Gli ho proposto anche

Salve sono una donna di 40 anni e vivo a Roma. Dopo molto tempo ho deciso di scrivere quanto segue perché ho bisogno di confrontarmi con qualcuno in merito alla mia situazione sentimentale ma soprattutto sessuale. Dopo due anni di fidanzamento a distanza (Palermo-Roma) ho deciso di chiedere trasferimento per lavoro nella città dove vive il mio compagno. Premetto che sin dall’inizio della nostra storia le difficoltà riguardo all’approccio sessuale sono state molteplici. Spigliata e disinibita io, pudico e riservato lui. Inizialmente pensavo che la causa del suo imbarazzo fosse legata al fatto che lui è affetto da criptorchidismo e da un forte dolore al pene durante la penetrazione per cui si è fatto successivamente circoncidere senza tuttavia raggiungere i miglioramenti sperati. Ho cercato di rassicurarlo, tuttavia i rapporti sono stati sempre difficili e lentamente hanno fatto scemare il mio desiderio sessuale anche perché non vedevo in lui quelle stesse pulsioni sessuali che ho riconosciuto sempre negli uomini che lo hanno preceduto. Probabilmente ho commesso l’errore di raccontargli apertamente delle mie difficoltà e del fatto che il suo approccio sessuale non corrispondeva al mio immaginario e cercavo di fargli capire o di suggerirgli strategie che accendessero il mio desiderio…ma è stato tutto inutile.
Alla mancanza di desiderio si aggiungeva, inoltre, l’immagine non troppo positiva che lentamente mi andavo costruendo su di lui legata alla sua difficile situazione economica ma soprattutto alla sua mancanza di determinatezza nel volerla risolvere. Purtroppo io sono ancorata un po’ all’immagine dell’uomo pilastro della famiglia e questa immagine esercita in me un forte fascino e scatena fantasie erotiche. Premetto che nella vita in generale sono una donna abbastanza forte e dominante anche se, non nascondo, ho avuto sempre il desiderio di trovare un uomo che mi sollevasse da qualche responsabilità. Tuttavia, tra le lenzuola, da donna forte e a volte aggressiva mi trasformo e anche se passionale e travolgente mi piace essere dominata e guidata. In questa situazione, invece, ho assunto il ruolo di “dominante” anche dentro le lenzuola e questo ha completamente spento il mio desiderio. Finchè abbiamo vissuto a distanza, tuttavia, gli aspetti della vita quotidiana erano attutiti e dentro di me pensavo che nonostante tutto lui fosse l’uomo per me. A poco a poco ho convinto me stessa che il suo amore incondizionato fosse più importante del sesso e che andava bene così. Durante i due anni vissuti a distanza la nostra vita sessuale si limitava a pochi incontri e comunque anche in queste occasioni erano pochi e mai appassionati per come li intendo io. E’ brutto a dirsi ma mi accontentavo, del resto pensavo tra me e me che rispetto ad altri uomini più focosi il suo amore e la sua vicinanza colmavano quel vuoto.
Quando ho fatto domanda di trasferimento una parte di me ha sperato che la vicinanza rendesse tutto meno complicato. Al contrario, la situazione è peggiorata anche perché le sue attenzioni sono scemate. Per due anni ho dovuto quasi per intero sostenere da sola le spese dell’affitto della casa e alla gestione delle bollette (anche se quest’ultime pagate da lui). Adesso, per fortuna, il padre di lui ci ha ceduto la casa quindi il problema dell’affitto si è risolto, anche perché non potrei più permetterlo per ragioni che non sto a spiegare. Tuttavia, continuo a rivestire i panni dell’uomo di casa e mi sento così carica di responsabilità che proprio non riesco ad immaginare una vita sessuale con lui.
Come dicevo, inoltre, il dolore e il fastidio che proviamo entrambi durante la penetrazione non facilita le cose. Per questo motivo e ritenendo che questo possa essere determinato dal fatto che ha il pene leggermente incurvato gli ho proposto di sottoporsi ad una visita andrologica. Ma nonostante i numerosi tentativi nel convincerlo dell’importanza che sottoporsi ad una visita potesse avere per la nostra relazione mi ha messo continuamente davanti al fatto di non poter pagare la visita medica. Credo anche che non abbia totalmente superato il piccolo trauma derivato dalla circoncisione.
Ho, inoltre, cercato di fargli capire che abbiamo bisogno di creare momenti di intimità e di corteggiamento; l’ho invitato a programmare qualche weekend qualcosa solo per noi due ma la conclusione è che se non sono io che organizzo tutto non prende nessuna iniziativa. Mi rinfaccia spesso di sminuire alcune sue piccole azioni come il portarmi spesso la colazione a letto o raccogliere un fiore per me. Ma non è così, il fatto è che queste sono azioni carine ma non sufficienti. C’è bisogno di qualcosa di più impegnativo per risollevare la situazione.
Nonostante sia capace di darmi tanto affettivamente mi sento di avere spesso a che fare con un bambino da accudire più che con uomo con cui dividere le fatiche. Ho 40 anni e desiderei anche avere dei figli e costruirmi una famiglia ma non riesco proprio ad immaginare come, senza contare che non sussistono le condizioni economiche e purtroppo, odio ammetterlo, ma non mi fido completamente di lui. So già dentro di me qual è la risposta, ma non voglio ammetterlo vorrei tanto che lui capisse e si adoperasse per risolvere la situazione. Ma tutte le volte che ne parlo (sono sempre io che tiro fuori l’argomento) si chiude a riccio, gli vengono gli occhi lucidi ma nello stesso tempo mi accusa del fatto che il continuo lamentarmi non fa che peggiorare la situazione. In parte è vero, sono d’accordo con lui, ma cosa devo fare? Far finta di niente e sperare che la situazione si risolva da sola? Ormai è da sei mesi che non abbiamo più nessuna intimità. Sono una donna piacente e anche se i miei sensi sono attualmente sopiti so che in qualche angolino sono nascosti e in attesa di essere risvegliati. Gli ho proposto anche di fare terapia di coppia ma ammetto che questo sarebbe oneroso non solo per lui ma anche per me. Mi sento una donna a metà e mortificata nella mia sessualità.
Non riesco neanche a parlarne con nessuno, è un argomento troppo intimo e delicato. Inoltre mi pongo il problema che se lo lasciassi come farei a spiegare alla mia famiglia le reali motivazioni che mi hanno condotto a questa scelta. Ma poi sono davvero sicura di voler pervenire a questa soluzione? Il solo pensiero mi raggela. Vivo in una città non mia, ho poche relazioni sociali, diversamente da come ero abituata nella mia città, sono lontana da tutti i miei affetti e non posso confrontarmi con nessuno. Come dicevo, non posso più permettermi un affitto quindi non saprei dove andare a vivere. Preciso che ho uno stipendio di 1300 € e un affitto a Roma viaggia tra le 800/900 €.
So che nessuno può darmi una soluzione ma sono talmente coinvolta nella storia che non riesco a vedere oggettivamente le cose ed è questo il motivo che mi spinge a rivolgermi a voi. Scusandomi della lunghezza della lettera confido in una vostra risposta anche se fosse un semplice suggerimento. Ho esaurito tutte le mie idee e le mie forze.
Grazie anticipatamente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,,
La sua lunghissima richiesta di consulenza richiederebbe uno spazio decisamente più ampio e più approfondito rispetto a quello che può offrire una consulenza online.

La prima tappa è una valutazione andrologica recente ed approfondita, valutare quali cause organiche creano la dispeurenia nel rapporto sessuale e la vostra insoddisfazione, fatto questo una consulenza di coppia diventa obbligatoria,mediante la quale investigare tantissime dinamiche correlate ad affettività/ sessualità, dinamiche di potere, dominanza, sottomissione aspettative, progetti, e così via ..

Nel mio blog e sito, troverà tantissimo sulla sessualità in tutte le sua declinazioni

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, io non so se possa cambiare qualcosa nella sua risposta però ci tengo a precisare che quando parlo di ruolo dominante mi riferisco più ai ruoli di attivo e passivo che sono abbastanza comuni nell'eros. Effettivamente per come mi sono espressa può sembrare che mi riferisco a giochi di tipo sadomasochistici che, sebbene non condanno, non pratico e non mi interessano.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Dominanza e sottomissione non si riferisce soltanto a pratiche bondage, ma a tantissimi altri ambiti della vita della coppia