe avere a che fare con le relazioni all'interno della sua famiglia e sui legami sperimentati in questo ambito.
Ci vuole dire di più?

Comunque dare un'etichetta al suo disagio in rete non la aiuta ad affrontarlo efficacemente, anzi.

Ha mai pensato di rivolgersi a un nostro collega di persona?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
Anche io come la collega, le suggerisco di evitare di adoperare internet per autodiagnosi

Il Suo corpo si sta esprimendo con un corteo sintomatologico, andrebbe ascoltato e decodificato

La sua fragilità potrebbe avere radici lontane e spiegare i suoi disagi.

un nostro collega potrebbe aiutarla a leggersi dentro ed a recuperare la qualità di vita smarrita

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ho un buon rapporto con i miei familiari, anche se sono molto restia a raccontare a loro le mie cose, riguardo fidanzati ad esempio, perché è come se non lo accettassero.. Non riescono a capire che una ragazza possa avere delle relazioni sentimentali con tutto ciò che comporta.. Mi lasciano uscire e fare tutto pero'! La cosa strana è che solo con me sono così, mentre con le mie amiche ad esempio mia madre riesce a parlare e a dare consigli.. sono una persona molto sensibile,da quando sono nata..e non ho mai ricevuto " abbandoni " ne altri episodi tali da scaturire queste ansie.. Forse ce le ho perché i miei genitori sono un po' grandi rispetto ad altri di miei amici.. razionalmente riesco a capire tutte le cose. Si ne avevo parlato già a qualcuno di queste mie ansie, ma si ripresentano...
Il mio problema penso che sia considerarmi di poco valore, perché molte volte non sono riuscita a superare i test di medicina, infatti non appena qualcuno tocca quel tasto mi irrito..
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Cara Ragazza,
il test per entrare a Medicina è certamente complesso e affatto semplice, tra le migliaia di candidati solo una minoranza riesce ad accedere al corso. Se tutti la pensassero come lei, attribuendosi poco valore per tale prova, anche se fallita ripetutamente, ci sarebbero molti suoi colleghi in dubbio sulle proprie capacità.

Non può essere questo piccolo insuccesso, se rapportato a tutto il resto, a minare l'autostima. Occorrerebbe ridimensionare la questione, accettare l'accaduto come un fatto del tutto normale e probabile- ripeto non così infrequente tra la popolazione studentesca - e andare avanti.

Per quanto concerne le sue paure, forse l'età dei suoi genitori, potrebbe concorrere a sostenerle, così come forse la percezione che i suoi possano temere che lei si leghi sentimentalmente e di conseguenza lei possa dedurne che coltivino il timore di essere abbandonati.

Sono solo ipotesi da qui, anche fallibili.

In ogni caso se la sua situazione le reca disagio sarebbe utile incontrare un nostro collega di persona. Cosa ne pensa?


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Dr. Sandro Lingua Psicologo 47 2
Gentile utente,
la sua paura legata a possibili sofferenze di altri, 'il solo pensiero che qualcuno possa stare male e io non possa fare niente mi distrugge quasi..' riporterebbe a sentimenti di impotenza di fronte agli eventi, sicuramente difficili da esperire.
Non è chiaro quanto si potrebbe sentire responsabile dell'accaduto in tali situazioni..

Tengo a comunicare che non deve esserci per forza un trauma ufficialmente riconoscibile perchè noi accusiamo sofferenze mentali, ma a volte stili comunicativi familiari troppo chiusi, o al contrario aperti, o poco chiari posso da soli metterci in situazioni complesse. Oppure vi può essere un accumulo di piccole risposte che provocano sofferenza.


Concordo con le colleghe nel ritenere di vaga utilità fare diagnosi online, e quindi anche il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un collega che la possa aiutare a dare un peso emotivo agli eventi che sia sostenibile e non la mantenga in un costante stato di allarme e che la incoraggi a dare il giusto valore ai suoi vissuti ed ai suoi desideri.

Un cordiale saluto

Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica

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