Problemi di autostima

Salve dottore, il mio è un problema un pò particolare e non ne parlo mai con nessuno.
Sin da bambino sono stato sempre quello "in disparte", quello "che si vergognava a stare con il gruppo". Dopo le scuole medie, che tutto sommato ho frequentato con felicità, il disastro totale sono state le superiori. Ho frequentato una scuola che non volevo frequentare, o perlomeno mi ero pentito di averla presa. Da qui i problemi. Isolamento, non partecipavo a lavori e studi di gruppo, mai avuto un compagno di banco fisso. Avevo interessi diversi dagli altri ragazzi e ragazze, odiavo quello che a loro sembrava piacere, come stare insieme, scherzare, ridere. Mi sentivo sempre di troppo, praticavo sport come gli scacchi, seguivo le lezioni di matematica e stavo sempre una spanna sopra gli altri. Questo mi ha veramente rovinato la vita, fino ad ora credo. Ad un tratto molte persone erano contro di me, mi trovavo scritto sul diario parole come "ammazzati", "che vivi a fare". Questo mi ha fatto molto male e fino ad oggi, che ho 22 anni compiuti, a 3 anni dal diploma mi fa ancora male. A differenza delle madie dove riuscivo a relazionarmi bene con la gente, ora niente. Non riesco ad avere una ragazza perché penso "tanto non le piaccio" oppure "tanto non ho speranze". Devo fare per forza il lavoro per il quale mi sono diplomato e che epr giunta non amo. Due gironi dopo il diploma mio padre si è ammalato, 13 giorni dopo si è ammalato mio nonno, entrambi morti dopo poco più di un anno, uno a distanza di 5 mesi dall'altro. Per non parlare di altri grandisimi e serissimi problemi.
Ora mi ritrovo senza padre, con una casa da pagare, mia madre solo che lavora e io che ho questa grande sensazione di inutilità, con 2 fratelli più piccoli di me.
Non riesco a relazionarmi con una ragazza e questo mi rovina, non riesco a parlare, a dire una parola, per i problemi menzionati prima.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
comprendo in che stato d'animo possa trovarsi ora. Dopo la perdita di membri portanti, in una famiglia, si è costretti a "ridefinire" confini, rapporti, ruoli, mansioni e non è una cosa indolore.
Se durante la sua crescita che lei comunque ritiene da "una spanna sopra gli altri" ha sofferto la mancanza di una rete di amicizie che, probabilmente, veniva in qualche modo attutita dalla presenza di una famiglia "intera", probabilmente, con la scomparsa di papà e nonno lei ha potuto rendersi conto di quanto sarebbe stato utile avere un appoggio altro: degli amici, una ragazza. Se ci scrive è consapevole che vi è bisogno di un cambiamento nella sua vita ed, molto probabilmente, anche che tale cambiamento deve partire da lei.
Credo abbia già pensato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta ma deve essere un rapporto vis a vis.
Lo può trovare anche in convenzione. Si informi sul sito della sua ASL.
Se lo ritiene ci riscriva pure. Noi ci siamo.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

intanto La invito a leggere questo articolo, che spero Le sia utile:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Sembra che il problema di insicurezza e di bassa autostima, che La porta a percepirsi e pensarsi in un certo modo cioè come la persona non meritevole e non degna delle attenzioni altrui, sia dei compagni di scuola sia delle ragazze abbia radici lontane.
Magari alle superiori, con la maggiore competizione e le più sottili abilità rispetto a quando si è bambini, Lei si è trovato male e non è stato in grado di cogliere le opportunità che aveva davanti e probabilmente non Le ha nemmeno viste.
Tutto ciò si accentua con la crescita se non si fa qualcosa.
Ad esempio può essere utile capire con uno psicologo che cosa succede.
Ci ha mai pensato?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Anche ultimamente mi è stato offerto un lavoro importante in Germania. Io ho rifiutato perché, in primo luogo non mi sentivo all'altezza, poi non mi sentivo sicuro di partire da solo e infine ancora sono indeciso su cosa devo fare nella vita. Purtroppo io avrei voluto studiare perché come vi avevo precedentemente spiegato a me non piace molto il mio lavoro, non mi è mai piaciuto troppo, ero da sempre portato per lo studio.
il problema è che con la situazione che ho, lavora solo mia madre e mio padre è morto, ora anche questo sogno si sta letteralmente spegnendosi. Gli anni passano, io nn capisco cosa evo fare, mi accontento di qualche lavoretto, o se vengo assunto mi è capitato di essere mal pagato o di rimanere indietro anche di 2 o 3 stipendi.
Un mondo così non mi stimola, mi rende solamente più deluso e nervoso.
La carriera universitaria a 22 anni suonati è ormai un sogno, anche se potessi iscrivermi la mia difficoltà economica mi impedirebbe anche di seguire le lezioni. L'unica sarebbe o trovare lavoro pubblico in modo da poter fare entrambi, cosi mi mantengo da solo, oppure nn so, nn vedo altre vie di uscita.
Sono veramente in crisi, mi sento malissimo, nn so cosa fare.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Caro ragazzo,
inizi a piccoli passi.
Se già si prefigge mete difficilmente raggiungibili è chiaro che la frustrazione è dietro l'angolo.
Tornare a studiare 22 anni non è vero che è un utopia. Conosco persone anche molto molto più grandi che la affrontano benissimo. Per quanto riguarda la spesa se sceglie il part time vedrà che sarà più facile affrontarla in quanto risulterà dimezzata.
Vedrà che anche il lavoro che sta facendo, non molto gradito, guardandolo come qualcosa di transitorio, come tappa per aiutarla a spiccare il volo verso altro, le sarà più sopportabile. Si crei quindi qualcosa di bello da intravedere in fondo a questo tunnel che le sta facendo compagnia da fin troppo tempo. Forza! Se ritiene di aver bisogno di aiuto e sprono può rivolgersi ad un consultorio dove troverà un collega che la sosterrà quando sentirà venire meno le motivazioni.
Le faccio tanti auguri e ci faccia sapere!
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dopo
Utente
Utente
E' molto confortante parlare con lei. Farò come dice. Proverò lentamente e con calma a capire chi sono e cosa devo fare. Cercherò di eliminare i cattivi pensieri e di essere più sicuro di me stesso. Sarà difficile ma credo che comunque sia l'unica buona scelta da intraprendere. Vediamo come va, speriamo bene. Grazie.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Ecco caro ragazzo,
questo è lo stato d'animo giusto! poi è chiaro che non possiamo sempre essere al top ma ciò che è importante è non smettere mai di avere un immagine ideale di noi stessi, proiettata nel futuro, migliore di come ci vediamo oggi. Soprattutto quando quello che viviamo oggi ci affatica tanto come sta accadendo a lei.
Mi raccomando si rivolga ad un aiuto specialistico nei termini che le ho prospettato per aiutarsi nei momenti in cui, inevitabilmente, come accade un pò a tutti, le forze sembrano venire meno.
In bocca al lupo!