Depressione: come aiutare qualcuno che ci sta a cuore?

Salve,
Sono una a ragazza di 21 anni e da 3 anni e mezzo ho una relazione con un ragazzo di 24! Fin dall'inizio della nostra storia si è sempre dimostrato molto diverso da me caratterialmente : io ragazza molto solare, con tanta voglia di vivere e con il sorriso costantemente sulle labbra, lui molto riservato, con pochi amici veri e con un umore piuttosto cupo. In qualsiasi caso, ci siamo innamorati dopo un percorso difficile e con molti ostacoli. Veniamo al dunque. Quando lo conobbi, lavorava presso una fabbrica e faceva il carpentiere. Da sempre ha lamentato come quello non fosse il suo lavoro, come ogni sera era troppo stanco per muoversi, come non sopportava il collega con cui faceva coppia per lavorare, etc.. Io, giustamente, gli stavo vicino,esortandolo a tenere duro, a cercare di portare pazienza e fare il suo lavoro tranquillamente.Ma la situazione peggiora verso ll'estate. È successo che un paio i volte arrivasse con una bottiglia di alcool e se la scolasse da sposa in macchina. Non sapevo più che fare, finché decise di licenziarsi. Passammo l'estate insieme in modo tranquillo e ad agosto trovò un nuovo lavoro come pizzaiolo. Lavrava però solo il weekend, e questo gli diede un pretesto per ricominciare a lamentarsi. In tutto questollamentarsi, però, non faceva altro che allontanarmi da lui! Cominciò ad assumere atteggiamenti scontrosi nei miei confronti, a volte se non la pensavo come lui, mi cacciava di casa chiedendomi di non farmi vedere per in po'! Ultimamente la situazione è peggiorata notevolmente. Ha cominciato da un anno a lavorare in una fabbrica dove mio padre l'ha fatto assumere. Lui, essendo appassionato di PC e tecnologia varia, ha sempre voluto trovare un lavoro più adatto a lui, rammaricandosi di non avere un diploma (npn avendo finito le scuole superiori) che gli permetta almeno una possibilità. Il fatto è che ultimamente questo pensiero di non svolgere il lavoro che desidera lo ossessione a tal punto da chiudersi nel letto a piangere, dal pensare alla droga come diversivo per stare meglio, al pensare all'autolesionismo. Io sono preoccupata per lui e gli ho chiesto molte volte di consultare uno psicologo, ma lui si rifiuta. Non so più come comportarmi, anche perché questa situazione sta rovinando la nostra storia perché io non mi sento più importante per lui e non ricevo più nessuna attenzione da parte sua. Sono molto combattuta. Vorrei lasciarlo perché questa situazione fa stare male me ma dall'altra parte non voglio lasciarlo solo quando forse avrebbe bisogno di qualcuno che gli stia accanto. Di questa sua depressione, se si può chiamare così, ne sono al corrente solo io, perché i suoi genitori non lo sanno. Ammetto di essere statattentata più volte a parlarne anche con loro, ma non so se sia la cosa giusta. Aiutatemi, vi prego, non so più come devo comportarmi! :(
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Ragazza,

se rilegge la Sua richiesta, si renderà conto come sta assumendo il ruolo di colei che sistema i guai di questo ragazzo e che, sin dall'inizio, l'andazzo è stato questo.
Le va bene così o cerca altro in una storia?
Perchè se non va bene e Lei stessa vorrebbe lasciarlo, allora ritengo che Lei sappia tutto ciò che c'è da sapere: si tratta di un ragazzo che ha seri problemi con l'alcol e probabilmente anche caratteriali (non riesce ad andare d'accordo al lavoro, non è riuscito a terminare gli studi, non sa come muoversi per cercarne un altro, ecc...).
Lei in tutto ciò come mai si fa tirare dentro?
Io credo che una consulenza psicologica sarebbe adatta a Lei per capire come mai si è infilata in una relazione così tossica in cui Lei fa la "crocerossina" e accudisce, anzichè poter condividere un pezzo della Sua vita.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica