Genitori e fidanzato

Sono una ragazza di 18 anni, sono fidanzata da un anno con un ragazzo della mia stessa età, un ragazzo molto dolce ma che ha qualche carenza di affetto dal padre. Quest'estate doveva partire assieme a me e alla mia famiglia ma un mese fa è successo un fatto che ha fatto cambiare le cose. Una sera sono andata a casa sua e mentre parlavamo si erano fatte le 23.10 e sarei dovuta stare a casa alle 23.00, mia madre mi manda un messaggio che mi ha sconvolta, mi scrisse che ero una delusione e che l'albergo stava chiudendo. Io la presi malissimo e rimasi sconvolta e mi venne un attacco di panico, il mio ragazzo quindi chiamò sua madre per avere aiuto, intanto mi chiamò mia madre e rispose la madre del mio ragazzo dicendole che io e lei dovevamo parlare di più perchè avevo troppe cose dentro me e che sarei tornata appena mi calmavo, quindi non si doveva preoccupare. Dopo una mezz'ora arrivò mio padre e iniziò ad urlare che dovevo scendere, e la madre gli disse che non poteva portarmi con la forza e che quindi doveva salire lui visto che non mi muovevo, ma lui comunque non salì, salì mio fratello e con calma mi convinse. Da quella sera i miei genitori sono offesi con il mio ragazzo e con la madre, ma non glielo hanno mai detto a loro. Mia madre mi ha detto che lui non può più partire con noi inventandosi tante scuse diverse. Io voglio passare l'estate con il mio ragazzo, non voglio stare lontana da lui per due mesi, e voglio che i miei genitori capiscano che se mi confido con lui è perchè lo ritengo veramente importante.
Io ho molto spesso attacchi di ansia, e non riesco a parlare con i miei genitori per paura di deluderli e di passare per la "figlia sbagliata". L'unica persona con cui riesco ad aprirmi è il mio ragazzo perchè sento che mi può aiutare e che non mi possa trattare male.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
qui i problemi sembrano essere più d'uno. Uno legato al fatto che un messaggio di sua madre sia in grado di scatenarle una forte reazione ansiosa (come sembra da quanto ci riferisce)

Inoltre nel probabile allarme scatenatosi in seguito al suo palesato malessere si sono concatenati eventi (la gestione dei vostri rispettivi genitori e i relativi feedback) che hanno peggiorato la situazione e creato/costruito un problema sul problema, una situazione quantomeno antipatica a livello di relazione.

< rispose la madre del mio ragazzo dicendole che io e lei dovevamo parlare di più perchè avevo troppe cose dentro me e che sarei tornata appena mi calmavo> non crede che i suoi genitori si possano essere sentiti in qualche modo squalificati nel loro ruolo dalle parole della madre del suo ragazzo (anche se l'intento fosse stato buono) ?
<Dopo una mezz'ora arrivò mio padre e iniziò ad urlare che dovevo scendere> qui suo padre sottolinea la propria autorità in contrapposizione e risposta all'intervento della madre del suo ragazzo.

Tale scontro ha creato una situazione difficile da gestire restando così com'è, sarebbe quantomeno da chiarire tra lei e i suoi genitori e tra le rispettive famiglie, altrimenti il non detto rimane con tutto ciò che comporta anche per quanto concerne i riverberi sul rapporto tra lei e il suo ragazzo.

Si conoscevano già i vostri rispettivi genitori?

Quali sono gli accordi con i suoi genitori sulle uscite?
cosa ne pensano del suo ragazzo?
>Io ho molto spesso attacchi di ansia, e non riesco a parlare con i miei genitori per paura di deluderli e di passare per la "figlia sbagliata". Ci può dire di più?


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Le nostre famiglie si conoscono da circa 8 anni, lui non ha molte regole sulle uscite, può rientrare a qualsiasi orario. I miei genitori prima che succedesse tutto questo andavano d'accordo con il ragazzo e la madre.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Le nostre famiglie si conoscono da circa 8 anni>
Ma il padre del suo ragazzo?

E sul rapporto con i suoi genitori (di lei che scrive) e la sua difficoltà ad aprirsi con loro, sull'ansia che proverebbe ci può dire qualcosa?

Cosa fanno i suoi per facilitare il vostro dialogo?
E lei ha mai tentato?
Le regole che le danno sono concordate e condivise o date senza possibilità di replica?
Quali aspettative hanno i suoi genitori su lei e su cosa teme di deluderli? Ci sono argomenti sui quali si apre con loro? Ha mai parlato di come si sente?

E suo fratello, quanti anni ha, come sono i rapporti tra voi e con loro?

Pensa di riuscire ad entrare in argomento rispetto all'accaduto con i suoi?
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Utente
Utente
Il padre del ragazzo non è mai stato presente, solamente in quest'ultimo mese si è riavvicinato al figlio, chiamandolo ogni giorno e invitandolo sempre da lui.
Io sono sempre stata un tipa timida e ansiosa, quando devo parlare con loro mi blocco e mi salgono molte paure, persino quello di ricevere uno schiaffo (anche se non è mai successo da quando sono piccola che i miei mi alzassero le mani).
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Utente
Utente
I miei quando non riesco a rispondergli mi urlano di parlare, e mi agito ancora di più. Io ho tentato di aprirmi con loro, e quando ci riuscivo loro o capivano e dopo un po' di giorni si comportavano come prima oppure mi dicevano di sbagliare pensiero.
fin da piccola i miei genitori hanno sempre detto che io essendo troppo timida non sarei riuscita a fare qualcosa da sola, e che non ero indipendente come mio fratello, e ho sempre voluto fargli cambiare questa idea. Mio fratello ha 20 anni, a 19 anni se n'è andato a lavorare all'estero anche perché non sopportava le troppe pressioni dei nostri genitori, io e lui abbiamo un buon rapporto, so che posso confidarmi con lui.
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Le regole che mi danno sono concordate molto spesso da loro, senza il mio parere. Se quando esco sono anche con qualche amica posso fare più tardi, se esco con il mio ragazzo o con qualcuno che non conoscono devo rientrare più presto, se ritardo mia madre si arrabbia e a volte non mi parla per una settimana. Mio padre con le regole è più aperto, se ritardo di 5 minuti per lui non cambia nulla. Ma è meno aperto quando si tratta del mio ragazzo, ad esempio non posso rimanere a dormire da qualche conoscente se c'è anche lui e i miei non ci sono, oppure se devo organizzare qualcosa con il mio ragazzo deve farlo lui al mio posto per controllare se è fatto bene.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<I miei quando non riesco a rispondergli mi urlano di parlare, e mi agito ancora di più> Sembra che le dinamiche in atto tra lei e i suoi genitori non la aiutino a porsi in modo diverso e a modulare diversamente il vostro modo di rapportarvi.
Ha provato a dire loro come si sente quando fanno così e quali sono gli effetti? Comincerei da qui.

<se ritardo mia madre si arrabbia e a volte non mi parla per una settimana.> E lei cosa fa? Come si sente?
<Io ho tentato di aprirmi con loro, e quando ci riuscivo loro o capivano e dopo un po' di giorni si comportavano come prima oppure mi dicevano di sbagliare pensiero.>
Pochi tentativi non bastano perché certe modalità ormai consolidate tendono a ripetersi, con garbo ma con assertività esprima il suo sentire e i suoi bisogni.
<Io sono sempre stata un tipa timida e ansiosa> Probabilmente dato quanto ci ha riferito non è riuscita ancora a conquistare una sufficiente fiducia in sé, condizione che concorrebbe ad alimentare le difficoltà che sta sperimentando.

Piano piano cerchi di fare passi in avanti per conquistare una maggiore autonomia, ogni piccola conquista la aiuta a rafforzare la sua autostima e aiutare i suoi genitori a comprendere che non è più una bambina e dunque a porsi diversamente con lei.

Cari saluti

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Grazie mille per il consulto, seguirò i suoi consigli.