Mi sento "bloccata" in una vita che mi sta stretta!

E' iniziato tutto con la separazione dei miei genitori, mi hanno messo troppo in mezzo ai loro problemi, essendo anche figlia unica, soprattutto mio padre ha esercitato molta pressione psicologica su di me per cercare di convincermi a mediare la situazione, ho vissuto un periodo davvero esasperante, sull'orlo di una crisi di nervi, periodo che ha cagionato il cambiamento di tutta la mia vita da quel giorno ad oggi e il susseguirsi è stato tutto un colare a picco nel baratro. Vivo una vita che non voglio, con persone con le quali non voglio stare, a condurre una vita della quale non so prendere in mano le redini, non trovo il coraggio per muovermi e lasciare il mio stato di inerzia, per spiccare il volo, la mia mente e il mio volere sono già lì dove vorrei essere, ma la mia ragione ed il mio corpo mi tengono saldamente qui, in preda alle mie insicurezze e alla scia delle conseguenze... ho lasciato l'università (già studiavo qualcosa che non volevo e non mi piaceva), quando non c'è passione è inutile dirlo come va a finire.. ero una ragazza promettente io, ora sono ridotta a una feccia..non sono niente, non ho obiettivi, non ho aspirazioni, non ho più entusiasmo, non ho speranza nel futuro nè ho mai creduto in me e continuo a farlo più di prima! Ciò che mi tiene su è l'amore del mio ragazzo e la prospettiva di una vita con lui, vorrei lasciare tutto e andare a vivere con lui (visto che odio mio padre e con lui non voglio viverci), ma non riesco a lasciare tutto come si trova e andare via, casa , cane, responsabilità e doveri, vorrei ,ma sento come un'imposizione dentro me... è davvero frustrante! Il fatto di non vivere più con mia mamma (eravamo legatissime) mi ha spezzato qualcosa dentro e solo ora a pensarci mi viene da piangere (lei è depressa per questa situazione), tutto ciò mi mortifica, mi tramortisce, mi priva di ogni iniziativa e di ogni voglia di combattere. Qui dove vivo ora non c'è lavoro, non c'è una prospettiva, ma aspetto di andare via di qui e iniziare qualcosa di concreto, anche se ho paura che non sarei all'altezza... mi sento intrappolata in questa vita dalla quale non riesco a uscire, dalla quale scapperei a gambe levate, ma che il tramortimento psicologico vissuto di questi anni mi ha estirpato linfa vitale... e poi nessuno sembra capire fino in fondo ciò che provo, ciò che sento e anche se le persone a me vicine mi sostengono, io cerco qualcuno che mi prenda per mano e mi aiuti a compiere quel salto che mi tiene ferma immobile sul ciglio di questo burrone che altro non è che l'incubo reale di un sogno terrificante che non avrei mai immaginato di vivere...
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,
a me sembra che riesca molto bene a descrivere la sofferenza e la difficoltà che sta vivendo in questo momento.
Certo, descrive bene anche l'angoscia ed il senso d'impotenza che prova.
Ed è importante che un poco alla volta inizia a separare ciò che è suo da ciò che gli altri le hanno messo addosso: delle volte scrollarsi di dosso ciò che gli altri gettano, o semplicemente spostarsi per non trovarsi in mezzo è la soluzione migliore.

Ognuno ha la propria vita, e, fortunamente, Lei è sufficientemente grande per reagire e per poter dire di no a ciò che non Le appartiene o che non sente proprio.

Di cosà ha bisogno per proclamare la propria indipendenza?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio in anticipo per l'attenzione concessami.
Il fatto è che sono consapevole di ciò che sto vivendo, di cosa avrei bisogno e di cosa dovrei "liberarmi", di cosa vorrei fare per stare meglio, di cosa vorrei per il momento fare con la mia vita, e dico "per il momento" perchè non ho obiettivi a lungo termine, la mia vita è stata letteralmente travolta da un uragano di eventi ed emozioni nuove (e negative) per me che ogni mia convinzione ed ogni certezza è crollata, lasciando spazio ad un'insicurezza ed una mancanza di coraggio e fiducia in me molto più marcata di prima, visto che anche prima di questi eventi ero una ragazza fortemente insicura e con poca stima di sé. Gli obiettivi che avevo, le cose che avrei voluto fare non sono state possibili da realizzare, per motivi economici soprattutto e quindi tutto ciò che ne è seguito sono state solo scelte di circostanza, nelle quali ho continuato ad andare avanti quasi per inerzia!

Rispondendo alla sua ultima domanda le potrei dire che non mi sento al cento per cento indipendente e le spiego perchè, forse è una mia limitazione psicologica. Essendo stata sempre una figlia "protetta", tenuta anche in tensione e sotto lo sguardo vigile di mio padre con una mentalità un pò particolare, mi sento sempre non completamente indipendente, come se avessi una certa sudditanza psicologica inconscia nei suoi confronti. Vorrei andare via e "liberarmi" della sua presenza nella mia vita, ma al tempo stesso non lo riesco a fare, ho timore della sua reazione, delle conseguenze, dell'alterazione verbale ed emotiva che potrebbe avere. Per quanto riguarda mia madre sono assolutamente tranquilla e sciolta perchè con lei ho sempre avuto un bellissimo rapporto (avendo soltanto 16 anni di differenza con lei) e poi lei mi comprende e mi esorta a prendere in mano la mia vita, ma, ahimè, sono bloccata, bloccata , bloccata! Il mio ragazzo sta cercando di appianare un pò le cose, ha trovato un lavoro, forse riusciremmo ad andare a vivere insieme, ma io non so come staccarmi da dove sono ora, ho paura del cambiamento, di ciò che mi aspetterà, di ciò che lascerò qui e ciò che dovrò fare in futuro.
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Bellizzi.
E' fondamentale per la sua crescita separarsi dagli aspetti di dipendenza "emotiva" nei confronti dei genitori.
Vede, le separazioni sono spesso il prodotto di un conflitto di coppia e la coppia è fatta di due persone.
Da ciò che scrive sembra scindere la coppia genitoriale in mamma buona e comprensiva e padre cattivo e "pesante".
Non credo che questa interpretazioni la aiuti molto....
Inoltre è soltanto quando smetterà di utilizzare la presenza di suo padre come un'alibi (scusi se sono molto diretto...) per i suoi "freni", che sono indubbiamente suoi ed interni, che inizierà a muoversi e a pensare per "sé".

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#4]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

Le va di fare un pò di grammatica? O di PNL.

> Rispondendo alla sua ultima domanda le potrei dire che

potrei è: 1° persona singolare del condizionale presente

Se usa il condizionale invalida tutto quello che ha scritto dopo.
Così non fa altro che alimentare la sua insicurezza.
Poichè ha scritto qualcosa in italiano è corretto scrivere "le posso dire" dato che poi, effettivamente lo fa.

Ai suoi condizionali manca il "se" (non il "sé"). Che condizione deve essere soddisfatta affinche Lei faccia, voglia e dica?

Io potrei risponderle A se dice X. Altrimenti io le rispondo A.

Si aiuti a essere meno incerta, almeno nel linguaggio che usa.

Sarei stato troppo duro, o sono stato troppo duro?

Cosa "potrebbe pensare" è molto diverso da "che ne pensa"?

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Utente
Utente
Per il Dr. Bellizzi:
non mi ero accorta di manifestare la mia insicurezza ed incertezza anche tramite il mio modo di scrivere ed esprimermi. Le tecniche psicologiche mi hanno sempre affascinata molto, è un percorso di studi che mi ha sempre attratto, ma ovviamente per motivi economici non ho potuto proprio permettermi nemmeno solo a pensarlo di scegliere questa strada dato che le condizioni e le circostanze non mi avrebbero permesso di realizzarlo.
Comunque, a parte ciò, mi aspettavo una risposta un pò più concreta (mi perdoni se risulto inopportuna), non di certo una lezione di grammatica o di Programmazione Neuro Linguistica!
Se me lo concede di dirglielo, sto cercando risposte, non ulteriori domande, di queste ne ho fin troppe perfino su me stessa e sono stanca di continuare ad incrociare solo interrogativi nel mio percorso,ho bisogno di un lampo di luce, un lampo di chiarezza, una lanterna che possa iniziare ad aprire uno spiraglio di luce dentro me..


Per il Dr. Mori:
la ringrazio innanzitutto per la sua attenzione. Ci tengo a precisare, però, che non sono stata io a volermi personalmente interessare ed intrufolare nella relazione e separazione dei miei genitori, anzi, al contrario, non volevo proprio saperne niente dei loro tira e molla estenuanti per la mia mente ed il mio stato d'animo! Mio padre non è un "alibi" per me, come dice lei, ma è davvero una presenza che non gradisco nella mia vita, è stato lui ad includermi in tutta questa storia, a mettermi in mezzo come una specie di "ultima spiaggia" per tentare di salvare il rapporto con mia madre, dicendomi perfino i discorsi che avrei dovuto farle, Ore ed ore a parlare, a riempirmi la testa di chiacchiere, a farmi una specie di lavaggio del cervello, a farmi credere cose non vere, ad indurmi a provare rancore per persone verso le quali lui nutriva questo sentimento, ma che con me non avevano niente a che fare o che comunque io ritenevo che non avessero tenuto comportamenti tali da indurre a tanto. Mio padre è una persona pesante, è opprimente, vuole predominare con le sue idee, con le sue credenze e i suoi giudizi. Io sono in totale contrasto con lui, non condivido niente della sua personalità, non condivido e non concepisco i suoi pensieri, il suo carattere e tutto ciò che fa o che pensa! E' un odio allo stato puro, considerando anche note non positive del passato, il suo non assumersi determinate responsabilità genitoriali, posso dire che è stato solo grazie a mia madre che sono cresciuta, che ha fatto anche i lavori più umili per crescermi e tirarmi su, mentre mio padre non sapeva far altro che lasciarsi andare al suo stato di disoccupazione e, invece di pensare alla famiglia, spendere i soldi anche in giochi d'azzardo e cavolate! Non mi ha mostrato mai un amore genitoriale, anzi, davanti a me parla dei figli come se io non fossi niente per lui, parla dei figli come un fastidio, come un qualcosa che ti rovina la vita, come un qualcosa che non ha valore... per non parlare delle cose che dice nei momenti in cui abbiamo diverbi, cose terribili che mai nessun genitore direbbe ad un figlio, ne sono sicura. Beh, mi dica lei se questo è un genitore da considerare tale o meno! Io ho vissuto in prima persona la mia vita e so per certo che per me la figura di un padre è qualcosa che non so cosa sia davvero e per questo da quasi una vita non l'ho mai più chiamato "papà"...non mi viene da dentro..non ci posso fare niente..
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

eppure il mio testo le ha fatto cambiare i tempi dei verbi... più concreto di così...

Si rilegga e trovi le differenze tra il prima ed il dopo.
L'impressione che avrà è sua ed è concreta.

E' molto probabile che come parla agli altri parla a sè stessa: il pensiero è lo stesso, cioè proviene da Lei.

> (mi perdoni se risulto inopportuna)
Non la perdono, perchè non risulta inopportuna.

Incredibile, adesso sta sperimentando l'avanzare richieste.
Il lottare per quel che desidera e che ritiene giusto per Lei.

O no? ;)
Illuminante!
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Bellizzi,
qualche differenza l'ho notata nel mio modo di scrivere iniziale rispetto alle risposte che ne hanno fatto seguito. Credo che quando si tratti di parlare di me, le mie incertezze trapelino anche al di fuori della mia interiorità. Se si tratta di parlare di ciò che voglio,invece,allora posso essere certa di ciò che vorrei adesso per la mia vita, per lo meno a breve termine! So cosa mi piacerebbe fare, di quali azioni avrei bisogno di compiere per rigenerare la mia vita ormai contaminata da inerzia, depressione e "sterilità".
Tempo fa, su consiglio del medico di base per la risoluzione delle complicazioni nel rapporto tra mia madre e mio padre che non riusciva a prendere un verso in maniera normale o civile, io, mia madre e mio padre ci recammo presso una struttura pubblica per qualche colloquio psicologico. Mio padre ne prese parte soltanto ad uno, dato che l'antìfona non gli piaceva visto che la dottoressa gli disse che doveva rispettare la decisione di mia madre, conseguenza di suoi errori di cui non sto a parlare e di mettere me al primo posto, di pensare a farmi riprendere la mia vita e pensare al mio bene, ma inutile dire che a lui non passò nemmeno per l'anticamera la cosa perchè il suo obiettivo era "usare" persino la psicologa (oltre a me) come mezzo per riappacificarsi e convincere mia madre a tornare con lui. Vedendo che non era cosa, allora non ci andò più, continuando la sua "manipolazione" con me, che non volevo più sentire niente di tutto ciò.
Mia madre dopo due o tre sedute non è voluta più andarci perchè diceva che non le serviva, anzi, stava peggio e per sua decisione insomma non volle più continuare.
Nelle mie due sedute io mi svuotai un bel pò, non riuscendo nemmeno a parlare per via dei pianti e singhiozzi che il parlare e sfogarmi di tutto mi suscitava. Ciò che mi venne detto e fatto capire era ciò che volevo, ovvero pensare alla mia vita, continuare la mia strada, non lasciare l'università, essere lasciata al di fuori di tutto (ma ciò non dipendeva da me). Tutto ciò era ciò che mi illuminò per poco tempo perchè lì rimane sempre il mio stesso blocco, l'inerzia! So cosa voglio, so cosa vorrei fare, so cosa sarebbe bene per me, ma non riesco a prendere una decisione, non so muovere un passo verso il percorso che vorrei intraprendere, non ho nemmeno il coraggio di assumermi le responsabilità delle mie azioni, ho paura del cambiamento e delle conseguenze e reazioni che le mie decisioni potranno scaturire in quella persona che vorrei estromettere dalla mia vita: mio padre! Ora mi occupo della cura della casa, cucino, faccende domestiche, accudisco il cane, faccio tutto ciò che serve per una persona che non lo merita e con la quale non voglio vivere e fatto sta che non riesco a fare niente per cambiare la mia vita!
[#8]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

>faccio tutto ciò che serve per una persona che non lo merita

se non lo merita, perchè lo fa?
Non deve rispondere a me, ma a sé stessa, ed essere sincera con sé stessa!
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Bellizzi,

ho la risposta anche a questo. Lo faccio perchè, in un certo modo, mi sento obbligata, sento che devo farlo per forza e non ho scelta. Come se qualcuno mi avesse impartito quest'ordine ed io lo stia eseguendo, più per timore forse perchè ho sempre avuto un certo timore nei confronti di questa persona che è mio padre. Mai uno schiaffo nella mia vita mi ha dato, ma tante parole e considerazioni che per me sono stati peggio del più forte schiaffo che si possa ricevere. Non mi sento libera, questa è la verità. E odio tutto questo, odio sentire quest'obbligo morale, questo timore di lasciare tutto ciò come si trova e scappare via. Questo è il vero problema che mi attanaglia! Uscirne fuori mi risulta impossibile.. ed è frustrante!
[#10]
Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile utente,
ho letto la sua storia, volevo chiederle se è stata una sua decisione andare a vivere con suo padre. Inoltre, rispetto a quello che lei dice, mi sembra di capire che adesso si occupa lei di tutto ciò che prima competeva sua madre.
Consideri che un blocco non è quasi mai frutto dell'inerzia ma il più delle volte è solo l'epilogo di due moti contrastanti.
Penso che le sarebbe utile intraprendere un percorso psicoterapico per vederci più chiaro circa questo blocco che non la porta da nessuna parte.
Saluti.

Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it

[#11]
dopo
Utente
Utente
Salve Dr. Antonio Raia,
La ringrazio per la sua cortese attenzione.
Come ha ben compreso, ebbenesì, sono io che mi occupo di tutto come faceva mia madre prima, ho lasciato l'università e da allora mi occupo della casa, cucino, lavo, stiro, pulisco, accudisco il cane, mi sento proprio una nullità. Niente da togliere a chi fa questo ogni giorno, si figuri che è sempre stato il mio sogno fare da brava casalinga, ma da sposata con il mio uomo, vivere in una casa tutta nostra, con una famiglia nostra, con la mia vita, non in questo modo! Ho solo 25 anni e mi sento una fallita! Qui dove vivo ora non ci sono prospettive, in questi piccoli paesini nella provincia di Avellino, dove il primo centro un pò più grande è a 40 km di distanza, tutti sanno tutto di tutti e ognuno non fa altro che giudicare il prossimo. E' umiliante per me vedere i miei compagni che fanno la loro vita, che hanno la possibilità di studiare e concludere qualcosa nella vita, mentre io sono qui a "morire" lentamente, consumando quelli che potevano essere i giorni più belli della mia vita in una casa di un paesino sconosciuto, in una quotidianità colma di problemi e preoccupazioni, senza contare la depressione che tutto ciò mi provoca e la frustrazione! Il lavoro di mio padre che non c'è mai, saltuario e nemmeno pagano da mesi! Io che non lavoro e mantengo per quel che si può questa casa con i soldi che mi regala mia madre ogni settimana. Il mio desiderio è vivere insieme a mia madre (o col mio ragazzo), io ho bisogno della presenza costante di mia madre nella mia vita, ma questo vivere qui mi ha privato di questo, e ne soffriamo sia io che lei. La sua domanda è cruciale perchè la verità è che non ho scelto io di vivere con mio padre, se potessi andrei via anche adesso, non mi importa di lui, non voglio vivere con lui, non lo voglio nella mia vita! E' stato lui a convincermi a vivere qui, per fare un dispetto a mia madre (visto che lui vuole vendicarsi che lei lo ha lasciato, ma ne ha avuto i più buoni motivi!) e io sono psicologicamente timorata, non so come spiegare o come esprimermi riguardo questa cosa, ma ho timore di dire chiaro in faccia a mio padre che io non voglio vivere con lui. Ho paura della sua reazione. Già una volta, dopo il trambusto della separazione, stremata dalla pressione psicologica di mio padre, feci le valige e scappai di casa, (andai dal mio ragazzo) con l'intento di non tornarvi più, mia madre sapeva dov'ero, sapeva tutto, ma ero decisa ad estromettere mio padre dalla mia vita. Sono stata due giorni via di casa, le incessanti telefonate dei familiari paterni e di mio padre stesso mi assillavano, con tanta disperazione e buoni propositi per il futuro, così, dato che sono debole di carattere, vi tornai, rassicurata da tutti che avrei preso le mie scelte in piena libertà e fatto ciò che avrei voluto, con la rassicurazione della famiglia che mi sarebbe stata vicina (zii,zie ecc..). Mio padre è stato remissivo soltanto per un pò, come si sa il lupo perde il pelo, ma non il vizio, così ha iniziato a tirar fuori il suo bruttissimo carattere, adirato, insopportabile,offensivo, presuntuoso. Ogni volta che in momenti di litigio mi sfogavo dicendo di voler stare con mia madre lui sparava cattiverie a raffica, ingiurie su mia madre e minacce verbali del tipo "se vai da tua madre uccido a tutte e due" , lui gioca sul fatto che io sono molto debole di carattere e molto remissiva e così mi tiene "buona" e sto a vivere con lui. Poi quando provai ad andarmene di nuovo fu una tragedia, tanti litigi, lui litigò anche con i suoi fratelli e sorelle, i miei zii si sono allontanati anche da me e mentre credevo di poter contare sull'appoggio degli affetti, come promesso, non vidi nessuno a preoccuparsi per me. Io piango spesso per il fatto che vorrei vivere con mia madre, stare sempre con lei, non farla soffrire, perchè so che lei soffre e per questo motivo sta anche assumendo qualche antidepressivo e delle gocce per conciliare il sonno. Io so quanto amore lei ha per me, e io altrettanto (solo a pensarci mi viene un nodo in gola) e so quanto odio e disprezzo ha mio padre per me, non mi sento amata come una figlia da lui e non ha fatto mai niente , nessuna azione o nessun gesto per dimostrarlo, a partire dal fatto che anche in mia presenza parla dei figli come degli esseri che ti rovinano la vita. Come dovrei sentirmi io?! Ma questa è solo una goccia dell'immenso oceano di putridume che nasconde in sè la personalità di mio padre!
Lo odio, lo odio e non voglio vivere con lui, eppure sto perdendo qui i miei giorni e la mia vita e soprattutto i miei nervi saldi! Non so più cosa fare.
[#12]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

> Uscirne fuori mi risulta impossibile.. ed è frustrante!

...e perchè non provare con l'ipnosi?
[#13]
dopo
Utente
Utente
Dr Bellizzi, l'ipnosi? Si spieghi meglio per favore.
[#14]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

una delle tecniche ipnotiche riguarda proprio il lavoro sulle voci del passato.
Molte persone descrivono il loro comportamento con parole simili a quelle che utilizzato in questa frase:
> Come se qualcuno mi avesse impartito quest'ordine ed io lo stia eseguendo,

Le segnalo alcuni articoli.

https://www.medicitalia.it/dizionario-medico/ipnosi/

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3285-ipnosi-qualche-concetto-per-iniziare.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3588-ipnosi-fuori-dal-mistero.html



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