Rapporto madre - figlio anomalo

Salve. Sono una studentessa di psicologia e specialmente in quanto tale ho avuto modo di osservare in una persona a me molto vicina (il mio fidanzato) un rapporto piuttosto sbagliato con sua madre.
Si tratta di una famiglia in condizioni particolari: una madre single, con un solo figlio maschio, dapprima separata e successivamente vedova del marito, morto quando il figlio era già adulto. Nonostante la separazione, il padre continuava a contribuire economicamente al sostentamento di lei. La signora in questione non ha mai svolto un lavoro, una professione che fosse continuata nel tempo. Ha avuto diverse storie serie, dopo quella col marito, tutte finite male. Ad oggi, non avendo nessuna relazione con alcun uomo che la sostenga economicamente e non avendo un lavoro, vive grazie ai guadagni del figlio, che paga tutte le sue spese, che consistono, oltre che ai bisogni di prima necessità, in continue uscite con le amiche, pranzi e cene fuori, ecc. Si è provato a trovarle un lavoro anche tramite svariate conoscenze (che non mancano a lei né al figlio), ma a quanto pare le cose non sono mai andate a buon fine (siamo pur sempre in un periodo triste e lei ha più di 50 anni), oppure si è rifiutata di imparare a svolgere i suoi compiti per come avrebbe dovuto. Quello che pare a me è che la signora non abbia alcuna voglia di lavorare e si approfitti della situazione, ma questo è certamente difficile da dire senza essere accusati di qualche strana gelosia, anche perché è facile immaginare che io possa essere imparziale, data la posizione che ricopro in questa storia; posso facilmente immaginare un futuro in cui la nostra famiglia sia penalizzata affettivamente ed economicamente per via di questa donna. Ciò che mi preoccupa ancora maggiormente è che l'atteggiamento di questa madre nei confronti di suo figlio sia totalmente immaturo. Si può persino intuire dalla posizione che hanno in alcune foto insieme, come lei cerchi una totale protezione in lui - cosa che almeno a mio parere non è sana. Una madre che si fa chiamare per nome dal suo bambino; una madre che ha chiaramente idealizzato il figlio, che non manca mai di raccontare le proprie vicende private a lui, chiedendogli consiglio. Una madre che una volta ha addirittura scritto una (per me palesemente finta, ma vaglielo a spiegare...) lettera di suicidio che ovviamente lui ha trovato, per farlo forse intenerire, per farsi compatire e rassicurare. Ovviamente la risposta di lui è stata "se farai mai una cosa del genere, io lo farò con te." Questa donna ha cercato di fingersi vittima, di fingersi depressa. Io posso chiaramente vedere che non lo è affatto (alla fine, la sua vita continua a svolgersi tra uscite con le sue amiche, anch'esse single, e discussioni incentrate su Facebook o altri argomenti francamente adolescenziali), ma come faccio a far capire a lui che ogni tanto una madre è capace di usare un figlio per scopi egoistici? E cosa potrebbe fare lui per correggere il comportamento di lei? Grazie.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,
Quando si e' studenti di psicologia cio' induce spesso a volere "aiutare" gli altri anche quando tale aiuto non sia richiesto.
Purtroppo e' un atteggiamento quando meno inutile. L'unico aiuto possibile e' quello che viene richiesto in una terapia.
Si comporti percio' da amica, e' la miglior cosa che possa fare.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
ammesso e non concesso che il rapporto in questione possa essere raccontato nei termini con cui lo descrive, se la madre è "adolescente" suo figlio si presta a farle da "genitore".
Non si può pensare che la responsabile del problema sia lei. E' come se recitassero due parti dello stesso copione. Il suo compagno non può cambiare sua madre. Può cambiare atteggiamento però. Di fronte a questa "coppia" in un certo senso quella di troppo sembra lei....
Non prova rabbia nei confronti del suo compagno?
Forse sarebbe il caso di parlarne direttamente con lui.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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dopo
Utente
Utente
Gliene ho già parlato, ma purtroppo non c'è quella presa di coscienza che si presuppone per un cambiamento di atteggiamento. Eccome, se mi sento di troppo. Ma mi viene sempre detto che sono esagerata.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

nonchè futura collega... ma come mai Lei è gelosa del rapporto madre\figlio? Cioè, se il figlio di lei nonchè Suo fidanzato non si lamenta della relazione con la madre, ma è Lei che si lamenta, è Lei che ha il problema, non loro.

Sulla lettera di suicidio e sulla risposta del fidanzato potrebbe essere che il fidanzato sappia che risposta si aspetta mamma; l'agito in questo è la risposta. Se la lettera è finta, non Le viene in mente che anche la risposta sia finta e strumentale?

Ora, però, cara futura collega, più che cambiare la situazione, Lei può solo prenderne atto, e valutare se sia il caso di continuare la relazione o di lasciare fidanzato e futura suocera.

Se loro son felici così, più che rubare il maschio alla signora adolescenziale, rischia di essere fatta fuori dalla coppia in cui si è inserita. Madre e figlio "stanno insieme" da molto più tempo di quanto Lei stia col figlio ed hanno legame molto più forte. O no?

Lei sa se e quante fidanzate ci sono state prima di Lei?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
E' vero che provo un po' di gelosia nei confronti di questo rapporto (più che altro prevedo un futuro infelice per la mia famiglia con lui, se le cose dovessero continuare così). Io mi lamento, ma non sono assolutamente l'unica a farlo. Più volte lui si lamenta del fatto che la madre continui a chiedergli dei soldi e che questo lo limiti economicamente, perché potrebbe anche avere più denaro da destinare a suo esclusivo uso. Lui si è lamentato molto spesso in passato di questa situazione e anche di altri comportamenti immaturi adottati da lei, quindi non sono solo io a sollevare la questione. La madre ha detto di sentirsi un peso, ma credo che se lo sentisse davvero farebbe di tutto per cambiare la sua condizione.
La risposta alla lettera non è assolutamente finta, perché lui ha creduto totalmente in quello che c'era scritto, ha percepito un rischio che io escluderei del tutto, da un punto di vista esterno, e si è davvero preoccupato.
In conclusione, loro, o almeno lui, non è felice così, almeno dice di non esserlo.
Ci sono state altre fidanzate, ma sono l'unica con cui abbia iniziato una convivenza, e credo sia ora di staccarsi dal nido e ridefinire le priorità, come già sa. E rendersi conto, per quanto doloroso possa essere, che la madre si approfitta della situazione in maniera consapevole, invece che "costretta" come crede lui, dovrebbe essere parte di questo cambiamento.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ma Lei che fretta ha? Se il ragazzo sta già convivendo, un passo l'ha fatto.
Se la madre è senza lavoro e senza possibilità di rinunciare ai capricci, difficilmente potrà cambiare questa condizione.

Sinceramente la trovo una situazione molto complicata: se da una parte riuscisse a liberare il Suo ragazzo dalla madre, rischia poi di venir colpevolizzata dal ragazzo qualora il rapporto degeneri.
Allo stesso tempo non può considerare la Sua storia a prescindere dalla presenza materna.

Lei lavora, o dipende pure Lei dal ragazzo?
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dopo
Utente
Utente
Non è che io abbia fretta, però devo ammettere che mi dà piuttosto fastidio in primo luogo per lui che non può "godersi" la vita, e poi anche per me. Ma da parte mia non c'è una voglia di liberare un figlio dalla propria madre, ci mancherebbe, sarebbe innanzitutto contronatura; vorrei vederlo più sereno e meno schiacciato dal peso di certe responsabilità che normalmente non dovrebbero essere imputate a un figlio in questa misura.
Io non lavoro purtroppo, ma i miei studi e le mie spese sono pagate dai miei genitori.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

Ora le rispondo sulla base di ciò che Lei ha scritto e che quindi fa riferimento alla figura materna da Lei descritta, che potrebbe essere significativamente diversa dalla persona reale. I commenti si riferiscono alla persona da Lei descritta e non alla persona reale.

La risposta, per me, è tutta racchiusa in questa frase:

> una madre single, con un solo figlio maschio, dapprima separata e successivamente vedova del marito, morto quando il figlio era già adulto.

Il legame tra questa tipo di madre e questo tipo di figlio non è "normale", ma estremamente naturale all'interno di una coppia (madre\figlio) diversa da una coppia+figlio (madre\padre + figlio).

Per fare della matematica spicciola, se un figlio deve dare 50% a ciascun genitore (ci metta, affetto, preoccupazioni, soldi, etc etc) in una situazione del genere la madre riceve di più (75%/25%) rispetto al padre. Poi se è pure deceduto giovane il padre, ecco che la situazione diventa sbilanciata: la perdita potrebbe rinforzare il legame. (ora siamo soli, a maggior ragione contiamo reciprocamente uno sull'altro, ora ancor di più)

Da parte dell'ipotetico figlio, se in una situazione normale deve dire grazie al 50% a ciascun genitore, ecco di nuovo che qui la situazione è nuovamente sbilanciata, laddove dopo la separazione c'era la supermamma che faceva tutto: supermamma=supergrazie.

Poi ci aggiunga la componente "mamma che gli dai la mano e si prende il braccio" il tutto si sbilancia ancor di più.

Che ne pensa? Ci rifletta.