Compagna di un uomo separato con forti sensi di colpa

Buongiorno a tutti sono a chiedervi un parere, o forse più semplicemente ho bisogno di sfogarmi e di chiarire le idee soprattutto con me stessa. Ho 31 anni e da quasi due anni ho una relazione a distanza con un uomo di 49 anni separato e padre di un bambino di 12 anni. ci siamo conosciuti in una chat e dopo mesi di messaggi e telefonate quotidiane abbiamo deciso di incontrarci. Lui si era appena separato e viveva ancora con la ex moglie, mentre io cercavo di uscire fuori da una relazione di 15 anni ormai logora. Fin dal primo istante è nata una magia rara, una forte intesa, complicità, una passione fuori dal comune ci siamo legati subito e in poco tempo innamorati persi l'uno dell'altra. E' come vivere in un sogno lui l'uomo che ho sempre sognato di avere al mio fianco e io la donna che lui ha sempre sognato. Nonostante la distanza abbiamo e continuiamo a comunicare molto mail, messaggi, telefonate, difficilmente stiamo più di un paio d'ore senza sentirci, cerchiamo di condividere tutto ciò che ci succede. Purtroppo visti i 500 km che ci separano non siamo mai riusciti a vederci molto spesso un week end ogni 30/40 giorni, ma questo non è l'unico problema. Lui si sente in colpa per suo figlio, e passa con lui ogni momento, nonostante non viva più in casa con loro, passa da loro tutte le giornate e torna a casa sua solo per dormire e a volte capita che resta direttamente da loro. Non riesce a vedermi di più, lui dice che fa il possibile per dare più spazio a noi, ma che suo figlio ha ancora bisogno di lui e deve essere presente. Pensa di avergli rovinato la vita e che per lui sarebbe giusto mettere da parte la sua felicità e tornare a vivere con loro, ma che non può farlo perchè dall'altra parte dovrebbe rinunciare a me e a se stesso.
Sono mesi ormai che discutiamo in continuazione, io chiedo una presenza un po' più costante e soprattutto che inizi a tenermi un po' più in considerazione, anzichè decidere 2 giorni prima di vederci, di iniziare a programmare i nostri incontri in anticipo e vederci un pochino più spesso, ogni 15/20 giorni. Lui dice che farà il possibile ma continuiamo a vederci sporadicamente e senza programmi.
Stanca di questa situazione siamo arrivati a lasciarci a non sentirci perchè io voglio che lui prenda una decisione, continuare o meno la via della separazione, per me, per lui, per suo figlio, e per la sua ex moglie che ancora spera di poter rimettere insieme la loro famiglia. Mi ricontatta dopo qualche giorno dicendomi che è in crisi, che non sa cosa fare, che è divorato dai sensi di colpa , ma pensare una vita senza di me gli è impossibile, mi chiede di stargli vicino e di aiutarlo con la mia presenza a trovare quella forza che negli ultimi mesi lo ha abbandonato. Io sono combattutta, sono tornata al suo fianco, ma mi sento sempre di più amante e sempre meno compagna. Vorrei solo aiutarlo a districarsi da questa situazione ma non credo lui possa farlo con me presente. A volte penso di essere io il suo problema...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<A volte penso di essere io il suo problema... >

Gentile Utente,
un rapporto a distanza è già di per sé difficile da gestire, nel vostro caso poi avete davvero poche occasioni per poter condividere più tempo insieme.

E' una situazione complicata, le difficoltà del suo partner di riuscire a gestire la separazione in modo differente, i sensi di colpa per il figlio, i richiami della moglie...
Sempre che sia la verità quello che le racconta, ma solo lei può stabilirlo.
Tra l'altro non mi sembra un caso che quest'uomo abbia optato per una relazione di questo tipo, data la sua situazione familiare.

Comunque non spetta a lei aiutarlo a risolvere le sue problematiche familiari, dovrebbe essere lui stesso a "trovare la forza" per farlo e uscire dalla crisi, in un modo o nell'altro, magari con un aiuto specialistico

Sposterei il focus su lei: sulle sue aspettative, bisogni, rifletta se sia il caso di continuare in questo modo e magari sui motivi che l'hanno indotta a questo tipo di scelta.
Se la sente di aspettare ancora? Cosa desidera per se stessa?

Restiamo in ascolto




Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Mirella Di Calisto Psicologo, Psicoterapeuta 42 1
Cara Signora,
la ringrazio molto per aver scelto di raccontarci la sua storia. Leggendo dettagliatamente il racconto della sua esperienza mi sono subito venuti in mente alcuni pensieri:
1. la situazione che questa donna sta vivendo è veramente molto confusa;
2. questa confusione le genera non solo sofferenza ma anche pesantezza;
3. come mi sentirei io se dovessi condividere l'uomo che desidero con un altra donna, la moglie di quest'uomo? Di certo la mia autostima colerebbe a picco;
4. In tutto ciò questa donna dov'è? La sua mente è completamente invasa da ciò che lui sente, vuole, pensa, agisce...e lei? Dov'è ciò che lei vuole, pensa, desidera, sogna, agisce??
Le scrivo questo perchè cerco di farla rendere conto che il problema non è lei, cara signora, il problema è la situazione estremamente manipolatoria in cui lei si trova. Vede, l'uomo che lei sta frequentando non ha dei comportamenti coerenti: dice che l'ama, poi la lascia sola, poi torna disperato, poi si trincera dietro alla propria responsabilità di padre...In tutto questo c'è un macro aspetto concreto e tutt'altro che trascurabile: quest'uomo continua, all'atto pratico, a convivere con sua moglie!!!!! Pensi bene, pensi ai fatti e non alle parole. Pensi alla sua gioventù signora, ed al fatto che lei ha diritto di viverla e non di vederla sfiorire dietro ad una chimera. Pensi al fatto che lei ha diritto di essere amata per come lei ritiene che sia l'Amore. Pensi che, se lo desidera, lei ha diritto appartenere ad un uomo che vuole appartenerle ed esserle fedele. Pensi che ha conosciuto quest'uomo in un momento in cui lei era estremamente fragile ("io cercavo di uscire fuori da una relazione di 15 anni ormai logora"). Molto probabilmente lei pensa già a tutto questo da quando aveva 29 anni (se i miei calcoli sono giusti), è arrivato il momento di agire: le consiglio di rivolgersi il prima possible ad un collega e di intraprendere un percorso psicoterapeutico per riuscire a riacquistare la capacità di vedere se stessa e i suoi bisogni. Mi tengo in contatto e le faccio i miglior auguri.

Dr.ssa Mirella Di Calisto
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la celere risposta.
Tra noi c'è un bellissimo dialogo, io sono a conoscenza di tutti i suoi dubbi e delle sue paure, anzi forse me ne parla anche troppo, rendendomi consigliera e confidente della sua situazione, La decisione della sua separazione è stata presa proprio quando era in terapia ma che per motivi economici ha dovuto sospendere anche se gli era stato fortemente sconsigliato.

Io sono combattuta, da un lato penso a me, alle mie esigenze, ai miei desideri, forse sono cinica e disillusa e sento che questa situazione non cambierà mai, lui mi accusa di essere pessimista e di non dargli fiducia, di non capire la sua situazione di padre ( e garantisco che comprendo anche più di quello che dovrei fare), che devo stargli vicino, che ha bisogno di me.
A mente lucida penso che questa è una battaglia che non mi riguarda, che la scelta deve essere sua indipendentemente da me, che per quanto amore c'è tra di noi, e da parte mia è immenso, l'amore non è tutto, che stare lontani è l'unico modo per capire cosa vogliamo entrambi; ma poi.. entra in gioco il cuore, i sentimenti e le emozioni, le sue continue richieste di stargli vicino, di superare con lui le sue difficoltà, di non lasciarlo solo.. e io cado come una pera cotta.

Io vorrei solo un minimo di considerazione in più, perchè se è vero e indiscutibile che lui ha impegni come padre, è vero anche che ha impegni verso di me. E che le due cose non sono inconciliabili tra loro.

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dopo
Utente
Utente
Grazie anche a lei dr. Di Calisto per la considerazione.
QUello che gli ripeto io continuamente..fatti non parole..
Per me lui rappresenta il grande amore e comunque è stata una delle persone più importanti della mia vita, perchè nonostante la distanza mi ha dato molto e l'ho sempre sentito molto vicino.. So che cosa è giusto per me, so cosa mi merito, sono molto forte e decisa motivo per il quale sto male in questa situazione di incertezza.
Non sono nemmeno ingenua, e so quando si entra in questi vortici è difficile uscirne, per svariati motivi, nobili e meno nobili.
Però poi quando arrivo a prendere la decisione di riprendermi in mano la mia vita che così non posso più andare avanti inizio io ad avere sensi di colpa nei suoi confronti... penso che lui forse ha davvero bisogno di me e io gli volto le spalle...

E qui resto immobile... non so come comportarmi...stargli vicino come lui chiede o allontanarmi... ho paura di perderlo.. ma ho paura anche di perdere me stessa...