Incapacità di prendere una decisione

Gentile Dott./Dott.ssa,
sono un ragazzo di 21 anni, studente universitario. Sono sempre stato una persona molto razionale, una persona in grado di gestire ogni situazione e di risolvere i problemi ragionando, pensando in modo razionale e trovando la migliore soluzione o tattica in quel momento.
Circa una settimana fa ho ricevuto una email che non avrei mai voluto leggere. Questa mail mi comunicava che la mia domanda di trasferimento presso quell'Ateneo era stata accettata e che avrei avuto tre settimane di tempo per accettare definitivamente o meno. Voi tutti penserete che in tutto ciò non ci sia niente di negativo, ma non è così. Io voglio con tutto me stesso andare via dalla mia attuale sede universitaria, ma quella domanda, in quella università, l'ho mandata per disperazione, consapevole della notevole differenza nei programmi di studi e quindi nelle innumerevoli difficoltà che avrei riscontrato. In breve ciò che pensavo era "Io la domanda la mando anche se non è a me congeniale, è solo una raccomandata non costa niente, tanto non mi prenderanno mai!". E invece mi hanno preso. Dal primissimo momento in cui ho aperto quella email non sono stato più in grado di ragionare, ho perso ogni mia abilità di pensare in modo razionale, passo giornate intere tormentandomi sul da farsi, continuo a chiedermi cosa io debba fare. Il problema è che non sono per niente convinto di questa soluzione: non è assolutamente la città in cui sarei voluto andare a vivere/studiare, mi crea tutta una serie di problemi per il piano di studi, ma dall'altra parte non riesco a dire di no, non riesco a rinunciare a questa opportunità. Penso che se rifiutassi potrei non avere più un'altra possibilità simile e questo non me lo potrei mai perdonare! Chiedo il suo aiuto perché vorrei capire come riacquistare la mia solita razionalità, la mia abilità di valutare una situazione e fare la scelta più giusta, quella scelta ponderata e ragionata che qualunque sia poi il risultato non mi lasci dei rimorsi. Io in questo momento non sono in grado, il tempo stringe e il mio stato psico-fisico è visibilmente alterato. Le persone che mi sono vicine iniziano a preoccuparsi, a chiedersi se io abbia bisogno di aiuto. Vorrei essere in grado di capire se in questo momento ciò che mi interessa davvero è il benessere nella città in cui mi trovo o il "benessere accademico", ovvero il rischio del cambiamento con tutte le difficoltà annesse, il rischio di perdere un anno in un percorso già di per sé abbastanza lungo e cose del genere.
Mi trovo avanti ad un bivio, faccio un passo a destra e torno in dietro, lo faccio a sinistra ed accade la stessa cosa. Devo prendere una decisione.. sono terrorizzato di arrivare la sera prima della scadenza e non avere la minima idea di che fare! A quel punto prenderei una decisione basata sull'ansia, la paura, la tristezza e soprattutto la delusione verso me stesso, io che non sono stato in grado di decidere razionalmente sul mio futuro.
La ringrazio, cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Quando ha fatto questa richiesta, cosa immaginava che accedesse?
Cosa intende per benessere accademico ?
Cosa le manca qua e cosa immagina di trovare la?
Cosa lascia, affetti, amori, amici...?

Ha mai vissuto fuori casa?
Ha paura di stare senza i suoi genitori?
Che rapporto ha con loro...?

Rifletta su questi punti, spero l' aiutino a comprendere meglio e ad effettuare una scelta risolta

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Con la Collega la invito a riflettere scindendo l'aspetto accademico dall'aspetto pratico contingente che si puo' risolvere piu'facilmente.. Quanto lontano da casa e' la nuova universita' e quale facolta' frequenta.. Forse la difficolta' del cambiamento puo' essere ripagata dalla possibilita' di un futuro migliore.. Cosa ne pensa?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentile Dott.ssa Randone,
come prima cosa la ringrazio per la sua risposta. Quando ho fatto questa richiesta immaginavo che avrei potuto avere qualche consiglio su come vincere questa mia difficoltà momentanea. Per benessere accademico intendo studiare in una università di più alto prestigio e che mi offra (spero) maggiori possibilità. Qui mi manca il fatto di vivere in una città che mi piace, che mi offra delle possibilità, degli svaghi e delle distrazioni dal solo studio. Li immagino di trovare tutto ciò.
Lascio degli amici, persone che ho conosciuto da un anno e a cui tengo e che ritengo fondamentali per intraprendere questo cammino di studi insieme, facendosi forza e aiutandosi l'un l'altro.
Sono fuori sede ora e lo sarei (un po' di più) anche nella mia altra opzione. Non ho assolutamente paura di vivere fuori casa, questa scelta l'ho già fatto e non me ne sono mai pentito. Amo la mia indipendenza. Ho un buon rapporto con i miei.
Grazie della risposta, cordiali saluti

Gentile Dott.ssa Fregonese,
la ringrazio per la sua risposta, credo che lei abbia centrato il punto. Pensa che tutta questa situazione possa essere dettata dalla paura del cambiamento? Le anticipo che nella mia vita di cambiamenti ne ho vissuti moltissimi e non hanno mai avuto questo effetto.
La ringrazio per la sua disponibilità, cordiali saluti
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Dr. Andrea Epifani Psicoterapeuta 123 2
Gentile Utente,
se dovesse pensare alla sua paura riguardo il trasferimento, qual è l'immagine più brutta che le viene in mente? Qual è la cosa più brutta che potrebbe capitare? Forse cercando di rispondersi a queste domande potrebbe avere qualche tassello in più. È evidente che in qualche modo percepisce una possibile minaccia nel trasferimento, sarebbe da individuarla e metterla un po' a fuoco.

Cordialmente,

Dr. Andrea Epifani - Bologna
http://BolognaPsicologo.net