Timore dieta

Salve, premetto che in passato ho avuto dei periodi nei quali ho vissuto una grande fissazione per la dieta e l'esercizio fisico. Tutto ciò non mi ha mai portato a disturbi da un punto di vista fisico, perché avevo obiettivamente dei chili in eccesso.

Riconosco, tuttavia, anzi, dopo anni ho riconosciuto quel comportamento come esagerato. Esempio, avevo gradualmente eliminato molti cibi, a volte saltavo i pasti, trascorrevo almeno due ore e mezza in palestra. Ero ossessionata. In seguito, mi è stato fatto notare che esageravo con la palestra, ed io ho iniziato ad allentare la presa, anche perché era un periodo impegnativo, avevo la maturità. E poi, con l'inizio dell'università ho lasciato la palestra, non trovando tempo.

Nel corso di questi anni, però, ci sono state delle parentesi. Periodi, più o meno brevi, nei quali tornavo a fissarmi. A mangiare meno, a mangiare in un certo modo, a fare attività fisica.

Da poco ho ripreso a prestare più attenzione all'alimentazione, nulla di eccessivo, solamente ripristinare un po' di ordine dagli stravizi dell'ultimo periodo (è stato un periodo di attività stressanti e, a dire il vero, ho notato che sentivo il bisogno di sentirmi appagata dal cibo).

Domani, però, c'è una cena di famiglia, ed io sono un po' preoccupata. Perché si parlava "del dolce". Il dolce è il mio debole, ed è l'alimento che temo e che limito perché so che in adolescenza ne ho fatto abuso. Ora, la mia preoccupazione non è sul fatto che non saprò resistere, perché se decido di non mangiare il dolce dopo cena, mi concederò qualcosa per la colazione, il mio problema è cosa diranno gli altri.

Scrivendo mi sembra piuttosto stupido come problema, mi rendo conto.

Però sono una persona che ha qualche fissazione, e quando ci sono in programma cene o mangiate "extra" mi infilo le scarpette e vado a correre, cosa che con ogni probabilità farò anche domani. Il mio dubbio è sempre se questo mio atteggiamento sia per far fronte ad un senso di colpa o se sia per allenamento o provare a restare in forma.

Non lo so, a scriverlo non mi sembra un problema, ma sono comunque un po' preoccupata, il cibo mi preoccupa.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Domani, però, c'è una cena di famiglia, ed io sono un po' preoccupata.<<
credo sia importante riflettere su questo punto, una cena è semplicemente una cena, e si renderà conto che probabilmente una valutazione psicologica nel suo caso potrebbe servire a molto.

Le sue preoccupazioni per il cibo e il corpo, così come altre difficoltà da lei descritte nei passati consulti sono probabilmente eccessive e pervasive. La psiche non funziona a compartimenti stagni e necessita di essere integrata non solo a livello mente-corpo, ma anche all'interno della mente stessa.

Come vanno le sue relazioni affettive?
Ha consultato uno specialista come suggerito in passato?
Come mai è restia nel consultare un Collega?






Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Sì, sono consapevole di aver bisogno di una valutazione. Ho deciso di rimandare perché sono una studentessa, non lavoro, ed ho già fatto l'errore di iniziare una terapia lo scorso anno con molte incognite, legate anche ad un fattore economico.
Premessa, che credo sia doverosa.

Una cena, sì, è una cena. E' il significato che attribuisco, il simbolo della cena e del cibo che hanno per me. Non è semplicemente cibo. E' un momento per stare insieme in cui si mangia! Perché è una cena di famiglia, con persone che non vedo nemmeno troppo spesso. E ognuno impegnerà del tempo a preparare un dolce che per me simboleggia un' interruzione della dieta, dell'ordine, un simbolo del passato. Mi preoccupa perché temo di trovarmi nella condizione in cui sarò la sola a non volerne e l'ultima cosa che vorrei è porre l'attenzione su di me, sul come mai? Ma perché?

Non so se mi sono spiegata. Ma ribadisco che ricominciare la terapia è sempre tra i miei pensieri. Mi sono informata presso il consultorio della mia Asl, ma l'organizzazione è approssimativa e, per il motivo di prima, non voglio iniziare e vedermi costretta ad interrompere.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..ma l'organizzazione è approssimativa e, per il motivo di prima, non voglio iniziare e vedermi costretta ad interrompere.<<
cosa intende per "approssimativa"?
Come mai ha interrotto la terapia precedente?
Come mai pensa che sia stato un errore iniziarla?






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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Ho letto solo ora la sua modifica.

Non sono restia a consultare uno psicologo, lo scorso anno ho iniziato con una serie di sedute in un momento poco piacevole. Ho dovuto, tuttavia, interrompere, perché tornando all'università avevo delle difficoltà logistiche a raggiungere la terapeuta e la questione economica cominciava a pesare. Avevo infatti cercato altri terapeuti più vicini a me, ma la spesa diventava insostenibile. Io studio ancora e non ho delle entrate tali da potermi permettere quanto realmente vorrei all'interno di una terapia, sia con uno psicologo che con uno psichiatra. La Asl, come dicevo prima, ha un'organizzazione troppo approssimativa e non me la sento di provare con un numero definito di sedute organizzate in quel modo. Perché lo so che la terapia è impegnativa, con le poche sedute che ho fatto, mi sono resa conto di quanto lavoro ci sia e di quanto impegno ci voglia. Io questo lavoro lo voglio fare.

Le mie relazioni affettive sono piuttosto disastrose. Tendo ad allontanare le persone nel momento in cui, forse, si potrebbe fare un salto di qualità. Sono cresciuta in modo molto solitario e questo non mi ha aiutata, in quanto ad amicizie ne ho veramente poche.
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
cosa intende per "approssimativa"?
Come mai ha interrotto la terapia precedente?
Come mai pensa che sia stato un errore iniziarla?

E' approssimativa perché c'è molta più organizzazione nello spazio giovani, gruppi di discussione e per problematiche adolescenziali, dalle quali, per età, non rientro. I colloqui sono organizzati da un'unica Dottoressa che non sono riuscita a raggiungere nemmeno telefonicamente. Parlo con la segreteria che mi dà queste indicazioni e nulla. Ma il consultorio della mia città è notoriamente più conosciuto per aspetti generici e non per terapie individuali.

La terapia l'ho interrotta per il motivo descritto nel messaggio precedente.

Non dico che sia stato un errore iniziarla perché sono pentita, anzi, nonostante da subito ho iniziato a fare sogni e a sentirmi molto coinvolta, io ci sarei andata anche due volte a settimana. Però ho dovuto interromperla molto presto, e sono rimasta in sospeso, e non è bello nemmeno restare in sospeso.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Se non si è trovata bene al Consultorio Famigliare, può provare a fare una richiesta di presa in carico presso il Centro di Salute Mentale della sua AUSL di appartenenza, oppure tramite un ospedale fornito di Unità Operativa di Psicologia.

Le sedute chiaramente sono limitate, ma una volta finito il primo ciclo può sempre chiederne un'altro e così via. Quindi come vede, nonostante le sue difficoltà economiche, ci sono diverse alternative utili e spendibili, soprattutto per lei che si sente motivata al trattamento.







[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Al centro di salute mentale non avevo, effettivamente, pensato. In questo caso però avrei bisogno dell'impegnativa del medico curante, idem per l'ospedale con unità di psicologia. Sono una studentessa impegnata proprio in un Policlinico, e questa eventualità non l'ho considerata in quanto molti miei amici e colleghi svolgono tirocini o sono impegnati nella tesi in questo settore. Quindi non credo sia una possibilità.

La ringrazio per i consigli, anche se,a dire il vero, non avevo scritto per ricevere consigli su dove andare. Mi sono informata, e l'unica possibilità per me è nel privato, o al consultorio, proverò a chiedere nella città in cui studio. Quando ci tornerò. Ma temo di dover essere residente poterne usufruire o comunque di aver bisogno dell'impegnativa del curante, cosa che invece era stata esclusa nella mia città.

Grazie ancora per il tempo dedicatomi.
[#8]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..anche se,a dire il vero, non avevo scritto per ricevere consigli su dove andare.<<
lei ha ragione, ma purtroppo nel suo caso è più utile cercare di focalizzare il punto principale, ossia avere la possibilità di iniziare un percorso vis à vis; questo è l'unico modo per fare qualcosa di concreto e cambiare prospettiva.







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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Ha ragione, grazie di nuovo.
[#10]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Grazie a lei e buona fortuna!





[#11]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Eccomi, visto che la serata è passata e sono sopravvissuta ...

La mattina, come anticipato, sono andata a correre. Ero piuttosto turbata quando mi hanno detto del dolce, infatti pensavo spesso a "come posso fare". Però mi sono goduta la cena e la compagnia, ho riso, ho scherzato, mi sono divertita e alla fine mi sono concessa una porzione del tanto temuto dolce. Con meno rimpianti.
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