Rapporto morboso con la madre


Buongiorno a tutti,
la presente vuole fare seguito ad una precedente discussione con lo stesso titolo.
Chi scrive vive una relazione di otto anni (da 4 a distanza). Solo che non sono la ragazza dipendente dalla madre, ma il suo fidanzato.
Del rapporto morboso mi sento vittima. Leggendo la storia di questa ragazza ho trovato tantissimi punti in comune ed alcune differenze.
In comune c'è la madre perfetta, professionista di successo, donna che prende le decisioni giuste, amica impeccabile, fonte economica, insomma il pilastro della famiglia; di contro un padre buono (non odiato, ma peggio commiserato) che non ha alcuna presa e decisione sulle figlie, svolge un lavoro anonimo e sostanzialmente è introverso.
Questa famiglia ha due figlie, io sono il fidanzato della più piccola (beh ora va per i 26 anni). Lei è come il padre: una ragazza buona, semplice (ma un po' introversa) che avrebbe voluto fare il lavoro della madre ma ha mollato la presa (penso non sentendosi all'altezza) e ripiegato per studi che ha brillantemente concluso ma ora che deve lavorare in quell'ambito la infelicitano.
L'impressione che ho sempre avuto (perché ho la consapevolezza di vivere lo stesso con mio padre) è che la madre non abbia mai permesso alle figlie di costruire un rapporti pari (donna/donna) ma sempre un rapporto impari "maternalistico". Io mi sono sempre ribellato, lei mai.
La cosa si aggrava per il fatto che entrambe le ragazze (ha una sorella più grande, di carattere opposto) da qualche anno vivono lontane da case; quindi tutti gli spazi liberi che le 3 donne hanno se li concedono reciprocamente (un andirivieni aereo tra Sicilia, Toscana e Lombardia). Congressi di famiglia, di cui il padre quasi mai fa parte.
Ora io vivo anch'io da qualche anno fuori casa e da 4 vado a trovare la mia fidanzata quando posso a 400 km di distanza (sforzo di tempo e denaro a carico mio).
Ammetto che non c'è mai stata la stessa reciprocità, ma l'ho sopportato credendo che fosse questione di carattere e soprattutto in forza di quel sentimento che sento forte quando sto con Lei e non ci sono i fantasmi della famiglia a cui non sa dire di no e a cui non vuole dire di no.
Lei si sente in colpa a spendere soldi della madre per me.
Resta il fatto che Lei ha una difficoltà enorme a progettare il suo futuro (per questo soffre) ed ora ha deciso (pur avendo possibilità lavorative interessanti) di tornare a casa per pensare il da farsi. Mesi in cui pretendeva fossi io a scendere (l'ho convinta a partire lei; ma questo contrattare mi deprime e fa soffrire).
Abbiamo fatto un viaggio fantastico in Salento, la prima volta in cui la vedevo splendere in quella bellezza che prima solo intuivo. Siamo tornati e 15 gg dopo mi ha lasciato. Dopo 1 mese siamo tornati insieme.
Così anche altre volte d'improvviso, dopo periodi di felicità mi ha lasciato senza una ragione, salvo poi pentirsi ed io (innamorato) riaccoglierla.
La cosa che sempre mi ha più colpito sono i suoi sensi di colpa. La amo ma ne dipendo?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

colpisce che Lei descriva per la maggior parte del tempo la mamma e la famiglia d'origine della Sua ragazza, per poi spendere pochissime righe su questa ragazza e nulla sul vostro rapporto.

Ne dipende? Non so. Che cosa La spinge a tornare insieme a questa ragazza, dopo la rottura? E' innamorato di lei, ma pensa di poter costruire un futuro con le premesse che ha scritto (anche distanza di 400 km)?
Ha chiesto direttamente a questa ragazza che cosa succede?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ha ragione, in realtà il mio contributo era più lungo.
Lei è una ragazza semplice, dolce e divertente. E' trasparente e buona. Probabilmente una serie di caratteristiche che ciascun fidanzato riconosce nella sua fidanzata.
Mi spinge a tornare con lei il fatto che quando stiamo insieme non credo che potrei stare con un'altra. E nell'anonimato posso dire che avrei potuto approfondire certe amicizie femminili in qualcos'altro, ma non l'ho mai fatto per non rovinare un rapporto che spero diventi altro.
Diciamo (più io che lei) che la soluzione sarebbe vivere nella stessa città; ma finora non è successo.
Lei sostiene che quando saremo sposati (quando?) sarà il tempo giusto per vivere il rapporto in maniera piena (cose tipo: Natale a casa dei tuoi, niente limiti di orario, nessuna vacanza con i genitori nello stesso momento in cui torni per le ferie).
Mi sento avviluppato in una relazione liceale, quando lei sembra non soffrirne.
Il nostro rapporto purtroppo quando siamo nella stessa città risente molto del cambio di umore (se non di personalità) della mia ragazza (che di colpo sembra non aver più bisogno di me o comunque mi mette sempre in secondo piano).
La sessualità per me è stata sempre importante, quando siamo nella stessa città per lei sparisce (me l'ha anche detto che in fondo se ne potrebbe fare anche a meno quando siamo nella stessa città dove ho la fortuna di avere una casa libera per noi; i primi tempi quando lo facevamo si sentiva sempre un po' in colpa di fare tardi a casa).
Purtroppo quando sopravvengono i sensi di colpa il rapporto si guasta, come quando decide di partire con i suoi anche se avevamo altri programmi (il ricatto soffuso è se non parti non partiamo).
Insomma il sentimento c'è, ma lei non riesce a vedersi altro dalla sua famiglia ed io mi sento abbandonato a me stesso.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Per Lei quindi siccome per ora non può essere diversamente da com'è (cioè siccome non possiamo vivere insieme) allora il rapporto è normale non sia come io vorrei che fosse. E' frustrante perché mi sento incapace di realizzare la vita che vorrei. Lei è come se fosse rassegnata o comunque tranquilla perché comunque ha una famiglia ideale, io invece che l'avrei voluta sempre avere (ai miei voglio bene e li stimo, ma non rappresentano esattamente il mio modello di famiglia) purtroppo non ci riesco.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

quali ostacoli ci sono attualmente per poter vivere nella stessa città?
Soprattutto, pensa che la Sua ragazza accetterebbe? Anche lei ha in mente un progetto di vita insieme?

Quello che Lei definisce cambio di personalità e di umore è legato alla presenza dei genitori della Sua ragazza? Che cosa fanno di preciso e lei come si comporta? Avete provato con serenità a parlarne? Lei ha provato a farlo notare alla Sua ragazza?

Le problematiche sessuali ci sono da sempre o solo più di recente? Di questo ne parlate?
[#5]
dopo
Utente
Utente
Lei dice sempre che sono 8 anni che stiamo insieme è perché vuole fare la sua famiglia con me, anche se non lo dice come faccio io (cioè per lei è sottinteso).
Gli ostacoli sono che per il mio lavoro sarò a Firenze almeno ancora per qualche anno, mentre lei compiuti gli studi a Milano ha cominciato a lavorare lì ed lì è più facile trovi lavoro (ha mandato curriculum anche alle aziende nella mia zona, ma niente). Forse preferirebbe Milano perché più allettante come prospettiva lavorativa.
Ho valutato in un futuro di poter andare io a Milano ma al momento devo stare qui.
Lei astrattamente dice che se vi fosse un lavoro a Firenze verrebbe, francamente non so se deciderebbe di convivere mancando ad entrambi la stabilità (cioè un lavoro a tempo indeterminato) economica e comunque un mestiere in mano; io ho appena 27 anni lei quasi 26 è guadagniamo solo da quest'anno.
Solo che adesso ha rifiutato un'interessante proposta di lavoro (perché non è quello che vorrebbe fare nella vita; ma non ho capito e nemmeno lei cosa vorrebbe fare nella vita...me lo dice e mi risponde piccata: "non tutti hanno le sicurezze che hai tu") ed è tornata a casa in Sicilia. Dice a Settembre si vedrà. Nel frattempo vacanze, mi verrà a trovare una volta sola ed ad Agosto quando torno parte con i suoi e torna dopo una settimana.
Il cambio di personalità credo si dovuto all'ambiente (non si schioda da casa; peggio di un gatto) che la rassicura tanto (è un po' insicura, forse tanto, ha poca stima di sé). Ho provato con tutti gli argomenti a convincerla del fatto che è un rapporto rachitico, insoddisfacente, quando si comporta in questo modo ma lei risponde che se anche ne soffro e le dispiace non può farci niente e che quando sarà sarà.
Il rapporto sessuale a Milano non soffre crisi, mentre in Sicilia diventa quasi un fastidio. Non me lo so spiegare. In verità da quando non vive più in Sicilia le cose sono migliorate, forse perché si è liberata di quell'angoscia che la pervade quando siamo insieme giù (tant'è che poi la soluzione silenziosa che trovammo era quella di rilassarci prima con un po' di vino, più per lei che per me).
Ma serenamente non si riesce a parlare se c'è la sua famiglia di mezzo, solo invocare il nome di sua madre o sua sorella è peccato di lesa maestà.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Le soluzioni possono essere molteplici: ad esempio anche Lei potrebbe cercare un nuovo lavoro a Milano.
Tuttavia, credo che la piccola crisi che si è aperta ora nella coppia potrebbe essere legata anche al cambiamento degli ultimi tempi dovuti al fatto di aver terminato gli studi, dover cercare un lavoro, lasciare la casa genitoriale, ecc... e anche perché la vostra relazione, nata ben otto anni fa, in realtà vi ha permesso di crescere insieme (a 18 e 19 anni si è ben diversi rispetto all'età che avete oggi).
Poi ci sono altri aspetti che probabilmente potrebbero essere indagati meglio in una consulenza di persona, come ad esempio le vostre attuali aspettative e motivazioni. E' possibile che non coincidano, ma è altrettanto probabile che ci siano problemi di comunicazione tra di voi.
Se poi la Sua ragazza si trascina fantasmi dalla propria famiglia d'origine e che le impediscono di essere libera nel vivere bene la storia, allora sarebbe il caso di parlarne direttamente con uno psicologo psicoterapeuta.
Però tutto ciò è un problema per la Sua ragazza, o per Lei, o per entrambi?
Lei inoltre tira in ballo la famiglia della Sua ragazza, ma è tra voi due che alcuni aspetti vanno chiariti e discussi.

Cordiali saluti,
[#7]
dopo
Utente
Utente
Il problema sembra essere più mio, anche se la vedo costantemente insoddisfatta delle sue scelte e confusa. Ci sono problemi di comunicazione (io sono irascibile e logorroico, le invece è muta (e quando parla dice "non lo so") e non permette lo sfogo del litigio). Le ho detto che sarebbe bene lei parlasse con un'amica (o anche con estranea se preferisce) psicologa del suo rapporto con la madre, ma mi ha sempre risposto che per lei è tutto normale e sono io che ho una prospettiva diversa dalla sua.
La ringrazio, per la disponibilità
Cordialmente R.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
L'amica psicologa NON va bene, anzi il nostro Codice Deontologico ci vieta di occuparci di amici, parenti e conoscenti!

Lei continua a vedere il problema nel rapporto che questa ragazza ha con la madre, ma credo che dovrebbe spostare il focus da questo rapporto alla vostra coppia, che talvolta incontra difficoltà nel capirsi...

Cordiali saluti,