Insoddisfazione, autostima, volontà

probabilmente avrete notato un certo generale disagio da altri post...

ho 35 anni, un lavoro molto stressante ma di alto livello e ben retribuito che ambivo, pochi amici in un paesello,fiacchi, con prob i miei stessi problemi, nessuna fidanzata (single da 6mesi) nessun particolare hobby attività.
Ho avuto un periodo intenso e non ho potuto organizzare niente.
questa la situazione attuale, abbastanza deprimente a parer mio.

la situazione standard è che sono perennemente insoddisfatto della mia vita, niente è mai all'altezza di quello che CONSIDERO possa rendermi felice, senza che io abbia neanche una vaga idea di quale traguardo esattamente sia.
è come se fossi insoddisfatto a prescindere. Non riesco a valorizzare quello che ho.
Sento che manca un motore forte, una passione in cui dedicare anima e corpo ma non so in cosa. Non ho un'idea chiara della mia vita, di ciò che mi piace e che vorrei. Ogni volta tutto sembra in discussione.
Se mi piace un piatto non lo prendo troppo spesso xè mi sembra di essere abitudinario. ne prendo uno nuovo e non mi soddisfa. tanto per fare un esempio...

non ho autostima: ho fatto tante cose diverse in vita mia, ma tutte scollegate e nessuna a confronto con altri degna di nota.
Nella mia vita non ho costruito niente (questo è oggettivo): non ho costruito amicizie, un giro, una personalità, me stesso.

sono pessimista e indolente nel senso che mi manca la voglia di cambiare, specialmente perché non so che direzione prendere.
è tutto scollegato.
è sempre stato così: non deve più esserlo.

So bene che ho bisogno di un supporto, per motivi di lavoro al momento non riesco, non ho tempo.
voelvo solo sentire qualche riflessione vostra su quanto scritto, su cosa ci può essere alla base di tanto disagio quotidiano e così radicato.
Perfezionismo? Mancanza di concretezza? Ansia? Aspettative troppo vaghe e alte?
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>So bene che ho bisogno di un supporto, per motivi di lavoro al momento non riesco, non ho tempo.<<
purtroppo il punto è proprio questo. Se lei non ha tempo per consultare un Collega di persona significa che non è abbastanza motivato per ricevere riflessioni che possano in qualche modo anche minimamente orientarla verso un reale cambiamento.

Considerando le molte richieste di consulto che ha fatto, le sue difficoltà sembrano pervasive e purtroppo non possono essere ne risolte ne affrontate on-line. Per lei sarebbe utile una consulenza di persona, solo in questo modo potrà dare un senso al suo disagio.







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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dopo
Utente
Utente
capisco cosa intende ma sto vivendo una situazione di cambiamento lavorativo-logistico, senza entrare nei dettagli, e in questo momento davvero non riesco: riconosco cmq la necessità.

altre volte cmq ho avuto un consulto: quello che mi è sempre mancato è lo spirito, la forza di credere che sebbene le cose non stiano cambiando sono in moto e con costanza il cambiamento arriverà.

il mio carattere sembra talmente radicato su fronti diversi che mi sembra impossibile da migliorare.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Sono più o meno due anni che chiede consulti on-line, ha mai seguito le indicazioni dei Colleghi? In Questi due anni non ha trovato modo di consultare uno psicologo di persona?






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dopo
Utente
Utente
come dicevo ho seguito degli psicologi per qualche mese...
consigli utili, non molto "incisivi" diciamo, avrei preferito una terapia d'urto...

la difficolta era nell'applicare giorno per giorno quelle cose.
consigli che sono "spiccioli" per quanto in realtà anche basilari, come parlare di se coi colleghi, interessarsi di più....ma che mi davano la sensazione di passi estremamente piccoli, con risultati quasi impercettibili.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Ha fatto poche sedute per poter apprezzare dei sostanziali cambiamenti, che spesso avvengono per gradi e a piccoli passi. Le terapie d'urto non esistono e credo sia utile ridimensionare le sue aspettative sull'intervento psicologico, parlandone in seduta.

Purtroppo nessuno ha la "bacchetta magica", c'e' semplicemente bisogno di tempo e se lei non lo concede ai Colleghi che l'hanno vista significa che non ha intenzione di concederlo neanche a se stesso. Che ne pensa?





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dopo
Utente
Utente
il suo ragionamento è impeccabile ma il primo psicolo l'ho seguito per ca 6mesi...dopo dei quali è statu lui a ridurre la frequenza delle sedute.
era come "ti ho detto cosa devi fare, mò fallo!"
Che non è sbagliato, peccato che il mio problema sia appunto la mancanza di costanza visto lo scarso tornaconto delle mie azioni.
il tutto si è spento insomma.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Lei ha perfettamente ragione, quello che serve e' la costanza e onestamente non condivido l'atteggiamento del Collega.





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dopo
Utente
Utente
essendoci diverse terapie/metodi quale è più consigliato?
oppure nel mio caso fa poca differenza?
il coaching è indicato?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

il coach è una figura non riconosciuta dalle Leggi in essere, e quindi chiunque potrebbe definirsi "coach" con parecchi svantaggi per i clienti/pazienti.

Esistono psicoterapie attive e prescrittive e io non posso entrare nel merito delle prescrizioni che Le sono state assegnate dal curante.
Tuttavia è chiaro che se Lei non fa nulla di ciò che il terapeuta Le prescrive, allora è pensabile anche che Lei non sia motivato al cambiamento (talvolta il pz. sta bene o si è a tal punto abituato alla propria sofferenza da non volerla abbandonare), oppure che -vista la consapevolezza che dimostra di avere qui- forse si è davvero abituato a vivere così.

Una valutazione imprescindibile, a mio avviso, è quella di capire se sta bene così o se non ne può davvero più di soffrire e stare male.
Ma è chiaro che se Lei rispondesse che, tutto sommato, non si tratta di un problema, allora la terapia è davvero terminata.

Io sono assolutamente d'accordo con il Collega che Le ha dato le prescrizioni: se il medico Le avesse prescritto l'antibiotico per un'infezione, Lei avrebbe risposto che in fondo non è molto costante, oppure l'avrebbe preso senza batter ciglio?

Rifletta su questi aspetti, perché è vero che nelle terapie attive e prescrittive le tecniche si inseriscono in lavori più ampi (es sulla consapevolezza), ma mi permetta di dirLe che se Lei indugia dietro a pretesti (es "non sono molto costante"), allora non ci sarà trattamento in grado di modificare questa Sua tendenza.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
capisco cosa intende...ed è vero, sono abituato a vivere così.
ma lo sento che non mi fa stare bene. e che mi scivola via la vita.
devo cambiare, non ho scelta.
ho lasciato una donna straordinaria perché non sentivo un sentimento/intesa profonda tra noi: stavo "bene" perché avevo una compagna di vita, ma ero infelice per come la vivevo (senza trasporto emotivo).
stessa cosa per la mia vita.
Non posso scendere a compromessi.
ma consigli come "parli di più con gli altri" "si apra" per quanto utili mi sembrano poco penetranti.....sottovaluto la cosa?