Distimia ereditaria?

Le pongo un quesito che fa riferimento al “Disturbo Distimico”.
Curiosando in rete ho trovato diverse interessanti definizioni; la mia domanda particolareggiata è sulla possibilità di familiarità se in famiglia c’è una diagnosi di Distimia che tale disturbo possa essere “trasmesso” o “ereditato” dai figli.
La domanda è pertinente in quanto prima di sapere l’esistenza di un tale disturbo notavo una serie di comportamenti o azioni da parte della madre di mia moglie che, oggi ha 85 anni, ha una un diagnosi di distimia di almeno 20 anni fa.
I miei dubbi sono aumentati laddove ho notato che anche mia moglie oggi 46 assume o replica analoghi comportamenti con frequenti episodi di rabbia intensa scatenata da situazioni abbastanza banali o piccoli conflitti quotidiani familiari. Confesso che mi capita spesso di non riuscire a gestire tali situazioni.
Abbiamo deciso di iniziare un percorso attraverso un counselor “amico” comune; confesso che nei primi due incontri continuo a sentire da parte di mia moglie continui attacchi anche molto rabbiosi per miei comportamenti e azioni passate con episodi che, a volte sfuggono alla mia memoria. Abbiamo due bambini di 10 e 8 anni e, se è vero che ho vissuto e vivo molto intensamente il sentirsi attaccato di aver delegittimato il ruolo materno mi ha molto ferito anche perché spesso pensando di agevolare i compiti di mia moglie ho lasciato lei riposare per occuparmi io di situazioni o altro riguardanti i bambini.
Vivo un certo scoraggiamento e in me inizio a pensare che se pur con qualche perplessità che i miei comportamenti o i miei “non cambiamenti” possano creare così tanta tristezza/rabbia/depressione è il caso di valutare una ipotesi di separazione. Ho la sensazione di voler combattere da solo.
Grazie
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

sulla distimia come in tante altre psicopatologie, potrebbe essere presente una componente di ereditarietà, ma ancora più importanti sono i comportamenti appresi in ambito famigliare, rapporto con le prime figure di attaccamento ecc.

Sua moglie ha fatto una valutazione psicologica?
Questo è l'unico modo per sapere se possiamo parlare di distimia.

>>Abbiamo deciso di iniziare un percorso attraverso un counselor “amico” comune<<
il couselor è uno psicologo?
Le ricordo che è assolutamente controproducente fare delle sedute con un professionista che conoscete già.
La figura di riferimento in questi casi è lo psicologo.




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Risposta utile
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 510
Gentile Utente,

forse questo articolo potrebbe esserLe utile:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Risposta utile
Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33
Gentile utente,
mi accado alle preziose indicazioni dei colleghi.
La psicopatologia ed in alcuni casi i disturbi dell'umore possono avere una componente ereditaria. Tuttavia questa non può spiegare MAI da sola l'insorgere di un disturbo. Come evidenzia il dr Del Signore, i comportamenti appresi nel contesto familiare, i modelli acquisiti di vivere le relazioni, le modalità intorno a cui si struttura il rapporto di coppia, hanno un peso indiscutibilmente maggiore.
Mi domando come mai lei vuole attribuire un etichetta "psicopatologica" a sua moglie.
Ha mai pensato che forse questo può essere uno dei motivi della sua rabbia.
Le invio anche io un link sulle componenti familiari dei disturbi dell'umore; c'è un paragrafo proprio sulla distimia:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1815-la-famiglia-del-depresso-origini-familiari-di-una-patologia.html
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Utente
Utente
Nel ringraziare i dottori che hanno risposto al mio quesito, trovo interessante l'osservazione del Dr. Mori sulla possibilità di essere una causa o concausa a questi momenti di rabbia, è uno dei motivi che mi ha spinto ad un primo consulto di coppia anche se con un "counselor amico" con tutti i limiti del caso.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 510
Da una parte ha fatto bene a chiedere una consulenza, ma tenga presente che è sempre meglio rivolgersi ad uno psicologo (che ha e utilizza strumenti che il counselor non possiede per formazione e neppure per esperienza, in quanto lo psicologo è tenuto a frequentare anche strutture in cui è supervisionato da Colleghi più esperti per essere formato anche con attività pratica, oltre che teorica).

E' altresì indispensabile che lo psicologo non conosca direttamente il pz. e che non ci sia un legame di amicizia o di altro tipo per non far venir meno l'obiettività del professionista.

Quindi sarebbe il caso di rivolgersi ad un professionista, verificando qui le credenziali: www. psy.it

Cordiali saluti,
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