Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione

Salve sono un ragazzo di 25 anni e godo di una normale salute fisica.
Da circa un paio di anni soffro di alcune "fobie" come le chiamo io, ovvero faccio dei pensieri relativamente a cose che penso che la maggior parte delle persone ignori completamente.
Mi spiegherò meglio: nella routine di vita di un individuo è normale che quest'ultimo venga a contatto con le piu svariate sostanze (saponi,detersivi,inchiostro..ecc); ma quando io ho a che fare con determinate sostanze ( nello specifico sostanze chimiche che sono o possono essere tossiche) ho due reazioni:
1. cerco assolutamente di evitare il contatto con tali sostanze
2. se l'evitamento non è possibile allora si instaura in me uno stato di forte ansia che pervade per molte ore fin dopo che è finita l'esposizione alle sostanze e che mi sono lavato la parte del corpo con cui ho toccato i materiali "pericolosi"

Ora io riconosco che le mie paure siano infondate cosi come vedo che attorno a me tutto il mondo usa quelle sostanze chimiche che io tanto temo nei modi piu improbabili senza danneggiare la propria salute ma comunque non riesco a uscire dal quel circolo vizioso di pensieri.
Capirete meglio di me che la mia preoccupazione riguardo al fatto che se tale preoccupazione dovesse aumentare ed estendersi a categorie più ampie di sostanze sarebbe molto più invalidante di quanto già è per me.
Ad oggi sono già parecchie le situazioni in cui temo la contaminazioni con suddette sostanze e a cadenza giornaliera ( durante i pasti temo che posate e piatti non siano stati sciacquati a dovere, se faccio delle pulizie in casa utilizzando detergenti quali ammoniaca e alcool temo che mi restino nelle mani e che poi involontariamente portandomi le mani alla bocca possano essere da me accidentalmente ingeriti..).
A grandi linee il mio disturbo è questo.
Improvvisandomi autodidatta ho cercato su Internet e ho trovato che tali disturbi vengono etichettati come Disturbo Ossessivo Compulsivo da Contaminazione.
Volevo sapere quali sono le terapie maggiormente utilizzate per eliminare questi disturbi e se tale disturbo è fine a se stesso oppure se nasconde qualche altro disturbo quale depressione.
RingraziandoVi in anticipo e sperando di essere stato esaustivo e concreto nella spiegazione del mio disturbo,
attendo le Vostre risposte

Grazie
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Direi che la sua sia una fobia.
E vada certamente curata perche' la fa vivere male.
Esistono degli approcci psicoterapeutico per la cura delle fobia differenti:
L'approccio psicodinamico/psicoanalitico cerca le cause della sua fobia nella sua storia evolutiva. Una volta compreso il meccanismo ambivalente che la coinvolge (la fobia si determina per la compresenza di un rifiuto e di una attrazione per un oggetto) il sintomo si risolve.
Esistono poi approcci cognitivi comportamentali che lavorano sul sintomo presente senza cercarne le cause.
Qualunque approccio venga seguito e' pero' importante il rapporto di fiducia e di empatia che si determina che permette una buona terapia.
Saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Volevo sapere quali sono le terapie maggiormente utilizzate per eliminare questi disturbi e se tale disturbo è fine a se stesso oppure se nasconde qualche altro disturbo quale depressione<<.
dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo specializzato in psicoterapia che dopo aver fatto una valutazione approfondita saprà sicuramente indirizzarla al meglio.

Cosa potrebbe "nascondere" una fobia di questo tipo è difficile dirlo da questa postazione, si parla genericamente di difficoltà nella gestione dell'ansia oppure di insicurezze relazionali (affettive, sentimentali ecc.).

Ha parlato solo del sintomo, potrebbe magari dirci qualcosa in più su di lei e di come "funziona" nel modo di rapportarsi verso gli altri.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

dal momento che disagi di questo tipo rischiano di diventare invalidanti perchè limitano molto la libertà di chi ne soffre, è opportuno rivolgersi allo psicologo psicoterapeuta per una diagnosi accurata e per l'impostazione di una terapia adeguata.

In genere tra i trattamenti più efficaci ed efficienti vi è la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, perchè in tempi piuttosto stretti lavora spezzando quei meccanismi che il pz. tenta di mettere in atto per risolvere il problema (ad esempio evitando di toccare determinate sostanze per timore di contaminazione) e lavorando sulle credenze erronee del pz.

Un buon training condotto da uno psicoterapeuta esperto può permetterLe di risolvere il problema in tempi anche piuttosto stretti.
Tenga anche presente che il passare del tempo rafforza questo tipo di problema e quindi è opportuno intervenire con sollecitudine.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio tutti per le celeri ed eaustive risposte.


>>Ha parlato solo del sintomo, potrebbe magari dirci qualcosa in più su di lei e di come "funziona" nel modo di rapportarsi verso gli altri.


Cercherò di descrivere in poche righe il mio rapporto verso gli altri; qui comincia un altra nota dolente nel senso che anche nei confronti delle altre persone penso di soffrire di quella che viene definita "fobia sociale". Il mio è una sorta di amore/odio verso la società nel senso che desidero e cerco situazioni sociali nelle quali
discutere,divertirsi,confrontarsi ma di fatto quando sono in tali circostanze sono pervaso da ansia perchè la mia mente elabora dei pensieri che io stesso so essere sbagliati. Probabilmente ho paura di essere giudicato ed allora cerco sempre di APPARIRE come una persona intelligente, dinamica, simpatica,estroversa e altri aggettivi che la società riconosce come positivi anche quando non sono nel mood giusto.
Come posso risolvere questo mio ulteriore problema? Soprattutto dove devo ricercare la causa nella mia storia evolutiva?
Io a parte un rapporto molto burrascoso con mio padre con il quale convivo assieme a mia madre ma con il quale non parlo per rancore da anni non penso di aver mai subito traumi anzi mi potrei ritenere un ragazzo fortunato ed agiato rispetto a tanti miei coetanei.
Attendendo una Vostra risposta e ringraziandoVi in anticipo
Distinti saluti


[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Come posso risolvere questo mio ulteriore problema?<<
si tratta dello stesso problema ed è proprio per questo motivo le ho chiesto come "funziona" con gli altri. L'ossessione da contaminazione non è altro che una "metafora" che esprime il suo timore in merito alle relazione interpersonali (affettive, sessuali, amicali ecc.). Il bisogno di mantenere una "maschera di efficienza" è una schermatura per evitare un'eventuale difficoltà, probabilmente di natura affettiva.

>>Soprattutto dove devo ricercare la causa nella mia storia evolutiva?<<
da un punto di vista psicodinamico è importante fare una ricostruzione della sua storia infantile e del rapporto con i suoi genitori visto che sono le più importanti figure di riferimento, ma tutto questo chiaramente all'interno di un contesto di psicoterapia.





[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Le origini delle fobie possono trovarsi nella storia evolutiva, in ingiunzioni o giudizi che sono stati conservati e si riattivano automaticamente in modo inconscio.
Il suo desiderio di avvicinarsi agli altri+il timore di essere giudicato possono essere alla base di tali sintomi.
I suoi genitori avevano l'abitudine di giudicarla severamente o di criticarla?
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Dal punto di vista della terapia cognitivo-comportamentale NON è necessario nè utile andare a scavare nel passato anche perchè è probabile che, più semplicemente, il pz. abbia appreso da qualche parte ad evitare e temere le situazioni sociali.

Quindi mi pare molto sensato focalizzarsi sul sintomo per la risoluzione del problema.
In altri termini in una psicoterapia cognitivo-comportamentale si mette il pz. nelle condizioni di apprendere nuove strategie comportamentali attraverso precise prescrizioni in maniera tale da permettere al pz. di sperimentarsi in una modalità diversa e correggere gli apprendimenti disfunzionali.

Stessa cosa per il timore del giudizio e della contaminzazione: attraverso precise prescrizioni comportamentali, il pz. si abitua a tollerare l'ansia e corregge le abitudini disfunzionali.

Saluti,
[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Dal punto di vista della terapia dinamica E' NECESSARIO ripercorrere la storia evolutiva dell'interessato perche' attraverso questa analisi egli possa comprendere quali sono le dimensioni che entrano in conflitto.
Se infatti lei avesse subito dei giudizi o delle critiche in eta' evolutiva da persone importanti come i genitori queste avrebbero dato origine a delle rappresentazioni che si riproducono nell'attualita' delle situazioni che vive.
Una volta decodificati questi messaggi disfunzionali che sono rimasti impressi nel suo inconscio e si ripropongono automaticamente il sintomo non avra' piu' ragione di presentarsi per proteggerla dall'antico conflitto.
Il sintomo infatti per quanto sgradevole si propone di proteggerla dal ripresentarsi della situazione critica.
Le faccio i migliori auguri per una risoluzione del suo attuale disagio.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio ancora tutti per le Vostre risposte celeri e l'aiuto mostratomi.

Quindi secondo voi quale è l'approccio più adatto per la cura del mio disturbo:terapia dinamica o cognitivo-comportamentale?
Devo a questo punto però fare una precisazione; in passato sono stato in cura da una Vostra collega in seguito a degli attacchi di panico scaturiti sempre in contesti sociali. Da quel momento ho passato un brutto periodo nel quale è subentrata la disperazione in quanto mi sentivo diverso dagli altri ragazzi e mi vergognavo di questa mia "debolezza". Questo anche perchè sono una persona che ,forse per diffidenza o forse per paura, tende a mascherare il proprio stato di salute e a celare le proprie difficoltà.
Con il tempo però , anche documentandomi attraverso libri e meeting di psicologia, ho capito che non ero l'unico ad aver avuto quei problemi ma c'erano anche molte altre persone nella mia condizione e quindi mi sono fatto forza e ho cercato in maniera costruttiva di venirne fuori rafforzato. E cosi è stato fino a un paio di anni fa quando sono comparsi i sintomi sopra descritti. Per quanto riguarda gli attacchi di panico non sono più comparsi, è come se avessi imparato a controllarli però permane una ansia sociale che mi intesisce e si localizza soprattutto nell'addome a livello gastrointestinale(stomaco intestino e fegato).
Durante il mio percorso "di sofferenza" qualche anno fa lessi su un libro di psicosomatica che ogni organo ha un suo significato in chiave psicosomatica e giunsi quindi alla conclusione che probabilmente ero una persona che faceva fatica a "ingerire" quello che la vita mi propone giorno dopo giorno.
So che i dati in mano vostra che Vi ho fornito sono molto pochi ma può secondo voi essere corretta la mia interpretazione?
Grazie
Saluti

[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

per poter scegliere in modo consapevole, legga qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html

Secondo le evidenze empiriche, inoltre, ci sono dati a sostegno di approcci focalizzati e prescrittivi sia per quanto riguarda l'efficacia, sia per quanto riguarda l'efficienza di approcci quali la cognitivo-comportamentale: la durata della psicoterapia, se il pz. impara a gestire il sintomo e lo elimina SENZA passare per le interpretazioni che, al contrario potrebbero accentuarlo, è inferiore.

Cordiali saluti,
[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Si, puo' essere corretta.
I sintomi psicosomatici sono la riproposizione fisica, organica del suo malessere e datano il problema che ha dato origine al suo disagio.
Si tratta di un'origine abbastanza precoce. Per cui io le consiglierei una psicoterapia piu' radicale che le permetta di venire a capo una volta per tutte di questo disagio, quindi psicodinamIca/psicoanalitica.
Concordo con quello che lei ipotizzava: non e' certo l'unico a presentare tale tipo di disagio, e' abbastanza diffuso e invalidante. Ma si cura con certezza.
L'importante e' investire in una terapia in cui ci si sente compresi profondamente.
Ci mandi sue notizie quando vuole
[#12]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Si, puo' essere corretta.
I sintomi psicosomatici sono la riproposizione fisica, organica del suo malessere e datano il problema che ha dato origine al suo disagio.
Si tratta di un'origine abbastanza precoce. Per cui io le consiglierei una psicoterapia piu' radicale che le permetta di venire a capo una volta per tutte di questo disagio, quindi psicodinamIca/psicoanalitica.
Concordo con quello che lei ipotizzava: non e' certo l'unico a presentare tale tipo di disagio, e' abbastanza diffuso e invalidante. Ma si cura con certezza.
L'importante e' investire in una terapia in cui ci si sente compresi profondamente.
Ci mandi sue notizie quando vuole
[#13]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Si, puo' essere corretta.
I sintomi psicosomatici sono la riproposizione fisica, organica del suo malessere e datano il problema che ha dato origine al suo disagio.
Si tratta di un'origine abbastanza precoce. Per cui io le consiglierei una psicoterapia piu' radicale che le permetta di venire a capo una volta per tutte di questo disagio, quindi psicodinamIca/psicoanalitica.
Concordo con quello che lei ipotizzava: non e' certo l'unico a presentare tale tipo di disagio, e' abbastanza diffuso e invalidante. Ma si cura con certezza.
L'importante e' investire in una terapia in cui ci si sente compresi profondamente.
Ci mandi sue notizie quando vuole
[#14]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>in passato sono stato in cura da una Vostra collega<<
che tipo di psicoterapia ha fatto con al Collega?
Quanto è durata?

>>giunsi quindi alla conclusione che probabilmente ero una persona che faceva fatica a "ingerire" quello che la vita mi propone giorno dopo giorno.<<
questo è abbastanza ovvio. Le metafore gastro-intestinali si possono adattare a gran parte della psicopatologia o del disagio sociale o aspetti della "quotidianità" per così dire normale.

Le suggerisco di evitare le letture specialistiche e i "meeting" in funzione dell'auto-diagnosi e dell'auto-cura per due semplici motivi: non possono aiutarla a curare il suo disturbo ed inoltre alimentato il suo pensiero ossessivo.

Questi suoi comportamenti di "ricerca" sono dovuto ad un bisogno di controllo della sfera emotiva e implicitamente le possono dare l'illusione (purtroppo) di poter gestire il suo disagio in maniera autonoma.

Credo sia utile affidarsi ad un Collega specializzato in psicoterapia.