Sono preoccupata.

Salve gentili medici, Sono una ragazza di 30 anni, in passato ho avuto dei problemi universitari a causa della perdita di mia madre e della malattia di mia sorella che è affetta da autismo inoltre ho sofferto molto e diciamo ho toccato il fondo a seguito di una relazione malata durata 1 anno e conclusasi nel 2011, a seguito di questa ho deciso di iniziare un percorso sistemico relazionale con una psicologa di fiducia grazie a lei sono riuscita a laurearmi a 28 anni alla triennale che la situazione purtroppo mi era sfuggita di mano. Dopodiché mi sono sentita molto più forte e molto più sicura di me stessa perché pensavo di aver superato i momenti più difficili della mia vita ed avevo attribuito tutti i miei problemi ai problemi famigliari, anche il fatto che fossi sola in università, ho stretto amicizia solo con pochissime persone.

nel 2012 ho deciso di iscrivermi ad una laurea specialistica convinta delle mie decisioni, nel frattempo ho trovato uno spendido ragazzo che amo, all'università avevo trovato dei validi colleghi con i quali avevo iniziato a collaborare, ma ad un certo punto ho incominciato dal lato umano a sentirmi molto distante da loro, li sentivo "più bravi" di me, mi sono incominciata a sentire "diversa", con un collega in particolare non riuscivo ad avere un rapporto di tipo umano, ma solo universitario ma la cosa non mi toccava molto, mentre con una collega abbiamo iniziato a frequentarci fuori dall'università all'inizio andava tutto bene, poi ho incominciato a sentirmi strana, a volte ho avuto la leggera sensazione di sentirmi mancata di rispetto da questa ragazza e dalle sue amiche infatti alla fine ho deciso di non uscirci più, ma la cosa diciamo è avvenuta naturalmente, senza troppo impegno.
Nel frattempo davo gli esami ma non riuscivo a raggiungere il massimo, a finire il programma e ad ottenere quello che volevo, per farla breve mi sono staccata sempre di più dai colleghi ed ho finito per rimanere sola, avevo stretto amicizia con una ragazza che però pure lei dal lato umano risulta molto distante e quindi in realtà sono sola.
gli esami pian piano sono andati diradandosi ed ho perso la sessione di febbraio e sto perdendo anche questa di giugno-luglio, ero andata a dare l'esame a giugno che stava andando bene ed è bastata una imperfezione a farmi crollare. e mi sono sentita ancora più distante dai miei colleghi che sono abbonati al 30 e lode.
Solo il mio fidanzato, mi fa stare bene, con gli amici di vecchia data non esco quasi più perché sto intanata sempre a studiare pure perché mi sono data delle scadenze sbagliate per gli esami che mi hanno fatto mandare a picco un esame di pochi giorni fa.
Solo il mio fidanzato mi fa sorridere, mi alleggerisce le giornate. Quando esco in gruppo mi sento messa da parte o estranea, il bello è che pensavo di aver superato quella fase con il supporto della psicoterapeuta, invece mi sento molto asociale e come se mi fosse crollata la credenza che tutti i miei problemi derivassero dal passato
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Forse il percorso già intrapreso non è stato bastevole, forse necessita di un' altra trance per analizzare quello che non ha ancora risolto.

Da quanto scrive sembra che soltanto il suo fidanzato la faccia sentire adeguata ed integrata.

Ha delle amiche?
Che rapporto ha con il resto della sua famiglia?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Salve dottoressa Randone, grazie della tempestiva risposta.

Si ho delle amiche, dai tempi del liceo, ed una che invece ho conosciuto ai tempi della triennale, loro non si pronunciano molto sui miei problemi mi suggeriscono di ripianificare gli esami, di darmi un pò più di tempo. Il punto è che non riesco mai ad uscire o a vedere queste persone a causa dello studio e a volte mi sento molto sola e anche messa da parte con alcune di loro ma in presenza di altre persone.
Forse perché ho molti pensieri credo, quindi non riesco a lasciarmi andare, mentre con il mio fidanzato sono me stessa però non vorrei nausearlo con la mia negatività, lui sta andando avanti con l'università, io invece mi sono arenata.
LA mia famiglia invece mi fa sentire totalmente inadeguata. Mio padre non accetta niente di quello che faccio, a seguito di un litigio mi ha paragonato ad una persona della famiglia di mia madre che non è sana di mente ed io mi sento sconfitta, non mi sento sostenuta, e mi passa la voglia di lottare per andare avanti, tra 4 giorni ho un esame e mio padre con questo litigio mi ha fatto perdere una giornata.
Si il mio fidanzato è l'unico che sento vicino in questo momento della mia vita, la mia psicoterapeuta ha evidenziato in me una sorta di impulsività volta verso me stessa e mi ha quasi sgridata durante l'ultima seduta che ho fatto data la svogliatezza con cui sono andata e data la negatività, poi mi ha detto che mi sento sempre speciale anche nella negatività.
ho iniziato a praticare con un gruppo buddista ma non riesco ad essere costante nella pratica, poi come vedo che le cose mi vanno male tendo a lasciare.
NOn so cosa mi stia succedendo, ho avuto un tracollo da un anno ad un altro, io vorrei solo un pò di pace e di tranquillità, l'anno scorso l'avevo trovata, ora sembra avermi lasciato da quando mia nonna è morta a febbraio e da quando mi sono sentita sola all'università, da persona in vista ora non parlo più con nessuno.
durante l'interrogazione sono scoppiata a piangere quando l'assistente della mia prof mi ha detto che forse ho poca passione. Anche perché io non ho più una vita sociale per studiare, sto dedicado tutta la mia vita a quello e non riesco neanche a farlo bene, allora mi chiedo sarà mica per questo motivo che sta andando tutto male??
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Forse lei non ha vita sociale non per studiare, ma adopera lo studio per celare e rinforzare le sue difficoltà relazionali...

Non deve essere semplice crescere con un padre che non la rinforzi e che la rimproveri con quei toni, la psicoterapia serve proprio a diventare "genitori di noi stessi"

Coraggio, può sempre farcela.
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dopo
Utente
Utente
Molto interessante la sua lettura, pensa che dipendano dall'atteggiamento di mio padre questi problemi relazionali? Pensa che sarebbe meglio trovare rinforzo altrove che nello studio ? Sembra che io tenga più al rapporto con gli altri che allo studio, che mi nego per lo studio ma che poi mi sento inutile senza l'altro aspetto. Sembra che non faccii altro che complicarmi la vita anzi che migliorarla, il tutto avviene non proprio coscientemente.