Attacchi di bulimia

Salve,
ho da poco completato una dieta portata a termine in maniera molto rigorosa, che ha comportato un calo ponderale di ca 50kg (di cui 30 da febbraio 2013 a fine 2013), tutto accompagnato da tanta attività fisica e buona motivazione.

Ho raggiunto il mio obbiettivo, arrivando a pesare 70kg e sono sempre stato molto rigoroso nel seguire le buone maniere acquisite durante il periodo di dimagrimento.

Ho inoltre affrontato da poco un intervento di addominoplastica, svolta decisiva perché mi ha aiutato finalmente ad avere un aspetto più accettabile (la pelle in eccesso era tanta e per via di una vecchia cicatrice di appendicite la pancia risultava asimmetrica).

Da quando ho raggiunto il "peso forma" prefisso, tutti quelli che conosco mi hanno messo su un piedistallo, dicendomi di tutto: che sono esagerato nel seguire la mia alimentazione senza mai sgarrare, che faccio invidia per la forza di volontà, altri che non si spiegano come possa resistere a cibi e bevande alcoliche, alimenti per cui loro sbavano... tutto questo mi ha messo in qualche modo una forte pressione addosso, e da allora ho iniziato a soffrire di attacchi bulimici.

Mi spiego meglio. Mi sono capitati episodi in cui, dopo aver cenato a casa, uscendo di sera e per il solo piacere della trasgressione andavo a prendermi una pizza d''asporto, oppure dei dolci, o altre cose da consumare, quasi come un ladro, in macchina, da solo, lontano da tutti. Mangiavo non per fame, e a ripensarci col senno di poi anche senza trarne piacere, ma quasi come per fare un dispetto, voler "cedere" a quelle tentazioni che per tutti sono irresistibili.

Ho realizzato di essere vulnerabile alle opinioni degli altri dopo aver parlato con un mio amico, che mi diceva di non riuscire assolutamente a resistere agli sgarri, e puntualmente dopo aver parlato con lui mi lanciavo in una delle mie abbuffate.

All''inizio per il senso di colpa mi veniva da vomitare spontaneamente, poi ho iniziato ad auto-indurmi il vomito, abusare di olio di vaselina e quant''altro.
Negli ultimi episodi ho smesso di indurmi al vomito e quant''altro perché da dopo l''operazione devo stare attento agli sforzi addominali, ma ho trovato la giustificazione negli sgarri alimentari nel fatto che ho bisogno di energie per riprendermi.

Alla fine di tutto, da natale,inizio episodi, ad oggi ho comunque accumulato un po'' di chiletti (ora peso 80kg) e per via della mia condizione attuale, non potendo fare attività fisica per un po'' di tempo, ho il timore di riprendere peso.

Ho chiesto aiuto a mia mamma, nella speranza che il fatto di parlarne con qualcuno diminuisca il piacere di trasgredire, perché più che mangiare per fame direi che mangio per il piacere di sgarrare, di essere diverso da come gli altri mi dipingono, che continuano a vedere in me un automa che non può assolutamente sbagliare...

Cosa posso fare per tornare alla mia tranquillità mentale e scrollarmi da dosso queste pressioni che rischiano di compromettere la mia salute?

Grazie
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Anzitutto i miei complimenti per l'impegno profuso nel raggiugere il suo obiettivo!
Ora pero' lei dovrebbe iniziare a prendersi cura della sua psiche che ancora conserva il ricordo fisico emotivo ed esistenziale di quando pesava di piu'.
Ed e' questo inconscio ricordo che la porta a "trasgredire" come lei dice.
Il peso quando e' eccessivo e' una dimensione protettiva di fragilita' psichiche che tornano a manifestarsi quando il peso non c'e piu.
Un terapeuta specializzato in disturbi psicosomatici o dell'aliementazione sarebbe indicato .
Ci faccia avere sue notizie!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

un calo ponderale così importante ha richiesto sicuramente molto impegno, sacrificio e dedizione da parte sua ed è comprensibile che chi ha assistito a tutto questo provi ammirazione per lei.
Sicuramente senza cattive intenzioni, tutto questo insistere sulla sua capacità di resistere a tentazioni irresistibili ha però inciso negativamente sul suo stato psicologico, portandola a desiderare cose che magari non avrebbe neanche desiderato mangiare se gli altri non le avessero fatto tutte quelle pressioni.
Il risultato è un conflitto fra desiderio e privazione, che la porta a cercare di annullare con il vomito il suo temporaneo cedimento.

Cambiamenti importanti come quello che lei ha raggiunto richiedono supporto psicologico, oltre che medico, proprio per evitare che si inneschino dinamiche indesiderate come quella che lei descrive o che insorgano disturbi (nella fattispecie depressivi) che possono presentarsi quando una persona che "copriva" la depressione con l'obesità si trova senza la sua protezione esterna (lo strato di grasso) e senza il conforto del cibo, se lo utilizzava nei momenti di disagio.

Se non ha ricevuto adeguata assistenza psicologica durante il dimagrimento è opportuno che si rivolga ora ad uno psicologo per parlare di come si sente, di cosa significava per lei essere obeso e di cosa significhi oggi non esserlo più, ma trovarsi ugualmente in difficoltà.
E' inoltre molto importante stabilire per quale motivo aveva raggiunto quel peso, per intervenire sui fattori di rischio psicologici (e non) che potrebbero essere tuttora presenti e portare a un nuovo aumento.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)Cosa posso fare per tornare alla mia tranquillità mentale e scrollarmi da dosso queste pressioni che rischiano di compromettere la mia salute?(..)
intanto cerchi di comprendere dove e come si insidiano le trappole della dieta
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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